Il metodo sperimentale
Per metodo sperimentale si i intende il metodo con cui si perviene all'enunciazione di leggi scientifiche mediante conferma( o falsificazione) sperimentale di ipotesi basate sull'osservazioni ripetute di determinati fenomeni. Il procedimento , usato nell'indagine scientifica per studiare sperimentalmente in laboratorio e giungere all'enunciazione di leggi sperimentali, comprende 8 fasi fondamentali:
RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI già note del sistema che si sta studiando;
OSSERVAZIONE PRELIMINARE dei fenomeni che avvengono nel sistema;
SCELTA DELLE GRANDEZZE FISICHE importanti e individuazione degli effetti secondari;
IPOTESI DI LAVORO sulle relazioni tra le grandezze fisiche;
ESPERIMENTI RIPETUTI con misurazione delle grandezze, minimizzazione degli effetti secondari e cambiamento delle condizioni nelle quali si svolgono gli esperimenti;
DEDUZIONE di circa tutte le conseguenze degli esperimenti tenendo ben presente il campo di mobilità di ciascuna di esse;
SINTESI delle deduzioni con tutte le altre informazioni disponibili;
ENUNCIAZIONE DELLA LEGGE SPERIMENTALE che comprende i risultati degli esperimenti e delle altre informazioni a disposizione.
Al metodo sperimentale è strettamente connesso il concetto di "esperimento" il quale coincide soltanto in parte con quello di "esperienza":laddove quest'ultima può risolversi nella semplice constatazione di "fatti" e nel loro accumulo più o meno ordinato, l'esperimento (e con esso il metodo sperimentale) implica invece un intervento ottimo del ricercatore, volto a riprodurre artificialmente e in condizioni di ripetitività il fenomeno sotto indagine. Benché gia nel medioevo fosse stato fatto valere il principio dello studio sperimentale di fenomeni naturali è solo agli inizi del 17° sec., con l'opera di F. Bacone, che viene esplicitamente teorizzato il metodo sperimentale come metodo privilegiato dell'indagine scientifica. Per quanto innovative le tesi di Bacone rimangono tuttavia in gran parte programmatiche e basate fondamentalmente su un approccio quantitativo allo studio della natura. E' con Galileo Galilei che si assiste a una più matura e consapevole descrizione dell'indagine sperimentale, quale si sarebbe codificata nella scienza moderna, cioè l'indagine basata sulla descrizione quantitativa dei fenomeni investigati e su procedure di conferma di ipotesi formulate matematicamente. Per Galileo il metodo sperimentale consiste essenzialmente nell'intervento ottimo del ricercatore (che, a partire dall'osservazione, deve perviene all'elaborazione di esplicite ipotesi da sottoporre al controllo sperimentale) e non nell'accumulo passivo di dati, che di per sé non consente alcuna formazione di regolarità empiriche. Gli sviluppi scientifici e le riflessioni epistemologiche post-galileiane affineranno sempre più la pratica e la teoria del metodo sperimentale e vedranno consolidarsi la contrapposizione tra una concezione induttiva e una concezione (ipotetico-) deduttiva di esso. L'avvento degli elaboratori elettronici e la possibilità di utilizzare in alcuni settori della ricerca scientifica simulazioni basate su metodi numerici e modelli matematici non hanno diminuito l'importanza del metodo:l'utilizzazione dell'elaboratore elettronico consente infatti risparmi in termini economici e di tempo, ma ciò può avvenire soltanto dopo che opportuni esperimenti hanno confermato ( o meno) la validità di un metodo o di un modello