La prima testimonianza pubblica di un contatto Rossi – Duse è una lettera del capocomico datata 11 dicembre 1879:
      

          Pregiat.ma Signorina Cecilia Duse [ proprio così ! ]

Sarei felicissimo di poter combinare con Lei un contratto, e se la mia proposta come non dubito sarà da Lei accettata, la prego appena letta questa mia telegrafarmi se accetta o no. Sabato sera mi scade un compromesso con altra attrice, ma siccome ho di Lei tante buone informazioni, e specialmente dalla Signora Giacinta Pezzana, così sarei lieto darle la preferenza. Il posto di 2^ Donna nella mia Cornpagnia è di grande entità, naturalmente però non posso metterle in scrittura la parola di 2^ donna d'importanza, so che poi non vuol dir nulla, perché Ella sa meglio di me che tutte le parti sono d'importanza. Si affidi alla mia onestà e per essere più sincero, all'interesse che avrò di farle fare una eccellente figura e far conoscere al pubblico la di lei abilità. Le tomo a ripetere che difficilmente trovasi un'altra Compagnia dove questo posto sia tanto importante. A questo aggiunga quelle parti di 1^ attrice che non farà la Sig.ra Pezzana e se Ella riflette un momento comprenderà l'entità del ruolo che viene a sostenere. L'attrice che ho scritturato come 1^ attrice giovane e l' amorosa, non ha diritto che a fare le prime attrici giovani che non farà la Sig.ra Pezzana, ma non ha posti da 1^ donna, per cui anche da questo lato dovrebbe essere tranquilla. In quanto al suo Signor Padre veramente non avrei bisogno perché la Comp. è completa e bisognerà che accetti il posto di generico senza eccezione. Al riguardo che reciterà poche sere eccole la mia proposta. Paga annua dì Lire settemila e due serate. Il contratto se crederà firmarlo per tre anni bene, in caso diverso lo faremo per un anno. La prego appena letta questa mia telegrafarmi se accetta o no perché in caso contrario Sabato io possa passare ad altro contratto. Mi permetta da ultimo darle un consiglio e la mia età me ne dà il diritto, non rovini la sua carriera con l'accettare un contratto forse in apparenza migliore di quello che le offro io, specialmente in questi anni così critici per l'Arte, perché in questa si fa presto a salire, ma si fa anche più presto a discendere, cosa che non le auguro di certo. In attesa di una sua risposta, mi saluti la Sig.ra Giacinta e mi abbia per Suo Devot.mo Cesare Rossi»