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sentiero degli invasi dell'Adamello: Secondo giorno Terzo giorno Quarto giorno Quinto giorno Sesto giorno


Isola


diga Arno e pompe di recupero


piano inclinato per pompe svaso Arno


lago d'Arno


pozza d'Arno


pozza d'Arno


passo Dernal


rifugio Maria e Franco

-primo giorno-

ISOLA - RIFUGIO MARIA E FRANCO (al passo Dernal)

tempo di percorrenza in salita da Isola al rifugio: 5,5 ore

dislivello: m 1700

Isola:
per raggiungere Isola di Cevo si percorre la statale 42 fino a Cedegolo poi si devia a destra sulla strada provinciale n° 6 per Fresine e quindi si prosegue per Valle. (il bivio si trova immediatamente dopo aver percorso la strettoia in centro a Cedegolo; da non confondersi con il secondo bivio, per Cevo e Saviore che si trova più avanti, nel paese di Demo). Si percorrono circa 7 km di salita e poi, dopo il cimitero della frazione di Fresine, si imbocca la stradina piana sulla destra e in poco più di un km si raggiunge la frazione di Isola: non ci sono sicuramente problemi di parcheggio!

Si parte dalla piazzetta antistante la chiesa di Isola, si sale costeggiando inizialmente parte della recinzione della ex centrale idroelettrica quindi si prende decisamente il pendio passando in prossimità di due sostegni di due linee elettriche ad alta tensione (15 KV da Salarno e da Campellio; si raggiunge quindi la località "Il Plà", dove c'è una cascina circondata da un prato ricavato tra le pietraie circostanti.

Il sentiero prosegue attraversando con un ponticello la sede delle (quattro) ex condotte forzate e del piano inclinato della centrale; ci si avvicina quindi al torrente Rio Piz e si transita in prossimità di alcuni sostegni della ex funivia Isola-Arno; il sentiero prosegue ad ampi zig zag fino a quando si riattraversa la sede delle ex condotte forzate (put lonc).

Dopo alcuni tornanti si raggiunge la località "Garzuné" (circa 1400m s.l.m.),dove si intravede un pianoro sede un tempo di una malga ora completamente diroccata.

Si prosegue sempre in mulattiera a tornanti quindi ci si sposta verso destra (vista dal basso) e si percorre un lungo tratto di sentiero scavato nelle roccia del monte Zucchello, fino a raggiungere la strada pianeggiante,(già sede di binario "Decoville"), Vertice Q - Arno.

Se vogliamo dedicare un momento a vedere le testimonianze dell'impianto idroelettrico Arno - Isola, possiamo percorrere circa un centinaio di metri sulla nostra sinistra e vediamo:
- il percorso delle condotte forzate.
- il fabbricato che ospitava la camera delle valvole, in vago stile liberty
- la casa del guardiano
- la stazione motrice della teleferica, che nonostante fosse per trasporto materiali (non aveva la cabina, bensì un lungo bancale che rimanera sempre molto inclinato, parallelo al suolo), spesso veniva usata anche per il trasporto delle persone, in quanto, solo nel 1938 venne costruita la funivia per il trasporto di persone da Isola al lago d'Arno.
- i resti del fabbricato della stazione motrice della funicolare (a proposito di questa c'è da ricordare che nel novembre del 1924, durante un viaggio, si ruppe la fune quando il carrello si trovava nella prima galleria in salita, immediatamente sopra Isola, morì un ragazzo di 24 anni di Isola: Antonio Ferrari che era addetto al carro)

I criteri di valutazione della sicurezza, in quel periodo, erano naturalmente molto blandi; si dice che era noto a tutti che la fune aveva subito danni in un punto ben preciso e che per scongiurare il rischio di rottura erano state date disposizioni al personale macchinista di non effettuare frenate brusche; quel giorno, probabilmente una disattenzione del macchinista, oppure qualche altro imprevisto provocarono la tragedia.

Noi proseguiamo quindi verso destra, percorriamo un tratto di strada catterizzato dalla presenza di alcune gallerie e paravalanghe in galleria artificiale, questa strada è stata realizzata durante i lavori di costruzione della centrale di Isola, era attrezzata di binario "Decoville" e attraverso di essa sono transitati tutti i materiali per la costruzione e della diga e della centrale di Campellio.

Basti pensare che ad inizio secolo (1907) quando iniziarono i lavori non era ancora stata completata la strada carrozzabile (attuale provinciale n° 6 Cedegolo- (Fresine)- Cevo-Saviore)ed il trasporto dei materiali per i cantieri di Isola e del lago d'Arno venivano fatti, dalla società Generale Elettrica dell'Adamello, dalla centrale di Cedegolo al Dosso con il piano inclinato (ancora esistente, ma ormai dismesso per obsolescenza)e dal Dosso a Isola con la strada privata (esistente) attrezzata di binario "decoville" dove avevano istituito un servizio da parte di un certo numero di "carrettieri" con muli e carri sulle rotaie.

IL binario "decoville" proseguiva quindi fino alla partenza della funicolare Isola - Vertice Q; da qui, tramite la "nostra" strada i materiali raggiungevano la base della diga; per collegare la sommità della diga c'era un ulteriore piano inclinato che raggiungeva la strada piana Arno - Campellio che noi vedremno tra poco.

Lungo questa strada possiamo osservare, verso il basso, alla nostra destra, i resti della malga detta "le baite", ed era in questa zona che confluiva l'antico sentiero che da Isola, seguendo la sinistra del rio Piz, portava al lago d'Arno: "'l vial de le Baite" che Douglas W. Freshfield in "LE ALPI ITALIANE – 1875 "così descrive:

La erta da superare prima di vedere questo lago, che figura sulle carte come uno dei più alti laghi alpini, appariva molto lunga, ripida e più calda di quello che sembrava.
E’ una delle più grandi salite del suo genere nelle Alpi. Le valli dell’Adamello abbondano di erti gradini o “scale”, ma questa sorpassa gli altri vicini e lontani.
Da Isola al livello del lago il barometro indicò una differenza di quota di oltre 4000 piedi.
Per due terzi della salita la pendenza e il tipo di sentiero sono uguali a quelli delle scale di una torre e i soli tratti in piano sono le vecchie piattaforma dei carbonai. Per il resto del percorso, dopo aver superato le pareti rocciose che racchiudono la cascata inferiore, il sentiero penetra nel fianco del monte a mezzo di una fessura, attraverso la quale il torrente scende con un succedersi di cascate e di rapide.
Tranne che per la sua ambizione di guadagnare molti piedi all’ora, il sentiero non potrebbe essere più piacevole.
Serpeggia attraverso un mutevole e pittoresco primo piano di bosco, roccie ed acqua, oltre i quali i lontani picchi dello Zupo, Bellavista e Palù brillano come nevosi drappi stesi contro il sole della sera.

Percorso quindi il tratto di strada piana, buona parte in galleria o in paravalanghe, sulla nostra sinistra si diparte un sentiero che si dirige verso la sommità della diga del lago d'Arno, che si raggiunge in circa 10 minuti.

Copertura cellulare: certa fino a vertice Q - presente anche in sponda sinistra orografica della diga

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Escursioni al lagod'Arno Arno Salarno Adamé

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Giunti alla quota della sommità della diga possiamo vedere:

- la stazione motrice della ex funivia Isola - Arno, rimasta in servizio dal 1938 al 1987.
- la casa dei guardiani, ex palazzina della direzioni lavori ed in precedenza ex casa della finanza (quando il passo di campo era frontiera di stato, il controllo delle merci e persone in transito era seguito dal personale della finanza di questa caserma)
- più a valle della diga c'è il fabbricato delle pompe di recupero, tuttora in servizio per raccogliere l'acqua proveniente da un canale di gronda che ha andamento orizzontale e si estende per un centinaio di metri sotto la strada Vertice Q - Arno.
Nato però come esigenza di recuperare le abbondanti perdite della ex galleria Arno - Vertice dell'impianto di Isola, che venivano raccolte in corrispondenza della finestra n° 1 e successivamente anche per le perdite della diga stessa.

Attualmente il ciglio diga è percorribile come sentiero che collega la spomda destra con la sinistra del lago; in origine, alla costruzione della diga, non era prevista la percorribilità in quanto la diga era più bassa ed il ciglio era stato realizzato come sfioratore; questo fatto creò non poca conflittualità, soprattutto con il comune di Paspardo che aveva il diritto di transito per raggiungere la malga di Val di Fumo.

Poichè, dal 1912 in poi venne collegato al lago d'Arno anche il bacino imbrifero della valle di Adamé, erano frequentissimi i casi di sfioro, e l'acqua sfiorante provocava la caduta del ponticello che era stato predisposto per il passaggio delle persone e degli animali proprio a valle della diga.

Credo che i rapporti tra il comune di Paspardo e le varie società elettriche che si sono succedute (Enel compresa) abbiano dovuto scontare alcuni atteggiamenti prevaricatori dei primi anni del 900 della società Adamello.

Il problema del pasaggio rimase attuale anche dopo il 1927, quando fu completato lo sfioratore laterale tramite un tratto di galleria in quanto il nuovo passaggio predisposto doveva attraversare proprio il canale di sfioro, ed il relativo ponticello veniva regolarmente distrutto.
Credo si sia risolto solo quando è stato realizzato il raccordo con il nuovo ciglio diga ed attuato il percorso attuale, no so però in che anno ciò avvenne.

Dalla diga si vede anche un "orribile" camminamento realizzato in cunicolo artificiale che collega il piano stradale con l'opera di presa (in galleria) dell'impianto di San Fiorano, realizzato negli anni '70.

Proseguendo lungo la strada piana, incontriamo ancora dei fabbricati di servizio: prima il gruppo elettrogeno e l'accesso diga, poi un secondo con annessa cabina elettrica; un terzo, un tempo falegnameria e officina fabbri, attualmente utilizzato per le apparecchiature di controllo della diga.
Infine una palazzina sulla destra in fregio al lago, non utilizzata dagli anni sessanta in poi; un tempo, fino agli anni '50 circa, sede dello spaccio e del locale di ricreazione del cantiere, molto frequentato, anche dai pastori e dai malghesi in transito: era provvisto di campo per il gioco dedde bocce ed era l'unico posto, fuori dai paesi, dove si trovava il vino.

Proseguiamo quindi per la strada piana verso la centrale di Campellio; è una strada che per quasi metà percorso si trova in galleria o in paravalanghe artificiale; anche questa è stata costruita per i lavori idroelettrici di collegamento del bacino dell'Adamé con l'Arno.

Fino agli anni settanta era attrezzata con binario "decoville" e serviva per il trasporto dei materiali alla centrale o alla vasca di carico di Campellio.
Attualmente, non essendoci più la funivia, i trasporti personale e materiali, vengono effettuati con elicottero.

Lungo il tragitto si incontrano dei fabbricati parzialmente diroccati: nel primo, in passato (fino agli anni cinquanta) venivano depositate le pompe che in inverno servivano per vuotare parzialmente l'invaso naturale del lago d'Arno; e quindi utilizzare anche l'acqua al di sotto del livello della presa della centrale di Isola.
Più avanti c'è una ex cabina elettrica; all'inizio della prima galleria, sulla sinistra esiste ancora il portone di accesso al pozzo dell' opera di presa della centrale di Isola (ora tamponata definitivamente con getto in calcestruzzo, messo in opera in occasione della costruzione dell'impianto di San Fiorano).

Sono ancora visibili i piani inclinati delle pompe di svaso utilizzate per la costruzione dell'impianto di San Fiorano (speriamo che Enel Produzione inserisca in futuro, nei suoi programmi di recupero degli ex cantieri anche la bonifica di questo luogo).

AL termine della strada piana, si sale a sinistra, proprio davanti al cancello della centrale di Campellio, si passa sopra il fabbricato della centrale, si attraversano le condotte forzate e si prosegue lungo il sentiero per la Pozza d'Arno.

Qui si vede:
- il fabbricato casa alloggi
- la centrale di Campellio vera e propria, collegata alla casa alloggi tramite un passaggio coperto (paravalanghe) realizzato dopo che una valanga, il 6 gennaio 1920 distrusse completamente la centrale in costruzione.
Col senno di poi si direbbe che in questo caso non sono stati lungimiranti i dirigenti della Società Adamello in quanto, nella stessa zona solo quattro anni prima (nel 1916) era caduta una valanga di immani proporzione causando la morte di molti alpini e la distruzione di metà caserma che li ospitava.
Fu in questa occasione che venne costruito appositamente l'attuale cimitero di Isola, come cimitero militare: per ospitare tutte le vittime di quella tragedia.

In quest'ultimo caso, a Isola, si diceva che a causare la valanga fossero stati gli stessi ufficiali degli alpini transitando con gli sci sopra la caserma, provocarono il distacco della neve.

Che sia stato questo l'alibi della società Adamello? Per decidere di costruire la centrale in un luogo dove solo pochi anni prima si era distaccata una valanga, senza particolari precauzioni?

Comunque la ricostruzione con fabbricati a "paravalanghe" si è dimostrata efficace visto che la centrale attuale ormai è li da 80 anni.

Più avanti, sopra la centrale si vedono le condotte forzate e più su ancora il bacino di carico.

Sul dosso sopra la centrale si incontra un pianoro erboso dove c'è una fontana per l'abbeveraggio del bestiame (ora disattivata) e più avanti una baita da pastore ancora agibile; proseguendo si raggiunge una valletta, dalla quale vengono scaricate le acque di sfioro della centrale, attraversata da un pontilla ad andamento tortuoso.
Questo passaggio fu in passato oggetto di conflittualità tra le società elettriche che hanno gestito l'impianto di Campellio ed il comune di Cevo, in quanto il ponticello è sempre stato soggetto ad essere asportato dalle piene di sfioro e, soprattutto in passato essenziale per l'agibilità della malga di Pozza d'Arno.

In vista del laghetto di pozza d'Arno ci si mantiene sulla destra e si sale lungo il pendio, ora coperto (dopo l'alluvione del 1987) di un rigoglioso bosco di ontano verde, seguendo il sentiero segnalato con il n° 89; successivamente si gira a sinistra, si attraversa la valletta e si prosegue in diagonale.
A quota 2400 m s.l.m. circa, in prossimità della profonda incisione costituita dalla Val Ghilarda, quando si è già in vista del passo Dernal ci si congiunge con il sentiero n° 1 proveniente dal passo di Campo.

Dalla pozza d'Arno al rifugio il tempo medio di percorrenza è di circa due ore.


Isola-Vertice


vertice: ex camera valvole


vertice: motrice ex teleferica


ex malga di pozza d'Arno


laghetto Dernal


laghetto Dernal


valle Dois


rifugio Maria e Franco

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