Turin Marathon '04 di Filippo Castiglia ovvero come partire a razzo e cercare di non finire a cazzo


Mi trovo a ripensare alla gara appena corsa mentre non riesco fare la doccia perchè è troppo gelata e mi troverei in preda ai crampi:
la maratona si corre con parsimonia e io l'ho corsa allo sperpero, si parte prudenti e io sono partito a razzo.

Mi sento veramente bene, ottimo riscaldamento, temperatura perfetta, nuvole e qualche raggio di sole. Ottima colazione: che squisita marmellata di ribes e mele cotogne!
Sulla linea di partenza incontro Giuseppe, gli dico che devo cercare di non partire troppo forte ed invece è proprio quello che faccio.
Al via, stufo dello speaker che continua a ribadire che "i livelli di adrenalina sono ai livelli di guardia", di alzare le mani, che siamo noi i top runner, ma dei veri top runner snocciola nomi e prestazioni, parto zigzagando in mezzo alla gente. I primi tre km  ho un elicottero sulla testa, il rumore è fastidiosissimo, finalmente va via portandosi sulla testa della corsa (come faranno a concentrarsi con quel rumore? con le telecamere le moto e magari Orlando Pizzolato che ti chiede come va?).
Trovo il mio passo scioltissimo e redditizio, mi aggrego a un treno una decina di persona tra cui due ragazze.
Primi 10 km a un gran ritmo (39'16'') , sto bene ma so che c'è la salita e che non posso pensare di tenere questo ritmo, comincio a soffrire la sete. Bevo ad ogni rifornimento.
Il passaggio per i paesi è entusiasmante: la musica della banda, o di un gruppo di percussionisti, la gente e persone i costume d'epoca, gli sbadieratori. Gli applausi gli incitamenti. Ogni volta che passo i paese vado più forte, in molti mi urlano:-Vai barba!. E io vado!
Bevo e sfrutto gli spugnaggi, quando spunta il sole è caldissimo, quando è coperto è freddo. Ad una curva, sempre segnalata con una striscia di vernice blu a terra, una signora ci incita: Bravi! Bravi comunque!... Ci chiediamo:- Come comunque???- nel gruppetto vien fuori uno scambio di battute altro che reality show!

Passo alla mezza il 1h27' ho dilapidato il vantaggio, ed ancora la gara deve cominciare, meglio stare tranquilli e vedere di tenere adesso comincerà la discesa. Sono con due napoletani, cominciamo a darci i cambi, a dire il vero siamo io e uno dei due partenopei, il secondo, Pasquale, resta un pelo dietro. Ma è divertente quando passa in paese fa l'aeroplanino e la gente si esalta: applausi e incitamenti. Vai Barba! vai Napoli! (hanno in nome della società sulla maglietta)

In viale Francia voliamo in discesa, di nuovo sotto i 4' al 1000. Al 30 esimo km passo il 2h04' le proiezioni della vigilia non verranno rispettate, ma arrivo di sicuro.
Ricomincia la città, con un po' di curve tutte larghe, ma i chilometri si fanno sentire, i palazzi e le piazze scorrono di lato, i sampietrini e le rotaie del tram da schivare, sono ancora lucido per scegliere gli appoggi. Qualcuno in coda agli incroci è spazientito dall'attesa e preme sul clacson, ma i rumori sono attutiti, non mi da fastidio, non mi interessa, ho altro a cui pensare.
 Mi continuo a ripetere che al 37 metto sulla strada tutto quello che ho. I chilometri dopo l'ultimo rifornimento sono i più pesanti, vorrei aumentare la frequenza, ma non appena riesco a riprendere i miei ritmi sento la stanchezza che mi assale, e faccio quello che in maratona è un suidicio: correre ad elastico. In un leggero cambio di pendenza che conduce agli ultimi 3km, sento i muscoli pesantissimi, in una curva modello la traiettroria schivando il paraurti di un Jeep Cheerochee che sporge sulla strada (bel modo di parcheggiare), mi concentro ancora a restare sciolto a correre rotondo, ci riesco.

Quando Ines sul rettilineo a poco più di un km dall'arrivo mi chiama, mi giro e le sorrido, non mi sento poi così stanco (nella foto ho anche una bella falcata sono quello in nero in secondo piano). Manca un chilometro allungo ancora, ma un violento conato di vomito mi costringe a rallentare. Impressionante: una fontana di acqua e sali minerali predigeriti si riversa a bordo strada mentre continuo a correre.
Non mi importa e riprendo ad allungare ancora un po' chiudo al 102 posto il 2 h 58' 25'' (real time 2h 58' 11'').


Dovrei essere contento per aver ritoccato il personale e invece continuo a pensare potevo fare molto meglio se solo fossi stato più accorto: avrò imparato la lezione? Alla prossima maratona (dicembre) vedremo:-)

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