a Edicola Ciociara

 
 

al Sito di Cassino 2000

4 novembre 2001 

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I giovani di oggi ed il loro impegno politico: si registra purtroppo totale apatia
di Oriana Ciardo e Giada Giannetti
 
E' un rapporto difficile, quello tra i giovani e la politica. Sono passati i tempi in cui i giovani partivano partigiani, per combattere con tenacia contro il potere centrale, pur di difendere le proprie idee. Oggi il giovane, come direbbe Habermas, grande storico contemporaneo, è "apolitico", nel senso proprio della parola: disinteressato alla politica e non contrario ad essa, in quanto i suoi interessi sono totalmente cambiati. Dati statistici dall'archivio Eurisko confermano questo progressivo distacco nel tempo: 1968 i giovani che praticano la politica sono il 60% del totale. La politica di allora era quella "delle piazze", vissuta con un giornale sotto il braccio e la battuta sempre pronta. 1990: i giovani interessati sono non più del 20%. Ora le priorità sono una forma fisica perfetta, la carriera lavorativa, un buon rapporto con gli amici. Tutti valori emersi con il boom economico della seconda metà del novecento e giunti fino a noi. Ora della politica si parla in maniera distratta e forzata, con opinioni fatte di citazioni strappate da giornali letti di sfuggita, decontestualizzate e fatte proprie solo per dare l'impressione di essere un po' informati. Ma questa realtà ne nasconde una ancora più cruda, fatta di giovani "sbandati", alla ricerca di figure politiche di riferimento a cui aggrapparsi, con dei forti ideali in cui far convergere i loro discorsi e aspettative.