I moderni sistemi di propulzione elettronica spd ionica non hanno rendimenti superiori al 15% per cui rispetto a quelli chimici che hanno rendimenti  di più del doppio non sono ancora competitivi ne dal punto di vista del rendimento ne dal punto di vista della certificazione spaziali .Daltro canto i sistemi di propulzione diversi da quelli classici  sono anche i meno studiati e capiti.Comunque ci si è resi conto che lo stato dell’arte dei sistemi di propulzione spaziali con propellente chimico è vicina alla saturazione al limite tecnologico di miglioramento per questo si dovrebbe operare una conversione graduale dal chimico all’elettrico /ionico /magnetico/nucleare(il propellente nucleare può essere utilizzato ma solo dopo essere entrato nell’orbita distante almeno  300km e in uno stadio di conservazione che lo rende innoquo quindi uranio  non arricchito che verrà poi trattato nello spazio per diventare materiale fissile)così via .Quindi la nuova combinazione tra le tecnologie di conservazione dell’inerzia , la combinazione dei dischi di  magnetite più il catalizzatore proveniente da una meteora caduta in Cina ,la capacità di conservazione del momento angolare dei superconduttori ,la capacità di seguire ed individuare le linee di forza delle tempeste magnetiche solari e terrestri e sfruttare le rispettive anomalie per ricavare picchi di potenziale sfruttabili per esempio dalla  levitazione magnetica,la tecnologia classica dei lanciatori a propellente liquido chimico ,insieme ci potrebbero dare un contributo ad elevare(Forse l’intento è quello di annullarlo da parte dei politici visto come stanno andando le cose in Italia) il rendimento di spinta dalla superficie terrestre alla quota della velocità di fuga infinita dalla terra .Il rendimento però dev’essere testato in maniera sperimentale poichè non esiste una teoria che unifica i rendimenti ed ottimizza  tutte queste nuove forze ,tecnologie , sistemi propulsivi e variabili sconosciute date da frammenti di meteorite .L’idea di usare un concetto definito “ Antigravità “ per sollevare o solo fare cambiare le proprietà interne ( peso specifico , induttanza , spessore, eccetera) del corpo che si vuole fare “volare “ è già  noto in diverse popolazioni (la finestra di vita e di comunicazione di queste non è stata abbastanza lunga da arrivare fino a noi )   scomparse ma che ci hanno lasciato comunque utili indirizzi su come utilizzare questo concetto e come trarre le leggi che lo descrivono .L’ultimo convegno Eletromagnetic black hole  tenutosi a Pescara orienta i professionisti del settore verso teorie non troppo lontane dall’antigravità però  tutto si verificherebbe solo quando  si è prossimi ad un  buco nero.Tutto ciò ci fa  pensare ad una possibilità nuova quella di sfruttare i punti di sorgente della tradizionale forza attrattiva gravitazionale per fare partire delle immaginarie linee di campo che hanno invece valenza opposta. La sorgente di queste onde antigravitazionali  sarebbero quindi i buchi neri secondo le teorie di questi illustri studiosi. Premesso che non riusciamo neanche a misurare un onda g