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(1936-1964) Antonio
Teutonico "Il Calcolatore"
Il paese di
origine del Teutonico fu S. Elia a Pianisi (CB), che registrò la sua
nascita il 28 agosto 1874. La sua famiglia vantava una nobile
tradizione di sacerdoti. Entrò, appena giovanetto, nel seminario di
Benevento e prosegui gli studi a Roma nel Collegio Capranica, per
laurearsi, alla Gregoriana, in Filosofia e Scienze matematiche. Divenne
Sacerdote l’il luglio del 1897, consacrato nella cattedrale di Benevento.
E già nell’ottobre dello stesso anno veniva nominato Vicedirettore e
professore nel seminario di Nusco. Richiamato in Diocesi, insegnò per
alcuni anni filosofia e scienze matematiche nel Liceo
Arcivescovile. Nel 1904, morendo l’arciprete di 5. Elia, suo zio, fu
nominato parroco. Si adoperò, in questo nuovo ministero per ncrementare
la vita cristiana e restaurare la vetusta chiesa parrocchiale, creando
pure un asilo per l’infanzia abbandonata. Nel 1931 l’Arcivescovo Piazza
lo prescelse quale suo Vicario generale, ma il Teutonico accettò
l’incarico con il titolo di “Delegato vescovile” unicamente per non
lasciare la sua parrocchia. Di carattere forte e disciplinato, con una
mente calcolatrice in un fisico non slanciato ma solido, affrontava le
difficoltà coraggiosamente, perciò in Benevento si diede ad espletare
pratiche ingarbugliate, sistemando in poco tempo l’Ufficio
Amministrativo. Dimostrando particolari doti, la S. Sede volle
affidargli un campo più vasto di lavoro ed, appena si rese vacante la
Diocesi di Aversa, ne occupò la sede il Teutonico, promosso
Vescovo. Fece il solenne ingresso in Diocesi il 15 novembre 1936,
accolto festosamente dal clero, autorità e popolo, secondo la
circostanza. Il Teutonico si trovò ad agire in tempo che si può
suddividere in prebelllico e post-bellico. Nei primi 4 anni di lavoro
apostolico (prebellico), dal 1936 aI 1940 egli riordinò la vita cristiana
delle pop,plazioni e sistemò lo stato partimoniale della Diocesi. Visitò
paesi, avvicinò clero ed autorità, ebbe contatti con i fedeli, passando
nél 1939 alla prima Visita Pastorale, per formarsi, come lui stesso
afferma, “una conoscenza più completa dei luoghi e delle persone”. Ne
farà, durante gli anni del suo magistero, tre, neI 1947, nel 1957 e nel
1959. E, se nella mattinata riceveva in episcopio ed ascoltava udienze,
nel pomeriggio si portava nelle parrocchie per toccare personalmente lo
stato delle cose. Durante la guerra (secondo conflitto mondiale)
dimostrò in modo specifico le sue qualità e la sua esperienza, lavorò
intensamente ma metodicamente, non mancandogli la vigoria e la volontà.
Venne in aiuto ai bisogni delle popolazioni affamate o vittime del
disastro bellico. Così, terminata la guerra, provvide agli sfollati, ai
sinistrati ed ai profughi raccolti in campi baraccati; anzi mettendo a
disposizione il piccolo seminario (che era divenuto collegio vescovile)
per sistemare famiglie intere. Favorì, secondo i dettami pontifici,
aperture di case per accogliere fanciulli poveri ed abbandonati. Diede
un valido impulso all’Azione Cattolica, che favorì assieme al clero al
risveglio religioso delle popolazioni. E se tutta la Diocesi è un
cantiere di lavoro - per provvedere ai danni provocati dalla guerra - i
fedeli sono illuminati da missioni popolari, che si tengono in un periodo
d’incognite per l’italia, per la svolta politica del 1948. Il
tutto è affidato alla protezione della Vergine Maria, partecipando il 10
novembre del 1950 alla proclamazione dei Domma dell’Assunta e assistendo a
peregrinazioni mariane, concludendo nell’Anno Mariano (1964) con la
consacrazione della Diocesi al Cuore Immacolato di Maria. Amministrava,
Mons. Teutonico, saggiamente sia le qualità intellettuali e sia le sue
forze fisiche, tanto da arrivare all’età di 90 anni, seguitando a
lavorare, come per il passato, per la Diocesi. Colpevole unicamente di
aver superato l’età canonica, meritò di essere aiutato con un Coadiutore
che due anni dopo assumeva i pieni poteri come Amministratore, avente il
diritto di successione. Il Teutonico, a questo punto, non volle essere
di imbarazzo e, con una lettera d’addio, salutò i Sacerdoti della sua
Diocesi, facendo ritorno al suo paesello natio, ove visse sino all’età
veneranda di 105 anni. Preferì essere seppellito nella sua terra, vicino
ai suoi primi fedeli, calcolando sino all’ultimo giorno quelle energie
rimaste, per poterle mettere a profitto della
Chiesa.
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(1964-1980) Antonio Cece "Il
Filosofo"
Nato in Cimitile di Noia il
10 giugno 1914, frequentò il Seminario diocesano per gli studi classici e la
Facoltà Teologica dei Gesuiti a Napoli, per essere ordinato sacerdote il
19 dicembre 1936. Consegui, poi, la laurea all’Università Gregoriana in Roma
e si escrisse all’Università Cattolica di Milano per laurearsi in
Filosofia. A soli 25 anni don Antonio Cece venne nominato professore di
Teologia Dommatica nel seminario regionale della Quercia (VT), ove rimase
sino al giugno del 1945. Un gruppo di seminaristi scriveva: “Quelle
belle lezioni di Dommatica sono ancora tanto vive in noi”. Nel 1946 il
Cece fu richiamato in Diocesi ed ivi insegnò Storia e Filosofia per un
decennio, ammirandolo secondo un’affermazione “per le sue più alte doti
della mente e per la generosità del cuore lI 7 maggio del 1956 fu scelto
per essere Vescovo di lschia, ed in quell’isola operò in due direttive,
pastoralmente ed intellettualmente, per 6 anni, sino aI 1962, quando fu
assegnato ad Aversa, quale coadiutore del Vescovo Teutonico. L’isola di
lschia lo ricorda ancora dai suoi vibranti e vasti discorsi e, arrivando
ad Aversa, un sacerdote isclano affermò: “se volete far contento Mons.
Cece, invitatelo a parlare (si permetta la volgarità del paragone, è come
invitare una persona “a carne e maccheroni”). Se nei primi due anni la
Diocesi aversana era ancora diretta dal predecessore, Mons. Cece ne
approfittò per insegnare ai giovani liceisti del Seminario aversano,
mentre non perdeva tempo der dedicarsi agli studi, che per lui erano aria
e vita. Nel 1964 fu nominato Amministratore di Aversa, con diritto di
successione. Iniziò la sua vera e sentita responsabilità e, se nessuna
Visita ufficiale ha tramandato, i suoi giorni erano spesi in continui
contatti con le popolazioni, specie con i giovani ed i seminaristi, con
cui faceva quasi vita in comune. Umanamente tralasciava e trascurava
forse la sua persona, spendeva tutto, e verso i giovani era più che
generoso. Per la gioventù volle acquistare o pattuire l’antico convento
di S. Pietro in Mugnano del Cardinale, per farne, oltre un seminario
estivo, un centro di cultura e di pietà. Voleva rilanciata tra i laici
la cultura ecclesiastica, tramite l’Azione Cattolica: (nelle comunità
parrocchiali era una continua festa di tesseramento), arrivando ai
diocesani con un “Settimanale” che pubblicò per un decennio importanti
scritti. Bisogna ammetterlo, che era anche amico di alcuni politici;
quasi tutti scriveranno di lui (alla morte) rievocando il tempo passato
insieme o con semplicità, annotando la sua persona, come l’on. Andreotti
che l’aveva conosciuto a Roma che afferma: “se l’aspetto era semplicissimo
e non di rado un po’ sciatto, parlò sempre con chiarezza, coraggio e
tempestività, era di una grande intelligenza”. Fu apprezzato anche ai
Concilio Vaticano II; il Cardinale Siri attesta: “in un'adunanza si alzò
a parlare un Vescovo aitante nella persona, attirandomi per quel caldo e
musicale accento napoletano. Parlò di cose serie, ma in modo preciso e
conciso, con riferimenti culturali non comuni. Andai, poi, in cerca di
questo oratore e lo trovai, sapendo che si chiamava A. Cece ed era Vescovo
di Aversa; ci presentammo e fummo subito amici".
Orbene, Mons. Cece è stato un Apostolo
a servizio della verità, per cui afferma Ruggiero, Preside dell’istituto
di Noia, “altare e cattedra per un sacerdote studioso si identificano e si
fanno espressione dello stesso sacerdozio Mons. Cece non faceva mai
sentire il peso della sua cultura, poiché colloquiava, facendosi ascoltare
volentieri con una battuta di spirito ed una frase intercalare
dialettale. Lo studio continuo e l’energia usata nell’oratoria lo
sfibrò fisicamente e, soltanto qualche settimana prima del suo trapasso,
si concesse una breve sosta, che per ordine dei medici dovette prolungare
e che si tramutò in una rassegnata e cristiana attesa. Nel maggio del
1980 Mons. Cece si accorse che la sua vibrante voce s’affievoliva man mano
e, se pur poco convinto, seguì una certa terapia medica. All’inizio di
giugno si aggravò il male ed i medici diagnosticarono la sua irreversibile
fine fisica. Il 10 giugno Mons. Cece preferì far ritorno in Episcopio
ed, alle ore 10,30, si spense attorniato dal suo clero. I funerali
svolti dimostrarono l’attaccamento della Diocesi al suo Pastore, il quale,
non per offesa, preferiva essere seppellito accanto ai suoi cari genitori
nella cappella di famiglia nel cimitero di Cimitile.
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(1980-1992) Giovanni
Gazza "Il Missionario"
A seguito della
inaspettata morte del predecessore, la sede di Aversa si rese vacante e la
Diocesi era in attesa del nuovo Pastore, diffondendosi le più strane
notizie a riguardo. A spezzare l’incanto della snervante attesa
provvide il sisma del 23 novembre 1980, che anticipava l’arrivo del neo
eletto. Mons. G. Gazza aveva ricevuto la comunicazione della sua nomina
ad Aversa il 27 ottobre 1980, ma, tenuto al segreto d’Ufficio, non poteva
comunicarla a nessuno e tantomeno agli interessati. Il terremoto,
avendo colpito anche la città di Aversa e Diocesi, fu lo svelatore per
comunicare la notizia, e in tal modo l’eletto, in pochi giorni, si
affrettò a prendere possesso della Diocesi; possesso che avvenne il 21
dicembre dello stesso anno. Giovanni Gazza, figlio dei fu Luigi e
Alessandrini Gemma, nato in Parma il 19 luglio 1924; battezzato a Parma il
27 luglio 1924, cresimato da Mons. Guido Conforti (fondatore dell’istituto
missionario a cui appartiene) nel maggio 1931. in quell’occasione il
cresimante, poggiando la mano sulla testa dei fanciullo, chiedeva se si
fosse fatto missionario anche lui come un suo zio appartenente allo stesso
Istituto. Dopo aver fatto la prima Comunione, ricevuta appunto dallo zio
missionario, frequentò le scuole elementari pubbliche sino alla 4°, mentre
la 5° elementare e le scuole medie presso i Salesiani. lI 24 settembre
1939 entrava nell’istituto saveriano per il quarto ed il quinto ginnasio.
Passava al noviziato, emettendo i voti religiosi l’8 settembre del
1942. Dopo gli studi classici, frequentò i 4 anni di Teologia presso il
seminario maggiore di Parma ed il 29 giugno 1949 veniva ordinato Sacerdote
nella Cattedrale di Parma da Mons. E. Colli. Si iscrisse all’Università
deI S. Cuore di Milano alla facoltà di Scienze Economiche e all’Università
di Parma a Legge, ma non poté conseguire la laurea perché destinato alle
opere saveriane del Brasile. Partì, difatti, il 21 gennaio 1957 con il
compito di operare nel Centro Missionario e nel 1957, in ottobre,
occupò la carica di Rettore della Casa di S. Paolo, mentre in varie
parrocchie svolgeva il ministero sacerdotale. Divenuto Superiore del
Seminario missionario di Jaguapità venne nominato nel 1962, da papa
Giovanni XXIII, Vescovo di Circesio e primo Prelato Nullius della
Prelatura di Abaeté de Tocantins (Amazzonia).
Fu consacrato nella
Basilica mariana dell’Aparecida il 08 dicembre 1962. Si recò subito nel
nuovo campo di lavoro apostolico, affrontando pericolosi e faticosi viaggi
sui grandi fiumi amazzonici. lI 3 agosto deI 1966 i confratelli lo
elessero Superiore Generale dell’istituto Saveriano, perciò tornò in
Italia, ma iniziò il suo peregrinare per le Case missionarie sparse un po’
per il mondo. Allo scadere del mandato fu di nuovo eletto, carica che
tenne sino all’anno 1977, esperimentando abitudini e costumi nelle varie
parti del mondo. Si ritirò a Parma per un po’ di tempo ed attese a
rielaborare le norme Costituzionali del suo Istituto. Il lavoro fu
tanto prezioso allorché i Capitolari del suo Istituto, dovendo stendere il
testo definitivo delle nuove Costituzioni, se ne servirono
abbondantemente. Sostando a Parma, nel suo Istituto, ricevette
I’annuncio di nomina a Vescovo di Aversa il 27 ottobre 1980, come
accennato, divenendo il 750 nella serie episcopale. Nel giorno del suo
arrivo in Aversa, 21 dicembre 1980, Mons. G. Gazza proclamava: “Vengo come
amico e fratello di tutti e di ciascuno; con voi SONO CRISTIANO, PER VOI
SONO VESCOVO” secondo l’espressione di S. Agostino. Invitava la Diocesi
a vivere l’impegno di vita ecclesiale, secondo il cammino tracciato dal
Concilio Vaticano Il°, in una duplice fedeltà: a Cristo ed
all’uomo. “La Chiesa - continuava - serve l’uomo praticando le opere
della misericordia cristiana, quelle corporali e quelle
spirituali”. Concludeva: “la crescita della Chiesa locale dipenderà
dall’impegno di ciascun cristiano, secondo le responsabilità ed il modo
che gli compete”. Così, con spirito tipicamente missionario, Mons. G.
Gazza abbracciava la Diocesi con la relativa responsabilità che ne
derivava. Sette anni ormai sono trascorsi dal suo arrivo in una terra
ubertosa, ma sotto alcuni aspetti non migliore dell’Amazzonia, luogo ove
iniziò la sua opera pastorale. E così, dal terremoto, ha potuto vedere
riaperta la sua Cattedrale. Giorno dopo giorno, il Pastore missionario
cerca di arrivare a tutti e ovunque, servendo la Diocesi a “tempo pieno”,
dimostrando sempre la sua disponibilità. Per quanto è già storia, il
Presule sarà certamente ricordato, ma non in questo semplice
“profilo”. Il Pastore, a piene mani, con paziente tenacia sparge il
seme nel variegato campo di azione, ma la crescita è condizionata pure
alla volontà dei collaboratori sparsi nella grande famiglia dell’agro
aversano.
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(1993-1997) Lorenzo
Chiarinelli
Nato a Concerviano, diocesi di Rieti, il 16
marzo 1935. Ordinato presbitero il 15 settembre 1957; eletto alla sede vescovile di Aquino, Sora e Pontecorvo il
21 gennaio 1983; ordinato vescovo il 27 febbraio 1983; trasferito ad
Aversa il 27 marzo 1993; trasferito a Viterbo il 30 giugno
1997. Incarichi:
Membro della Commissione Episcopale per la
dottrina della fede, l'annuncio e la catechesi.
Presidente Comitato
scientifico-organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici
Italiani.
Membro della Conferenza Episcopale
Laziale.
Membro della Congregazione delle Cause dei
Santi.
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(1998 - 2011) Mario Milano
Nato a Lamezia Terme, il 23 aprile 1936.
Ordinato presbitero il 3 luglio 1960;
eletto alla sede arcivescovile di Sant'Angelo dei Lombardi
- Conza - Nusco - Bisaccia il 14 dicembre 1989.
Riceve l'ordinazione episcopale il 6
gennaio 1990 da Papa Giovanni Paolo II, conconsacranti gli arcivescovi
Giovanni Battista Re e Miroslav Stefan Marusyn.
Il 28 febbraio 1998 è eletto vescovo di
Aversa, conservando il titolo personale di arcivescovo.
Ha iniziato il ministero Episcopale in
Diocesi il 4 Aprile 1998.
Incarichi: Membro della Conferenza Episcopale Campana.
Il 14 dicembre 2010 ha annunciato le sue
dimissioni dall'ufficio di vescovo di Aversa per motivi di salute.
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Angelo Spinillo
(2011 ad oggi)
Il 15 gennaio 2011 dopo la
rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Aversa
presentata da S.E. Mons. Mario Milano. il Santo Padre, Papa Benedetto XVI,
ha nominato alla guida della
Diocesi normanna S.E.Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Teggiano–Policastro. Mons. Spinillo
ha fatto il suo ingresso in
Diocesi il 19 febbraio 2011 per assumerne la guida pastorale. Mons.
Angelo Spinillo è nato a S. Arsenio (SA), della Diocesi di Teggiano-Policastro, il 1° maggio 1951.
Ordinato Sacerdote dal
Vescovo Mons. Umberto L. Altomare il 15 luglio 1978. Eletto alla Chiesa
di Teggiano-Policastro il 18 Marzo 2000 e consacrato Vescovo il 13
Maggio 2000 ha iniziato solennemente il Ministero Episcopale nella
Diocesi di Teggiano-Policastro il 13 Maggio 2000. Numerosi gli incarichi
ricoperti, tra cui Assistente di Azione Cattolica, Parroco e professore
di Teologia presso l'ìIstituto Diocesano di Scienze Religiose. Membro della Commissione Episcopale della CEI per la
famiglia e la vita.
Nel 2006 ha indetto il sinodo
diocesano con il tema "Vi ho chiamato amici".
Il 5 giugno 2007 ha riaperto,
dopo una chiusura di molti anni, il Museo diocesano di Teggiano. Nello
stesso anno, a conclusione del XVIII convegno pastorale diocesano, il 19
settembre 2007 ha aperto il processo diocesano di beatificazione per il
suo predecessore Federico Pezzullo, vescovo di Policastro.
Nel 2009 ha fondato il periodico
diocesano Mete magazine.
Spinillo è il 78° successore di Azzolino,
primo Vescovo della diocesi normanna.
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