Da "FURORE" ( The Grapes of Wrath, 1939 )                                  

Di JOHN STEINBECK.

 

…E la pioggia continuava incessante e i fiumi rompevano gli argini e dilagavano nella campagna.

Rintanati negli umidi fienili o nei ripostigli annessi alle case coloniche, la fame e il terrore generarono finalmente il furore. E allora anche i ragazzi si decisero a uscire non per mendicare, ma per rubare, e gli uomini indeboliti li seguirono per cercar di rubare. E gli sceriffi reclutavano nuovi agenti e ordinavano nuovi fucili. E la gente che viveva comoda nelle case al riparo dalle intemperie dapprima sentì compassione e poi disgusto e finalmente odio contro i nomadi pezzenti.

Nei fienili inzuppati le donne ammalate di polmonite mettevano al mondo le loro creature, e i vecchi si rannicchiavano negli angoli e lì si lasciavano morire, accartocciati su se stessi così che il coroner non era più in grado di distenderne le membra irrigidite. Di notte i frenetici pezzenti irrompevano apertamente nei pollai, e si portavano via i polli schiamazzanti. Se qualcuno li faceva segno a colpi di fucile non correvano via, non cercavano di nascondersi, ma continuavano a diguazzare con la stessa andatura di prima, e se colpiti si lasciavano stancamente cadere nel fango.

La pioggia cessò. Sui campi restò l’acqua, a riflettere il grigio del cielo, e tutta la terra era un murmure d’acqua corrente. E i pezzenti uscivano dai loro covi, dai fienili e dalle stalle e accoccolati contemplavano la terra inondata, silenziosi, o parlando con una tragica calma.

Niente lavoro fino a primavera. Niente lavoro.

Niente lavoro…niente denaro, niente cibo.

Ma, dico io, chi ha una pariglia di cavalli, e se ne serve per arare, per coltivare, non si sognerebbe mai di metterli fuori dalle stalle e lasciarli morire di fame, quando manca il lavoro nei campi.

Ah, ma quelli sono cavalli…noi siamo uomini.

Le donne osservavano i mariti, per vedere se questa volta era proprio la fine. Le donne stavano zitte e osservavano. E se scoprivano l’ira sostituire la paura nei volti dei mariti, allora sospiravano di sollievo. Non poteva ancora essere la fine. Non sarebbe mai venuta la fine finchè la paura si fosse tramutata in furore.

L’alba spuntò tenerissima e distese sui colli la delicata coltre verzolina dell’annata nuova…

 

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Tra le molte opere narrative di John Steinbeck ricordiamo e raccomandiamo:

La Santa Rossa (1929), I pascoli del cielo (1932), Pian della Tortilla (1935),

Uomini e topi (1937), La perla (1947), La valle dell'Eden (1952), L'inverno del

nostro scontento (1961).

John Steinbeck nacque a Salinas, in California,  nel 1902 e morì a New York nel 1968. 

 

La pagina proposta è stata curata da TOBE

 

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