Secondo
i recenti dati Istat, circa 4 milioni di bambini italiani vivono
in casa con fumatori; il 68,2 % è esposto al fumo passivo di una
sola persona, il 28,2 % di due persone e il 3,6 % di tre o più
familiari. Tra i danni che i minori possono riportare: infezioni
neonatali delle vie respiratorie, peggioramento di asma bronchiale
e di otiti acute dell'orecchio medio, aumento dei tumori
infantili, alterazioni dello sviluppo psicofisico (difficoltà
scolastiche).
Per evitare tali problemi è necessario che
la madre fin dalla gravidanza smetta di fumare e che impedisca ad
altri di farlo in sua presenza; nessuno dovrebbe fumare in
presenza di bambini, neanche baby-sitter ed insegnanti, far
attenzione ai luoghi chiusi, esigere che vengano rispettati i
divieti nei luoghi in cui il fumo è proibito per legge.
Le donne non fumatrici, invece, oltre ad
incorrere nei medesimi rischi in cui incorrono gli uomini, vanno
incontro a malattie specifiche; ad esempio: alterazione del ciclo
mestruale, menopausa anticipata, osteoporosi anticipata e più
accentuata, aumento di rischio di tumore al seno e all'utero oltre
che diminuzione della fertilità. In gravidanza e subito dopo il
parto, sussiste il rischio di partorire neonati di peso inferiore,
di incorrere in aborti e parti prematuri, esiste l'aumento della
probabilità di trombosi subito dopo il parto, oltre che
l'alterazione della composizione del latte, con conseguente causa
di disturbi fisici nel neonato.
Questa serie di rischi dovrebbero bastare a
creare una coscienza antifumo, o almeno a percepire la necessità
del rispetto altrui; una sigaretta in meno o fumata lontana da
altri, forse non risolverebbe il rischio delle innumerevoli
malattie presenti, ma potrebbe preservare una vita migliore per
chi non compie la stessa scelta.