Venere Italiota[1]

 

 

 

La Serva Italia de dolore ostello,

   come la disse un dei fijji sua ppiù ccari[2],

attraversa un de quei momenti amari

   che nimmanco er sor Dante, poverello,

 

ne saprebbe cavà', cor su' cervello,

   un par de versi pe' cantà' 'st'affari

e portalli alla gloria dell'altari,

   oppuro alla vergoggna der macello!

 

E come Ddante, manco er Machiavelli,

   o Dda Vinci e Michelaggnolo in carteggio

n’avrebbero a capì'cche bbudelli

 

se deve vive in 'sto rescesso[3] strano:

   A ssinistra male, ma a ddestra... peggio!

E Campion de libbertà è... Celentano!!!

  

 

 

 

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Venerdì 21 ottobre 2005

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[1] L’Italia è caduta in basso, davvero in basso, se il campione della libertà di espressione è “il re degli ignoranti”, di fatto, però, non tanto per dire.

[2] Dante Scrisse nel Purgatorio:

      Ahi serva Italia, di dolore ostello,
                    nave sanza nocchiere in gran tempesta,
            non donna di province, ma bordello! (Purgatorio, Canto VI)

[3] Letteralmente: “nascondiglio”! Figurato per “sprofondo”, ovvero: “Più in basso di così, si può solo iniziare a scavare!”