La chiesetta di S. Maria risale al XV secolo. Il suo interno non è suddiviso in navate, presenta solo una piccola cappella dove le persone possono accomodarsi per seguire la messa e una piccola sacrestia. La Santa viene sistemata accanto al piccolo altare. Il tetto è di legno e la chiesa è illuminata da un piccolo lampadario antico.
In alto nella parete di fondo vi è una nicchia ricavata nel muro e chiusa da un vetro; all’interno è presente una piccola statua di S.Barbara, la patrona del paese. Il piazzale della chiesa è un piccolo loggiato dove i giorni di festa si andava a ballare il ballo sardo.
La statua della Madonna risale al secolo. E’ abbellita da una parrucca con i capelli lunghi castani che le scendono sulle spalle, il capo è coperto da un manto bianco trasparente con ricami dorati, il vestito è bianco con ricami dorati. Sul braccio sinistro vi è Gesù fanciullo vestito con l’abito simile a quello della Madonna. Entrambi portano sul capo una corona d’argento. Tutto il vestito della Santa è abbellito e adornato con tanti oggetti d’oro.
S. Maria è una delle feste più importanti e antiche del paese e dura una settimana intera, dall’otto al quindici settembre. Un gruppo di persone, chiamate in dialetto obreris, passano nelle case del paese per raccogliere le offerte che serviranno per organizzare la festa; la prima volta a luglio, la seconda ad agosto. Terminata la questua c’è da vestire la Santa e questo è il compito delle priore. La priora del popolo conserva a casa sua i vestiti e i gioielli della Santa.
Sono molte le persone che si danno da fare per realizzare una bella festa. Alcune persone vanno a tagliare molti rami di pioppo che serviranno per ornare le vie del paese e la chiesetta di S.Maria, altri abbelliscono la piazza principale, il piazzale di chiesa e le strade e altri ancora allestiscono il palco dove si alterneranno i vari artisti negli otto giorni di festa.
Arrivato il gran giorno, la festa comincia.
Una processione percorre alcune vie del paese, allietata dal canto del rosario e de is coggius di S.Maria e con la partecipazione di alcuni ragazzi e ragazze vestiti in costume tradizionale sardo.
Finita la processione tutti in chiesa, dove si celebra la messa cantata e l’omelia è tenuta da un predicatore venuto da fuori.
Finita la messa molti uomini scendono nella piazza della chiesetta a guardare “su ballu de su megama” (il ballo del pomeriggio).
La notte gli abitanti del paese si riversano nella piazza per trascorrere qualche ora in allegria.
Durante questi otto giorni la gente si delizia mangiando dolci fatti in casa come gli amaretti, is pirichittus, su gattou ecc.,il maialetto arrosto ed altre pietanze.
a cura di Silvia Prinzis
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