Gregorio Diamare Abate
di Montecassino dal 1909 al 1945 nato a Napoli il 13 aprile del
1865 da Salvatore Diamare e Teresa Albani, genitori di profonda e
sentita cristianità. Da giovane diciottenne, universitario,
preferì seguire la sua vocazione alla vita monastica scegliendo la
via per Montecassino ove le sue doti riconosciute dai monaci, lo
portarono alla guida del Collegio e da lì, la prima esperienza coi
giovani. Pastore di anime perdute, padre di tutti i poveri ed
educatore dei giovani, il 24 luglio del 1909, già priore da un
anno, successe all'Abate Bonifacio Krug ¸iniziò così la salita
verso coloro che hanno saputo e potuto raggiungere quei traguardi
divini, dando amore e bene a tutti, amici ed avversari. Ma un
giorno il male bussò alla porta dell'Abbazia; era la guerra,
quella forma sanguinaria di lotta tra uomini, quella forza buia e
nefasta, divoratrice di anime. Fu proprio dopo la distruzione del
Sacro Cenobio, il 15 febbraio del 1944, che con eroismo e l'aiuto
di Dio, uscendo dalle macerie del sacro monumentale con una grande
croce in mano, portò in salvo centinaia di rifugiati, da
premettere che nessun soldato nemico era di stanza al monastero.
Sostenitore e divulgatore del "Seminario Cassinense", istitutore
di un "Oratorio Cattolico" per l'educazione dei giovani. Salvò
l'immenso tesoro dell'Abbazia di Montecassino, prima del
bombardamento. Durante l'ultima guerra mondiale il Monastero era
diventato un ospedale per i rifugiati ammalati e l'Abate Diamare
era il loro curatore. Fu anche l'ideatore della "Mensa dei poveri"
da lui chiamata "La Piattella". In occasione di un'intervista del
giornalista Michele Giordano, il compianto Comm. Pietro
Cornacchia, allora Deputato "dell'Alto Parlamento Mondiale per la
Pace", così testimoniò: "Avevo 17 anni e frequentavo assiduamente
l'Oratorio istituito dal Vescovo Abate di Montecassino Don
Gregorio Diamare e debbo affermare che fu un vero padre per me e
per tutti i giovani che frequentavano l'Oratorio. Personalmente ho
avuto una medaglia d'oro dalle sue mani, per essermi distinto
nella dottrina e nel catechismo. Ma quello che più mi ha colpito
dell'Abate Diamare è stata l'istituzione della "Mensa dei poveri"
ove tutti potevano avere un piatto caldo ogni giorno. Mi ha fatto
impressione, continua il Cornacchia, un ottantenne di Caira, una
frazione di Cassino, che quotidianamente saliva sul Monte per
prendere quel piatto. E badi bene che faceva ogni giorno 20
chilometri a piedi, senza mai stancarsi. Forse la forza per quel
lungo tragitto gliela infondeva il Santo Diamare che appunto fu
chiamato "Il Consolatore e Benefattore dei Poveri e degli
Infelici".
Non potrò mai dimenticare l'alta personalità, la
bontà, l'umiltà, l'affabilità e il trasporto verso i giovani,
tanto da essere stato un vero Apostolo, educatore e padre dei
giovani". Il compianto storico e scrittore prof. Torquato
Vizzaccaro, educato nel Ricreatorio Cattolico, storico per
eccellenza e ricercatore di notizie storiche, definì l'Abate
Diamare: "Abate Luminoso". Un'altra testimonianza al comitato
cittadino è del compianto preside del Liceo Classico di Cassino
dr. Angelo Gaetani. Egli ha scritto un libro di circa 50 pagine
per tracciare l'operato dell'Abate. E tante, tante altre
testimonianze che non sto qui ad elencare. L'Abate Gregorio
Diamare fu per lunghi anni il centro, il motore e l'anima di
istituzioni meravigliose. Altre attività da lui svolte, durante e
dopo la guerra, in favore dei soldati combattenti e prigionieri,
le loro famiglie, i loro orfani, furono attraverso"L'Ufficio
spedizione pacchi ai prigionieri", che ha spedito fino a trecento
pacchi la settimana, e il "Comitato Assistenza Civile e Religiosa
Orfani di Guerra". E tante altre prove di alto coraggio e umanità,
che quest'uomo ha fatto di se una virtù indescrivibile dove l'odio
è annientato da un incorruttibile amore per il prossimo. La Città
di Cassino ha dedicato al Santo Istitutore di bene e amore, una
piazza, una scuola, ed una lapide con un medaglione, situata sulla
facciata della chiesa di Sant'Antonio in Cassino. Il paese può
dedicargli tutto se stesso, ma non può onorarlo della più grande
volontà di Dio che solo Lui, attraverso le menti sempre vigenti
dei suoi più vicini fedeli e conoscitori teologici, può donare. A
tutti coloro, quindi, che ama-no pensare alle giuste cause, che
credono in Dio, si chiede la massima collaborazione per rendere
merito ad un uomo che durante la guerra mondiale ultima dedicò la
propria vita ai nostri padri, per i nostri padri e per noi tutti.
Ma non dobbiamo combattere per ottenere medaglie o chissà
cos'altro, bensì pregare per il risveglio nei ricordi delle sue
bontà, per l'amore che lui ci ha donato, per la giustizia che Dio
gli ha dato e che l'uomo aspetta con ansia su questa terra che
evince con gloria e amore la santità di un uomo onesto intento nel
salvare un mondo perso, un uomo che si è spento per contrastare
l'ingordigia bellica dell'essere umano. Cassino tutta aspetta
fiduciosa. Si sta adoperando un comitato cittadino coordinato dal
presidente Michele Giordano per la Beatificazione del Vescovo
Abate Gregorio Diamare. |