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America

GEOGRAFIA FISICA parte del mondo costituita da due masse continentali distinte (America Settentrionale e America Meridionale) unite fra di loro mediante una lunga e stretta regione istmica che, con i festoni insulari delle Antille, costituisce l’America Centrale. I limiti astronomici dell’America continentale sono: 71°58’ nord (penisola di Boothia) e 53°54’ sud (capo Froward nella penisola di Brunswick); 168°5’ ovest (capo Principe di Galles) e 34°47’ ovest (Cabo Branco). Considerando anche le isole ascritte all’America, i punti estremi sono: 83°39’ nord (capo Morris Jesup in Groenlandia) e 55°59’ sud (capo Horn); 172°25’ ovest (Aleutine) e 11°39’ ovest (Groenlandia). L’America è bagnata per tutta la sua lunghezza a est dall’Oceano Atlantico e a ovest dall’Oceano Pacifico; a nord dal Mar Glaciale Artico e da ramificazioni dell’Oceano Atlantico, di cui la maggiore è la baia di Hudson. Nel settore centrale l’Oceano Atlantico è profondamente articolato a formare il cosiddetto Mediterraneo americano (golfo del Messico e Mare Caribico o delle Antille). Comprendendo anche le isole (le maggiori delle quali sono la Groenlandia e la Terra di Baffin), l’America ha una superficie di oltre 42 milioni di km2 (America Settentrionale e Centrale ca. 24.225.000 km2 e America Meridionale 17.833.000 km2) e una popolazione di ca. 727 milioni di abitanti. America Settentrionale e Centrale p Morfologia. L’America Settentrionale, con l’America Centrale, ha forma grosso modo triangolare con la base rivolta a nord al Mar Glaciale Artico e alle articolazioni dell’Oceano Atlantico nordoccidentale, che bagnano la Groenlandia e le isole dell’arcipelago canadese. Nel suo settore meridionale si riduce a un’esile lingua di terra (America Centrale), che costituisce il raccordo con l’America Meridionale. La forma continentale dell’America Settentrionale si articola nelle penisole dell’Alaska a nord-ovest, di Boothia e di Melville a nord, del Labrador e della Nuova Scozia a nord-est, della Florida a sud-est e di California a sud-ovest; la maggiore articolazione dell’America Centrale è la penisola dello Yucatán, a est. Le maggiori isole che fanno corona all’America Settentrionale sono Terranova e la Nuova Scozia, di fronte alla costa atlantica, e Vancouver nell’Oceano Pacifico; Cuba, Giamaica, Hispaniola, Puerto Rico, le Bahama e le Piccole Antille sono le maggiori isole, tutte atlantiche, dell’America Centrale Schematicamente l’America Settentrionale comprende poche unità morfologiche: a ovest il complesso delle cordigliere nordamericane che scendono precipiti all’Oceano Pacifico e delle quali la maggiore è la catena delle Montagne Rocciose; a est la catena, molto meno estesa, degli Appalachi; al centro una zona di basseterre, divisa da un allineamento di alture moreniche nello Scudo Canadese a nord e nel bassopiano del Mississippi a sud. p Geologia. Lo Scudo Canadese rappresenta il nucleo geologico più antico del continente nordamericano: esso è costituito da rocce archeozoiche che vennero interessate dall’orogenesi huroniana, la più antica di cui si abbia traccia. Successivamente, gli agenti meteorici esterni e l’azione modellatrice dei ghiacciai quaternari hanno agito su questi terreni riducendoli a un penepiano. Le due successive orogenesi, la caledoniana e l’ercinica, portarono al sollevamento delle montagne orientali, che costituiscono gli Appalachi. Anche qui le forme sono state sensibilmente arrotondate dall’erosione. Più aspre sono invece le forme delle cordigliere occidentali, che si sono formate in epoca molto più recente, durante il Cenozoico, a opera dell’orogenesi alpina. Anche le terre del Messico, dell’America Centrale e delle Antille sono state plasmate da corrugamenti recenti, ascrivibili all’orogenesi alpina: la frequenza di terremoti, la continua presenza di apparati vulcanici ancora in attività e l’estrema giovinezza del rilievo indicano, peraltro, che ci si trova di fronte a una regione della crosta terrestre ancora in assestamento. p Rilievo. L’imponente complesso delle cordigliere nordamericane è composto da un fascio di catene parallele alla costa dell’Oceano Pacifico; queste catene racchiudono estesi ed elevati altipiani, come quelli del Columbia-Snake, del Gran Bacino e del Colorado; un lungo solco longitudinale separa il margine occidentale degli altipiani (Catena delle Cascate, Sierra Nevada) dalla Catena Costiera, che ha il suo maggior sviluppo lungo la costa pacifica degli Stati Uniti, mentre lungo la costa canadese è frazionato in una serie di isole e in territorio messicano costituisce l’ossatura dell’esile e slanciata penisola di California. A est gli altipiani sono limitati dalle Montagne Rocciose, oltre le quali si estendono le basseterre centrali. Lungo l’Oceano Atlantico, infine, ma separato da questo da una fascia pianeggiante che si va gradatamente allargando verso sud, si eleva il sistema appalachiano, che la valle incisa dal fiume Hudson separa nei monti della Nuova Inghilterra a nord-est e nei monti Allegheny a sud-ovest. La morfologia dell’America Settentrionale si fa molto semplice nel Messico, costituito da un altopiano delimitato da due catene montuose, la Sierra Madre Occidentale e la Sierra Madre Orientale. L’America Centrale, se si fa eccezione per il tavolato calcareo dello Yucatán (che ricorda per la sua natura litologica e per la sua morfologia la penisola della Florida, l’isola di Cuba e l’arcipelago delle Bahama), è percorsa ininterrottamente da rilievi montuosi, spesso vulcanici, che costituiscono la diretta prosecuzione degli apparati vulcanici del Messico. L’America Centrale insulare è costituita da isole in parte poste sulla piattaforma continentale nordamericana (isola Bahama), in parte sulla piattaforma sudamericana (Curaçao, Trinidad e Tobago) e per la massima parte costituenti un largo festone di isole montuose, frammenti di una terra un tempo completamente emersa. p Clima. Il clima dell’America Settentrionale è influenzato, oltre che dalla latitudine, dalla disposizione dei rilievi, dalla distanza dalle coste e dalla circolazione atmosferica che determina frequenti cambiamenti di tempo e violenti cicloni. Le barriere rappresentate dai rilievi disposti parallelamente alle coste impediscono agli influssi mitigatori marini di giungere sino alle regioni interne, soggette perciò a un clima prettamente continentale, con escursioni termiche stagionali notevoli, sino a 55 °C. Le regioni costiere situate alle medie latitudine godono di un clima mite, mentre quelle del golfo del Messico sono soggette a un clima tropicale; le estreme regioni settentrionali (Canada settentrionale, Groenlandia) sono caratterizzate da clima polare. Nelle isole dell’America Centrale il clima è di tipo tropicale mentre nella regione istmica si ha una netta divisione in tre fasce determinata dall’altitudine: tierras calientes (terre calde) fino a 600 m, tierras templadas (terre temperate) da 600 a 1800 m, tierras frías (terre fredde) oltre i 1800 m. p Idrografia. La vicinanza alla costa pacifica del complesso delle cordigliere nordamericane, che costituiscono lo spartiacque fra il versante dell’Oceano Pacifico e quello dell’Atlantico (con i suoi mari dipendenti, Mar Glaciale Artico e golfo del Messico), determina una notevole diversità di caratteri dei fiumi nordamericani: brevi, a regime irregolare e profilo longitudinale ripido quelli che scendono all’Oceano Pacifico; più lunghi, a regime costante e con caratteri senili quelli che scendono al versante atlantico. Lo stesso motivo fa sì che i quattro quinti del territorio nordamericano tributino all’Oceano Atlantico e ai mari con esso collegati. Alcuni fiumi che scendono all’Oceano Pacifico presentano, tuttavia, uno sviluppo considerevole: lo Yukon, il Columbia-Snake e il Colorado. Le pianure centrali sono divise in due grandi regioni idrografiche: quella meridionale tributa al golfo del Messico e le sue acque sono in massima parte raccolte dal Mississippi-Missouri e dai suoi affluenti; quella settentrionale al Mar Glaciale Artico. Fra i fiumi che tributano direttamente all’Oceano Atlantico hanno interesse il San Lorenzo e l’Hudson, anche perché sono vie d’acqua interne collegate ai Grandi Laghi. Un aspetto notevole dell’idrografia nordamericana è rappresentato dalla presenza di bacini lacustri creati dall’azione glaciale. I più importanti sono i cinque Grandi Laghi (Superiore, Michigan, Erie, Huron e Ontario) posti al confine fra USA e Canada; innumerevoli e a volte di cospicue dimensioni i laghi (Winnipeg, degli Orsi, degli Schiavi e Athabasca) disseminati in territorio canadese. Il maggior bacino delle regioni occidentali è il Gran Lago Salato, mentre nell’America Centrale notevole sviluppo ha il lago di Nicaragua. America Meridionale p Morfologia. La struttura dell’America Meridionale è piuttosto semplice e ricorda per molti aspetti quella dell’America Settentrionale, sia per la forma sia per la disposizione dei maggiori elementi morfologici. Anch’essa ha forma pressoché triangolare con la base rivolta a nord al Mare delle Antille e all’Oceano Atlantico e il vertice a sud, proteso verso le terre antartiche. Le forme costiere sono meno articolate, non presentando nessuna grande penisola e nessuna insenatura di notevole interesse, se si eccettua il Río de la Plata. Poche anche le isole che fanno corona alla massa continentale: le maggiori sono la Terra del Fuoco a sud, quelle dell’arcipelago cileno lungo la costa pacifica meridionale, Trinidad a nord. p Rilievo. Morfologicamente l’America Meridionale è scomponibile in poche unità fondamentali: la Cordigliera delle Ande, le pianure centrali e gli altipiani orientali. Le Ande sono costituite da una serie di catene molto elevate e dal rilievo aspro, che divergono notevolmente nel settore settentrionale Le catene racchiudono spesso estesi altipiani come quello della Bolivia. Le alteterre orientali sono rappresentate dagli altipiani della Guayana e del Brasile, separati fra loro dal bacino del Rio delle Amazzoni. Le basseterre centrali si articolano in tre grandi bacini: quello dell’Orinoco, compreso fra le Ande settentrionali e il massiccio della Guayana; quello del Rio delle Amazzoni, delimitato dalle Ande centrosettentrionali e dagli altipiani del Brasile e della Guayana; infine, il bacino del Paraná-Uruguay, che si collega, a sud, con la Pampa e con le regioni della Patagonia. p Geologia. La formazione degli altipiani orientali è geologicamente la più antica di tutti gli elementi morfologici che compongono l’America Meridionale; si tratta di massicci archeozoici e paleozoici. Le Ande sono di formazione molto più recente, essendo state innalzate dall’orogenesi alpina. Le basseterre centrali, infine, sono costituite da sedimenti cenozoici e neozoici. p Clima. Il clima è direttamente influenzato dalla posizione astronomica dell’America Meridionale, per circa due terzi compresa nella fascia tropicale, mentre la sezione meridionale è compresa nella zona temperata australe. Nella fascia torrida il clima è caldo e umido, con alti indici di piovosità lungo le coste caribiche e nell’Amazzonia, mentre nel bacino dell’Orinoco e nelle regioni interne dell’altopiano del Brasile le precipitazioni si fanno più scarse. La regione andina è climaticamente influenzata dall’altitudine, che permette buone possibilità all’insediamento umano anche nelle regioni equatoriali Nelle regioni meridionali la temperatura decresce rapidamente a mano a mano che si procede verso sud, tanto che nella Terra del Fuoco il clima ha già caratteristiche subpolari. p Idrografia. Anche nell’America Meridionale la disposizione della Cordigliera delle Ande a ridosso del litorale pacifico determina una notevole differenza fra i fiumi che scendono ai due opposti versanti. Quelli che tributano all’Oceano Pacifico scolano una regione ampia poco più di un milione di km2 e sono generalmente brevi e di scarsa importanza; quelli che tributano all’Oceano Atlantico raccolgono le acque di oltre 16 milioni di km2 e hanno lunghezza e portata notevoli. Verso nord scorrono il Magdalena e l’Orinoco; verso est scende il Rio delle Amazzoni, che raccoglie le acque di una vastissima zona; dall’altopiano del Brasile scendono, con direzioni diverse, il Tocantins, tributario dell’estuario del Rio delle Amazzoni, il São Francisco, il Paraná e il Paraguay, che, dopo la loro confluenza, tributano, con l’Uruguay, al Río de la Plata. Il continente sudamericano è povero di bacini lacustri; i maggiori sono quelli delle regioni intermontane delle Ande, il Titicaca e il Poopó. FLORA E FAUNA e Flora dell’America Settentrionale e Centrale. La flora dell’America Settentrionale, pur legata alla natura geopedologica e climatica, è stata profondamente modificata dall’uomo. La fascia interessata dal Circolo polare e la Groenlandia meridionale sono caratterizzate dalla tundra (muschi, licheni, erbacee e suffrutici nani); a sud di questa (Canada) si estendono coniferere (pini e abeti) spesso miste a latifoglie (betulle, pioppi, faggi americani), specialmente lungo il versante del Pacifico. Nelle regioni centrali, meno piovose, si stendono praterie a Graminacee e steppe con piante cespugliose e spinose. Le zone desertiche (dintorni del Lago Salato) presentano una vegetazione più povera, dovuta a xerofile e a succulente (Messico meridionale) e, nell’Arizona, a Cactacee. Il versante dell’Oceano Atlantico presenta foreste di aghifoglie (anche sequoie) e latifoglie, che si arrestano lungo gli altipiani intermontani e i canyon, la vegetazione manca del tutto o quasi. Più a sud, attorno al Golfo del Messico, si afferma una vegetazione tropicale e subtropicale che si ricollega, verso nord, a quella dell’America Settentrionale, la quale passa gradatamente (Valli del Río San Juan e laghi di Managua e Nicaragua) alla vegetazione propria dell’America Meridionale. p Flora dell’America Meridionale. La vastità di questo continente ha consentito l’insediarsi di numerosi tipi di vegetazione: 1) una zona tropicale corrispondente al bassopiano amazzonico (e parte della Guayana) con le selvas (foreste vergini equatoriali ricche di corsi d’acqua in cui pullulano piante acquatiche dei generi Pontederia ed Eichhornia), lungo la costa atlantica, tra le foci dell’Orinoco e il territorio di Rio de Janeiro a ovest e lungo i versanti orientali delle Ande, dalla Colombia al Brasile; 2) l’altopiano brasiliano, meno piovoso, con campos cerrados e catingas; 3) il bacino dell’Orinoco, con savana a Graminacee e Ciperacee (llanos); 4) la zona delle pampas (steppe ad alte Graminacee) dell’Argentina, dell’Uruguay meridionale e di gran parte del Chaco; 5) la steppa arida e sassosa di parte della Patagonia, ove sopravvivono le araucarie; 6) la zona più meridionale (verso lo stretto di Magellano), con foreste di faggi americani (o australi); 7) l’estrema zona meridionale che si ricollega alla Terra del Fuoco, con zone desertiche a muschi, licheni e piante erbacee igrofile. Zone desertiche, ma di ben altra struttura floristica, si trovano anche più a nord, lungo le coste cilene e quelle del Perú meridionale. p Fauna dell’America Settentrionale, Centrale e Meridionale. Nell’America Settentrionale, che costituisce la Regione neartica, vivono i bisonti, i cervi, gli alci, gli orsi e altri animali comuni anche all’Europa, all’Asia settentrionale e all’Africa settentrionale. Esclusivi dell’America sono invece: il bue muschiato, il topo muschiato, il Castor canadensis, alcuni roditori, diversi anfibi tra cui la salamandra-tigre, alcuni pesci tra i quali Amia e Lepidosteus. L’America Centrale e l’America Meridionale costituiscono la Regione neotropica, nella quale vivono in particolare: le Scimmie Platirrine, i vampiri, gli Sdentati con l’armadillo e il formichiere, i Carnivori col puma e col giaguaro, il roditore Chinchilla, il tapiro. Tipici delle Ande sono i Camelidi lama, alpaca e vigogna. Tra i Rettili sono comuni alcune lucertole velenose (eloderma), tra gli Uccelli i tucani, i colibrì, gli uccelli mosca. Nelle acque abbondano i caimani e piranha.

Valle della morte (California)