a Edicola Ciociara

 

al Sito di Cassino 2000

Numero 6 - gennaio 2002 

alla Copertina

 

all'indice della settimana

 

 
Le opinioni degli esponenti locali del popolo di sinistra sulla dirompente querelle in corso che lacera
l'opposizione
Lo schiaffo di un elettore    
Le lettere integrali del regista Nanni Moretti e del segretario diessino Piero Fassino
di Marcello Caliman
 
Alla fine si sono incontrati. A fine settimana il faccia a faccia al Botteghino fra Piero Fassino e Nanni Moretti. Ora in programma il 22 febbraio l'incontro fra il segretario dei DS e gli intellettuali italiani. Nanni Moretti sarà presente ed ha gradito la decisione del Leader della Quercia di non fare discorsi, limitandosi a porre delle questioni.
Il popolo della Sinistra è tutto con Nanni Moretti. Quando ha preso la parola in Piazza Navona erano in cinquemila, ma se avessero saputo gli elettori che sarebbe intervenuto durante la serata sicuramente si sarebbero registrate presenze da stadio.
Nanni Moretti ha ridato orgoglio al popolo dell'Ulivo, ancora tramortito dalla sconfitta elettorale e disorientato dai toni soft dei leader nazionali, ben lontani da quelli che vorrebbero i loro elettori.
Nanni Moretti è un grande artista e sia Rutelli che D'Alema hanno tentato invano di ridimensionare il suo ruolo critico a quello delle esternazioni di un artista. Lui è molto di più, è un intellettuale che tramite la cinematografia sa parlare ai cuori e alle menti della gente. In Francia l'adorano, nel mondo lo rispettano, in Italia debbono capire che non si può sottovalutare la sua persona in quanto sa leggere e rappresentare magnificamente il pensiero, le tensioni morali, le ideologie di coloro che da Sinistra sognano un'Italia più giusta e più governata nella solidarietà e nel rispetto dei valori.
Nanni Moretti ora è il presente dinanzi a leader che sono superati dagli eventi e che potrebbero tranquillamente pensionarsi. Paolo Villaggio ha provato a demolire le sue parole, ma lui era pa-tetico mentre parlava e non Moretti che ha rispecchiato il pensiero della massa.
Nanni Moretti sa che la sua libertà di pensiero lo porta a rischiare molto, certamente non sarà più gradito sui mezzi di informazione televisiva, ma è troppo libero, troppo intelligente per non parlare.
Nanni Moretti non mollare: la libertà nasce dal dissenso, questa volta degli apparati di partito.

 

la lettera di Nanni Moretti*

Io sono un moderato. Infatti voto Democratici di sinistra; ma essere moderati non significa essere passivi, rassegnati, abituati alle peggiori anomalie e anormalità italiane.
Del mio intervento di sabato scorso, qualcuno ha detto: non era quello il modo, non era quello il luogo. Rispondo: ma se non ora, quando? Cos'altro dobbiamo aspettare?
Non mitizzo quella che viene chiamata "società civile". Penso che la politica debba essere fatta dai politici di professione, che sappiano però ascoltare il loro elettorato. Noi, siamo imbarazzati, siamo a disagio di fronte all'inadeguatezza dei dirigenti dell'Ulivo. L'espressione è un po' brutale, ma noi elettori siamo i datori di lavoro di quei parlamentari; se prima non sono stati capaci di intuire il nostro disagio, oggi devono saper ascoltare quando cominciamo a parlare. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato processato e lo è tuttora per accuse gravissime. All'estero basterebbe un centesimo dei punti interrogativi che gravano sulla sua carriera di imprenditore per fargli smettere di fare politica. La situazione italiana è pazzesca, anormale, e però è irreversibile: a Berlusconi è stato permesso, unico caso nel mondo democratico, di avere tre reti televisive nazionali; è stato permesso, contro una legge esistente, di essere eletto, poi di diventare Presidente del Consiglio (e tra alcuni anni, chissà, anche presidente della Repubblica). Sì, c'è una legge che vieta l' eleggibilità di chi abbia concessioni pubbliche, e giustamente Sylos Labini ce lo ricorda da tanti anni. Ma ormai c'è una situazione di fatto: ci sono state elezioni legittime che hanno visto vincere una persona che illegittimamente siede in Parlamento. Oggi bisogna
fare i conti con questa situazione assurda in una democrazia.

C'è uno speciale - e nuovo, rispetto alla vecchia Democrazia Cristiana - rapporto tra Berlusconi e il suo elettorato. Un rapporto di identificazione da parte di persone che nulla hanno a che vedere con lui. Il suo elettorato crede che i comunisti abbiano governato per cinquant'anni perché lo dice Berlusconi, crede che la maggioranza dei giornali e delle televisioni siano in mano alla sinistra, crede che Berlusconi sia perseguitato dalla magistratura, crede che il capo di un'azienda possa far bene il capo dell'"azienda Italia" (anche se la crescita e l'affermazione delle sue aziende è viziata, secondo molte inchieste, da innumerevoli e varie irregolarità - ma questa non è materia politica). Qualsiasi cosa Berlusconi dica o faccia che metta in dubbio la sua onestà o capacità, non gli provoca la perdita di un solo voto. Berlusconi fa il pieno del suo elettorato potenziale (riuscendo a trascinare anche i seguaci di Alleanza nazionale, che con il partito-azienda di Berlusconi non c'entrano proprio niente). Nel centrosinistra c'è bisogno di qualcuno che con la sua autorevolezza riesca a fare il pieno dell'elettorato potenziale del proprio schieramento, che sappia parlare alI'anima, alla testa, al cuore degli elettori. Ci sono tante persone che sembra non aspettino altro che un segnale di tranquilla fermezza, di serena decisione. Devono ricominciare a sentirsi rappresentate, mentre l'impressione è che i dirigenti dell' Ulivo siano in attesa degli errori di Berlusconi, senza che a loro tocchi fare nulla. Paradossalmente, dopo la vittoria di Prodi e dell'Ulivo nel '96, è stato proprio il centrosinistra a riqualificare politicamente Berlusconi, che veniva in quegli anni considerato come perdente dal suo stesso schieramento, che infatti si era già messo alla ricerca di un nuovo leader. Dopo il '96, alcuni dirigenti del centrosinistra hanno cercato addirittura di riscrivere la Costituzione assieme a lui, regalandogli la patente di "statista". Ora a me sembra che Berlusconi sia proprio il contrario dell'uomo di Stato: la democrazia è qualcosa che gli è estranea, che non riesce bene a comprendere, e comunque gli fa perdere tempo. Sta facendo delle leggi a suo uso e consumo e, a questo proposito è sconcertante come dai partiti suoi alleati non giungano voci di dissenso. Altri errori sono stati fatti in quegli anni, dal centrosinistra: mancata legge antitrust, mancata legge sul conflitto d'interessi. Credo, e la cosa è ancora più grave, più per sciatteria che per calcolo. Ma il governo Prodi aveva un'autorevolezza e una credibilità inimmaginabili per un governo italiano. Il declino dell'Ulivo è cominciato dalla caduta del suo governo, voluta in Parlamento da Rifondazione comunista (-autunno '98). In quei mesi si poteva (e si doveva) andare alle elezioni politiche anticipate.

L'Ulivo non ha avuto quel semplice coraggio. Anzi, un dirigente della sinistra ha dichiarato pubblicamente: "Non possiamo andare alle elezioni, perché altrimenti segneremmo il paese alla destra ". Che concezione della democrazia può avere una persona che dice una cosa del genere? Non andando alle elezioni, l'Ulivo ha permesso a Berlusconi di battere e ribattere per anni sullo stesso tasto: il governo D'Alema non è legittimo. Un governo è legittimato dai voti che trova in Parlamento, però è vero che dalle elezioni del '94 è come se sulla scheda noi elettori indicassimo il nome del candidato premier. Era insomma un governo più che legittimo in Parlamento ma, è vero, il premier D'Alema non era legittimato dal voto popolare. Ed è necessario ricordare che l'elettorato cattolico dell'Ulivo ha vissuto come un tradimento, dopo la caduta di Prodi, la nascita del governo D'Alema. Nelle elezioni del maggio scorso, Rifondazione comunista sembrava indifferente al risultato finale delle votazioni, che vincesse Rutelli o Berlusconi. Temo fosse un sentimento comune al partito e ai suoi elettori, tutti più che altro interessati al raggiungimento del quattro per cento che gli avrebbe garantito una rappresentanza in Parlamento. Ma i politici dell'Ulivo dovevano ugualmente tentare, avevano il dovere di cercare di coinvolgere quel partito e la lista Di Pietro in uno schieramento più ampio. Mentre invece apparivano rassegnati a gestire una sconfitta che loro stessi avevano annunciato da mesi. In quella campagna elettorale, a poche settimane dalle votazioni, lo "statista Berlusconi" aveva dichiarato che l'Ulivo aveva vinto nel '96 grazie ai brogli elettorali (e in quell' occasione forse sarebbe stata opportuna una parolina del Presidente della Repubblica, non genèricamente rivolta a svelenire gli animi, ma particolarmente rivolta a un uomo politico che minava le basi della democrazia). Mi è stato detto: "Non era quello il luogo, non era quello il modo". Ma anche nel mio lavoro non ho mai avuto paura che le mie critiche alla sinistra potessero essere usate o strumentalizzate dalla destra. Non sono mai stato d'accordo con la pratica stalinista della doppia verità, che dice: "Le critiche ce le dobbiamo fare in privato, in pubblico invece dobbiamo apparire monolitici, tutti d'accordo". No, secondo me i "panni sporchi" vanno lavati in pubblico. E, a giudicare da alcune reazioni, mi sembra che il mio sfogo non sia stato inutile. I dirigenti del centrosinistra hanno preso tanti (troppi) schiaffi dagli avversari, forse sarà salutare lo schiaffo di un elettore.

*testo integrale della lettera a firma del regista pubblicata sul quotidiano La Repubblica il 5 febbraio 2002

 


Le Opinioni:

Michele Giannì
Conduttore di Bianco e Nero
in onda su Gari TV


"Nanni Moretti ha esternato lo stato d'animo attuale del popolo dell'Ulivo. La forma usata, che è stata criticata da molti, io ritengo che era necessaria, altrimenti non se ne sarebbe parlato. C'è da dire che purtroppo dal 13 maggio ad oggi la dirigenza nazionale e locale del Centrosinistra ha fatto finta che la sconfitta non c'è stata. Lo dimostra il fatto che è mancata ogni autocritica e che nessuno ha voluto fare un'analisi del voto. Sbagliano i dirigenti del Centrosinistra che liquidano il caso Moretti criticando l'intervento del regista. Là dove c'è una voce del dissenso non va repressa ma ascoltata per capirne le cause". E' questo quanto ha affermato Michele Giannì, noto giornalista cassinate. Ricordiamo che Giannì in passato è stato uno dei fondatori del Movimento per l'Ulivo a Cassino e ne è stato anche segretario. E' un attento conoscitore delle vicende che caratterizzano il Centrosinistra.

Sandro Bartolomeo
già Sindaco di Formia
esponente dei DS


"Le accuse fatte da Moretti credo che esprimano un sentimento diffuso di critica verso il gruppo dirigente del Centrosinistra. Non penso che lui abbia voluto colpire in particolar modo Fassino, Rutelli o D'Alema ma ha voluto portare all'attenzione di tutti quello che sta attualmente accadendo. E' stata una critica generale rivolta essenzialmente all'ultimo periodo caratterizzato da logorazioni
interne, più che da proposte risolutive. E' stato un discorso quello di Moretti apparso agli occhi di tutti molto forte ma in ogni modo ha solamente espresso a modo suo delle critiche su difetti che militano all'interno del Centrosinistra. Non dobbiamo farne un problema troppo grosso, all'interno del partito ci sono delle capacità di critica e autocritica spiccate, che a volte possono esprimersi in forme paradossali. Nanni Moretti è un regista, non un politico, ha detto quello che pensava, senza tergiversare con parole inutili. E' vero, purtroppo al vertice ci sono dei problemi, l'elettorato deve essere ascoltato. Propositiva la disponibilità di Fassino per un confronto dialogico con il popolo di Centrosinistra. In quest'ultimo periodo abbiamo assistito ad uno spettacolo che non si può definire dei migliori, per uscire fuori da questo impasse bisogna lavorare unitamente, così come ha detto Amato; l'Ulivo deve essere assolutamente un soggetto politico reale".


Felice Adinolfi
Segretario Comunale
dei DS di Cassino


"Sostanzialmente posso affermare che il discorso di Nanni Moretti, al quale tra l'altro ero presente, è stato estremo e un po' semplicistico, ha comunque avuto lo scopo di scuotere i dirigenti del Centrosinistra. A questo poi, si è aggiunto il consenso ottenuto dai presenti nella piazza, che hanno applaudito lungamente il suo intervento. Le accuse che Moretti ha rivolto alle sfere alte del Partito, dovevano in qualche modo suscitare delle polemiche, altrimenti il suo discorso non avrebbe avuto senso. Ho apprezzato in particolar modo quello che ha detto sulla questione della Giustizia e sulla revisione dell'articolo 18, argomenti di importante rilevanza e che necessitano una risoluzione immediata. Positivo secondo il mio parere la risposta di Fassino, in quanto si è detto pronto al dialogo e al confronto. Come lui stesso ha affermato, la nuova politica del Centrosinistra si propone di dialogare con tutti".

Maurizio Faticoni
Consigliere Comunale DS di Minturno
aderente al Nuovo PSI


"Penso che la Sinistra oggi debba ritrovare una propria identità, deve ritrovare quello spirito combattivo e deve assolutamente ritrovare quell'unità di intenti e di battaglia, perché così come si presenta attualmente non andrà da nessuna parte. L'Ulivo non è completo perché all'interno di esso ci sono partiti che a tutti i costi vogliono primeggiare. Nanni Moretti ha centrato in pieno il
problema, gli attuali dirigenti devono fare un passo indietro, la devono smettere di preoccuparsi solo di occupare posti di grande prestigio, e riflettere su quanto è accaduto, iniziando così a fare della vera politica".

Andrea Paparello
Segretario Unione Comunale
Democratici di Sinistra di Minturno


"La dichiarazione di Moretti in effetti è giunta in un momento opportuno così come ha detto Fassino; ha smosso qualche ingranaggio che non andava in questa opposizione un po' timida. Tutti notiamo che c'è molto malcontento nelle file dell'Ulivo e dei Ds. Questo malcontento non va assolutamente sottovalutato, va preso in considerazione e serve per far discutere. Sono perfettamente d'accordo con le parole pronunciate dal regista Moretti e approvo la lettera che Piero Fassino ha pubblicato su 'L'Unità'. Dobbiamo creare un'opposizione più forte, vogliamo senza dubbio assorbire il lutto della sconfitta e discutere. Nello spirito della discussione però dobbiamo imparare ad ascoltare, se vogliamo avere un consenso elettorale più cospicuo, dobbiamo interpretare quello che gli elettori ci chiedono. In questo modo si potrà facilmente arrivare ad una soluzione. Non a caso Fassino ha invitato Moretti e tutti gli altri a riflettere ed uscire allo scoperto".

Giuseppe Golini Petrarcone
già Sindaco di Cassino
esponente dei DS


"Condivido in larga parte le accuse e le motivazioni di Nanni Moretti. Il suo intervento così duro e diretto nei confronti dei dirigenti del Centrosinistra, forse poteva essere espletato in maniera diversa, in un'altra sede, forse in un'altra occasione. Una lettera aperta a mio parere sarebbe stata più indicata; ma se questo è servito a sollevare il polverone, che ben venga questo intervento. Credo che all'interno dell'Ulivo e dell'intero Centrosinistra debba iniziare un momento di grande riflessione, con l'intento di gettare le basi per una concreta politica d'opposizione a questo governo e con la prospettiva di vittoria alle prossime elezioni politiche. Il Segretario dei DS Fassino è stato l'unico a mio parere che ha avuto un comportamento più adeguato nel calmare gli animi di Moretti e di quanti lo hanno applaudito in piazza sabato scorso. Si è tranquillamente aperto al dialogo, ed è stato quello che maggiormente si è reso conto della situazione. Le sue parole sono state propositive e ben auguranti".

Tommaso Marrocco
capogruppo dei DS
di Cassino


"Lo show di Nanni Moretti alla manifestazione per la giustizia non è stato un fulmine a ciel sereno come molti dirigenti del centrosinistra si ostinano ad affermare. Per molti militanti della sinistra, invece, è stato uno sfogo condivisibile. Moretti ha invitato i dirigenti del centrosinistra ad andare a casa ed a lui si uniscono tutti coloro che fanno un'analisi realistica dello stato in cui versa l'intera opposizione. Questo è un momento cruciale per il futuro della sinistra e se non cambia qualcosa non abbiamo alcuna speranza di poter tornare a governare il nostro Paese. Occorre cambiare, intanto, i leader che hanno governato per cinque anni e che hanno perso le elezioni, perché la cosa principale da perseguire è l'unità di tutta la sinistra con Rifondazione ed Italia dei Valori. In passato questo non è avvenuto perché abbiamo abbandonato la battaglia sul conflitto d'interessi, sulla legalità, la trasparenza, la pulizia, la questione sociale. Oggi viviamo il disagio di avere davanti un futuro incerto e senza punti di riferimento. Anche l'ultimo congresso dei DS ritengo sia stato un mezzo fallimento, alla fine si è ridotto ad essere un congresso per eleggere un segretario. Bisogna unificare tutte le forze di sinistra, le associazioni, i movimenti e tutti coloro che percepiscono il momento particolare e vogliono collaborare e partecipare ad affrontarlo. Ritorniamo ad essere punto di riferimento e speranza dei ceti più disagiati, del Mezzogiorno, dei cittadini onesti".

Andrea Vizzaccaro
esponente dei DS
di Cassino

"Penso che abbia detto cose condivisibili, anche se non approvo il modo in cui sono state dette.
E' facile stare addosso ad una classe dirigente ed a una coalizione che sono in grosse difficoltà. Sarebbe auspicabile però, che persone come Nanni Moretti, che da sempre si riconoscono nei valori e negli ideali della Sinistra diano un contributo per uscire al più presto da questa difficile situazione".

 

stampa l'articolo