Sem Benelli

(1877 – 1949)

Proviene da una famiglia di artigiani di Prato, rimane orfano giovane, studia da autodidatta, entra nella redazione di un giornale ed poi si dedicarsi anima e corpo alla letteratura e al teatro.

 

 

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"Il mantellaccio"

Non disdegna però l'attività politica e nel 1921 diventa deputato, ma a seguito del delitto Matteotti rompe con Mussolini: per questo da allora è tenuto ai margini della cultura ufficiale. Allo scoppio della seconda guerra mondiale lascia l'Italia per la Svizzera, rientra soltanto dopo la Liberazione.

Poeta e commediografo pratese, autore di una trentina di opere teatrali nell’arco di quasi mezzo secolo,

La sua produzione varia dai drammi giovanili di carattere sociale (Lassalle, La terra) a commedie di ambiente “borghese” (Tignola), passando per un periodo "crepuscolare" (La vita gaia) fino ai “poemi tragici” (La maschera di Bruto, Il Mantellaccio).

Recentemente è stato rivalutato dalla critica per la modernità con cui ritrae l'ambiente piccolo borghese piuttosto che per i drammoni storici che ne hanno decretato il successo presso il grosso pubblico suo contemporaneo.

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La sua opera più famosa è La cena delle beffe, del 1909, ambientata nella Firenze medicea e imperniata sull’atroce vendetta di Giannetto nei confronti di Neri Chiaramantesi. La cena ha riscosso un eccezionale successo in Italia e fuori dai confini: anche Sarah Bernhardt la inserisce nel suo repertorio (recita anche la parte di Giannetto "en travesti"). Alla Scala di Milano nel 1924 la prima della trasposizione musicale dell'opera di Umberto Giordano, con Arturo Toscanini su podio. Anche il cinema se appropria, è del 1941 la trasposizione cinematografica con Amedeo Nazzari, Clara Calamai, Osvaldo Valente e Luisa Ferida. Qui si trova la prima scena di nudo del cinema italiano: il seno scoperto della Calamai !

Luigi Capuana

(1839 - 1915)

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E' conosciuto soprattutto per la produzione poetica e in prosa, ma si interessa anche diffusamente di teatro: come critico sulle pagine del giornale fiorentino "La Nazione"; come giornalista a Milano presso il "Corriere della Sera" e a Roma dove è direttore de "Il Fanfulla della domenica"; come autore di un'opera di critica e storia teatrale Il teatro italiano contemporaneo (1872); ed infine come autore di adattamenti teatrali e di commedie in dialetto (Malia, Lu cavalieri Pidagna, Lu paranifu).

Ercole Luigi Morselli (1882-1921)

Artista bohémien pesarese, che conduce un'esistenza errabonda, libera ed avventurosa, fatta di traversate in veliero, viaggi in Sudamerica. E' giornalista, scrittore, autore teatrale ed anche comparsa cinematografica.

I soggetti dei suoi lavori sono i miti classici, trattati in chiave moderna ed antieroica: ecco Orione, un semidio carnale ed avido che si impossessa di tutto quello che gli capita a tiro, oppure Galuco (suo maggior lavoro) dove il pescatore divenuto dio marino si accorge troppo tardi che la felicità non è gloria e potere.

Salvatore Di Giacomo    (1860 -1934) 

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Nasce, vive e muore a Napoli. E' un medico mancato che abbandona Ippocrate per dedicarsi alla letteratura e al giornalismo, nonchè Accademico d'Italia.Le sue opere si occupano per lo più di tematiche veriste, di cronaca napoletana, sono ambientate in ospizi e prigioni, protagonista è la plebe dei sobborghi (A San Francisco, 'O funnesco verde, Zi' Munacella, 'O Munasterio).

Di Giacomo non disdegna però sconfinamenti nel fiabesco (Donn'Amalia, 'A Speranzella, Marzo), nella prosa (Minuetto settecentesco, Pipa e boccale, Novelle napolitane, L'ignoto), come pure excursus sulle antichità napoletane: Storia della costituzione in Napoli (1889) e Luci e ombre napoletane (1914); a lui si devono i testi delle canzoni A Marechiare e Spingole frangese.

Partecipa a schermaglie letterarie (clamorosa quella sul teatro di Edoardo Scarpetta), scrive volumi di storia del teatro (Storia del Teatro San Carlino) e un certo numero di drammi di successo: Malavita, 'O voto, 'O mese mariano e la famosa Assunta Spina, un passionale drammone di gelosia e morte che per cinquant'anni ha spopolato nei teatri italiani e nel 1949 ha avuto come interprete cinematografica Anna Magnani.

Achille Torelli  (1844-1922) 

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Tipico esponente della prima generazione post-risorgimentale, tralascia i grandi temi politici per analizzare situazioni legate alla realtà contemporanea, riscuotendo notevole successo di pubblico.

Scrive commedie in lingua e in vernacolo napoletano, il testo più felice della sua produzione è: I mariti (1867), una riuscita commedia d'ambiente che dà origine a un vero e proprio genere teatrale. Altri lavori presenti nei repertori delle maggiori compagnie italiane sono: Triste realtà, L'israelita, Scrollina, La moglie, Scheggie.

Eleonora Duse in "Scrollina" (1885)

Pietro Cossa

(1830 – 1881) 

 

Ermete Zacconi 

in "Nerone" 

(caricatura di Onorato)

Scrittore romano di fede "borghese", liberale ed anticlericale, scrive per lo più drammi in versi i cui protagonisti sono personaggi storici, attraverso i quali esprime i suoi ideali risorgimentali

Utilizza uno stile dimesso e privo di enfasi, vicino alla tecnica verista ed agli autori francesi del tempo (Eugène Scribe, Alexandre Dumas).

Il suo lavoro più conosciuto è Nerone (1872), dove tratteggia la figura dell’imperatore con una certa simpatia, rappresentandolo più come un istrione, piuttosto che come un imperatore romano.

Altri lavori:  Messalina; Plauto e il suo secolo, Giuliano l’Apostata, Cola da Rienzo, I Borgia, Cecilia, Napoletani del 1970, infine Puskin, il solo dramma che Cossa compone in prosa. 

Felice Cavallotti (1842 –1898)

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Poeta "anticesareo", giornalista, storico, drammaturgo, uomo politico. Partecipa nel 1860 alla seconda spedizione garibaldina in Sicilia, nel 1866 combatte con Garibaldi nel Trentino,  deputato radicale nel 1873 (viene rieletto per dieci legislature consecutive, sempre all’estrema sinistra).

E' un aspro avversario della vita politica di Depretis e di Crispi, si scaglia contro ogni forma di ingiustizia  con discorsi in Parlamento e con articoli e libelli vari, che gli procurano, oltre all’appellativo di "bardo della democrazia", frequenti processi e duelli. 

E infatti nel 1898 muore ucciso in duello da Ferruccio Macola, giornalista e deputato della Destra padovano, nonchè direttore del "Secolo XIX" e fondatore de "La Gazzetta di Venezia".

Il duello Cavallotti - Macola

Paolo Ferrari

(1822-1889), 

Autore modenese di gran successo, si cimenta in vari generi, dall’argomento storico alle vicende popolari, senza disdegnare i drammi “a tesi”.

E' portavoce della società borghese e della sua morale, che rappresenta con originalità nei minimi aspetti.

La sua opera più nota è Goldoni e le sue sedici commedie, ispirata alle “Memoire”, quella che ha avuto più successo è invece La satira e il Parini, dove pone a confornto Giuseppe Parini e la società che il poeta ha coperto di ridicolo nel “Giorno".

Più modesti, anche se seguitissimi dagli spettatori, sono La Medicina d’una ragazza ammalata, tratta dalla “Finta ammalata” del Goldoni, e La bottega del cappellaio

Nei  cosiddetti drammi “a tesi”, Ferrari analizza una questione di attualità, esprimendo poi tra le righe il proprio pensiero: ne Il Duello, ad esempio, sostiene quanto tale pratica sia ormai insensata e rozza, riconoscendo però come il duello venga accettato dalla società, dal momento non è ancora stato trovato  un opportuno rimedio... o meglio un'alternativa... 

Giovanni Verga (1840-1922),

Oltre alla ben più nota produzione letteraria, Verga scrive anche per le scene, proponendo  per lo più delle riduzioni teatrali delle sue stesse novelle, in un'ambientazione. siciliana. Tra le più rappresentate e celebri Cavalleria rusticana, La lupa, Dal tuo al mio. I drammi verghiani sono considerati i prototipi del teatro verista, immersi nello "sgomento religioso e primordiale", dove l'istinto umano dei personaggi travolge e genera gli eventi........

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Gerolamo Rovetta

(1851 – 1910)

Romanziere e commediografo lombardo, di qualità "altalenante" o – detto in maniera più dotta – "non sempre stilisticamente corretto". Per le sue opere prende spunto dalla società milanese postrisorgimentale, che oramai si dedica all'industria e al commercio dopo aver esauriti gli ideali di un tempo.

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Nella Trilogia di Dorina, la protagonista è disprezzato fino a che rimane povera e piena di virtù ed al contrario è riverita da tutti allorquando si "adegua" diventanto una discutibile cantante, nei Disonesti  invece un corretto impiegato diventa ricco sfruttando l'infedeltà della moglie.. . La sua opera più applaudita è Romanticismo,dramma storico in cui fa rivivere gli ideali del Risorgimento ... morto.

Gerolamo Rovetta e Marco Praga

Marco Praga

(1862 – 1929)

Il padre è Emilio Praga, uno dei poeti della Scapigliatura lombarda, Marco invece si colloca esattamente al polo opposto, legato come è alla società borghese del tempo ed ai suoi ideali morali.

Emilio Praga e la mamma sua

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E' critico teatrale ed autore drammatico. I temi dominanti dei suoi lavori – sempre venati di pessimismo - sono l'adulterio e l'onore, dove la passione equivale a peccato, ed in quanto tale è condannata dalla società.

Tra le opere teatrali certamente spiccano La moglie ideale e La porta chiusa – entrambe nel repertorio delle maggiori interpreti del periodo, non ultima Eleonora Duse - poi La crisi, Mater dolorosa, L'amico, Ondina.

Lavora nella Società Italiana Autori ed Editori, e come direttore-capocomico: dal 1912-15 conduce la Compagnia stabile del Teatro Manzoni di MIlano.

Eleonora Duse ne "La moglie ideale"

La "divina" lo tiene sulla corda più di una volta: è  Marco l'agente letterario che cura i rapporti fra Hugo von Hofmannsthal e la Duse nel tira e molla della mai realizzata realizzazione dell'Elektra (1904), ed lo stesso Marco che sconsiglia caldamente l'amico Rosadi di inserire l'attrice nella Commissione per la sovvenzione del teatro: l'idea dell'amico «...di mettere la Duse  nella Commissione Permanente non potrebbe essere più bislacca e più assurda. C'è da giurare che la Duse non interverrebbe mai a nessuna delle sedute ...» anzi potrebbe al peggio mettersi ad esporre «... idee forse paradisiache, ma agli antipodi di tutto ciò che  è pratica e realtà...»

Camillo Antona Traversi  (1857 – 1934)

Da Milano si sposta in Francia, dove diventa segretario di  Gabrielle-Charlotte Réjaine e del suo teatro (nell'incarico subentra a Dario Niccodemi). Scrive numerose opera teatrali legandosi alla corrente naturalista: Danza macabra, Parassiti, Strozzini. L'opera riconosciuta come la migliore resta Le Rozeno, la storia di tre mature sorelle, che esercitano il meretricio, e della loro sfigatissima nipote, vittima delle parenti prima, e della mediocrità borghese poi.

Vittorio Bersezio

(1828-1900)

 

Nel 1863 l'attore 

Giovanni Toselli 

è il primo "Travet" 

 

Commediografo e romanziere lombardo di successo, nonchè giornalista di fede cavouriana, si interessa di satira e dirige “Il Fischietto”, il primo foglio umoristico illustrato nella storia dell’editoria periodica italiana. 

Scrive opere a sfondo sociale, guardando agli autori francesi cone Eugéne Sue e Victorien Sardou. Il suo nome è legato all'opera teatrale Le miserie d'monssù Travet, in dialetto piemontese, che tratta delle vicissitudini quotidiane di un piccolo borghese, Ignazio Travet, impiegato dello Stato, immerso nell’eterna burocrazia farraginosa, sempre ligio al dovere vissuto nel grigiore di una “routine” esasperante.  

Carlo Bertolazzi

(1870-1916)

E' un autore milanese di secondo piano, ex ufficiale degli alpini, avvocato, notaio, e poi anche giornalista presso la "Sera" e il  "Guerrin Meschino".

Del 1888 è il primo dramma Mamma Teresa, solo successivamente comincia a scrivere anche in dialetto milanese La povera gent e I sciori, riuniti ne El nost Milan, La gibigiana. L'ambientazione  è "naturalistica", ovviamente.

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Giacinto Gallina  ( 1852-1897)

Scrittore e capocomico, è considerato il più significativo autore dialettale veneto dopo Carlo Goldoni. Dalle sue compagnie escono attori del calibro di Emilio Zago e Ferrucio Benini. Scrive per lo più in dialetto, descrivendo ambienti popolani un po' convenzionali, ma di cui offre una rappresentazione vivace: Le barufe in famegia, Zente Refada, El moroso de la nona, Serenissima.

Col tempo si "raffina", addentrandosi nell'analisi di passioni e sentimenti, ofrendo una visione amara e introversa della vita: La famegia del santolo.

Roberto Bracco

(1862-1943)  

Autore napoletano ben noto in Italia e all'estero. Praticamente illetterato, a 17 anni lavora presso uno spedizioniere, a 18 è apprendista presso il "Corriere del Mattino", diretto da Martino Cafiero e Federico Verdinois, poi diventa cronista al "Corriere di Napoli" e si dedica all'attività di autore drammatico..

Inizialmente adotta uno stile "verista", che poi abbandona per cimentarsi in altri generi: comico nell' Infedele, La fine dell'amore e Il perfetto amore; di ispirazione ibseniana e psicologico ne Il trionfo, Il diritto di vivere.

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   Domenico Tumiati  (1874 – 1943)

Autore drammatico emiliano, è attore ed interprete dei suoi stessi lavori, compone una ventina di opere teatrali in poesia e prosa di svariata ispirazione: fantastica, spiritualista storica: Re Carlo Alberto, Giovane Italia, Garibaldi, Il Tessitore.

Suo fratello è il più famoso Gualtiero: attore, direttore e regista, che partecipa alla  vita artistica del secolo, in amicizia con artisti e critici come Vittorio Pica, Domenico Tumiati,  Segantini e Giuseppe Pellizza da Volpedo.

Dario Niccodemi

(1874-1934)

alla Toscana approda in Argentina, poi si sistema a Parigi  nel 1900 e diventa segretario della grande Gabrielle Charlotte Réjane, per la quale traduce e adatta numerose opere italiane,  rientra in Italia solo nel 1915.

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Niccodemi mostra un'eccezionale sensibilità nel fiutare il vento delle mode, producendo lavori che raccolgono situazioni artificiose, colpi di scena di sicuro effetto sul pubblico, ma che invalidano spesso i suoi spunti originali e genuini: Il rifugio; L'aigrette; I pescecani; L'ombra; Scampolo; La nemica; La maestrina; L'alba, il giorno e la notte.

Praga, Niccodemi (al centro), Simoni

Nel 1921 fonda una compagnia di grande successo non solo per l'abilità di assecondare i gusti del pubblico ma anche per l'abilità e l'arte con cui riesce a propone coraggiosamente le novità: a lui si deve la prima rapresentazione dei Sei personaggi in cerca di autore di Luigi Pirandello.

  Domenico Lanza (1868-1949)

Giornalista, critico drammatico e direttore di compagnie. A lui si deve il primo tentativo di formate una compagnia teatrale con sede stabile, senza attori girovaghi e con registi non più improvvisatori, che offra spettacoli in cui tutti gli elementi costitutivi hanno un carattere unitario.

Il "Teatro d'arte" di Lanza nasce a Torino nel 1898, una lodevole iniziativa anche se di breve durata. 

Vincenzo Morello (Bagnara Calabra 1860-Roma 1933)

Dopo una laurea in giurisprudenza, lavora nelle redazioni dei periodici "Don Chisciotte", "Capitan Fracassa", "Messaggero", "Tribuna" (utilizzando per lo più lo pseudonimo di "Rastignac"), fonda "L'Ora"  di Palermo e dirige "Il Secolo" di Milano.

E' anche presidente della SIAE, La Società Italiana Autori ed Editori.

Anche lui, al pari di tanti altri intellettuali contemporanei, si occupa di politica, dal 1923 è anche eletto senatore, e si distingue per le posizioni nazionaliste, antiparlamentari, antigiolittiane, favorevole al fascismo.

Strenuo difensore del dannunzianesimo, esalta l'estetica dell'azione e l'immagine del superuomo, è un autore di gusto eclettico, e nella sua produzione teatrale affianca il '900 a moduli drammatici dell'800: ne Il malefico anello, ad esempio, difende l'istituto del divorzio e nel contempo sviluppa temi politici e sociali intorno ad un intreccio amoroso.

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Sabatino Lopez  (1867-1951)

Scrive la prima commedia a 12 anni, da allora è prolifico autore di commedie, drammi e atti unici, incentrati soprattutto sui conflitti e sui sentimenti, ma non privi di vena satirica: La morale che corre, Bufere, La buona figliola, Sole d'ottore, Ombre, Mario e Maria, Pigrizia, La signora Rosa.

Al critico napoletano Edoardo Boutet riesce l'impresa in cui si è cimentato anni prima Domenico Lanza: nel 1905  crea la "Stabile Romana" presso il  teatro Argentina di Roma. Instancabile articolista teatrale e non -  tra il 1889 e il 1892 è anche direttore del periodico "Il Carro di Tespi" – nei suoi articoli promuove una riforma dell'arte interpretativa che richiede una maggior attenzione alla messa in scena e la scomparsa della figura del "mattatore".

Edoardo Boutet

 

(1856-1915)

Luigi Sapelli

(1865-1936)

Geniale scenografo, costumista e caricaturista dalla fantasia inesauribile, meglio noto sotto lo pseudonimo di "Caramba". Si occupa di teatro "drammatico" e musicale, disegnando innumerevoli scenografie, arredi, costumi per i maggiori teatri e compagnie del momento; suoi sono tra l'altro gli allestimenti di Antonio e Cleopatra (1888 ) e di Francesca da Rimini (1901) per la compagnia di Eleonora Duse.

E' attivo anche nel cinema come regista e produttore (fonda la "Caramba film").

una "Traviata" con scene e costumi di "Caramba"

Giulio Enrico Novelli (1876-1943)

In arte Yambo, figlio dell'attore Ermete Novelli e di Lina Marani, è scrittore, giornalista, umorista, disegnatore, scrittore, marionettista, regista ... dalla sua produzione si evince una poliedrica personalità. Scrive racconti per ragazzi che riduce anche per le scene.

Paolo Giacometti

(1816-1882)

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Ermete Novelli 

ne "La morte civile"

Non produce capolavori, si occupa di temi contemporanei ma in lui l'idea soffre gli stessi difetti della struttura drammatica: l'enfasi, i luoghi comuni, la retorica.

I suoi lavori sono però rappresentati dalle maggiori compagnie, è il caso de La morte civile, il cui protagonista; Corrado diventa cavallo di battaglia per diversi "mattatori" (Zacconi, Novelli …), nell'opera Giacometti sostiene la necessità del divorzio nel caso uno dei due coniugi perda la libertà.

Enrico Annibale Butti  (1868-1912)

Scrittore e commediografo milanese, vittima della tisi.

Non è un gran drammaturgo ma un artista dalle preoccupazioni sincere, che porta coraggiosamente nelle sale, dove il pubblico borghese si affollava per assistere ai soliti temi,  lavori di ispirazione ibseniana sul contrasto tra scienza e affetti, dovere e sensi, realtà e sogno:  Vortice , L'utopia, La corsa al piacere, Una tempesta, Fiamme nell'ombra.

Enrico Corradini  (1865-1931)

Scrive drammi storici e non ispirati a ideologie antisocialiste, antiumanitarie e nazionaliste: Giulio Cesare è la sua opera "tipo".

Renato Simoni

(1875-1954) 

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Critico drammatico, studioso di teatro ed apprezzato autore drammatico di atmosfera crepuscolare.

Scrive in italiano e in dialetto veneto (è di Verona): La vedova, Tramonto, Congedo, Carlo Gozzi. E' autore di libretti di opera e di operetta, e regista teatrale, scrive assieme a Giuseppe Adami il testo del libretto della Tourandot di Giacomo Puccini.

Pittore, scultore, scenografo e teorico teatrale per un "teatro senza attori", nel 1912 si iscrive all'Accademia di Roma ma viene espulso l'anno successivo per aver pubblicato un manifesto antiaccademico ...

La sua ricerca si caratterizza per la continua sperimentazione tecnica, anzi gran parte della sua sterminata produzione rimane irrealizzata.

Enrico Prampolini

(Modena 1894 - Roma 1956)

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Padiglione Futurista all'Esposizione del Valentino a Torino (1928)

Emile Augier

(1820 –1889)

Poeta e autore drammatico, considerato un esponente tipico del teatro postromantico, scrive drammi a tesi su problemi di costume ed attualità politica e sociale, ambientati nella società francese  di Luigi Filippo e Napoleone III. La sua commedia Gabrielle, riceve il premio Montyon nel 1849. Tra le opera principali: La Ciguë (1844), L'Aventurière (1848), Philiberte (1853), Le Mariage d'Olympe (1855), Les Effrontés (1861), Le Fils de Giboyer (1862), Maître Guérin (1864), Paul Forestier (1868), Madame Caverlet (1876), e Le Gendre de M. Poirier .

Fausto Maria Martini (1886-1931)

Scrittore, poeta, critico drammatico romano. Il suo teatro è stato definito "antiteatrale" per l'assenza di situazioni forti, gli esili intrecci, i personaggi scialbi, anzi lui stesso definisce i suoi lavori come "opere dell'insignificante". Nel Giglio nero fratello e sorella vivono in provincia, l'arrivo di amici di città li sveglia dal letargo, partiti questi tutto torna però come prima.