di Maria Iannario
"Aiuto, aiuto! Ci stanno dirottando.
Sono armati di coltelli e stanno sgozzando i membri dell'
equipaggio, ma prima ci hanno immobilizzato con una sostanza
urticante":
L'agghiacciante grido d'aiuto proviene dal
telefonino di una hostess del volo 93 dell'American Airlines.
Riuscita a rifugiarsi per alcuni istanti dalla furia lucida e
spietata dei Kamikaze che hanno preso possesso dell' aereo;
l'assistente di volo riesce per alcuni secondi a contattare chi
sta a terra e a raccontare la tragedia che si sta svolgendo a
bordo".
Poche parole bruscamente interrotte, ma
sufficenti, forse, a fare chiarezza sulla dinamica dei
dirottamenti. Dopo questa e molte altre testimonianze, attualmente
reperite, gli Stati Uniti hanno subito il più grande attacco
terroristico della storia, ha messo a ferro e fuoco il cuore del
paese. Due aerei di linea sono stati dirottati per essere
scagliati contro il World Trade Center di New York, un altro
contro il Pentagono, a Washington. Un quarto aereo è caduto o è
stato abbattuto nelle vicinanze di Pittsburg. Forse ventimila (non
è possibile definire precisamente il numeo dei morti, ancora
sepolti sotto le macerie), le vittime di uno Stato che si è
ritrovato in ginocchio di fronte ad un nemico invisibile. Un
nemico al quale tutto il mondo ha subito dichiarato guerra.
I gregari del terrore, soldati di seconda
linea utilizzati per fornire rifugi, documenti, danaro e armi a
coloro che combattono sul fronte della Guerra Santa contro
l'occidente, sono presenti in tutti i paesi del "primo
mondo", inclusa l'Italia; sono la colonna europea di Al
Quaida, l'organizzazione che fa capo a Osama Bin Laden. L'ultimo
rapporto della Cia, manifesta una profonda difficoltà nella
definizione del numero esatto di europei o americani presenti
nell'organizzazione, è possibile stimare un numero approssimativo
pari a duecento, trecento occidentali, pienamente adestrati e
pronti ad agire quando richiesto. La potenziale ghettizzazione di
tali gregari, come fatto in passato, appare impossibile; sono
nascosti tra noi, come comuni civili. Ad esempio a Milano e Napoli
segnalate in passato le centrali italiane di Bin Laden. Rubate a
Roma in maggio due divise dei piloti della compagnia American
Air-lines, utilizzate dai terroristi. L'arma del-la guerra per
porre onore alla legge del taglione, non rappresenta la soluzione
all'esigenze e alle ri-vendicazioni degli artefici dell'attentato
e pure, un portavoce della Casa Bianca ha riferito che il
Pre-sidente ha espresso massima determinazione a trovare i
responsabili e ha invitato gli americani a tornare alla vita
normale. "Nessuno piegherà lo spirito di questo paese"
ha di-chiarato Bush a bordo dell' aereo. "Trove-remo i
responsabili e pagheranno il prezzo della loro azione.
Non sarà risparmiato alcun mezzo".
Com-prensibili ma terrificanti le parole di vendetta che
fuoriescono dalla voce del Pre-sidente, espressione dello Stato
americano; in disaccordo con i principi della fede cristiana,
fomenta il rancore mentre il Papa esprime il suo profondo
cordoglio per quello che definisce un "indicibile
orrore".
Se la presenza di un'esercito o di una
polizia internazionale, sotto l'egida ONU, appare necessaria,
ponderata e capillare deve essere l'attività svolta da questa.
Donne e bambini, sotto il comando di fascinorosi, non possono
subire le razzie di una vendetta da loro non provocata. Il
Segretario Generale della Nato, Lord Ro-bertson dichiara:
"Questi attacchi barbari sono un'intollerabile aggressione
alla democrazia e sottolineano la necessità per la comunità
internazionale ed i membri di questa alleanza di fare fronte
comune per combattere il flagello del terrorismo". Con la
stessa enfasi vendicativa, il presidente Vladimir Putin in un
telegramma inviato a George W. Bush dichiara: "Comprendiamo
il vostro dolore perchè noi russi siamo già passati attraverso
l'orrore del terrorismo. Tali azioni disumane non devono essere
impunite". Intanto l'allarme terrorismo è scattato in tutti
i paesi, in Italia e in particolare, facendo riferimento alla zona
del Lazio Meridionale, nella zona di Gaeta, la Base Nato, con
centinaia di soldati degli Stati Uniti è stata blindata, sono
state intensificate le zone di vigilanza nell'area portuale e
nelle residenze dei militari presenti in città.Il numero dei
marines americani di guardia all'ingresso della base è aumentato
e una vera e propria barriera protettiva si stringe presso
l'ingresso di Monte Orlando, dove risiede il distaccamento della
Marina americana con tutti i servizi di supporto alla comunità
statunitense. A tutti i militari è stato dato l'ordine di non
allontanarsi dalle caserme di riferimento; permessi e
reperibilità sono stati sospesi, la situazione è nevralgica;
tutti, dal popolo ai vertici, pretendono vendetta, e se questa non
è guerra...