tratto da VAMLEPRE |
Vamlepre si sdraiò sul prato biomeccanico della radura in cui aveva assistito, per la prima volta, a quello spettacolo unico che era la rete dei saggi ed attivò la connessione fisica con le microparticelle di conoscenza. Venne attraversato da una piacevole sensazione di benessere e ricordando il percorso tempospaziale indicato da Tarlupa, la sua anima decise per lui. "Bevi un tilpy alla mia salute" sentì dire alle sue spalle. Era Spilungo, il proprietario dello Speedy pub affollato dai ginecotteri della terra di Sýonm. "il tuo amico Tarlupa mi ha parlato di te e mi aveva pregato di prepararti un tilpy speciale che ti rimettesse in sesto dopo il particolare viaggio che hai appena affrontato" proseguì Spilungo "non credere che questo nettare sia riservato a tutti, ma l’occasione richiede questo sacrificio." Vamlepre non se lo lasciò ripetere, aveva la gola arsa dalla sete e buttò giù quell’intruglio che aveva un sapore diverso dai soliti tilpy. Fu una bomba, le connessioni con Syjran si riattivarono in un nanobip e lo investirono come se fosse saltato in un passaggio senza la necessaria carta. Udì urla impazzite che inseguivano le informazioni nella rete, il dolore di chi sta per morire ed una sequenza di dati che non riuscì a capire, ma che sentì propri e che lo fecero soffrire. Iniziò ad uscirgli sangue dal naso e la sua testa si gonfiò come se tutte le informazioni accumulate non avessero più posto e cercassero di uscire dalle orbite dei suoi occhi rossi, macchiati sempre più di sangue. Sentì gli occhi di tutti sul suo corpo ormai deforme e tra urla e spintoni il locale si svuotò in un attimo. Quella interminabile sequenza di dati non lo lasciava andare e pensò che avrebbe pagato con la vita il distacco dalla rete di Syjran e dalla montagna dei saggi di Zenx. Incontrò lo sguardo di Tarlupa che si avvicinava e non vide paura nei suoi occhi ma la consapevolezza di chi ha vissuto un’esperienza simile. Gli si accostò e con rapidità lo vide tirare fuori da una tasca uno spillone lungo quanto un braccio che gli conficcò tra gli occhi. Urlò o almeno così gli sembrò. Lo spillone era un semplice sensore metallico di scarico e tutto quello che, fino ad un momento prima, sembrava reale svanì e lo Speedy pub ritornò ad essere lo stesso. Tarlupa era l’espressione più grottesca della terra di Pan, con zampe da tartaruga, coda, faccia e pelo da lupo. Aveva una corazza sottile che dalla parte superiore della testa, con una guaina intorno al collo, scendeva giù fino alla coda ricoperta, nella parte superiore, da piccole squame pungenti. Gli spiegò che la sua volontà era divenuta molto più forte ed aldilà di ogni sua immaginazione. "L’intruglio che Spilungo ti ha fatto bere era un liquido a base di tilpy ma con una mistura ben calibrata di bionanoprocessori e stimolatori organici che ti hanno consentito di effettuare il tuo primo viaggio senza carta. Sarà difficile ripeterlo, ma con l’aiuto di Vetro migliorerai le tue conoscenze." Il viaggio iniziatico si era concluso ed il cordone che fino a poco prima lo teneva unito a quella terra così evoluta si era ormai rotto. "Non perderai nessuna delle informazioni che hai accumulato nella terra di Syjran e ciò che sei diventato ti aiuterà ad affrontare in modo diverso le esperienze che ti appresti a compiere. Vieni, ti presento Vetro ed Africa." Se Tarlupa era di forte impatto, soprattutto su due zampe, Africa era ancora più bella della descrizione fatta da Tarlupa o dell’ologramma che aveva visto. La sua pelle ed i suoi occhi gli infiammarono l’anima e cercò di restare calmo dopo essersi seduto al suo fianco. Di colore tra l’ebano ed il verde, la sua pelle umana faceva sciogliere qualunque abitante delle terre e di allocchi n'aveva acchiappati tanti. Nessuno le resisteva tranne Vetro, il terzo. Amico da sempre di Africa era uno specialista in viaggi sia da svegli sia durante il sonno. Ti faceva spostare tra i vari mondi e permetteva, con al massimo altri due esseri, di scegliere se fermarsi o continuare il viaggio. Lui era un umano a tutti gli effetti o almeno così sembrava a chi viaggiava fino alla terra degli umani attraverso i percorsi tempospaziali. Nella terra di Pan, Vamlepre aveva una forma umana con corpo ricoperto da peli di lepre, il volto tra l’umano e la lepre con due orecchie accentuate. Aveva il naso nero schiacciato che risaltava tra le labbra umane e gli occhi rossi. Sulla schiena, sotto le spalle, spuntavano due ali da pipistrello. Era ancora scosso dal viaggio appena compiuto e non si chiese il perché avesse deciso di essere lì, seguendo l’invito di Tarlupa. Vetro fu rapido nel spiegare il piano che li attendeva e dopo 30 sed partirono su un terra-terra che avevano rimediato da un talpotto originario della terra degli gnomi. Aveva assicurato al gruppo che riusciva ad attraversare i mondi confinanti ed alcune delle terre. Partirono pagandolo con tre cariche di passaggio tra tre mondi di Vetro e 900 scannerpass raccolti tra di loro. Tornarono per il giro gratis di tilpy che offriva Spilungo. Avevano rubato ad un Poseidon, che abitava sulla terra di Poison del mondo di LUSI, una navetta per terre, 10.000 scannerpass ed una carica per mondo. La navetta l’avevano rivenduta al primo passaggio tra i mondi di LUSI e di DUOSIR per 8.000 scannerpass ed una carica per attraversare la terra di Gzet fino a Ü lab da dove usarono la carica rubata e quella del terra-terra per tornare al mondo di FPAAL. Africa era stata rapida ad entrare nella sua casa, a sparargli il suo corpo e la sua mente fino a devastarlo. Ne avrebbe avuto per almeno due uscite di Poison e nel frattempo la sua navetta avrebbe fatto almeno una trentina di viaggi con diversi proprietari, se fosse rimasta intera. Vamlepre riusciva ad entrare nelle case, nei programmi, nei materiali corporei o invisibili ed in tutti i sistemi di accesso. Era bastato il corpo avvolgente di Africa a far abbassare le difese e l’abilità di Vamlepre sparò gli altri dentro. Il loro sincronismo era perfetto, con Africa di penetrazione, Vamlepre di accesso, Tarlupa a piazzare fuori dalle difese la navetta del tipo e gli oggetti di valore e Vetro che aveva già attivato il viaggio di ritorno. Finirono e saltarono verso il mondo di DUOSIR. Vamlepre si era trasformato, come Tarlupa, ma ci erano abituati, mentre Africa e Vetro raramente subivano la trasformazione. Nello stesso mondo tra i passaggi di terre non accadeva, ma tra mondi poteva capitare. Vamlepre aveva quasi perso le ali ed il pelo, mentre gli arti si erano accorciati ed erano molto simili a quelli di una lepre. Tarlupa invece si era ritrovato con zampe da lupo e corazza sottile intorno al corpo come un giubbotto. Solitamente i passaggi tra mondi trasformavano lievemente le caratteristiche dei corpi che ritornavano normali al rientro, anche se questo, soprattutto nei passaggi tra più mondi, non sempre accadeva. Del resto nessuna traccia se non un altro giro di tilpy offerto da Spilungo e pagato da loro. Ogni giro un bersaglio. "Tarlupa mi ha detto che hai appena lasciato i saggi di Zenx " disse Vetro a Vamlepre "perché non ci racconti come ti è sembrato o meglio, perché non ce lo fai rivivere?" Vamlepre si stupì della sua richiesta. Perché gli interessava la sua esperienza considerato che non poteva trasmettere i dati e le esperienze accumulate su Syjran? "Lo sai che è impossibile che trasferisca i dati in mio possesso, posso raccontare la mia esperienza e quello che ho appreso su di voi e di come…" "Non hai capito" lo interruppe Vetro "chi ha vissuto la stessa esperienza su Syjran non subisce le limitazioni delle copie. Tu non vendi o copi le informazioni raccolte o la tua esperienza, ma le condividi con altri che hanno attraversato la rete e sono sempre collegati ad essa attraverso i microbioprocessori installatici nel nostro identificativo quando eravamo un tutt’uno con il terminale biomeccanico della montagna di Zenx." Gli occhi di Africa lo avvolgevano e Vamlepre sentì che stava cercando un sistema per fargli abbassare le difese e scoprire ciò di cui erano affamati. "Tarlupa ha vissuto il tuo primo passaggio attraverso il tunnel" disse Africa "e noi, insieme a lui e con te, ci siamo rivisti ed abbiamo accumulato ulteriori informazioni, ma per essere realmente un gruppo che funzioni, se vuoi realmente vivere con un diverso tenore il tuo IN e non essere più costretto a scappare da un mondo all’altro senza sapere dove sarai domani, potrai unirti a noi. L’unica condizione che dovrai accettare è la condivisione di tutte le esperienze, sia in rete che fisiche o puramente mentali. La tua vita diventerà la nostra, così come la nostra apparterrà a te. Puoi decidere, hai visto come lavoriamo, in breve tempo abbiamo ricaricato le nostre energie e gli scannerpass non ci mancano mai, così come le cariche per viaggiare od i luoghi isolati in cui respirare aria naturale e non lo schifo che ti avvelena il cervello nella maggior parte delle terre. A te la scelta." Solo Tarlupa non aveva chiesto nulla e gli occhi di Vamlepre lo interrogarono per capire cosa pensasse. "Sai già che anch’io voglio la mia parte. Io ti ho portato su Syjran, io ho vissuto la tua esperienza attraverso la prima connessione, io ti ho chiesto di venire con noi per effettuare questo colpo e sempre io ti ho aiutato a staccarti dalla rete prima che fosse troppo tardi e l’incubo immaginato si trasformasse in realtà. Sì, anch’io ho imparato da qualcun altro, così come Vetro e Africa, ma la nostra unione ed il nostro essere certi di farla sempre franca deriva dalla condivisione dell’esperienza su Syjran." "Basta", disse Vamlepre interrompendo il discorso di Tarlupa "lo farò, mi avete convinto. Però vorrei qualche chiarimento sulla procedura che seguiremo…" Vetro si alzò e si diresse verso il bancone. Parlò per un po’ con Spilungo e poi scomparve come per incanto. Poco dopo Africa fece il suo stesso percorso e subì la stessa sorte. Tarlupa si alzò e prima di riuscire a parlare fu preceduto da Vamlepre "ho capito il percorso che devo seguire" Anche Tarlupa scomparve e Vamlepre fece gli stessi passi dei tre. Ormai era facile memorizzare qualsiasi informazione, i suoi occhi reagivano come se fossero delle microtelecamere ed immagazzinavano i dati come se al posto del cervello ci fosse un hard - disk. Altro che hacher biologici o con nanobioprocessori, il sistema ideato ed installato su di loro dai saggi di Zenx non aveva paragone con nessun altro ed era molto più avanti nella scala dell’evoluzione dei componenti informatici che, in qualsiasi mondo, si potessero trovare in commercio. Spilungo gli offrì un vasino, ma il sapore era diverso. Sul fondo erano rimasti un po’ di bioprocessori e Vamlepre se ne fece versare un altro per ultimare quella fase. Il buio era impressionante, il terrore e le urla che lo manifestavano era raccapricciante. Un alito fumoso era accanto a Vamlepre che non capiva più nulla in quel locale immaginario in cui il pub di Spilungo si era trasformato, come se fosse in rete con tutta la materia che costituiva il suo corpo. Se fino ad un bip prima si trovava in un altro luogo e prima ancora aveva fatto dei viaggi fra mondi, non capiva come riuscisse a vivere quello strano incubo con una manciata di processori sicuramente trovati a buon mercato e di scarsa tecnologia. "La tecnologia che usiamo è all’avanguardia" si sentì sussurrare nell’orecchio destro. Si voltò e le labbra di Africa erano così vicino alle sue che sarebbe bastato un respiro più profondo per farle toccare. La luce si impadronì di quel mondo ed accanto ad Africa c’erano Vetro e Tarlupa collegati, attraverso l’identificativo, ad un macchinario fluorescente pieno di nanobioprocessori simili a quelli del liquido minerale di Zenx. "Questo è il nostro mondo vitual-reale" disse Vetro "è una mia creazione con l’aiuto della tecnologia di ¥ñ di cui ho trovato traccia in una caverna ormai abbandonata di Zenx. Questo è il nostro rifugio e vi può accedere solo Tai, mai sai benissimo che lui rispetta la volontà altrui ed ha viaggiato fin qui solo una volta, dietro mia esplicita richiesta. Non pensare che collegarsi con l’identificativo sia pericoloso, lo scrivono ovunque e le leggende intermondiali sull’argomento sono infinite, ma su ¥ñ avevano ideato un collegamento al processore dei dati che si univa in un tutt’uno con esso, senza attivare le miriadi di fasi che innescano il processo di autodistruzione per manomissione. Il liquido minerale di Zenx serve da inibitore di tutte le eventuali intrusioni nella nostra mini-rete a quattro ed il collegamento ricrea le condizioni ideali che hai già vissuto su Zenx." Africa si avvicinò a Vamlepre e con cura lo collegò agli altri. Poi ripeté la stessa operazione su di sé e si sedette tra Tarlupa e Vamlepre. "Siete pronti?" disse Vetro poggiando la mano su quella che poteva sembrare la consolle di un terminale organico "ma anche se non lo siete che problema c’è" ed iniziò a ridere mentre digitava una sorta di codice con i polpastrelli delle dita. Un turbine investì i quattro ed a stento non furono sollevati dal gran vento che imperversò attorno a loro. Le luci si unirono in un caleidoscopio di immagini dapprima sfocate e poi con colori sempre più accesi fino a trasformare il tutto in una folle corsa tra i vari mondi dell’universo. Razze e specie si unirono in un arcobaleno di incroci a volte orribili ed a volte piacevoli ed il tempospazio che attraversarono sembrò infinito. Ognuno di loro cedeva le proprie informazioni, esperienze e bip di IN trascorsi, trasformandoli in un’unica entità che avrebbe potuto affrontare qualsiasi pericolo. Vamlepre non aveva mai visto quella stanza prima di allora. Il letto su cui era sdraiato era soffice e ricoperto di un tessuto a lui sconosciuto, ma si sentiva a proprio agio. Aveva collegata al braccio sinistro una soluzione liquida e si accorse che ci doveva essere qualcun altro nascosto dalla penombra della stanza. Africa accese una lampada che inondò di luce azzurra tutta la stanza che, spoglia di mobili, aveva grandi quadri olografici appesi alle pareti blu. C’era un altro letto nella stanza, su cui vide sdraiato Tarlupa nelle sue stesse condizioni. Ma lui dormiva con un bel sorriso stampato sulla sua bocca da lupo. Africa gli era accanto e con un fazzoletto asciugò il suo sudore. Poi si avvicinò a Vamlepre e gli porse un liquido da bere. "Fidati, serve a farti recuperare le forze che hai utilizzato per la connessione con Zenx 2°, come la chiama Vetro" e lo aiutò a sedersi. Vamlepre bevve quel liquido costituito da una varietà di processori organici e si sdraiò nuovamente sul letto. "Non hai nulla di cui preoccuparti" continuò Africa con la sua voce vellutata "anche a me è accaduto la prima volta e se consideri che io e Vetro eravamo soli, potrai capire quante uscite ci sono servite per recuperare le forze." Vamlepre era incuriosito dal comportamento di Africa. Bella, suadente ed aggressiva, avrebbe potuto trovare sistemazione in qualsiasi casa di un ricco potente e fare tutto ciò che più avrebbe gradito, ma era lì con loro, a perseguire un ideale che, nei sette mondi, non esisteva più. La curiosità ebbe il sopravvento e Vamlepre non riuscì a trattenere le parole "Tu stai con Vetro o con Tarlupa?" Africa scoppiò a ridere e le sue risa svegliarono Tarlupa e richiamarono l’attenzione di Vetro che entrò nella stanza. Anche Tarlupa rideva a crepapelle e Vamlepre si sentiva stupido per la domanda appena fatta. Non aveva bisogno di risposte, il sesso tra loro quattro era una cosa secondaria e capì subito che Tarlupa rideva perché doveva averle fatto la stessa domanda al suo precedente risveglio. "Io sono come voi" gli rispose Africa "in passato tra me e Vetro c’è stato del tenero, ma sarebbe impossibile avere un rapporto sentimentale con qualcuno di voi tre. Abbiamo appena effettuato uno scambio così perfetto che siamo a conoscenza dei nostri segreti più profondi e le azioni che condurremo dopo quest’esperienza, saranno in perfetta sincronia e senza sbavature. Forse diventeremmo prevedibili, ma solo fra di noi e per lo scopo che ci siamo prefissati è ottimale. Io ho già fatto del sesso con te anche se in maniera virtuale, così come è accaduto con Vetro e Tarlupa, ma quello che definiamo sesso è nulla rispetto alla nostra esperienza e non vorrei rovinare tutto con qualcosa che è collegato alla biologia delle specie che nasconde mille difetti ed errori. Accontentati del ricordo e con il tempo mi darai ragione. Il mio corpo serve ad altro ed il mio scopo è quello di accrescere la mia banca dati forse fino a quando non troverò il modo di copiare Zenx 2° e rivenderlo. Ma Vetro pensa che questa sia solo una mia illusione, ma io non perderò mai la speranza di sostituire l’Impero con il dominio di una banda di ladri." Vetro iniziò a ridere e si avvicinò ad Africa baciandola su una spalla. Anche Tarlupa rideva e quel sottile riso contagiò tutti, perfino Vamlepre che si sentiva un idiota tra persone che avevano altro a cui pensare. Dopo circa venti uscite i quattro erano in condizione di poter tornare al lavoro. Durante quel tempo Vamlepre capì che quanto detto da Africa al suo risveglio fosse molto più vicino alla sua nuova realtà di quanto avesse immaginato. Sentiva le loro presenze prima ancora di vederli ed alcuni scambi avvenivano sul piano mentale e non attraverso la parola. Vetro gli insegnò ad affinare quella particolare dote che disponevano i viaggiatori di Zenx seguendo con cura gli esercizi che gli aveva suggerito di fare. Gli impiantò anche una evoluzione del nanochip che era stato utilizzato dalle macchine che avevano conquistato Þø¢ per mascherarsi nei viaggi tra mondi. "Dovrebbe riconvertire l’ultima modifica causata dal salto dei viaggi secondo lo schema principale del tuo identificativo, ma non so se funzionerà sempre. Le frequenze con cui agisce in alcuni mondi sono criptate dai tempi delle invasioni e ti capiterà di affrontare una modifica imprevista, ma non preoccuparti di questo. Tu e Tarlupa avrete sempre il nostro aiuto in situazioni simili anche a costo di annullare un viaggio." "Grazie" rispose Vamlepre "il mio IN è stato modificato da un semplice tentativo di furto ed il tuo …" Le parole non uscirono più dalla bocca di Vamlepre, la sua domanda aveva già trovato una risposta nell’esperienza di Vetro acquisita con il collegamento. I suoi occhi si chiusero e vide Vetro a bordo di una navicella da guerra con la sua divisa dell’esercito imperiale di Ilim. Era in corso una battaglia tra il Regno della terra di Zuroni e l’Impero di Ilim ed i due eserciti si stavano fronteggiando sulla terra di Mugyen con il completo schieramento di forze costituito da navicelle e guerrieri della fanteria terrestre e spaziale. Vide la flotta imperiale di Ilim al gran completo, tristemente conosciuta in tutti i mondi, che stava colpendo senza pietà ogni cosa animata e non che portava i colori di Zuroni. Il sangue che scorreva lungo le ferite aperte nelle grandi aeronavi da guerra cadeva giù fino a raggiungere le postazioni installate sulla terra di Mugyen. Un’unica macchia rossa copriva una estesa parte del territorio occupato dalla flotta terrestre di Zuroni ed una parte aveva persino invaso la zona controllata dalla fanteria imperiale di Ilim, uniformando le due fazioni in lotta che subivano indistintamente l’offensiva delle navi da guerra di Ilim. Non importava chi morisse, importava solo creare un immenso mattatoio che consentisse la schiacciante vittoria imperiale sull’avversario, che non avrebbe potuto reagire in tempi brevi. La disperazione non esisteva negli occhi dei soldati di Ilim. C’era solo un accecato odio che li spingeva a distruggere e ad autodistruggersi. Attraverso gli occhi di Vetro, Vamlepre vide ciò di cui aveva solo sentito narrare sulle crudeli battaglie scatenate dall’Impero di Ilim. Capì cosa aveva spinto Vetro ad allontanarsi da quello scenario di sangue ed il perché il successivo isolamento… Tutto scomparve come d’incanto, un leggero fremito aveva attraversato il corpo di Vamlepre provocato da Vetro. "So che sono difficili da capire i motivi che conducono un popolo a vivere solo per combattere raggiungendo aberrazioni inimmaginabili. Io sono scappato. Non era vigliaccheria il sentimento che ha animato la mia fuga, ma solo lo schifo di vedere sempre sangue, violenze e le torture di chi riusciva a sopravvivere. Forse per questo non sopporto più la violenza gratuita e quello che ho imparato sulla montagna di Zenx ha cambiato il mio IN cresciuto a coltivare odio, a partecipare fin da piccolo alle rappresaglie che incutevano il terrore nelle terre sottomesse all’Impero di Ilim. C’è stato un periodo in cui i bambini che giocavano nelle città erano trasportati in grandi hangar sotterranei. Lì erano preparati ad affrontare il loro destino di guerrieri, a crescere con il male dentro che doveva sfociare in altro male. Ci insegnavano a violentare le donne e gli uomini non per piacere ma per vendetta, istruendoci con le oloimmagini dei massacri di massa perpetuati dalla fanteria spaziale dell’Impero di Ilim. I Limi, esseri dominanti dell’Impero di Ilim, sono degli specialisti nel perpetuare e diffondere il regno del terrore. Le loro navi da guerra sbucano improvvisamente dal nulla protette dalle schermature che le rendono invisibili e senza preavviso sfondano le protezioni cupolari delle colonie artificiali orbitanti, disperdendo nello spazio migliaia di corpi mentre i pochi che sopravvivono, subiscono la deportazione o la lenta agonia prevista dai piani di battaglia della fanteria spaziale. Io mi ero adeguato al loro modo di agire, di pensare, di provocare la morte. La mia prima spedizione sulla terra collegata di Miliem fu atroce. Alla fine di quella giornata sanguinosa il mio comandate mi promosse per aver superato le duecento terminazioni previste dal mio corso. Furono mesi di sangue e di carriera fino alla battaglia di Mugyen. Lì capii che non potevo continuare a bere il sangue delle mie vittime." Il silenzio si era ormai impadronito di tutti loro. Il racconto di Vetro aveva attivato i loro ricordi e sia Africa che Vamlepre ebbero un nuovo sussulto dopo quelle parole. Erano incomprensibili le ragioni che spingevano l’Impero di Ilim, in continua espansione, a combattere per il predominio fisico in un’epoca in cui la forza, anche se importante, contava ben poco rispetto ai progressi conseguiti negli altri campi. Nei loro occhi erano stati rievocati avvenimenti che avevano causato milioni di morti ed, ancora oggi, nessuno sapeva quando l’Impero avrebbe fermato la sua folle espansione. "Tarlupa, vieni qui" disse Vetro, "E’ ora che prepariamo un piano per recuperare un migliaio di scannerpass prima che la nostra riserva si esaurisca del tutto." Vetro aveva cambiato discorso. Forse avrebbe raccontato in un’altra occasione la sua carriera militare nell’esercito imperiale di Ilim, le missioni che aveva dovuto affrontare ed i pensieri che l'avevano accompagnato in quel buio periodo della sua vita. A loro tre la visione diretta degli scontri incuteva troppa paura ma, quando lui raccontava quegli episodi, riuscivano a capire le motivazioni delle sue scelte. "Dimmi, cosa ti sei inventato questa volta?" L’ironia di Tarlupa cancellò le immagini dalle menti di Africa e Vamlepre, come se Vetro lo avesse pregato di intervenire in quel modo per risolvere una situazione troppo delicata per essere interrotta. "Dall’ultimo colpo sono passate circa trenta uscite e mi sembrava strano che tu non avessi già programmato nel tuo cervello umanoide un altro colpo." Tarlupa cercava di sfottere Vetro e questo significava che l’amico era veramente in difficoltà. "Non ci pensate più" disse rivolgendosi a Vamlepre ed Africa "tutto ormai è passato. Gli sconvolgimenti subiti da ciascuno di noi sono stati forti ed importanti. Hanno modificato i nostri IN, uscita dopo uscita, fino al raggiungimento della conoscenza di Zenx. Dobbiamo partire da questo ed è quello che abbiamo fatto con la nostra mini-rete o Zenx 2°. Chiamatelo come vi pare e non lasciate che quanto avvenuto in passato turbi quello che siamo diventati." Le parole di Tarlupa rincuorarono il gruppo che decise di festeggiare con una bevuta allo speedy pub di Spilungo. Il riapparire nel pub sembrava una cosa troppo evidente a Vamlepre e non capiva come mai lo facessero con tanta disinvoltura, quando sapevano bene che era un locale frequentato da quasi tutti gli esseri dell’universo e tenuto sempre sotto controllo dai vari Netmonde di Coordinamento Sicurezza e Repressione Criminale. L’uscita era chiara nella sua mente e si accorse che l’entrata era simile, anche se ricomparvero in un angolo nascosto. "Non capisco il perché rischiamo inutilmente una eventuale intercettazione dei Netmonde CSRC od una registrazione dei dati sfalsati dal nostro arrivo…" Vamlepre non riuscì a terminare la frase che i tre scoppiarono a ridere. "Tarlupa, vai a prendere quattro skenh e pagali visto che hai perso la scommessa" disse Vetro che continuò spiegando il perché utilizzavano quel sistema. "Avevamo scommesso sulla tua domanda. Io che l’avresti fatta prima di sederci mentre Tarlupa diceva che avresti ancora aspettato. Non corriamo alcun pericolo ad uscire ed entrare in questo posto attraverso un viaggio che ci conduce a Zenx 2°. Ho installato un sistema di nanoprocessori criptati che agiscono contemporaneamente sui nostri identificativi e sulla struttura del locale creando una immagine olografica diversa dalla nostra realtà. Mi spiego meglio. Quando usciamo, come avrai notato, seguiamo il percorso determinato dai nanoprocessori che viene memorizzato dai nostri identificativi mentre il sistema proietta le nostre immagini virtuali verso l’uscita del locale. Agli occhi di tutti, anche per Spilungo, noi entriamo ed usciamo come tutti gli altri e se consideri che Spilungo esegue ogni due uscite un programma di intercettazione di eventuali nanosonde od altri sistemi solitamente utilizzati dai Netmonde CSRC o dai cyberhunter, noi non corriamo alcun rischio anzi, utilizziamo il sistema ideale per far perdere le nostre tracce. Visiteremo anche gli altri locali che usiamo nei nostri viaggi, dove ho installato sistemi simili adeguati ai vari tempospazio e dove siamo sicuri che i proprietari eseguono almeno ogni due uscite un programma di disinfestazione." Tarlupa aveva distribuito ad ognuno un boccale di skenh e Vetro, dopo aver augurato a tutti molta felicità, tirò fuori da una tasca la sua scancard e la poggiò sul tavolo. Il locale era pieno e la maggior parte degli avventori era costituita da Icurioni e Ginecotteri, più un gruppo di BKitmap che festeggiava chissà quale ricorrenza ed alcuni Nñhæð, oltre alla solita miscellanea di altri esseri. La scancard di Vetro dopo alcuni sed cambiò colore nell’angolo superiore sinistro. "Adesso possiamo parlare tranquillamente" disse Vetro "il distorsore si è attivato. Come vedi" proseguì rivolgendosi a Vamlepre "non lasciamo nulla al caso ed oltre a tutte le misure di protezione che già ci circondano, attiviamo un nanodistorsore di frequenza per evitare che qualcuno ci ascolti. Anche l’altra volta era attivato, ma non ci avrai fatto caso." Nel frattempo Tarlupa stava tornando con altri quattro skenh. "Lo so che non vi piacciono molto" disse "ma abbiamo bisogno di una notevole carica per affrontare il prossimo colpo." Queste due ultime parole rimbombarono nel cervello di Vamlepre. Non si sentiva ancora pronto per ritornare al lavoro a pieno ritmo ma non voleva tirarsi indietro. "Il patto è sempre uguale" esordì Africa "se ci sono dei problemi conviene parlarne prima, senza rischiare incidenti sul posto." Il riferimento nei confronti di Vamlepre era stato chiaro. "No, non ci sono problemi, anche se mi sento molto strano e non comprendo la causa della mia agitazione." "E’ lo skenh" rispose Tarlupa "serve ad interagire con l’ultima soluzione minerale che abbiamo bevuto prima di venire qui. La miscela tra i due composti produce energia accumulabile nei biochips e disponibile in caso di emergenza. Considerala come una specie di droga, come se ti fossi sparato della snufzjian e non riesci a fermarti." "Non lo spaventare" rispose Africa "non è una droga come la snufzjian od altre perché non conduce né a dipendenza né alla morte, ma ti riempie di energia e di forza che si mantiene costante per quasi un’uscita. Ne abbiamo bisogno ed in alcune occasioni si è rilevata vitale per poterci sganciare e rientrare. Consideralo un rito, una superstizione o quello che più ti fa piacere, ma se finirai anche il secondo boccale lo stato ansioso, che la miscela provoca a chi la assume le prime volte, scomparirà." Vamlepre bevve tutto d’un fiato il secondo boccale e cercò di calmarsi. "Tornando a noi" riprese Vetro "prima che il nanodistorsore si scarichi vorrei concordare le singole azioni che ognuno di noi dovrà compiere. Ho ricevuto, attraverso uno dei nostri informatori sulla terra di Melial, la proposta di un Netmonde di sottrarre dal comando militare imperiale dei Limi un nuovo nanochip che consente di migliorare le prestazioni delle astronavi da guerra e commerciali che vogliono rimanere invisibili e che non vogliono essere individuate e registrate sui tracciati delle zone hoja. Sembra che la flotta imperiale si appresti a sferrare un nuovo attacco alle colonie create sulle stazioni orbitanti di Zuk e Zujk per distruggere il sistema di comunicazioni che collega tutte le terre dominate dagli Zurri e le stazioni connesse. Le stazioni orbitanti sono protette da un sistema difensivo che riesce ad individuare tutti i tracciati lasciati da ogni forma che si avvicina ai campi di protezione e le schermature attualmente in uso, che non riescono a mimetizzare le scorie prodotte dal sistema di propulsione, sono inutili. L’Imperatore vorrebbe sfondare le barriere di protezione ma, da un rapporto riservato che il comando militare ha presentato alla Corte, è risultato evidente che il danno che la flotta potrebbe arrecare agli impianti di comunicazione ed alle colonie, sarebbe di gran lunga inferiore alle perdite che subirebbero a seguito della individuazione da parte del sistema difensivo installato sulle stazioni e la conseguente attivazione delle nanosonde che costituiscono il sole artificiale delle stazioni. Vi ricordo che le nanosonde utilizzate per illuminare le stazioni orbitanti di Zuk e Zujk, sono dotate di un micropropulsore che, in standby, viene utilizzato per produrre luce artificiale ma che, in caso di attacco, consente il distacco delle singole nanosonde dal nucleo principale, l’attivazione del micropropulsore che, per le ridotte dimensioni, consente loro di viaggiare ad una velocità superiore a quella di qualsiasi astronave. Capirai bene Vamlepre, che superare questa barriera è un’operazione molto complicata in quanto le nanosonde riescono sia ad agganciarsi a qualunque astronave che volesse attraccare alle stazioni senza permesso, sia a duplicarsi automaticamente con il materiale delle astronavi che distruggono e riciclano nei vari moduli che le compongono. Ricordate" proseguì rivolgendosi ad Africa e Tarlupa "quella volta in cui dovevamo derubare il colmind della colonia agricola Upstar della stazione di Zurien? Ci voleva l’autorizzazione per attraccare e noi, non avendola, subimmo l’attacco delle nanosonde e solo grazie al trovel riuscimmo ad abbandonare la nostra navetta mentre quei minuscoli robot la stavano distruggendo duplicandosi a vista d’occhio." Lo sguardo dei tre fece vivere a Vamlepre quell’esperienza terribile e la paura che assaggiò in quei nanobip, attivò i biochips e gli skenh che riuscirono a tranquillizzarlo. "A questo punto dovremmo intervenire noi, sottraendo i progetti e distruggendo quanto già realizzato. Dalle notizie che il nostro informatore ha raccolto, il Netmonde vuole quei progetti per avviare una nuova era di viaggi schermati in barba a tutti i CSRC. E’ un mercato vasto ed importante e per noi ci sono un milione di scannerpass." "Non sono d’accordo" rispose Vamlepre "consegnare uno strumento così importante ad un Netmonde non ci assicura che non lo rivenderebbe subito dopo all’Impero. Io proporrei di trovare un altro acquirente…" ma non riuscì ad ultimare la frase. Lo speedy pub si stava trasformando, le pareti accese ad intermittenza dal percorso erotico che contrapponeva una femmina di icurione ad un maschio di ginecottero stava svanendo, così come tutti i clienti. Videro Spilungo che, impugnato il suo scanner, stava sparando ad un tavolo che, persa la mimetizzazione olografica, si era trasformato in un guerriero Zurri. I quattro si alzarono dalle sedie che non erano altro che androidi dotati di pinze metalliche che si serrarono intorno alle loro caviglie e polsi. Sfregarono gli arti contro quella ferraglia cercando di liberarsi, ma era un vano tentativo perché più si muovevano, più gli androidi scaricavano energia su di loro. La scancard era spenta e sembrava che ogni difesa ideata per modificare a proprio favore un eventuale attacco fosse stata disattivata. Il trovel che Vetro si portava sempre dietro era irraggiungibile in fondo alla tasca della sua tuta, sempre ché fosse ancora utilizzabile dopo quella serie di scariche. "Che cazzo facciamo?" urlò Vamlepre "chi sono questi?" Non ebbe il tempo di dire altro. La loro ultima immagine registrata fu quella di Spilungo che veniva disarmato da un ciberkiller, risucchiato dalla coda dentro il buco che quell’essere aveva al centro del corpo, fino a scomparire al suo interno e poi essere ributtato fuori sotto forma di ammasso di sangue e carne. Poi il nulla si impadronì di loro. Dei sette mondi conosciuti collegati tra loro, in cui ogni essere dotato di identificativo poteva viaggiare, utilizzando carte di viaggi o cariche che gli consentivano di attraversare le varie terre e di accedere alle connesse stazioni orbitanti, previo pagamento delle relative tariffe di accesso, il mondo di LUSI era sicuramente il più importante. Le quattro terre principali, Kriktan, Poison, Zuroni e Ilim, erano tra le più estese di tutti i mondi e tra queste, le 11 terre collegate e le 48 stazioni orbitanti, vi erano un’infinità di zone hoja che consentivano ad ogni essere di viaggiare rapidamente come in nessun altro mondo. Però il mondo di LUSI era sconvolto dalla guerra che contrapponeva l’Impero Limi al Regno Zurri, ultimo popolo di quel mondo che resisteva all’egemonia imperiale. Gli Zurri non volevano cedere il loro millenario dominio sulla terra di Zuroni, delle terre collegate di Zurra, Zukje e Zurhja e delle 11 stazioni orbitanti connesse, coinvolgendo nel loro conflitto anche specie evolute, come gli Arcacid ed i Supromini, che vivevano pacificamente nelle loro meravigliose terre. Guardando le olomappe, sia quella dei mondi e delle terre, sia quella delle stazioni orbitanti, era facile individuare il quadrante che era alterato dalla loro guerra. L’Impero aveva assoggettato nel mondo di LUSI la terra di Kriktan e le sue terre collegate di Laple, Plane e Neppen, la terra di Poison e le sue terre collegate di Mugyen e Gyjiron, nel mondo di DUOSIR la terra di Gzet ed Mustjy, una delle sue terre collegate, e nel mondo di BARD, la terra di Platusio, oltre a quasi tutte le stazioni orbitanti connesse. Nonostante le importanti conquiste l’Impero non era riuscito a piegare la forte resistenza degli Zurri, che avevano reagito contrapponendo alle terre conquistate dall’Impero le proprie terre, sempre più abitate dalla propria specie di bassa evoluzione, come i clon od i deportati catturati durante le tante battaglie che insanguinavano le loro terre.Le stazioni orbitanti, sia delle terre che delle terre collegate, erano contrapposte dall’avanguardia dei due eserciti mentre la corte imperiale dei Limi e la corte reale degli Zurri, nonché le alte gerarchie militari terrestri e spaziali, erano situate su orbite molto distanti tra loro, per prevenire la minaccia di un eventuale attacco nemico e consentire il perpetuarsi della guerra. Inoltre, era a conoscenza di pochi l’esatta consistenza della corte imperiale e del suo comando militare, che si spostavano di continuo tra le terre e le stazioni orbitanti connesse attraverso zone hoja protette e costruite tra varchi non connessi alla rete del cyberspazio utilizzato nei sette mondi. Una delle tante battaglie aveva coinvolto Mugyen, terra collegata alla terra di Poison, e la vittoria delle astronavi e della fanteria spaziale imperiale, aveva visto soccombere il libero governo dei Mugyenj e l’imposizione del governatore Udrsju della corte imperiale. Ma non solo la terra collegata di Mugyen era stata teatro dei loro scontri. Anche su Zenig, terra collegata alla terra di Gzet del mondo di DUOSIR, erano stati sganciati numerosi mezzi di trasporto delle due fanterie spaziali. Alla fine della battaglia, durata 189 uscite di Zenig, la fanteria spaziale degli zurri aveva sconfitto quella imperiale, costringendoli alla ritirata più umiliante di tutta la guerra. Le poche migliaia di limi prigionieri vennero inviati con una astronave sulla terra di ÓØl del mondo di z e nessuno seppe più nulla di loro. Subito dopo venne insediato il governo provvisorio degli Zurri che schiacciò gli abitanti Zetej in una morsa di repressione senza scampo. Chi si ribellava, veniva deportato sulla stazione orbitante di Zurien per lavorare al fianco delle macchine ed incrementare la produzione agricola. L’unica che aveva resistito alla guerra, assicurando una notevole influenza sul proprio governo da parte degli zurri, fu la stazione orbitante Gyjiañ 1ª della terra collegata di Gyjiron della terra di Poison, mentre la stazione orbitante Zenig I della terra collegata di Zenig della terra di Gzet del mondo di DUOSIR si era arresa al governatore Zud della corte degli zurri, dopo la battaglia durata 12 uscite di Zenig e l’inutile intervento di due astronavi imperiali. Oltre alle battaglie che avevano causato l’uccisione di milioni di esseri e l’imposizione di governi controllati dalla corte imperiale, altre battaglie, durate poche uscite, avevano coinvolto le terre e le stazioni orbitanti del loro mondo e di quelli limitrofi. A nulla era valso l’intervento degli Infarstiadi, abitanti della terra di Syjran del mondo di BARD, ritenuti da tutte le specie come i più evoluti e gli unici che potevano fermare quel conflitto. Gli Zurri, da semplici ribelli all’egemonia imperiale, erano ormai governati da un giovane ed abile Re che si era insediato dopo un bagno di sangue e l’uccisione del padre, colpevole di aver accettato un patto di sottomissione all’Impero. Aveva unito il popolo ai militari, accrescendo a dismisura il suo potere e la loro potenza. Stava già preparando una campagna contro le stazioni orbitanti dei limi, per cui non si interessò molto alle trattative intercorse con i limi su Assü, terra collegata alla terra di Syjran, dove inviò una delegazione che non godeva né del suo appoggio né di quello dei comandi militari, così come l’Imperatore che, interessato dagli sviluppi di una rivoluzionaria schermatura della flotta imperiale, inviò pochi rappresentanti tra cui alcuni clon. Con quelle delegazioni, impotenti e predisposte alla rottura, gli Infarstiadi non riuscirono a trovare un punto di incontro tra le pretese degli Zurri e quelle imperiali e la trattativa venne interrotta dopo tre uscite di Assü. L’uscita seguente alla partenza delle due delegazione, il comando spazio-terrestre degli zurri attaccò con trenta astronavi, 200 carghi spaziali, mille mezzi di trasporto e 20.000 fanti spaziali, la stazione orbitante Gyjiañ della terra collegata di Gyjiron della terra di Poison, iniziando la sua espansione nel mondo di LUSI. Vamlepre fu il primo dei quattro a risvegliarsi. Vide i corpi degli altri distesi sul pavimento di quella che sembrava una cella, mentre una luce rossa posta accanto alla porta iniziava a lampeggiare. Sentì un sibilo e con facilità individuò il buco da cui stava uscendo un gas sicuramente narcotizzante. Si strappò un ciuffo di peli da una gamba e lo otturò. Dopo poco anche Vetro si risvegliò, seguito da Africa e Tarlupa. "Dove ci troviamo?" bisbigliò Vetro nell’orecchio di Vamlepre mentre indicava agli altri due di stare zitti. "Non saprei" rispose Vamlepre "da quello che ricordo e dalla conformazione della cella sembrerebbe una prigione zurri. Poco fa ho interrotto con un ciuffo di peli l’immissione di altro gas narcotizzante, sembrerebbe che al momento non possono interrogarci né tenerci costantemente sotto sorveglianza. Vorrei riflettere per qualche sed e capire se abbiamo qualche possibilità di uscire da qui." "Va bene" rispose Vetro "informo anche gli altri delle tue intenzione. Cerchiamo di scoprire se uno di noi quattro è in grado di connettersi a qualcuna delle apparecchiature che controllano questa cella." Vetro riferì agli altri e subito dopo formarono un cerchio per utilizzare al meglio le proprie conoscenze ed attivare i nanochips che avevano assimilato prima di essere catturati. Dovevano essere trascorse parecchie uscite dal momento della loro cattura, perché del miscuglio bevuto non c’era più traccia, così come dei loro vestiti e del trovel. Vetro non si preoccupò della sua scomparsa, ogni minimo tentativo di forzarlo l’avrebbe fatto esplodere causando notevoli danni nel raggio di duecento metri oltre ad una leggera distorsione tempospaziale. "Ci sono" bisbigliò Vamlepre "ho trovato un accesso al sistema di controllo della cella. Vi proietto l’oloimmagine." Gli occhi di Vamlepre divennero rosso fuoco e con stupore i tre videro la struttura sia della cella in cui erano rinchiusi sia della stazione orbitante Zurro. L'oloimmagine svanì dopo pochi bip e Vamlepre svenne per lo sforzo. "Siamo in guai seri" disse Vetro "siamo sulla stazione orbitante della corte zurri e da qui è impossibile uscire e superare le difese installate. No" proseguì "le difese installate servono a proteggere la stazione da eventuali intrusioni dall’esterno. Oltre ad isolare il sistema di controllo di questa cella automatica non dovremmo incontrare difficoltà a trovare un mezzo di trasporto od una zona hoja che ci porti fuori di qui." Ma erano nudi e privi di ogni strumento necessario a compiere quelle semplici operazioni che servivano per scappare. Gli zurri questo lo sapevano e certamente li avevano sottoposti alla scannerizzazione prima di lasciarli da soli in quella cella mentre loro erano impegnati in chissà cosa. Era chiaro il motivo della loro cattura, avevano intercettato il servizio commissionato dal Netmonde e volevano che i quattro rubassero il nuovo sistema per loro. La loro sorte era segnata e sapevano che portava in ogni caso alla morte. Essere intercettati e coinvolti nella loro guerra non lasciava alcuna speranza ai quattro. Forse avevano già subito l’innesto del fond, come erano soliti fare gli zurri su tutti gli esseri che dovevano sottomettersi al loro potere senza reagire e Vetro sapeva che l’operazione di distacco era delicata, avendo subito lo stesso trattamento quando era scappato dalle grinfie dell’esercito degli zurri. "Africa" disse Vetro "è il momento di utilizzare la tua riserva. Sembra che non l’abbiano intercettata con lo scan, ma stai attenta." Africa abbassò la testa, si alzò e si rifugiò in un angolo. Vetro e Tarlupa trascinarono Vamlepre, che si stava riprendendo, nell’angolo opposto e tutti e tre si voltarono verso la parete. Vamlepre non capiva cosa stesse accadendo, ma sapeva che Africa stava facendo qualcosa che poteva causarle la morte. Aspettarono per circa dieci sed e poi sentirono i passi di Africa avvicinarsi. Si voltarono e lo spettacolo che si presentò loro non fu per niente piacevole. Africa si era strappata lunghe strisce di pelle dalla gambe e dall’addome scoprendo alcune delle sue parti biomeccaniche che nascondevano all'interno, da chissà quante uscite, un trovel, un interfaccia a parete ed uno scanner. Vetro si mise subito al lavoro per verificare se il trovel funzionava ancora, Vamlepre attivò l’interfaccia per controllarne ogni funzione mentre Tarlupa, dopo aver aiutato Africa a sistemarsi la pelle, iniziò la verifica dello scanner. Tarlupa fu il primo a finire il suo lavoro. Lo scanner era attivo e ci sarebbero voluti quattro sed per ricaricarlo. Vamlepre stava riconfigurando il sistema dell’interfaccia a quello dello stazione orbitante. "Otto sed alla conclusione della riconfigurazione" bisbigliò agli altri. Vetro era scuro in volto. "Il trovel è semiscarico e può consentirci al massimo un viaggio interterra. Ma la terra più vicina alla terra collegata di Zurra a cui è connessa la stazione orbitante di Zurro è Zukje o bene che ci vada Zuroni controllata dai clonzurri." La notizia che diede loro Vetro non li rattristò, anzi li spinse a lavorare più celermente. "Scanner attivo" sussurrò Tarlupa, mentre Vetro e Vamlepre continuavano nel loro lavoro. Dai neri occhi di Africa uscivano piccole lacrime argentate che scivolavano fino alle sue labbra. Il dolore che stava provando doveva essere terribile e durò a lungo. Si stava strappando via la natica destra e perdeva molto sangue. "Riconfigurazione dell’interfaccia completata" disse Vamlepre "procedo nell’individuazione di eventuali innesti su di noi." " trovel attivo" rispose Vetro "potrebbe consentirci anche di viaggiare tra due terre, ma occorrono almeno venti sed." "Non abbiamo tutto questo tempo" gli rispose Africa stringendo i denti mentre il suo volto si contorceva nell’ultima smorfia di dolore "prendi" continuò, porgendogli una carta di viaggi sporca di sangue "dovrebbe bastare a ricaricare il trovel per effettuare almeno un salto tra mondi per noi quattro." Tarlupa la aiutò a fermare l’emorragia mentre gli altri due continuavano il loro lavoro. "Scannerizzazione completata" disse Vamlepre "non hanno avuto il tempo di innestarci nulla…" Si fermò e gli altri interruppero il loro lavoro. "Abbiamo poco tempo. Dai dati che leggo Africa ha meno di un sent per sottoporsi alla clonazione delle strutture danneggiate ed il codice di controllo della stazione è cambiato da stand a I livello. Forse dalla terra di Zurra sta arrivando qualcuno della corte reale." La notizia li fece accelerare nelle loro operazioni e dopo pochi sed tutto era pronto. " trovel attivo per salto interterra – interterra – intermondo – interterra – interterra. Viaggeremo fino alla terra di Pan di sotto collegata alla terra di Pan del mondo di QU. Al nostro arrivo dovrebbe attivarsi un altro trovel che ci sposterà su Zenx 2°" "Interfaccia connesso al sistema di controllo della cella" disse Vamlepre "misure di protezione della cella disattivate. Fuori tutti." Tarlupa uscì per primo con lo scanner in mano e controllò che nei corridoi non ci fosse nessuno. "Via libera" disse ma mentre stavano uscendo Africa sorretta da Vetro, Vamlepre urlò "fermi, non muovete un solo muscolo." Un ghor34 si stava avvicinando e solo l’immobilità dei quattro lo disorientò di quel bip che consentì a Vamlepre di entrare nei suoi circuiti e disattivarlo. Subito dopo Vamlepre attivò il programma setvir che avrebbe causato il bloccaggio di quasi tutti i programmi operativi della stazione. Avevano poco tempo per raggiungere l’area individuata come ottimale per attivare il trovel e fuggire da quel posto. Un altro ghor34 era sulle loro tracce ed a poco servì il tentativo di Vetro di seminarlo lanciandogli contro una serie di informazioni sfalsate. Dopo pochi bip era di nuovo sulle loro tracce e mancavano ancora duecento metri all’area di partenza. "Ci penso io" disse Tarlupa che attivò una paratia di separazione mentre gli altri tre correvano. Dietro la paratia Tarlupa trovò un numero imprecisato di clonzurri che stavano pulendo un immenso salone. Questi fecero scattare l’allarme attirando in quel salone il ghor34, mentre Tarlupa raggiungeva gli altri. "Non so quanto tempo potremo guadagnare, conviene correre più in fretta" disse Tarlupa aiutando gli altri due a trascinare Africa. L’area di partenza era a pochi metri da loro, la raggiunsero e fatta sedere Africa formarono un circolo con le mani tenendo al centro il trovel. "Vai" urlò Vamlepre mentre nelle loro orecchie risuonava la voce meccanica del ghor34 "Fuggitivi individuati, fuggitivi terminati". Si risvegliarono su Zenx 2° dopo trenta sed. Africa perdeva molto sangue e Vamlepre aiutò Vetro ad inserirla nella vasca di clonazione rubata all’Istituto Vapper della terra di Kriktan del mondo di LUSI. Avevano bruciature su tutto il corpo e rivedendo le oloimmagini registrate da Zenx 2° capirono di averla scampata per un pelo. Quel bastardo di ghor34 aveva fatto in tempo a sparare con il suo cannoncino laser ed il colpo era in parte esploso sulla stazione orbitante di Zurro ed in parte sulla terra di Pan di sotto, producendo su di loro solo quelle bruciature. C’era mancato poco questa volta, ma in cuor loro, organico o meccanico che fosse, sapevano che gli zurri non avrebbero avuto un’altra occasione. |