Continuum lavoro-apprendimento










Gli effetti delle nuove tecnologie sul lavoro, che negli anni '80 venivano letti essenzialmente in termini di modificazione di ruoli e professioni, nella fase attuale sembra debbano quindi essere interpretati soprattutto alla luce di queste più complesse esigenze di apprendimento. Non si tratta solo di adeguare i livelli di abilità riguardanti specifici posti di lavoro secondo l'impostazione della matrice job/skill più o meno rivisitata; è necessario che gli individui e i gruppi professionali divengano in misura sempre crescente attori di processi nei quali, a tutti i livelli, sono richieste competenze di apprendimento continuo. Apprendere nelle organizzazioni, nel vivo dei processi produttivi, è l'obiettivo di un nuovo modo di intendere lo sviluppo professionale, strettamente connesso allo sviluppo organizzativo, e dal quale possono derivare importanti conseguenze sulle politiche della formazione.
Nei contesti di informatizzazione e automazione, questa impostazione mette ulteriormente in evidenza la criticità dei modelli di introduzione delle tecnologie che in larga misura hanno caratterizzato il decennio precedente e che sono state essenzialmente finalizzate alla sostituzione del lavoro umano con macchine. In tali modelli le potenzialità delle nuove tecnologie possono essere sfruttate solo parzialmente, in quanto l'obiettivo è solo quello di riprodurre, ampliare e migliorare l'intervento umano sul processo, secondo una logica non dissimile dalle forme di automazione anteriori all'informatica e alla microelettronica.
Tali modelli appaiono attualmente sempre più superati nella gran parte dei settori da nuove soluzioni tecnologiche, destinate a produrre effetti organizzativi molto rilevanti nel giro di pochi anni, basate sul networking tra gli strumenti più elementari (i personal computer). Esse consentono di realizzare forme avanzate di collaborazione a distanza tra le persone: i sistemi di posta elettronica, i data-base ad accessi multipli, i sistemi di groupware e di automazione dei flussi di lavoro non tendono a sostituire il lavoro (se non quello a minore qualificazione) ma si pongono anzi come supporto al lavoro attraverso la creazione di circuiti di informazioni e conoscenze "elettronicamente mediati".
L'uso del potenziale effettivamente "informativo" delle tecnologie può spingere a cambiamenti sostanziali delle organizzazioni e delle loro modalità di funzionamento. Le tecnologie permettono di trasformare simbolicamente avvenimenti, oggetti e processi in modo da renderli visibili, conoscibili e comunicabili in modo nuovo. Nelle forme più avanzate di informatizzazione si creano le condizioni per valorizzare i modelli mentali collettivi orientati alla cooperazione. Le esperienze già realizzate mostrano che questi usi delle tecnologie possono facilitare i rapporti di lavoro basati sulla collaborazione e sulla responsabilizzazione reciproca, il superamento delle demarcazioni funzionali più ristrette, la creazione di nuovi ruoli, I'ulteriore appiattimento delle linee gerarchiche. Lavorare e apprendere possono porsi in questi contesti in un continuum ove le competenze tecniche si integrano in una capacità collettiva di creare significati condivisi e di ridisegnare gli assunti su cui si fondano le routine organizzative. Le tecnologie di tipo networking e data-base ad accessi multipli si pongono in tal modo come ambienti strutturalmente favorevoli rispetto alle esigenze di innescare e mantenere processi di apprendimento continuo.(U.M.).







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