Il Richiamo della Valle:

Un romanzo? Un'autobiografia? Una serie di racconti legati da un filo conduttore? Forse è tutto ciò. Certamente è un affresco di fatti e sentimenti, e tra questi predomina il senso panico dell'ordine eterno della Natura.
Nel libro E. Moresco descrive con efficace semplicità tutto di sé, della sua gente, della sua terra, del suo soggiorno ai tropici e all'equatore, delle avventure di prigionia, della sua evasione, del suo porsi coscientemente allo sbaraglio per amore della libertà.

Ma soprattutto ci parla amorosamente della sua Valle, con un linguaggio fresco e spontaneo, di profondo respiro, carico di linfa vitale. Ritrae con fedeltà l'esistenza dei suoi compaesani, così come la vivono e la sentono; ne descrive senza estraniarsi, gli stati d'animo, raccontandone la condizione umana, gli atteggiamenti nella diatriba, nelle discrepanze tra generazione e generazione. Talvolta i soliloqui di Giulio (il protagonista) bruciano di domande; tal altra s'impennano in bordate di proteste e contestazioni contro tutto e tutti. Giulio è nato contadino; è legato alla terra, alla selvaggia natura della sua Val di Vara. Il dolore di averla dovuta abbandonare per emigrare è quasi fisico: è un aculeo che lo ha fatto soffrire ogni giornata della sua vita; è una lacerazione dalla quale sgorga quel suo ardente desiderio di azione per ricondurre gli uomini al sentimento della natura, alla gioia del lavoro e del vivere agreste.

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