La costruzione di Papera

18 giugno 2004, chiedo di spostare la pausa pranzo in azienda e mi reco da Bellotti con la mia vecchia Alfa pronta a fare il carico di 4 compensati di Okume 2500x1600x3mm e 1 da 2500x1600x10mm.

Pochi giorni dopo, i disegni del fasciame erano riportati al vero sui fogli di compensato. La forma è passata diverse volte tra il cad e modelli in scala 1:10 in cartone e in balsa (questi ultimi, un paio, mi hanno indicato quanto avrei potuto aspettarmi di “stressare” il legno una volta resinato in chiglia). Poi ho stampato i punti più cruciali su fogli A3 (i più grossi che potevo stampare in casa), incollati con puntini di vinavil (grave errore, molti di queste “incrostazioni” non sono più venute via) e raccordati con tratti di matita usando un listello di MDF estremamente flessibile come righello.

Immobilizzati sul tavolo da pranzo, li ho tagliati col seghetto alternativo, sovrapposti e resi perfettamente identici con il pialletto e poi sempre col pialletto ho preparato le Palelle con un rapporto di 10:1 (ergo 30 mm essendo lo spessore di 3 mm).

Per fare le palelle precise, fermarmi al punto giusto e anche salvare il tavolo da pranzo o messo tra il foglio di compensato e il tavolo un foglio di alluminio.

Giuntati i fogli ho resinato successivamente un bordo di Obece (su questa essenza il mondo si spacca, io sono favorevole: è molto tenera e “beve” molta resina irrobustendosi) sul lato superiore delle murate.

Accoppiate le murate con la chiglia rivolta verso l'alto, ho ulteriormente lavorato di pialletto per eliminare pericolosissime differenze e quindi, disposte col bordo verso l'interno, ho proceduto con nastro adesivo da pacchi a giuntare la chiglia.

Sfruttando lo schienale del divano ho rimosso un triangolo dal bordo in prossimità delle prue.

Partendo dai modelli di cui ho parlato prima e dai disegni 3d al cad ho costruito due semplici scali da collocare ad un metro da prua e ad uno da poppa. Questi determinano l'angolo della chiglia che permetterà, una volta resinato, di deformare le murate “ingrassando” le sezioni e avendo, detto in parole semplici, più volume a parità di superficie bagnata.

In questa fase la resina epossidica utilizzata è stata molto superiore alle previsioni (mi pare, solo per l'interno delle chiglie, intorno ai 500gr ciascuna). Prima ho colato resina e polvere di legno filtrata (il nastro adesivo sotto ha permesso di avere una finitura esterna di buon livello che ha richiesto poi poco lavolo) e prima che questa iniziasse a catalizzare (i fatidici 40 minuti) ho messo sopra del nastro di vetro da 100mm ben impregnato.

Una volta perfettamente indurito con delle cime e dei bozzelli ho richiuso i bordi superiori controllando le distanze in vari punti per non avere sorprese al momento della chiusura delle coperte.

Quindi ho potuto tracciare sui bagli (listelli di obece da 5mm resinati nella giusta curvatura con colla Rossa; questi mi sono stati donati dal socio di mio papà che li aveva preparati per una barca che non ha mai costruito).

Una volta resinati i bagli il primo scafo si può togliere dagli scali e procedere col secondo. L'impressione è che si abbia quasi finito ma la strada è ancora lunga!

Il compensato di 3mm è davvero sottile quindi all'interno ho realizzato degli irrgidimenti di polistirene estruso. Normalmente utlizzato come isolante in edilizia costa davvero poco (120x60x2 cm poco più di 3 €) e mi ha permesso inoltre di avere dei comparti stagni e di delimitare il gavone che avrei poi utilizzato per riporvi le cose. Ho steso uno strato di resina sulle superfici che sarebbero venute a contatto con il contenuto dei gavoni in modo da elliminare il problema più grande di questo materiale, la resistenza al carico puntuale.
Questi rinforzi sono stati resinati al fasciame e lungo i bordi la connessione è stata rinforzata con del nastro di vetro.
Lungo il bordo delle murate, in corrispondenza dei punti di attacco dei traversi e del trampolino ho rinforzato il listello di obece con dei pezzi di compensato.
Man-mano che delle zone sono state chiuse ho resinato l'interno del fasciame in modo da impedire all'umidità di venire a contatto con la fibra del legno.

Con l'aiuto di bagli avanzati ho fatto aderire bene le coperte e le ho segnate dal basso, tagliate resinate. Anche in questo caso tutto l'interno è stato impregnato d'epossidica.

Gli Skeg di 2,5mt sono stati ottenuti dal compensato di 10mm. La connessione alla chiglia è stata rinforzata con del nastro di vetro che già rinforzava tutta la chiglia, lo specchio di poppa e i bordi della coperta.
Ho praticato le aperture per i portelli tra i traversi che delimitano il trampolino (notare l'interno più scuro perchè impregnato).

L'esterno è stato impregnato di epossidica, carteggiato e riresinato. Sulle coperte dopo due settimane di mare, in alcuni punti e riaffiorata la fibbra. L'ho fatto notare a Gabriele d'Alì che stava osservando Papera sulla spiaggia di Baratti e m'ha consigliato per l'anno venturo di ricarteggiare tutto, riresinare epossidica e poi darci sopra una vernice Polyestere (non vorrei ricordare male).

Per ciò che riguarda la randa , sebbene ispirata al Tiki 26 di Wharram, ho preferito fare un modello in scala prima di procedere al taglia e cuci.

Purtroppo al momento non ho fatto foto agli altri dettagni quali: piede d'albero (un piede di un windsurf leggermente modificato), l'albero (un tubo di alluminio di 5 metri 80x76 e uno di 3 metri 70x67, nel sormonto di mezzo metro ho resinato quattro strisce di alluminio di circa 15x1,5x550mm rivettate nella parte verso l'alto dell'albero ad un collare 80x76 di 5 cm che funge da fine-corsa), la testa dell'albero (una sorta di accetta alla Wharram), il picco (nei primi giorni vero tallone d'Achille: si è contorto 2 volte in 2 punti ed è stato irrobustito, attualmente è lungo 1,5mt e ha una sella di lamiera d'allumino attaccata a un tubo 22x19 e pare reggere molto bene) mentre una foto dei timoni la si può vedere nella sezione riguardante il progetto.

Per concludere una tabellina dei costi mentre per quel che riguarda i tempi direi che le siamo intorno alle 100 ore di lavoro (3-4 sere a settimana per un mese e mezzo e 4 week-end).