Le Sagre Paesane

Le Sagre paesane sono nell' ordine d'importanza quella di Ogni santi il 1 novembre, la vergine Assunta il 15 agosto, San Sebastiano, patrono del paese, il 20 gennaio, La Candelera il 2 febbraio, il carnevale, Sant' Antonio abate. Passano le notti della vigilia di San' Antonio e di San
Sebastiano danzando;cantando bevendo e mangiando attorno a un grande falò alimentato da tronchi offerti da tutti. La moglie del priore della festa di SAN  Sebastiano è la Priorissa quella  della  candelera .Il Priore di San Sebastiano con lungo seguito passava per tutto il paese per offrire "san guli" a ciascuna famiglia. Erano panini azzimi offerti in proporzione ai componenti della famiglia, dopo averli immersi in un tinto di miele che uno del seguito portava dietro il Priore.
Per la "candelera" la prioressa partiva da casa verso la chiesa con sulla testa "su canesteddu", largo e basso cesto di asfodelo con al centro della torta circondata da panini bianchi artisticamente lavorati ed arance. La seguiva una con una gallina bianca in mano, un'altra con un agnello bianco vivo ed un'altra con un bottiglione di vino bianco.
Per la festa di Sant'Antonio si confezionavano "is Pannisceddas", come un rito in onore del santo che si distribuivano ai ragazzi che giravano in paese per chiederle. "Mentre confezionavano il pane di Sant'Antonio, mi ha raccontato una donna anziana, mio figlio mise inavvertitamente il piede su una scure che glielo tagliò quasi in due. Congiunsi insieme le due parti del piede, lo fasciai e lo mandai dal medico. Io continuai  a fare con devozione il pane di Sant'Antonio. Il piede di mio figlio non ebbe nessuna conseguenza negativa per il taglio ella scure."
Per il Carnevale si usava fare Is Culurgionis, per Natale Is Zippulas ( le frittelle ), che si distribuivano ai ragazzi che giravano il paese per averle .
L' ultimo giorno di Carnevale si girava mascherati portando un Santone mascherato che nascondeva una botte nella quale si raccoglieva il vino che per il paese veniva offerto nelle case. Davanti al Santone una maschera presentava un grosso pozzo di salsiccia legato ad un filo in cima ad una canna ; chi la toccava si dichiarava con ciò disposto ad offrire qualcosa alla comitiva festosa . Questa consumava poi tutto durante la notte riuniva in un magazzino cantando, ballando, bevendo e mangiando fino alla mezzanotte .
La mattina successiva erano tutti in chiesa per fame penitenza col ricevere sul capo le Ceneri .

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