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Umberto
Di Salvatore


L'ASSASSINO


In una calda serata primaverile, due cari nonnetti erano usciti da casa per fare una tranquilla passeggiata sul lungofiume. Erano felici e mano nella mano, guardavano il lento defluire delle acque, sotto al ponte che stavano attraversando. Erano felici, ma ancora per poco avrebbero gustato quei brevi momenti di gioia.

Non sapevano e come avrebbero potuto d’altronde, che poche ore prima dal manicomio criminale di Carthuia era riuscito ad evadere un pericoloso criminale condannato all’ergastolo.

No, non è come immaginate, non era il classico maniaco che si diverte a violentare e seviziare le povere vecchiette mentre il loro marito è costretto a gustarsi lo spettacolo legato ad una sedia, per poi essere scannato come un animale.

No, il soggetto che aveva astutamente raggirato la sorveglianza del carcere era pericolosissimo, ma per quanto una persona normale si sforzasse di comprenderlo, tutto avrebbe pensato tranne di essere in pericolo. Era questa la sua grande forza.

Riuscì con facilità a diventare amico dei due vecchietti e da quella sera fu una presenza costante al loro fianco. Li aveva incontrati sul ponte a loro caro e quello fu l’inizio di una tenera amicizia.

Il suo fare sdolcinato, la sua insistenza, il vederselo comparire all’improvviso dietro la porta del bagno od affacciato alla finestra della camera da pranzo rendeva la donna felice di poter ancor attirare un uomo e rendere il suo compagno furioso e geloso.

Lui godeva di tutto ciò e già cominciava a pregustare il suo divertimento che non avrebbe tardato ad arrivare.

L’occasione propizia capitò dopo una settimana. Entrò come al suo solito dalla finestra e scorgendo l’uomo sdraiato sul divano a dormire, lo legò senza pensarci due volte con le spesse corde delle tende, imbavagliandoli la bocca.

L’uomo cercò di gridare, nel vano tentativo di avvisare la moglie che ignara di ciò che era appena accaduto continuò a dormire, ma per poco. Fu svegliata dolcemente dai suoi baci e raggiunse in fretta il suo primo orgasmo dopo parecchi anni.

A questo punto il piacere si trasformò in orrore ed il maniaco entrò in azione. Le preghiere della donna di fermarsi per lasciarla riposare servirono a ben poco. Ancora non appagato continuò a starle sopra prolungando i suoi orgasmi, facendola godere ancora ed ancora fino a quando il suo cuore cedette all’improvviso.

Stessa sorte toccò al marito che morì scoprendo che essere sodomizzato non era poi una cattiva cosa.

Lasciò i due cadaveri come se nulla fosse accaduto ed andò a farsi una doccia. Poi, dopo aver compiuto una minuziosa perquisizione in cui trovò dei soldi e qualche gioiello in un cassetto, andò via.

Aveva bisogno di un’ottima cena per riprendersi dalla fatica affrontata, per tornare al suo passatempo preferito. Scopare con la morte.


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