Capitolo III

Il sogno di Claudia

La scalata aveva stancato molti i nostri amici, i quali però, erano contenti di aver scoperto che, in fondo, le leggende sulle montagne del Diavolo non erano tutte vere. Decisero di fermarsi a riposare un po’; durante quella sosta Claudia si addormentò profondamente e sognò. E’ notte e c’è un temporale mai visto prima, la figura di una donna coperta da un mantello si vede correre verso un grande edificio. Dall’edificio si sentono suonare delle campane così capiamo che è un convento. La donna ha in mano una cesta d cui si sente levare un sottile pianto. Dopo aver bussato al convento lascia la cesta nel portone e fugge via. Dal convento esce una monaca che accorgendosi della cesta la entra. Il paesaggio si oscura…poi una luce proveniente da un potente fulmine mette in risalto l’ombra di un mago che sovrasta tutto il cielo e sotto di questa si distinguono chiaramente le figure dei nostri eroi. Un’ altra grande luce appare, ma questa volta non è un fulmine ma uno strano medaglione al collo di Claudia; il medaglione si alza dal suo collo e con la sua luce abbagliante fa scomparire l’ombra cupa di quell’individuo. Così dopo quest’incubo Claudia si risveglia di soprassalto e si accorge che i suoi amici la stavano osservando poiché lei si era agitata nel sonno. Claudia all’inizio decise di non rivelare ciò che aveva sognato ma qualcosa non le tornava: il medaglione. Lei quel medaglione non l’aveva mai avuto eppure le ricordava qualcosa; mentre si preparavano a ripartire Claudia capì dove avevo visto il medaglione, allora decise di raccontare tutto ai suoi amici. Gli raccontò che in verità lei era stata abbandonata da neonata e che crebbe in un convento allevata dalle suore; disse anche che per cercare i suoi genitori e per evitare il destino del monachesimo a sette anni scappò e andò a vivere nel bosco. Quel medaglione visto in sogno era l’unico ricordo che aveva di sua madre che lei per distrazione aveva lasciato in convento e che non era mai più tornata a prendere per paura di essere di nuovo chiusa dentro. Se davvero quella poteva essere un’arma per combattere Flagg (l’ombra era stata così interpretata) allora bisognava tornare al convento a prenderla; forse facendo così Claudia avrebbe scoperto di più su sua madre. Il convento si trovava nel regno di Feria, perciò ci sarebbero voluti quattro giorni di viaggio per arrivare ma il gruppo non si fece spaventare e si incamminò verso l’isola di provenienza. Il viaggio durò esattamente quattro giorni e sei ore che passarono molto velocemente tra giochi e scherzi. Così arrivati all’isola di Feria, Pax e Antony ne approfittarono per andare a trovare tutti gli abitanti del castello e per far vedere i progressi di Pax e ciò che era successo a Antony. Dopo ciò, si incamminarono verso il convento e scoprirono che era ancora in perfette condizioni. Bussarono alla porta e una vecchia monaca gli aprì, li fece accomodare e gli chiese come mai dei baldi giovanotti come loro fossero passati per quel vecchio convento. <<Una volta io abitavo qua>>disse Claudia <<e credo di avere lasciato qualcosa di caro>>; la monaca rispose che di solito quando una bambina veniva adottata le veniva messo tutto in una valigia. <<ma io non sono stata adottata, sono scappata circa dieci anni fa>> <<allora tu sei Claudia!!!>> <<si, sono io; vedo che si ricorda ancora di me Mrs. Hope>>. I ragazzi spiegano il motivo del loro arrivo e chiedono che fine abbia fatto il medaglione. La monaca rispose loro che il medaglione doveva essere nella soffitta. Mentre Claudia e Ciryllus cercavano il medaglione la monaca racconto a Pax ed Antony il passato di Claudia. Ella in realtà era la figlia di una povera contadina e del mago Flagg; il mago a quei tempi aveva bisogno di un successore così con l’inganno mise in cinta la ragazza. Ella se ne accorse e cerco di salvare la figlia dal triste destino che le sarebbe toccato se fosse rimasta con la madre; Flagg scoperto l’inganno non esitò a uccidere la poveretta che non poté tornare mai più a riprendersi la figlia. Pax e Antony erano scioccati dalla storia e decisero di non dire nulla a Claudia di suo padre, infatti, le dissero solo che la madre l’aveva abbandonata perché era una povera contadina che non poteva permettersi un figlio. Lei annuì ma si chiedeva sempre cosa c’entrasse il medaglione con Flagg. Usciti si recarono tutti al palazzo reale dove vennero accolti tutti come dei re; vennero serviti e riveriti per tutto il loro soggiorno. Tutti erano stati presi in simpatia meno Ciryllus che ricordava alla gente del regno i vecchi elfi cattivi al seguito di Flagg; Pax cercò di tranquillizzare tutti dicendo che Ciryllus era un elfo buono ed era amico loro, ma non riuscì a convincere tutti. Preferirono restare a Feria un altro giorno per raccontare tutto quello che era successo ai saggi. Questi lo scrissero subito nei libri; finita questa operazione presentarono al re uno strano animale: sembrava una papera ma aveva qualcosa di strano, poco più tardi vennero a sapere che quella strana papera si chiamava Quack ed era in grado di parlare e di percorrere lunghe distanze in pochi minuti. Quack si era offerto volontario per cercare informazioni su tutto ciò che poteva essere utile agli eroi e di riferirlo subito a loro raggiungendoli con la sua incredibile velocità, poi sarebbe potuto andare a dire ai saggi lo svolgimento del viaggio, affinché non se ne perdessero i particolari. Pax e gli altri accettarono su un aiuto così grande, infatti, fecero subito tutti amicizia con Quack. Ripartirono subito verso la quarta isola; questa volta percorsero il tragitto nella metà del tempo, poiché Quack, finché poté farcela, li portò tutti sopra di lui. Finalmente arrivarono davanti ala porta della quarta isola; la porta l’avevano già aperta prima di andare nell’isola di Feria. Passarono davanti al posto in cui Claudia fece il sogno del convento e notarono come tutto fosse rimasto come loro lo avevano lasciato. Nessuno o nulla era passato di lì. Il paesaggio che si presentava davanti a loro era paludoso: paludi………paludi dappertutto. Si dovevano ritenere fortunati se quella notte avevano trovato un posto asciutto dove stare. Andarono avanti con fatica soprattutto Quack che con le sue piccole zampe ricoperte di fanghiglia riusciva a stento ad andare avanti. Durante il loro percorso vennero attaccati non poche volte da essere composti solo di melma; colpirli non era facile perché le armi li attraversavano senza procurargli ferite. Claudia ebbe un’intuizione, bastava usare la magia de ghiaccio per bloccarli e poterli colpire con tutta facilità; il suo piano sembrò funzionare infatti cominciarono a uccidere più facilmente gli esseri di fango. Non appena giunse la sera si accamparono in una zona asciutta del terreno, visto che il posto era all’aperto montarono i turni di guardia, ma si rivelarono inutili dal momento che nessuno quella note li attaccò. La mattina dopo Quack chiese ai compagni di aspettarlo per u po’, mentre lui raccoglieva informazioni sull’isola in cui si trovavano; i compagni decisero di assecondarlo. Non appena ebbe il permesso partì come un fulmine; la prima cosa che scoprì che poco più avanti c’erano delle costruzioni fatte come tutto il resto del paesaggio: di fango. In quelle abitazioni vivevano i soldati che avevano dovuto battere durante il loro percorso; Quack tornò subito indietro ad avvisare i suoi compagni che decisero di tendere un’imboscata al villaggio. Tutti si presero di coraggio e partirono alla volta del villaggio; arrivati, in silenzio, si posero dietro una delle case; senza farsi sentire, entrarono e gelarono tutti i soldati al suo interno accorgendosi che in quelle case c’erano anche dei bambini, riconoscibili dalle dimensioni inferiori a quelle dei soldati. Dopo avere ucciso i soldati scongelarono i bambini e li lasciarono chiusi in casa. Ripeterono quest’azione per tutte le case che trovarono nel loro cammino… Una di quelle case era strana: attorno ad essa non c’era l’aria minacciosa emanata dalle altre, provarono ad entrare e si trovarono davanti uno di quei soldati di fango. Lo attaccarono insieme dopo averlo ghiacciato Antony cercò di colpirlo con la spada, ma il colpo si fermò alla parte esterna del corpo; dopo aver avvertito il colpo il fango ghiacciato cadde e sotto quell’armatura si scoprì esserci un vecchio guerriero. Il gruppo si stupì di vedere quel vecchietto che si difendeva così bene; il vecchietto si era dimostrato socievole con Pax e gli altri, si presentò come Bill. Ciryllus si ricordò che una volta Daniel era affiancato da un suo amico di nome Bill, questo ragazzo era rimasto colpito da una magia e allora preferì allontanarsi dal castello. Il vecchio annuì e spiegò che lui era quel ragazzo e che quella magia aveva allungato la sua vita ma lo aveva privato dei suoi poteri, gli era dispiaciuto andarsene dal castello ma lui non sapeva che effetti avrebbe avuto la magia di Flagg su di lui. Bill aveva scoperto che l’unico modo di fermare il corso della magia era di rinunciare a tutto quella che aveva imparato sulla magia. Per poter continuare a vivere si era dovuto mascherare, ricoprire di fango e fare finta di essere un soldato di fango; Bill disse a Claudia che lui si offriva di far dormire tutto il gruppo a casa sua, ma che una cosa non gli quadrava. Egli era capace di leggere nell’animo degli altri, nell’animo di Pax, Antony, Quack e Claudia non vedeva niente di strano anzi nell’animo di Antony leggeva una fortissima energia pura; ma nell’animo di Ciryllus non c’era solo del buono, Bill infatti vedeva chiaramente che nell’animo di Ciryllus era rimasto qualcosa della sua famiglia di Elfi, che un volta erano governati da Flagg. Bill avvertì solo Claudia di quello che aveva visto in Cirullus ma lei cercò di convincerlo che oramai Ciryllus era diventato buono e non avrebbe creato problemi; Bill si convinse e mandò tutti a dormire. L’indomani il gruppo partì per sconfiggere il re di quel regno; arrivarono molto presto al castello, visto che Bill aveva spiegato loro come raggiungerlo, L’interno era enorme e un gran numero di soldati attaccarono il gruppo: Antony e claudia dovettero usare quasi tutta la loro energia per completare la magia di ghiaccio necessaria a fermare tutti i golem, Pax Sprecò la maggior parte della sua forza per distruggere le statue di ghiaccio. Nella lotta nessuno si era accorto che dal momento che erano entrati al castello Ciryllus si comportava in maniera molto strana, aveva un espressione quasi assente. Il gruppo si affrettò ad arrivare alla stanza del re del regno, appena entrati si trovarono davanti una stanza completamente creata con il fango, ma era inquietamente vuota. Nell’aria però si sentiva che qualcosa non andava, c’era molta energia negativa; mentre Pax si interrogava con gli altri membri del gruppo, con uno scatto fulmineo, da una delle pareti di fango uscì Astaroth, Golem gigantesco. << Ecco un altro gruppo di eroi che prova a prendere la chiave in mio possesso!!>>, disse Astaroth<<L’ultima volta che i prodi tentarono l’impresa uno di loro rimase ucciso e gli altri per lo shock dovettero fermarsi per un po’ di tempo; ma io non sarò debole come mio padre, io riuscirò a farvi fuori tutti>>, <<E come pensi di fare?>> gridò Antony<<Ora vedrete………>> rispose. Pax e gli altri capirono che era stato proprio lì che Rachel perse la vita per mano di John, ma non si lasciarono demoralizzare; nessuno di loro avrebbe perso la vita in quel combattimento.

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