L' AUTOBUS
(di Borghi - Bertoli)


Siam tutti qui sull'autobus seduti ed assonnati
corron con poca voglia gli ultimi arrivati.
Ognuno prende posto in fondo al suo cantone
si chiude in un silenzio che è fatto di oppressione.
E gli operai sull'autobus son pronti per partire
le donne i vecchi e i giovani son stanchi di aspettare.
Svoltato il primo angolo il sole ci colpisce
la luce cambia i visi e gli occhi ci ferisce
e sembra che le bocche non vogliano parlare
che stare in quel silenzio sia un fatto naturale.
Lento cammina l'autobus, il viaggio è cominciato
ed il parlare è un fatto che sembra sia vietato.
Ma certo non è vero, Maria non può tacere
si arma di un sorriso che non sa trattenere
e parla a poco a poco con chi le sta più accanto
e poi alza la voce: ora il silenzio è infranto.
Viaggia più allegro l'autobus quasi avesse capito
il muro del silenzio è stato demolito.
Siam tutti un po' sorpresi colpiti svergognati
come se a quel silenzio fossimo rassegnati;
la maschera dal viso si scioglie come cera
la nostra faccia adesso diventa quella vera.
Spedito imbocca l'autobus strade sempre più grandi
e porta all'apertura del cuore dei viaggianti.
Le idee prendono forma, ti escono dai denti
e vanno a stuzzicare le orecchie dei presenti.
Si parla del lavoro, del misero salario,
dei furti e degli abusi che compie il proprietario.
E l'autobus si ferma, raccoglie facce nuove:
dal fondo della mente qualcosa ora si muove.
Ed è arrivata a tutti la voglia di parlare
e la scoperta insieme che adesso si può fare
e l'allegria sorprende i pigri ad origliare
che anche se non parlano restano ad ascoltare.
L'autista è come noi, parla con il vicino
è nuovo in questo giorno l'autobus del mattino.
Le donne i vecchi e i giovani non dico son già uniti
ma è come se lo fossero di più ogni minuto
perchè in ogni sillaba che rovesciamo a imbuto
c'è dentro sempre un unico identico nemico.
Ognuno adesso parla di sè con il vicino
è un unico pensiero l'autobus del mattino.
Il prezzo della carne, la misera pensione,
i figli sulla strada della televisione
e dei disoccupati e della repressione,
gli affitti delle case, di un'altra occupazione
e l'autobus ribolle di giusta ribellione,
si parla dei soprusi compiuti dal padrone.
E se ne va il silenzio, parliamo forte tutti
la colpa è del governo, "massa di farabutti"
ci esplode dal di dentro la voglia di cambiare
insieme alla certezza che adesso si può fare.
L'autobus ora è vita, il sole è entusiasmante
che bel mattino è questo, domani sarà raggiante!