Aglianico |
L'Aglianico
e' un vitigno a frutto rosso particolarmente diffuso in Basilicata e, in
quantita' minore, in Campania, nella provincia di Avellino. Esso ha
origini antichissime e la sua coltivazione era praticata ai primordi di
Roma e concorreva in maniera prevalente nella produzione del vino Falerno,
celebrato dai poeti dell'antichita' classica. Questo vitigno sarebbe stato
introdotto in Italia dai Greci (da ellenico), all'epoca della fondazione
di Cuma o poco piu' tardi, mentre la trasformazione del nome Hellenica in
Hellanica e quindi in Aglianico deve farsi risalire alla fine del XV
secolo, al tempo del dominio degli Aragona nel regno di Napoli. |
Airén |
E' la varietà più diffusa al mondo, occupa quasi un terzo dei vigneti della Spagna, da dove proviene. E' il principale componente del Brandy; insieme al Tempranillo, viene utilizzata per produrre vini rossi leggeri. Nel sud della Spagna è chiamata anche Lairén. Per molti aspetti è assimilabile al francese Ugni Blanc e, quindi, al nostro Trebbiano. Infatti è un'uva quasi neutra, spesso utilizzata per produrre vini di pronta beva o bianchi più pesanti ma con marcate sensazioni di ossidazione. |
Albana |
Vitigno a
frutto bianco diffuso soprattutto in Emilia Romagna dove, nella fascia
dell'Appennino che da Bologna verso levante si prolunga fino al mare,
interessando le province di Bologna, Forlì e Ravenna, da' origine
all'omonima Albana di Romagna D.O.C.G., la prima italiana riservata ad
un vino bianco. Si produce nelle tipologie Secco, Amabile, Dolce e
Passito. L'Albana Secco e' un vino beverino, di facile beva, che ben si
abbina a zuppe di verdura, frittate e torte di verdura, zuppe e fritture
miste di pesce. Le versioni dolci, nelle varie gradazioni, di prestano per
accompagnare frutta, macedonia, torte e pesticceria via via piu'
impegnativa fino ad arrivare al Passito che si fa apprezzare anche da solo
a fine o fuori pasto. Si racconta che, nel 435, la figlia dell'Imperatore
Teodo-sio, la bellissima Galla Placida, giunse nelle prime ore del giorno
in un paesotto della Romagna a cavallo di una giumenta bianca. La bellezza
della principessa confuse gli abitanti del luogo che, appena la videro, le
offrirono, in un grosso boccale di terracotta, un dolce ed ottimo vino del
luogo: l'Albana.
|
Aleatico |
Il vitigno Aleatico e' stato introdotto in Italia dalla Grecia in tempi remoti, trovando fertile terreno prima in Puglia, dove tuttora da luogo ad una consistente produzione, per poi diffondersi in poche altre piccole zone della penisola, in particolare sulle colline che circondano il Lago di Bolsena, dove da' origine all'Aleatico di Gradoli. Il vino prodotto da uve Aleatico, si presenta di colore rosso granato con tonalita' violacee; profumo finemente aromatico e caratteristico; sapore di frutto fresco, morbido, vellutato, dolce.
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Ansonica |
Uva bianca coltivata prevalentemente in Sicilia con il nome di Inzolia e, in minima parte sulle coste dell'alto Lazio e in Toscana (soprattutto nell'Isola d'Elba). Ha foglia medio-grande, pentalobata, di colore verde chiaro; grappolo grosso, con chicchi radi ma grandi e regolari, buccia giallo-dorata tendente all'ambrato. Dà il meglio di sé con climi caldi e ventilati. Si ossida facilmente. Può dare vini di corpo e lungo invecchiamento. In Sicilia costituisce un'apprezzata componente aromatica (noce) di molti vini bianchi secchi, spesso in uvaggio con il Catarratto. |
Arneis |
Vitigno
piemontese originario del Roero. In passato veniva chiamato anche
Bianchetta o Nebbiolo Bianco. Al di fuori del Piemonte, è presente anche
in Sardegna. Ha germoglio con apice cotonoso, di colore bianco-verdastro
con orli sfumati di rosa. La foglia è di media grandezza, cuneiforme o
pentagonale con tre o cinque lobi (dipende dai cloni); grappolo medio o
medio-piccolo, cilindrico-piramidale, spesso alato; l'acino è
medio-piccolo ed ellissoidale, di colore giallo-verdastro con abbondante
pruina. Ha notevole vigoria ed elevata fertilità. Dà vini bianchi di
buona personalità con piacevoli sensazioni fruttate, da consumare entro
uno-due anni a causa della non abbondante presenza di acidità. Ne esiste
anche una versione passita. |
Barbera |
Vitigno
a frutto rosso da cui si ricava il vino omonimo, diffuso in tutta Italia
dove da' origine a ben 7 diverse D.O.C. (Barbera dei Colli Bolognesi,
Barbera dei Colli Piacentini, Barbera dei Colli Tortonesi, Barbera d'Alba,
Barbera d'Asti e Barbera del Monferrato) e costituisce la base di
numerosissimi vini da tavola. Le origini del vitigno Barbera sono
antichissime, ma la prima testimonianza si trova in un documento del
milleseicento conservato nel municipio di Nizza Monferrato. La duttilita'
di questo vitigno e' tale che da esso si possono ricavare tanto vini
freschi e frizzanti, di pronta beva, come vini piu' strutturati, adatti ad
un medio invecchiamento (3-5 anni). Barbera
del Monferrato: giovane di
medio corpo |
Blanc
de Morgex |
E' l'unico
vitigno autoctono valdostano a bacca bianca. Attualmente è coltivato in
coltura specializzata solo nei vigneti dell'alta Valle d'Aosta, da La
Salle a Morgex, allevato secondo tradizione a pergola
bassa, fino a un'altitudine di 1100 metri sul livello del mare;
nel resto della Valle non è raro trovare ancora dei vecchi pergolati di
Prié, nei pressi di vecchie abitazioni rurali. |
Bonarda |
Detta anche Bonarda di Chieri o Bonarda del Monferrato. Viene spesso confusa con la Croatina o con l'Uva Rara, che sono vitigni ben distinti. E' coltivata pervalentemente nelle province di Torino e Asti |
Bovale
sardo |
Chiamato
"Muristellu", che e' anche il nome con cui veniva individuato
questo vino fin dal Settecento. La sua provenienza dovrebbe essere
spagnola, legata all'arrivo degli Aragonesi in Sardegna, con una prima
diffusione nella zona di Alghero. |
Bracchetto |
Autoctono
piemontese |
Cabernet |
Vitigno
a frutto rosso diffuso in Francia particolarmente nella zona di Bordeaux
dove rappresenta la componente principale dell'uvaggio di alcuni dei piu'
prestigiosi vini del mondo. Dalla Francia si e' diffuso in tutte le zone
in cui esiste la volonta' di produrre vini di grande pregio, quali la
California, il Sud Africa, la Nuova Zelanda, l'Australia. In Italia e'
particolarmente diffuso nelle Tre Venezie dove si contano ben 25 D.O.C. di
Cabernet, ma impianti di questo vitigno si stanno diffondendo in ogni
regione dando origine a vini di grande pregio, apprezzati in tutto il
mondo ma classificati per legge come "vini da tavola", quali il
Sassicaia, il Tignanello ed il Tavernelle in Toscana ed il Darmagi in
Piemonte. |
Cagnina |
Le origini del vitigno Cagnina sono
quasi sicuramente friulane e si ritiene che sia stato introdotto in
Romagna verso il XIII secolo, quando per la costruzione dei piu'
importanti monumenti bizantini di Ravenna si importavano grandi quantita'
di pietra calcarea dal Carso e dalla Dalmazia. |
Canaiolo
nero |
E' l'uva che apporta morbidezza nella composizione del Chianti; nel Settecento era addirittura più popolare del Sangiovese. Oggi è utilizzata soprattutto nelle regioni centrali d'Italia, sempre in assemblaggio, salvo qualche caso sporadico |
Cannonau |
Varietà sarda, probabilmente omonima della Garnacha spagnola e della Grenache francese. I suoi sinonimi principali sono: Cannonao, Cannonadu, Canonau, Cannonatu. Ha foglia media, trilobata o pentalobata, verde lucida; grappolo medio, serrato, conico o cilindrico-conico, raramente alato; acino medio, rotondo, con buccia sottile nero-violacea, ricca di pruina. Ha una buona vigoria ed è molto produttiva. |
Carignan |
E' l'uva a
bacca nera più coltivata in Francia, qualitativamente scarsa, ma molto
produttiva. Incontra ancora notevole resistenza all'espianto, soprattutto
in Languedoc. In Italia è chiamata Carignano ed è presente in
Sardegna, mentre in Spagna è detta Cariñena. Se si pensa che è
molto sensibile all'oidio e alla peronospora, è soggetta al marciume e può
essere infestata dai vermi dell'uva, viene da chiedersi perché è ancora
così massicciamente coltivata, al punto da aver costretto molte
denominazioni a tenerne conto, pur non apportando ai vini caratteristiche
interessanti o che ne giustifichino la presenza. L'unico fattore rimane,
quindi, la sua grande capacità produttiva che però, dato il netto
cambiamento che il processo vitivinicolo sta avendo in tutto il mondo, non
è più ragione sufficiente. Ha foglia di media grandezza, pentagonale e
pentalobata; grappolo medio, conico o cilindrico-conico, spesso
piramidale, alato, compatto o semi-compatto; acino medio, ovoidale, con
buccia di medio spessore, blu-violacea e pruinosa. Forse la sua migliore
espressione la trova proprio in Sardegna, in particolare nel |
catarratto |
E' un vitigno a bacca bianca,
coltivato quasi esclusivamente in Sicilia |
Chardonnay |
Vitigno
a frutto bianco molto diffuso in Francia dove rappresenta la componente
principale dell'uvaggio di alcuni dei piu' prestigiosi vini del mondo,
quali lo Champagne, lo Chablis, il Corton-Charlemagne, il Mersault, il
Montrachet, il Pouilly-Fuiss‚. Dalla Francia si e' diffuso in tutte le
zone in cui esiste la volonta' di produrre vini di grande pregio, quali la
California, il Sud Africa, la Nuova Zelanda, l'Australia. In Italia e'
particolarmente diffuso nelle zone a vocazione spumantistica, quali il
Trentino, l'Alto Adige e la Franciacorta. Le D.O.C. italiane di Chardonnay
sono 4 (Chardonnay Alto Adige, Chardonnay Grave del Friuli, Chardonnay
Lison-Pramaggiore e Chardonnay Trentino), ma impianti di questo vitigno si
stanno diffondendo in ogni regione dando origine a vini di grande pregio,
apprezzati in tutto il mondo ma classificati per legge come "vini da
tavola". |
Cortese |
Vitigno
piemontese di origini molto antiche, caratterizzato da fibra resistente. |
Croatina |
Vitigno
a bacca nera, le cui origini risalgono alla seconda metà dell'800. Ne
parlano il Di Rovasenda (1877), il Molon (1906), Demara e Leardi (1875).
Si ritiene che nella zona di Rovescala (Oltrepò Pavese) fosse presente
sin dal Medio Evo. La sua notevole resistenza all'oidio ne favorì la
diffusione in tutto l'Oltrepò e nel Novarese, a scapito di vitigni
di maggior qualità ma più delicati come la Vespolina, il Nebbiolo
(Spanna) e la Moradella. Ha molti sinonimi, fra cui: Croata, Croattina,
Crovattina/o, Crovettina, Uga del zio, Neretto, Uva Vermiglia, Nebbiolo di
Gattinara e Bonarda di Rovescala. Ha folgia media o medio-piccola,
allungata e pentagonale, quinquelobata o trilobata; grappolo grande,
conico allungato, alato, di media compattezza o compatto; acino medio, di
forma sferoidale regolare, con buccia di colore turchino, spessa e
coriacea, abbondantemente ricoperta di pruina. Viene erroneamente confusa
con la Bonarda Novarese. Ha una produzione abbastanza elevata ma
altalenante, predilige terreni piuttosto profondi, franco-argillosi limosi
o argillosi, calcarei. |
Dolcetto |
Sono 7 i vini piemontesi che hanno ottenuto la DOC, il vitigno infatti è sensibile alla composizione del terreno ed assume sfumature diverse a seconda della provenienza. Il nome deriva dalla ricchezza zuccherina dell’uva, anche se in realtà è secco e leggermente amarognolo. |
Durello |
Uva
con elevato contenuto di ac. Malicoche la rende adatta alla produzione di
spumanti. Un tempo veniva principalmente esportata in Germania. |
Erbaluce |
Vitigno
piemontese. Prende il nome dalla dea Erbaluce. Le prime notizie sul
vitigno risalgono al 1606 nel libro di Giovan Battista Croce |
Falenghina |
Vitigno a bacca bianca, più
volte confuso con altri, le cui origini rimangono incerte; le notizie
raccolte risalgono più o meno al 1825. Attualmente è diffuso
prevalentemente in Campania e trova il suo habitat ideale nell'isola di
Procida, nella zona dei Campi Flegrei e nel Sannio, dove forse era già
coltivato in epoca romana. Una delle migliori qualità di quest'uva è
che, qualunque sia la zona dove viene coltivata, il vino che se ne ricava
conserva inalterate le sue caratteristiche organolettiche. |
Fiano |
I
Latini chiamavano Vitis Apiana, grazie alle api, particolarmente ghiotte
della dolcezza di queste uve. |
Fortana |
Le
sue origini risalgono agli Etruschi che abitarono la città di Spina, uno
dei più fiorenti porti dell'alto Adriatico, o forse provengono dalla
coltivazione della vite che fecero i monaci benedettini attorno
all'Abbazia di Pomposa nell'XI secolo. Altri sostengono che sia stato
importato a Ferrara dalla Costa d'Oro della Borgogna da Renata di Francia,
figlia di Luigi XII che nel 1528 venne sposa al duca d'Este Ercole II. |
Frappato |
Varietà a
bacca rossa, nota fin dal XVIII secolo, di origine incerta. Alcuni
studiosi la ritengono originaria della provincia di Siracusa, altri
affermano che sia stata introdotta dalla Spagna. E' molto diffusa in
Sicilia, ed in particolare nell'area di Vittoria. I suoi sinonimi più
usati sono Frappato Nero di Vittoria e Frappatu. Ha foglia media,
pentagonale, glabra e di colore verde intenso; grappolo lungo, serrato, in
molti casi serratissimo, al punto che quando gli acini giungono a
maturazione possono rompersi con una certa facilità ed essere soggetti al
marciume; può presentare una o due ali; acino medio, quasi rotondo, con
buccia grigio bluastra o rossastra. |
Freisa |
Le prime testimonianze in Piemonte risalgono alla fine del 1700 e già allora si distingueva una Freisa piccola e una Freisa grossa. Vitigno resistente agli sbalzi climatici e alle malattie. La coltivazione è estesa. Se ne producono 2 tipologie: Freisa asciutto e Freisa amabile, frizzante e spumante. |
Gaglioppo |
Vitigno a
bacca nera di probabile origine greca e diffusosi prevalentemente nelle
province calabresi di Cosenza e Catanzaro, ma sotto altri sinonimi anche
nelle Marche, in Umbria, Abruzzo, Campania e nella provincia di Messina.
Ha molte analogie genetiche con il Frappato.
|
Garganega |
Probabilmente originario della Grecia,
trova l’epicentro di produzione nelle zone di Soave e Gambellara nel
Veneto. In Sicilia è diffuso il Grecanico,
vitigno pressoché identico alla Garganega. |
Gewürztraminer |
Vitigno a buccia rosa, dalle origini discordanti. Goethe, ampelografo tedesco, lo identificava (1876) come originario di Tramin nel Tirolo, l'attuale Termeno (Bz). Per il Di Rovasenda (1877) ed il Galet (1990) era, nella versione a bacca rossa, proveniente dall'Alsazia, mentre il Bronner (1857) ha identificato sul Reno delle viti selvatiche del tutto simili a questo vitigno. Ha molti sinonimi, come Roter Traminer, Traminer Rosa, Termeno Aromatico, Savagnin Rose (Francia), Clevener, Roter Nürberger, Livora (Repubblica Ceca), Formentin Rouge (Ungheria), Mala Dinka (Bulgaria) e Runziva (Croazia). La foglia è piccola, pentagonale e tondeggiante, trilobata a volte quinquelobata; grappolo piccolo, tozzo, tronco-conico, a volte con 1-2 ali, compatto; acino medio, leggermente allungato, con buccia spessa di colore variabile da grigio a rosso-bruno, pruinosa. La polpa ha il caratteristico sapore aromatico che ricorda la rosa. |
Girò |
Vitigno
di origine spagnola. Diffuso nel 700 in Sardegna. |
Grecanico |
Varietà a bacca bianca, probabilmente appartenente alla stessa famiglia del Garganega, è molto usata in Sicilia dove è stata importata, come suggerisce lo stesso nome, dai Greci. Ne sono coltivati circa 5.000 ha, fa parte di alcune d.o.c. ed ha alcune affinità aromatiche con il Sauvignon, anche se è un vitigno del quale non sono state ancora completamente espresse le qualità. |
Greco |
Vitigno originario della Tessaglia,
in Grecia ed importato in Italia dai Pelasgi che ne diffusero la
coltivazione in tutte le zone del meridione di loro influenza. Da esso
originano numerosi vini, tutti ricchi di storia, quali il Greco di Tufo,
prodotto nell'Avellinese, il Lacryma Christi, prodotto nei vigneti alle
falde del Vesuvio, l'Erbaluce, prodotto in provincia di Novara. Il piu'
prestigioso vino ricavato attualmente da uve Greco, ed il piu' vicino a
quello cantato dai poeti latini, e', per•, il "Greco di
Bianco", noto anche come "Greco di Gerace", sicuramente il
vino italiano di cui si abbia la piu' antica testimonianza storica, legata
alla battaglia sul fiume Sagra, in Calabria, combattuta nel 560 a.C. da
10.000 locresi che, grazie al vigore loro fornito da abbondanti libagioni
di Greco, sconfissero l'esercito di Crotone, composto di ben 130.000
solati. Il Greco di Bianco D.O.C. e' un vino dal colore giallo tendente al
dorato con riflessi ambrati, profumo etereo, caratteristico, con sentori
che spaziano attraverso tutte le modulazioni della frutta secca, ritrovati
poi nel sapore, che e' morbido, armonico, con retrogusto caratteristico.
Si beve a 15°C gustandolo da solo o in abbinamennto a pasticceria secca e
torte a base di pasta di mandorle. |
Grignolino |
Le
prime notizie risalgono in Piemonte alla fine del 1700. L’etimologia
deriva da “gragnole” termine dialettale per indicare i vinaccioli.
Ebbe tra gli estimatori Carlo Gonzaga di Spagna e re Umberto I |
Harslevelue |
Varietà ungherese a bacca bianca, aromatica, che contribuisce con i suoi profumi speziati ad arricchire il bouquet del Tokaji dolce. Matura piuttosto tardi ed è facilmente attaccabile dalla Botrytis cinerea (la famosa muffa nobile). Viene utilizzata anche nella produzione di vini da monovitigno, con caratteristiche qualitative molto variabili; quando raggiunge la migliore qualità, offre vini di colore oro-verde, densi, ricchi di aromi intensi. Il termine Harsleveue significa "foglia di tiglio" e viene tradotto in molti sinonimi, fra cui Feuille de Tilleul, Lipovina, Lindenblättrige. La varietà è coltivata prevalentemente a Debro, ma anche a Siklòs e nella zona di Villany (estremo sud dell'Ungheria) dove dà vini di corpo. Si trova anche in Slovacchia e Sudafrica. |
Lacrima |
Antico vitigno
coltivato solo nelle Marche. AN. |
Lagrein |
Verietà
autoctona del Trentino. Il nome ha suscitato più volte l'impressione che
la sua provenienza potesse essere la Val Lagarina, in realtà vi sono
testimonianze che risalgono al XVI secolo che raccontano dell'esistenza di
questo vitigno a bacca nera in Alto Adige. E' quasi certo che Lagrein
derivi da Lagara, colonia della Magna Grecia famosa per il vino Lagaritanos.
Di questo vitigno sono particolarmente conosciuti due biotipi che si
distinguono per la diversa forma e dimensione del grappolo: Lagrein a
grappolo corto e Lagrein a grappolo lungo, con caratteristiche
organolettiche diverse. Nelle zone tipiche dove viene coltivato, il vino
Lagrein che se ne ottiene prevede due tipologie: rosato e scuro. |
Lambrusco |
Vitigno a frutto rosso diffuso
particolarmente in Emilia Romagna, dove da' origine alle D.O.C.
"Lambrusco di Sorbara", "Lambrusco grasparossa di
Castelvetro", "Lambrusco reggiano", "Lambrusco
salamino di S. Croce". E' un vino dalla spuma vivace, evanescente,
dal colore rosso di varia intensita', dal profumo gradevole con sentore di
violetta; sapore asciutto o amabile, fresco, sapido armonico e frizzante;
Servito a 14-16°C si accompagna idealmente con minestre e primi piatti
tradizionali emiliani, salumi, cotechino e zampone, piatti a base di uova,
carni e verdure fritte. |
Malbech |
Vitigno a bacca nera di origine francese, molto diffuso nel bordolese. Anche in Italia, era molto coltivato, fino all'aumento di interesse nei confronti del Cabernet e del Merlot, che ne hanno ridotto notevolmente l'utilizzo. Il Malbech è giunto in Italia intorno alla metà del secolo scorso, ma date sicure le ritroviamo solo nel 1881, quando il Conte Provana di Collegno (Torino) illustra il suo Malbech all'esposizione ampelografica di Pinerolo. Attualmente è coltivato nel Veneto e in Friuli, e scarsamente in altre regioni italiane. Secondo alcuni studiosi della vite, molto spesso il Malbech viene confuso con delle selezioni clonali particolari di Merlot. |
Malvasia |
Vitigno
originario dalla Grecia il cui vino era considerato da Marsilio Ficino,
filosofo rinascimentale, un rimedio sicuro contro la peste. |
Manzoni |
Bianco. I.M. 6-0-13. Con questa fredda sigla l'illustre botanico della vite Giovanni Manzoni, per molti anni preside della Scuola Enologica di Conegliano, indicò uno dei più riusciti incroci della sua lunga carriera di ampelografo. Sarebbe più semplice e più giusto chiamarlo Manzoni, così come si fece per il Müller Thurgau, ma si potrebbe incorrere in confusione con altri incroci, figli dello stesso Manzoni, anche se non altrettanto famosi. Il Pinot bianco e il Riesling fungono da madre e da padre a questo figlio eccezionale. Discretamente diffuso nel Veneto, specie in provincia di Treviso, bistrattato dalla regolamentazione CEE che non lo include fra i raccomandati in Friuli, questo vitigno ha preso una certa diffusione nella zona del Medio Friuli, fra le grave del Tagliamento e del Meduna. È stata chiesta l'ammissione fra i vitigni raccomandati, in quanto vitigno degno della più alta considerazione. |
Marzemino |
Nome sotto il quale erano conosciuti molti vitigni a bacca nera diversi fra loro. Il più noto è quello originario del Veneto, oggi presente anche in Trentino, Lombardia, Friuli ed Emilia. Non a caso ha molti sinonimi: Bassamino, Barzemin Berzamino, Berzemino, Marzemina, Marzemino Gentile, Marzemino d'Istria, Capolico ecc. L'Acerbi, nel 1825, indicava 8 biotipi di Marzemino. Attualmente i biotipi esistenti sono raccolti in due grandi gruppi, le cui differenze sono rilevabili grazie alla presenza o meno di tomento (peluria) nella pagina inferiore della foglia, per le caratteristiche del rachide (erbaceo o legnoso), dalla consistenza della bacca e dallo spessore dell'epidermide. I due gruppi sono rappresentati dal Marzemino Gentile o Comune e dalla Marzemina o Marzemina Padovano. Ha foglia media, pentagonale e trilobata, più raramente con 5 lobi accennati; grappolo lungo, cilindrico-piramidale con una o due ali, mediamente compatto; acino medio, sferoidale, buccia sottile ma consistente, con molta pruina, di colore blu-nerastro. Durante il periodo estivo, tutta la vegetazione assume una colorazione rosso violacea. E' un vitigno che trova il suo habitat naturale in terreni calcarei argillosi o basaltici, ben esposti e riparati, non molto fertili; è molto sensibile all'oidio, alla botrite e al marciume acido, mentre resiste abbastanza alla peronospora. |
Merlot |
Vitigno a frutto rosso diffuso in Francia particolarmente nella zona di Bordeaux dove insieme al Cabernet forma l'uvaggio base di alcuni dei piu' prestigiosi vini del mondo. Dalla Francia si e' diffuso in tutte le zone in cui esiste la volonta' di produrre vini di grande pregio, quali la California, il Sud Africa, la Nuova Zelanda, l'Australia. In Italia e' particolarmente diffuso nelle Tre Venezie, ma la sua coltivazione e' dilagata in ogni regione ed attualmente si contano ben 15 D.O.C. di Merlot. Al di fuori delle D.O.C., il Merlot, soprattutto associato al Cabernet, sta dando origine a vini di grande pregio, molto apprezzati anche all'estero ma classificati per legge come "vini da tavola". |
Monica |
Probabilmente
importato in Sardegna dalla Spagna. |
Montepulciano |
Citta'
della toscana in provincia di Siena e vitigno a frutto rosso in nessuna
relazione tra loro. Nei vigneti che circondano citta' toscana si produce
il Vino Nobile di Montepulciano D.O.C.G., da uve áangiovese grosso
(localmente chiamato Prugnolo gentile), Canaiolo nero, Malvasia del
Chianti e Trebbiano Toscano. E' uno dei piu' prestigiosi vini rossi
italiani, adatto a lungo invecchiamento (due anni di affinamento in botti
di legno sono obbligatori), da bersi alla temperatura di 18°C in
abbinamento ad arrosti di carni rosse, pollame nobile, caggiagione e
selvaggina. Il vitigno Montepulciano, invece, e' diffuso principalmente
nell'Italia centro-orientale (Marche e Abruzzo) dove concorre all'uvaggio
di molti vini D.O.C. e da solo, con una piccola aggiunta di Sangiovese
(massimo 15%), da' vita al Montepulciano d'Abruzzo D.O.C., vino rosso
corposo, dal sapore asciutto, sapido, morbido, leggermente tannico, da
sottoporre solo a breve invecchiamento e da bersi alla temperatura di
16-18°C con primi piatti al sugo di carne, grigliate di carni bianche e
rosse, agnello brodettato, pollo e coniglio alla cacciatora. |
Montuni |
Il
vitigno "Montuni", detto anche "Montu'", e' molto
diffuso in provincia di Bologna ed in una zona confinante nella provincia
di Modena, dove ha raggiunto la massima diffusione verso la fine del
secolo scorso. In Romagna e' diffuso con il nome di Bianchina" o
"Bianchetto". |
Moscato |
Vitigno aromatico a frutto bianco,
diffuso fin dall'antichita' in tutto il Mediterraneo ed attualmente
coltivato in ogni regione italiana, dove da' origine a ben 15 D.O.C. I
vini prodotti con uva Moscato sono dolci, gradevoli e profumatissimi, e da
zona a zona sono vinificati in maniera diversa per cui le tipologie
spaziano dal filtrato dolce, allo spumante, al passito, al liquoroso. E'
il vitigno base per la produzione dell'Asti Spumante che rappresenta da
sempre uno dei piu' grandi successi enologici e commerciali dell'Italia in
tutto il mondo. |
Muller
Thurgau |
Vitigno di recente creazione, ottenuto dai ricercatori tedeschi incrociando il Sylvaner con il Riesling. E' molto diffuso in Germania ed in Austria. In Italia viene coltivato con successo in Trentino, in Alto Adige ed in Valle d'Aosta, dove forma 5 diverse D.O.C.. Il vino che se ne ricava ha colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, prufumo delicato e lievemente aromatico, sapore asciutto, fresco, fruttato ed armonico. E' consigliabile servirlo alla temperatura di 10°C, in abbinamento a piatti di pesce magro, al forno, al cartoccio, con salse bianche o in souffle'. |
Nasco |
E' uno dei vitigni a bacca bianca più antichi della Sardegna. Il suo nome potrebbe derivare dal latino "Muscus", da cui i termini dialettali Nuscu, Nascu. La sua diffusione limitata all'entroterra del porto di Karales lascia supporre che sia arrivato nell'isola tramite questo approdo. Il vino che se ne produce ha un caratteristico sentore "muschiato", ancor meglio esaltato da un eventuale residuo zuccherino (non a caso la tipologia più frequente è come vino da dessert). |
Nebbiolo |
Il
suo nome si riferisce alla tipica nebbiolina che si alza al mattino nel
periodo della vendemmia. Vitigno autoctono a frutto rosso le cui tracce in
Piemonte risalgono a prima del Seicento. Ben adatto ai climi invernali
freddi, e' uno dei vitigni nobili italiani per eccellenza, dal quale
derivano la maggior parte dei vini rossi di qualita' a lungo
invecchiamento della zona nord-occidentale del paese. Sono vini a base di
Nebbiolo: |
Negro
Amaro |
Vitigno a bacca
nera di origini incerte, forse introdotto dai greci nella zona Ionica. Il
suo nome deriva dal termine dialettale "niuru maru", per
il caratteristico colore nero dell'acino e il sapore ticamente amarognolo
del vino che se ne ricava. E' molto diffuso in Puglia. |
Nosiola |
Vitigno
coltivato solo nel Trentino |
Ormeasco |
Vitigno
di origine piemontese importato in Liguria durante l’occupazione di
Ormea. |
Ortrugo |
Uno dei più vecchi vitigni
coltivati nella provincia di Piacenza
|
Pagadebit
di romagna |
Il Pagadebit deve il suo nome alle
caratteristiche dell'uva omonima che concorre per l'85% nella formazione
del suo uvaggio. Si tratta di un vitigno estremamente fertile e
produttivo, dagli acini robusti e resistenti anche alle piu' avverse
condizioni climatiche, al punto da essere l'unico, in annate
particolarmente sfortunate, a fornire comunque frutti nel vigneto e
permettere, quindi, al contadino di poter effettuare ugualmente un seppur
minimo raccolto e "pagare i debiti" contratti durante l'annata
precedente. |
Passerina |
Autoctono
delle Marche. |
Picolit |
Vitigno
tipico dei Colli Orientali del Friuli. Fra
gli esaltatori del Picolit troviamo Goldoni,
il quale lo definisce fratello del Tokay ungherese. In tempi antichi ebbe
estimatori tra re e papi. Nell’800 scade di fama. |
Pigato |
Vitigno
dalle origini incerte che sembra derivare il suo nome datta tipica
macchiettatura degli acini. |
Pinot |
Famiglia di vitigni a frutto bianco e rosso, molto diffusi in Francia dove rappresentano la componente principale dell'uvaggio di alcuni dei piu' prestigiosi vini del mondo, quali lo Champagne (Pinot nero e Pinot meunier), e la Borgogna (da uve Pinot Nero si producono lo Chambertin, il Musigny ed il Roman‚e-Conti). In Italia e' particolarmente diffuso nelle zone a vocazione spumantistica, quali l'Oltrep• Pavese, il Trentino, l'Alto Adige e la Franciacorta. Le D.O.C. italiane di Pinot, nelle sue varieta' "bianco", grigio" e "nero" sono ben 4O, ma impianti di questo vitigno si stanno diffondendo in ogni regione dando origine a vini di grande pregio e successo, ma classificati per legge come "vini da tavola". |
Primitivo |
Chiamato
così perché precoce nella maturazione. |
Prosecco |
Vitigno a bacca bianca di origine incerta; è possibile che provenga dalla zona di Prosecco (da cui origina il nome), in provincia di Trieste, dove era conosciuto sotto il nome di Glera, da qui si è spinto fino alla zona dei Colli Euganei (Veneto), dove è diventato Serprina. Un'altra ipotesi suppone lo spostamento inverso, da occidente a oriente. Attualmente è coltivato come Prosecco sulla sponda sinistra del Piave, tra Valdobbiadene e Conegliano, dove ancora oggi è il vitigno più coltivato. Se ne conoscono diversi biotipi, tra cui il Prosecco tondo ed il Prosecco lungo, differenti prevalentemente per la forma dell'acino, il Prosecco Balbi che ha forte predisposizione all'acinellatura e il Prosecco dal peccol rosso. Un'altra versione si trovava in Dalmazia come Prosecco rosa, ma è praticamente estinto. |
Refosco |
Vitigno a frutto rosso particolarmente diffuso nella zona nord-orientale del Veneto ed in Friuli (autoctono friulano) Venezia Giulia, dove origina ben 5 diverse D.O.C.: Refosco (nostrano o dal peduncolo rosso) Colli Orientali del Friuli, Refosco dal peduncolo rosso Aquileia, Refosco dal peduncolo rosso Grave del Friuli, Refosco dal peduncolo rosso Lison-Pramaggiore, Refosco Latisana. Il Refosco e' un vino dal colore rosso violaceo intenso che tende al granato con l'invecchiamento; ha profumo vinoso, caratteristico e sapore asciutto, pieno, caldo, leggermente amarognolo. E' consigliabile servirlo alla temperatura di 16-18°C (leggermente piu' fresco se giovane o in estate) abbinandolo ad arrosti di carni bianche, stufati e spezzatini con verdure, pollo e coniglio alla cacciatora, formaggi vaccini duri e semiduri, anche ben stagionati. |
Ribolla |
Vitigno autoctono friulano a frutto bianco, recentemente rivalutato ed inserito nell'ambito della D.O.C. Colli Orientali del Friuli. Produce un vino dal colore giallo paglierino chiaro tendente al verdognolo, dal profumo caratteristico e sapore asciutto, vinoso, fresco ed armonico. E' consigliabile servirlo alla temperatura di 10°C in abbinamento a minestre e passati di verdura, pesci di mare e di lago salsati o brodettati. |
Riesling |
Vitigno a fruttobianco diffuso in Germania particolarmente nella zona del Reno e della Mosella. In Italia e' particolarmente diffuso nell'Oltrep• Pavese, in Emilia Romagna, in Trentino ed in Friuli Venezia Giulia dove si contano ben 15 D.O.C. di Riesling, nelle varieta' "italico" e "renano". E' un vitigno che si presta ottimamente anche alla produzione di vini spumanti secchi. |
Rossese |
Vitigno
a bacca rossa, di probabili origini liguri, anche se alcuni studiosi
affermano che sia stato importato dai Doria, che possedevano in Dolceacqua
un castello sin dal 1270.
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Sagrantino |
Vitigno a bacca nera importato probabilmente dai monaci bizantini dalla Grecia nel Medioevo. Il nome potrebbe derivare da sacrificio o da sacrestia. Viene nominato dalla Commissione Ampelografica di Foligno nel 1879 e dal Baldeschi nel 1893 come vitigno coltivato in Umbria sin da tempi antichi. La zona privilegiata per la coltivazione è Montefalco, ma sono coinvolti anche Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’ Umbria, tutti in provincia di Perugia. Ha foglia media, orbicolare, trilobata e raramente quinquelobata; grappolo medio o piccolo, cilindrico o cilindrico-conico, alato, semi-spargolo; acino medio, sferoidale, con buccia di colore nero piuttosto spessa e ricoperta da più o meno abbondante pruina. Predilige terreni a medio impasto, siliceo-argillosi; ha una produzione irregolare. Resiste molto bene ai freddi invernali e primaverili, tollera abbastanza bene l'oidio e il marciume, mentre è facilmente attaccabile dalla peronospora, soprattutto sulle foglie. Negli ultimi anni il Sagrantino è prepotentemente salito alla ribalta, grazie all'intenso lavoro di Marco Caprai, che ne ha esaltato al massimo le proprietà organolettiche e "domato" i tannini potentissimi (superiori a quelli del Nebbiolo). E' considerato uno dei più grandi vitigni rossi d'Italia. -SAGRANTINO DI MONTEFALCO. Umbria. Se ne produce anche un aromatico passito considerato il miglior vino da dessert dell’Italia centrale. DOCG |
Sangiovese |
Vitigno di secolare tradizione in
Romagna e nelle Marche. A frutto rosso tra i piu' diffusi in Italia
(Toscana) dove concorre, da solo o in uvaggio, a determinare qualita' e
caratteristiche di decine di vini D.O.C. La varieta' Sangiovese grosso e'
impiegata nel Brunello di Montalcino, mentre insieme ad altri vitigni
rossi firma alcuni dei piu' prestigiosi vini dell'Italia centrale. Il nome
deriverebbe da Monte Giove, collina in S. Arcangelo di Romagna e narra di
frati cappuccini che ebbero l’occasione di ospitare nel proprio convento
a S. Arcangelo un illustre personaggio a cui offrirono il vino prodotto.
Il vino fu particolarmente gradito, ma non aveva un nome, cos’ dato che
il convento si trovava su un colle chiamato Collis Jovis, un frate lo
battezzo Sanguis di Jovis che si contrasse in Sangiovese.
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Sauvignon |
Vitigno a frutto bianco molto diffuso in Francia dove rappresenta la componente principale di alcuni dei piu' prestigiosi vini del mondo, quali il Sauternes, il Pouilly-Fum‚ ed il Sancerre. Dalla Francia si e' diffuso in tutte le zone in cui esiste la volonta' di produrre vini di grande pregio, quali la California, il Sud Africa, la Nuova Zelanda, l'Australia. In Italia e' particolarmente diffuso in Emilia Romagna e nelle Tre Venezie. Le D.O.C. italiane di Sauvignon sono ben 12, ma impianti di questo vitigno si stanno diffondendo in ogni regione dando origine a vini di grande pregio ma classificati per legge come "vini da tavola".
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Schiava |
Coltivato diffusamente in Trentino
interviene nella composizione di diversi vini. Ne esistono più varità:
le più famose sono la gentile, la grigia e la grossa. Noto sin dal 1200
deriverebbe il suo nome dalla vite che un tempo si teneva a ceppo basso e
si potava corta, legando i tralci alla vite successiva, con il metodo
detto della “vigna schiava”.
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Sylvaner |
Vitigno di origine tedesca diffuso
in Alto Adige dove ha ottenuto il riconoscimento nell'ambito delle D.O.C.
"Terlano", "Alto Adige" e "Valle Isarco".
Produce un vino dal colore giallo verdognolo, con profumo delicato,
caratteristico e sapore asciutto, armonico, corposo. Si serve alla
temperatura di 10°C in abbinamento ad antipasti magri, minestre in brodo,
piatti di pesce in bianco o con salse delicate.
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Teroldego |
Vitigno a frutto rosso diffuso in
Trentino (autoctono) dove, nell'ambito del Campo rotaliano, cui fanno capo
i comuni di Mezzocorona, Mezzolombardo e la frazione di Grumo nel comune
di S. Michele all'Adige, da' origine alla D.O.C. Teroldego Rotaliano. E'
un vino molto piacevole, caratterizzato da un colore rosso rubino
piuttosto intenso, talora con orli violacei, tendente al rosso mattone con
l'invecchiamento; il profumo e' particolarmente intenso, caratteristico,
gradevolmente fruttato, e si fa etereo e persistente con l'invecchiamento;
il sapore e' asciutto, sapido, leggermente tannico, corposo, con lieve
gusto di mandorla, e piacevole retrogusto amarognolo. Va bevuto alla
temperatura di 18°C (piu' fresco in gioventu') abbinandolo a polenta al
sugo di carne, arrosti di carni bianche e rosse, stufati di manso, trippe
in umido, formaggi vaccini stagionati. Viene prodotto anche nel tipo
Rosato.
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Tinto
Cao |
Varietà già conosciuta nel 1600, il Tinto Cão è stato classificato nel 1791 come uno dei migliori vitigni in Portogallo, che dà vita ad un vino "colorito, forte e generoso". Dopo il Touriga Nacional è la varietà meno produttiva. Crescendo in piccoli grappoli con acini con buccia spessa, risulta resistente al caldo e alla luce diretta del sole ma, poiché il succo tende ad ossidarsi, vegeta meglio in luoghi freschi. Il frutto non ha tanta possibilità di raggiungere la piena maturazione quanto le altre quattro varietà. Quando cresce in luoghi freschi, l'alcolicità si aggira intorno al 12% con un leggero bouquet di fiori che diventa più delicato col passare del tempo. Il suo colore è meno intenso e la sua struttura è più delicata rispetto agli altri vitigni. Inoltre impiega circa cinque anni per mostrare appieno le sue qualità intrinseche. Ha un aroma floreale, abbastanza persistente e di gusto rotondo. Quando cresce in luoghi caldi, l'aroma è molto più speziato ma non risulta né piacevole da giovane, né fine da vecchio. E' stato piantato in via sperimentale anche a Davis in California.
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Tocai |
Vitigno a frutto, bianco diffuso
particolarmente in Friuli Venezia Giulia, in Veneto e nella Lombardia
orientale, dal quale hanno origine ben 12 vini D.O.C. Da non confondersi
con il quasi omonimo vino ungherese (Tokai), prodotto con uve Furmint ed
Harslevelu, che danno un vino passito liquoroso molto alcolico, il Tocai
prodotto in Italia e' un vino dal colore paglierino dorato chiaro,
tendente al citrino, profumo delicato e gradevole, sapore asciutto, caldo,
pieno, con lieve retrogusto amarognolo. Ha buon corpo, spesso associato ad
una robusta gradazione alcolica che lo rende adatto a maturare oltre la
media dei vini bianchi (anche 2-3 anni). E' consigliabile berlo alla
temperatura di 10°C. abbinandolo ad antipasti saporiti, pesce azzurro e
di lago arrosto o in umido, zuppe di pesce, piatti a base di uova. Esiste
anche un "Tocai rosso" prodotto in piccole quantita' qua e la'
per l'Italia (in provincia di Macerata, di Piacenza, di Alessandria, di
Cuneo) ed incluso anche nella D.O.C. Colli Berici, prodotta nella zona dei
colli omonimi, in provincia di Vicenza, probabilmente importato
originariamente in Veneto proprio dall'Ungheria, ai tempi in cui regnava
Maria Teresa d'Austria.
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Touriga
Francesa |
Nonostante il nome, Francesa, questo vitigno è rigorosamente del Douro con nessuna connessione con una qualsiasi varietà francese. E' stato menzionato per la prima volta con questa denominazione solo nel 1940. Anche se risulta di alta qualità ed interesse, è meno fine delle altre varietà di Touriga. Il colore è buono e abbastanza duraturo, ma non tanto quanto per il Nacional o il Roríz. Il Touriga Francesa raggiunge presto la maturazione in grappoli di media grandezza e la sua produttività è maggiore del Touriga Nacional e del Tinto Cáo e minore del Tinta Roriz. Anche se abbastanza adattabile a terreni diversi, esso necessita di un clima caldo per ottenere il grado alcolico necessario al Porto: raggiunge circa il 12% di gradazione alcolica, ha un eccellente PH di 3,45 ed è ricco di fenoli. Il suo aroma è il più floreale fra tutti con predominanza di rosa. Nelle buone annate si evidenzia anche il sentore di eliantemo. Meno aggressivo del Roriz, il profumo di frutta e la nota tannica sono ben bilanciati ma non di grande qualità. Nonostante abbia un gusto persistente ed intenso, si sente molto la terra. Malgrado quanto detto, esso risulta un ottimo vino da taglio per la sua struttura e per le sue componenti aromatiche fiorite. |
Traminer |
Vitigno aromatico a frutto bianco
originario del territorio di Termeno (Tramin) a sud del lago di Caldaro,
in provincia di Bolzano, e di qui diffuso in tutto l'Alto Adige, in
Trentino e nel Friuli Venezia Giulia. In queste regioni si contano ben 7
vini D.O.C. prodotti con questo vitigno, al cui nome si aggiunge
abitualmente la specifica "aromatico", per sottolineare la
straordinaria prorompenza del suo profumo, intenso e caratteristico che si
evolve in bouquet con l'invecchiamento. Il colore e' giallo dorato, mentre
il gusto e' asciutto, morbido, leggermente amarognolo, anch'esso
gradevolmente aromatico. Servito alla temperatura di 8-10°C, si abbina
magnificamente con creme di verdure, minestre, preparazioni a base di
fegato d'oca, crostacei a carne dolce. E' anche un ottimo aperitivo.
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Trebbiano |
Famiglia di vitigni a frutto bianco
tra i piu' diffusi in Italia, presenti nell'uvaggio di decine e decine di
vini D.O.C., sia bianchi che rossi. Da solo forma 6 diverse D.O.C.
(Trebbiano Val Trebbia dei Colli Piacentini, Trebbiano di Aprilia,
Trebbiano di Arborea, Trebbiano di Capriano del Colle, Trebbiano
d'Abruzzo, Trebbiano di Romagna). La sua vasta diffusione e' dovuta alla
capacita' di adattarsi alle piu' diverse tipologie di terreno e condizioni
climatiche, alla grande produttivita' ed alle caratteristiche del vino che
ne deriva, generalmente gradevole e corretto e facilmente commerciabile
perch‚ sufficientemente neutro per essere impiegato in unione con altri
vini dalla personalita' piu' spiccata, senza sopraffarli anche se
utilizzato in elevate percentuali.
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Verdicchio |
Vitigno a frutto bianco diffuso
nella zona centrale delle Marche, dove da' origine alle D.O.C. Verdicchio
dei Castelli di Jesi, in provincia di Ancona, e Verdicchio di Matelica, in
provincia di Macerata. In entrambi i casi e' ammessa l'aggiunta di una
piccola percentuale (massimo 15%) i Malvasia Toscana e Trebbiano toscano.
Il Verdicchio e' un vino dal colore paglierino tenue, brillante; profumo
delicato, caratteristico, sapore asciutto, armonico, con retrogusto
gradevolmente amarognolo. Si serve alla temperatura di 10°C in
abbinamento a primi piatti con salse a base di pesce, pesci dalle carni
delicate cotti con salse a base dello stesso vino, triglie all'anconetana,
primi piatti importanti e carni bianche cucinate semplicemente. Viene
prodotto anche nel tipo spumante.
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Verdiso |
Probabilmente
originario della zona dei Colli Euganei, viene citato già nel '700 come
presente nella zona di Conegliano; nel XIX secolo è così diffuso da
superare per produzione qualsiasi altro vitigno a bacca bianca della zona.
Impiegato nella produzione del Prosecco, per aumentarne l'acidità e la
sapidità, è importante per equilibrare la componente acida nelle annate
calde e nelle esposizioni più favorevoli. Oggi si cerca di valorizzarlo
utilizzandolo in purezza, per ottenere un vino gradevole ed armonico. Ha
grappolo di media grandezza, con peduncolo molto lungo ed erbaceo; acino
di colore giallo citrino. Le nervature delle foglie rimangono verdi più a
lungo della lamina ed in autunno, l'aspetto è quello di un reticolo verde
disteso sul giallo del vigneto. |
Verduzzo |
Vitigno a frutto bianco molto
diffuso in Veneto e Friuli Venezia Giulia, dove origina ben 7 diverse
D.O.C.: Verduzzo (friulano) dei Colli Orientali del Friuli, Verduzzo
friulano Aquileia, Verduzzo friulano Grave del Friuli, Verduzzo friulano
Isonzo, Verduzzo friulano Latisana, Verduzzo friulano Lison-Pramaggiore,
Verduzzo friulano Piave. Il Verduzzo e' un vino dal colore giallo dorato
piu' o meno carico; profumo vinoso, caratteristico e fruttato; sapore
asciutto o amabile, fruttato, di corpo, lievemente tannico. E'
consigliabile servirlo alla temperatura di 10°C abbinandolo (il tipo
secco) a piatti di pesce di lago e di mare, soprattutto in umido o
brodettati, fritture miste, seppie e totani in tegame.
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Vermentino |
Vitigno a frutto bianco
particolarmente diffuso in Liguria e Sardegna dove origina 3 diverse
D.O.C.: Vermentino di Gallura, Vermentino di Sardegna, Vermentino Riviera
Ligure di Ponente. Con le dovute diversita' determinate dal clima e dai
terreni, da' origine a vini dal colore giallo paglierino, spesso con
riflessi verdolini, talvolta tenue, ma sempre brillante; il profumo e'
intenso, sottile, spesso vinoso con bouquet delicato e persistente; il
sapore spazia dal secco all'amabile (soprattutto per il Vermentino
prodotto in Sardegna), e' sapido ed acidulo con un fondo amarognolo molto
gradevole. Va servito alla temperatura di 8-10°C in abbinamento a
crostacei, molluschi e frutti di mare, piatti di pesce cucinati
semplicemente per il Vermentino ligure, arrosto o con sughi saporiti
quello sardo.
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Vernaccia |
Nome attribuito, in Italia, a vitigni diversi che danno origine ciascuno a vini dalla diversa tipologia. In riferimento al nome "Vernaccia" esistono tre diverse D.O.C. La Vernaccia di San Gimignano e' prodotta dal vitigno omonimo in Toscana nel territorio del comune di San Gimignano, in provincia di Siena. La Vernaccia di Serrapetrona, in provincia di macerata, nelle Marche. La Vernaccia di Oristano e' prodotta dal vitigno omonimo a frutto bianco in Sardegna. Sull’etimologia del nome vernaccia sono state fatte numerose ipotesi: una fa derivare il nome dal termine latino “vernaculus” cioè “del posto, locale”, mentre un’altra attribuisce l’origine al nome di un paese ligure, Vernazza. -VERNACCIA DI SAN GIMINIANO: Toscana. Bianco secco dal colore giallo dorato chiaro, profumo fine e penetrante, sapore asciutto, fresco armonico, leggermente amarognolo, da servirsi fresca (10°C) con piatti di pesce di lago arrosto o con sughi elaborati, carni bianche, salumi, salsicce e prosciutto stagionato. E’ stato il primo vino italiano ad ottenere la DOC nel 1966. Vide tra i suoi estimatori Papa Martino IV (1200), Ludovico il Moro (1400) che ne ordinò 200 fiaschi in occasione delle nozze del nipote Gian Galeazzo. -LA VERNACCIA DI SERRAPETRONA: Marche. Vernaccia di Serrapetrona + Sangiovese + Montepulciano + Ciliegiolo. Vino spumante rubino dalla spuma persistente, vinoso aromatico, dal sapore amabile o dolce, da servirsi a 12-14°C con torte di frutta e pasticceria con creme delicate. -VERNACCIA DI ORISTANO: molto alcolico (grado minimo 15%), invecchiato per almeno due anni in botti di rovere, dal colore giallo ambrato, piu' o meno carico a seconda dell'invecchiamento, profumo delicato, etereo, con un intenso bouquet dal caratteristico sentore di mandorlo in fiore, sapore asciutto, sapido, fine, sottile, caldo, su un fondo leggermente amarognolo di mandorle amare; viene servita alla temperatura di 5-7°C come aperitivo, con la bottarga e con il salmone affumicato, oppure a 8-10°C con zuppe di pesce piccanti e speziate, e pesce azzurro di grosso taglio grigliato. Fu la Giudicessa Eleonora d’Arborea nel 1300 a promuovere la diffusione della Vernaccia emanando la “Corte de logu” raccolta di leggi, dove sono riportate anche norme per la disciplina dei vigneti.
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Vien
de Nus |
E',
insieme al Petit
rouge, il vitigno autoctono a bacca rossa più coltivato e
diffuso sul comprensorio viticolo della Valle d'Aosta. |
Zibibbo |
-MOSCATO
DI PANTELLERIA. Sicilia. Si racconta che la dea Tanit, invaghitasi di
Apollo, salì sull’olimpo e sostituì all’ambrosia il vino di
Pantelleria e Apolli si innamorò. |