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Asia

E' il più vasto continente estendendosi su una superficie di 44.482.144 km2 (comprese le acque interne), pari quasi a un terzo delle terre emerse. Se si eccettuano alcune isole dell’Insulindia, risulta interamente compresa nell’emisfero settentrionale. I limiti sono segnati a nord dal Mar Glaciale Artico, a sud dall’Oceano Indiano, a est dall’Oceano Pacifico e a ovest dal Mar Rosso, dal Mar Mediterraneo e dal Mar Nero, dalla depressione Manyc-Kuma, dalla depressione caspica, dal fiume Ural e dagli Urali. Queste catene montuose segnano i confini con l’Europa, con la quale l’Asia è quindi saldata a formare un’unica massa continentale: l’Eurasia. L’Asia risulta inoltre strettamente collegata con l’Africa (attraverso l’istmo di Suez) e con il continente americano, dal quale è separata a nord-est solo dal breve braccio di mare rappresentato dallo Stretto di Bering. GEOGRAFIA FISICA p Morfologia. L’Asia è in complesso meno articolata dell’Europa: isole e penisole non occupano che un quinto del continente. Le coste settentrionali, che si affacciano al Mar Glaciale Artico, gelato per gran parte dell’anno, sono basse e uniformi. Le coste meridionali sono orlate da grandi penisole: quella anatolica, che si protende nel Mar Mediterraneo verso l’Europa, quella arabica, bagnata dal Mar Rosso e dal Mare Arabico, quella indiana, dal contorno triangolare, e quella indocinese, che si protende a sud verso l’arcipelago australiano, segnando il limite tra l’Oceano Indiano e l’Oceano Pacifico. Tutta la costa orientale dell’Asia è fronteggiata da lunghi festoni di isole, che delimitano una serie di mari costieri (il Mare di Ohotsk, il Mare del Giappone, i mari della Cina). In corrispondenza del lato esterno dell’arco insulare il fondo marino si inabissa raggiungendo profondità che sono tra le maggiori di tutti gli oceani. Per quanto riguarda la configurazione del terreno, possiamo distinguere nel continente asiatico tre unità strutturali. La prima è formata dal grande Bassopiano Siberiano che si continua a sud nel Bassopiano Turanico. Seguono le regioni montuose della fascia centrale, continuazione dell’arco alpino europeo, cui sono collegate mediante l’altopiano anatolico. A est dell’Anatolia, le catene convergono nell’acrocoro armeno (monte Ararat, 5165 m) dal quale si diramano verso sud-est altri due fasci: lo Zagros, che segna il margine meridionale dell’altopiano iranico, e l’Elburz (5605 m), che continua con l’Hindukush (7708 m), fino a raggiungere il nodo orografico del Pamir (7495 m). Di qui si dipartono altri due fasci di catene: uno si dirige verso nord-est fino a raggiungere lo Stretto di Bering (Tien Shan, Altaj, Jablonovy, Stanovoj, Anadyr), l’altro si scinde subito nei grandi sistemi di Kunlun e dell’Himalaia, colossale baluardo montuoso culminante nel monte Everest (8872 m, la vetta più alta del mondo). Il Kunlun e l’Himalaia recingono a nord e a sud l’immenso altopiano del Tibet, la cui altezza media supera i 4000 m. Dal Tibet orientale si diramano lunghi fasci di catene, che formano l’ossatura della penisola indocinese. La terza entità morfologica è costituita dai tavolati peninsulari dell’Arabia e del Deccan (India), antichissimi rilievi spianati dall’erosione e rialzati ai margini. p Geologia. Il grande bassopiano settentrionale, che si estende dal piede degli Urali fino al fiume Jenisej, è formato da depositi sedimentari mesozoici e cenozoici; più a est, nella regione ondulata tra i fiumi Jenisej e Lena (altopiano della Siberia centrale), affiorano terreni paleozoici; nella Siberia orientale, infine, si riscontra la presenza di formazioni di tutte le età, fortemente dislocate in relazione a fenomeni tettonici e al vulcanesimo. Nell’Asia centrale il complesso delle catene montuose del Tien Shan e del Pamir è formato in prevalenza da formazioni scistose di età paleozoica. Anche la catena del Kunlun è formata da rocce cristalline e da sedimenti marini paleozoici ripetutamente piegati. Tracce di movimenti tettonici, anche recenti, presentano gli scisti cristallini e i graniti che formano l’altopiano del Tibet, e più a sud il grande sistema himalaiano. Agli scisti, derivanti dal metamorfismo di rocce sedimentarie di varie età, si sovrappongono localmente depositi marini che giungono fino all’Eocene. Il grande corrugamento himalaiano risale infatti al Cenozoico. L’ossatura della Cina è costituita per lo più da terreni cristallini e paleozoici, a loro volta in gran parte ricoperti da löss nelle regioni ai margini del deserto mongolo e da depositi alluvionali nella parte merid. p Clima. L’Asia presenta una grande varietà di climi, dovuta alla vasta estensione in latitudine del territorio, all’andamento del rilievo, alla varia influenza dei mari circostanti e al regime dei monsoni. Si possono distinguere: a) clima equatoriale, caldo umido (Filippine, Insulindia, penisola malese, coste della Birmania); b) clima tropicale (Indocina, Deccan, Sri Lanka) con escursione termica e piogge più intense durante il monsone estivo; c) clima subtropicale (pianura indogangetica e Cina centrorientale) con differenze stagionali di temperatura più marcate; d) clima mediterraneo, con inverni piovosi e temperati, estati calde e molto secche, limitato a una ristretta fascia costiera nell’Asia Minore e in Siria; e) clima continentale, delle steppe e dei bacini montani (Mongolia, Tibet, Iran, Anatolia) con piovosità assai scarsa ed escursioni termiche accentuate; f) clima subartico, che caratterizza la maggior parte della Siberia, con inverni lunghi e rigidi, estati brevi ma calde, e precipitazioni ben distribuite nell’anno. p Idrografia. L’Asia è la parte del mondo che possiede il maggior numero di grandi fiumi. Tuttavia la lunghezza dei maggiori corsi d’acqua appare piuttosto modesta; ciò è dovuto al fatto che tutta la parte mediana, dal Mar Caspio fino al deserto di Gobi, è occupata da zone areiche, prive cioè di idrografia superficiale. Grandi estensioni raggiungono anche i bacini interni (zone endoreiche), privi di deflusso al mare. I fiumi siberiani (Ob, Jenisej, Lena) appartengono al versante del Mar Glaciale Artico e hanno origine dal margine settentrionale delle alteterre asiatiche. Tutti gli altri grandi fiumi, soggetti a rovinose piene nella stagione delle piogge, s’irradiano dalle montagne dell’Asia centrale. All’Oceano Pacifico tributano l’Amur, lo Hwang Ho e lo Yangtze Kiang; all’Oceano Indiano, l’Indo, il Brahmaputra e il Gange. Tra i laghi il maggiore è il Mar Caspio, residuo, come il lago d’Aral, di un antico mare interno; altri, come il Bajkal, il Mar Morto, sono di origine tettonica. p Vegetazione e flora. La distribuzione della vegetazione spontanea rispecchia quella zonale dei climi. Procedendo dal Mare Glaciale Artico verso sud s’incontrano: una fascia di tundra, maggiormente sviluppata nella parte orientale; la vastissima foresta boreale o taiga (che copre quasi per intero la Siberia); una zona arida di enorme estensione, costituita dalla steppa e dal deserto; la savana (zone a clima monsonico) e la macchia a sempreverdi (zone subtropicali); la foresta tropicale, che si estende nelle zone più piovose della penisola indiana e, soprattutto, di quella malese e ricopre le isole dell’Australasia. Nella tundra il sottosuolo prevalentemente gelato consente esclusivamente lo sviluppo di bassi cespugli, muschi e licheni. Nella taiga, alle conifere (larici, pini, abeti) – che sono largamente prevalenti – si associano alcune decidue, come la betulla e il pioppo tremolo. Un tipo di foresta mista è presente anche nelle zone della Siberia occidentale a sud del sessantesimo parallelo (quercia, acero, tiglio). La foresta tropicale conta oltre diecimila specie sempreverdi e un sottobosco fitto di epifite e parassite; numerosi, tra le altre essenze, gli alberi dal legno pregiato (ebano, mogano). p Fauna. Nella tundra vivono l’orso bianco, la renna, la volpe polare, la lepre bianca, il lemming; nella taiga orsi bruni, lupi, molti animali dalla pelliccia pregiata (ermellino, zibellino, volpe argentata, martora, lontra, puzzola); nella steppa e nei deserti – con diversa distribuzione – leoni, tigri e leopardi, iene e sciacalli, antilopi, gazzelle, la pecora karakul e la capra d’angora, il dromedario e – nelle zone montane – lo yak e il panda. La savana e le foreste continentali ospitano una ricchissima fauna tropicale: elefanti, rinoceronti, tigri, pantere, ghepardi, l’orango (Borneo e Sumatra), il gibbone (Indocina e Indonesia). Numerosissimi gli uccelli, i rettili, i pesci. Gli insetti sono presenti con una straordinaria varietà di specie. GEOGRAFIA UMANA p Popolazione ed etnologia. In Asia vivono oltre 3,3 miliardi di persone, pari al 61% della popolazione terrestre. La densità è ca. 74 ab. per km2, ma la distribuzione è quanto mai ineguale: a regioni con concentrazioni umane altissime (pianure alluvionali della Cina e dell’India, Giappone, Giava) fanno riscontro vaste estensioni quasi disabitate (altopiano iranico e tibetano, tundra e taiga della Siberia). Così entro i confini dello stesso territorio cinese, la densità varia da 2 ab. per km2 nella regione del Tibet, a oltre 670 ab. per km2 nelle province cinesi dello Jiangsu. Le testimonianze del più antico insediamento umano in Asia sono costituite da reperti fossili rinvenuti in talune regioni sudorientali (pitecantropo di Giava e sinantropo di Chukutien, presso Pechino) che vengono compresi nel gruppo dei protoantropi e riferiti al Quaternario antico. Resti fossili di paleantropi, affini alla razza dei neandertaliani europei, vennero inoltre in luce in Palestina e a Giava. Mentre nell’Asia interna sembra possano essere collocati i centri d’irradiazione delle razze di pelle chiara, le cui forme viventi formano il cosiddetto ciclo delle razze boreali, le razze umane che appartengono al cosiddetto ciclo delle forme equatoriali si sono invece irradiate attraverso l’Asia meridionale, come sembrano attestare i caratteri somatici dei due grandi ceppi, australoide e negroide, tra cui la piccola statura, il colore scuro della pelle e il naso largo. Facilitati dalle condizioni ambientali, i due ceppi razziali poterono raggiungere anche province periferiche e inoltre penetrare profondamente verso l’interno del continente. Dal canto loro i due ceppi del ciclo delle razze boreali poterono spostarsi verso sud, cosicché l’India posteriore e l’Arcipelago Indiano conobbero la penetrazione di razze mongoloidi e l’India anteriore fu preferita dalle razze europoidi. Oggi due sono i grandi tipi razziali collettivi: la razza sud-mongolica, che occupa prevalentemente i territori continentali, e la razza indonesiana, diffusa soprattutto negli arcipelaghi sudorientali. Tra le razze del gruppo degli europoidi si distinguono le brachimorfe armenoide e turanica e le dolicomorfe indiana e orientale, mentre gruppi marginali, rimasti a un livello culturale molto primitivo, sono gli Ainu delle isole giapponesi settentrionali e alcune tribù di razza uralica stanziate nella Siberia occidentale. Nel gruppo dei mongoloidi si distinguono le razze sinica e tungusa, oltre ai gruppi marginali delle razze tibetana e siberiana. p Città. Le città con più di 1 milione di ab. sono centinaia. Sono situate per tre quarti in Cina, Giappone e India e comprendono alcuni dei più grandi agglomerati del mondo: Tokyo, Pechino, Osaka, Delhi, Bombay, Calcutta, Shanghai, Tientsin, Wuhan, ecc. Nell’insieme, tuttavia, prevale l’insediamento rurale. p Lingue. I gruppi linguistici presenti nel continente sono l’altaico, il sino-tibetano, il paleoasiatico, il munda-polinesiano, il dravidico, il caucasico, ai quali si affiancano varie lingue isolate tra cui il giapponese e il coreano, il burushaski, l’andamanese, il lati. In Asia sono inoltre presenti gruppi linguistici molto diffusi anche in altri continenti, quali: l’indoeuropeo, che comprende le lingue indoarie, le lingue iraniche, l’armeno, il russo; il gruppo semitico, che comprende l’arabo e il neo-ebraico; e infine il gruppo malico. p Religioni. In tutta l’Asia centrorientale è ampiamente diffuso il buddhismo (300 milioni di praticanti), mentre brahmanesimo (530 milioni), confucianesimo, taoismo e scintoismo (400 milioni) sono praticati il primo in India, il secono e terzo in Cina e l’ultimo in Giappone. L’Asia occidentale è invece la patria di origine dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’islamismo. Il cristianesimo è oggi praticato in Asia da ca. 100 milioni di persone. L’islamismo, con 500 milioni di praticanti, si è propagato nell’Asia occidentale e meridionale (Arabia, Anatolia, Siria, Iran, Pakistan, Indonesia), mentre la religione ebraica è praticata principalmente nel ricostituito Stato di Israele. GEOGRAFIA ECONOMICA p Agricoltura. Sul piano economico il continente asiatico si presenta ancora complessivamente come il più arretrato, malgrado le rapide trasformazioni che si stanno attuando in alcuni suoi Paesi, a prezzo di sforzi ingenti. L’aumento delle aree irrigue, la messa a coltura di nuove vaste aree, la modernizzazione dei metodi agricoli hanno consentito tuttavia di migliorare il rendimento di quasi tutti i raccolti. L’Asia contribuisce in notevole misura alla produzione mondiale del riso (Cina, India, Indonesia), del tè (India, Sri Lanka, Cina), del caucciù (Malaysia, Indonesia) e del cotone (Kazakistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Cina, India). Le foreste di conifere della Siberia e quelle tropicali (sandalo; teak) rappresentano 1/3 del patrimonio forestale mondiale. Notevole importanza ricopre l’allevamento, da quello di suini (dei quali la Cina è la massima produttrice mondiale), ai bufali (presenti nella quasi totalità in Asia), caprini, asini e ovini. p Industria. Ai progressi dell’agricoltura si accompagna una notevole espansione in campo industriale soprattutto in Giappone, Taiwan e Corea del Sud, ma anche in Cina, dove si è iniziato lo sfruttamento delle ingenti risorse minerarie (carbone, ferro, petrolio). L’Asia domina il mercato mondiale per lo stagno (Cina, Malaysia, Thailandia, Indonesia) e partecipa in misura predominante alla produzione petrolifera (Siberia, Arabia Saudita, Cina, Iran, Indonesia, Iraq). p Comunicazioni. In gran parte del continente si adoperano ancora mezzi tradizionali. In Cina, nell’Indocina e nell’India si mantiene attivo il traffico per via fluviale. Negli ultimi decenni le ferrovie hanno assunto notevole sviluppo: la rete raggiunge attualmente 230.000 km. Le principali linee sono la Transiberiana, la Turksib e la ferrovia del Tauro, ma fitte reti ferroviarie si sviluppano in Giappone, in India, nella Cina orientale. La flotta mercantile giapponese conta oltre 9000 navi, quella coreana del Sud 1900, quella cinese 1800. Densa la rete dei servizi aerei. ESPLORAZIONI Le prime notizie relative alle terre asiatiche furono registrate da Erodoto, al tempo dell’espansione greca verso Oriente (V-IV sec. a.C.). Relazioni commerciali intercorsero poi in età romana, quando, intorno al V sec., i mercanti cinesi affluirono in Occidente. Il primo contributo alla conoscenza dell’Asia fu dato verso il IX sec. dalle relazioni di viaggi compiuti da mercanti e viaggiatori arabi, ma praticamente il mondo asiatico rimase sconosciuto all’Europa fino all’epoca dei viaggi del missionario francescano Giovanni di Pian del Carpine e soprattutto dei veneziani Polo. I fratelli Niccolò e Matteo partirono nel 1261 e il loro primo viaggio durò sette anni. Nel 1271, accompagnati da Marco, figlio di Niccolò, si recarono nuovamente in Estremo Oriente e il loro viaggio si protrasse per 24 anni. Con l’apertura della via marittima all’India, seguita al periplo africano di Vasco da Gama (1497-1498), e con il viaggio di Magellano, che approdò alle Molucche nel 1521, il continente asiatico si venne sempre meglio precisando alla conoscenza europea nella sua posizione ed estensione. Una rigorosa esplorazione fu intrapresa però solo nel XVIII sec.: a nord con le spedizioni di Bering (1728) e di Celjuskin (1742), a sud con quelle degli Inglesi e degli Olandesi. Infine, nella seconda metà del XIX sec., numerose spedizioni scientifiche, in prevalenza russe e inglesi, portarono un decisivo contributo alla completa conoscenza delle regioni interne. STORIA Le prime forme d’insediamento stabile del Vicino Oriente si svilupparono attorno al IV millennio a. C. (Sumeri ed Elamiti), mentre tra il III e il II fiorirono le grandi civiltà degli Accadi, Assiri, Babilonesi, Ittiti, Fenici e Persiani. Unificata da Ciro nel VI sec. a. C., la regione venne successivamente conquistata da Alessandro Magno (IV sec.), dai Romani (II sec. a. C.-IV sec. d. C.), e dai Bizantini. In India nel III millennio a. C. si erano sviluppate le grandi civiltà urbane di Harappa e Mohenjo-Daro, distrutte nel 1500 dagli Arii. La più antica civiltà dell’Estremo Oriente fu il regno Shang (2000 a. C.), sostituito mille anni più tardi dalla dinastia Chou, durante la quale si diffuse il confucianesimo. Nel VII sec. d. C. si diffuse nella penisola arabica la nuova religione islamica, che trasformò il volto di tutto il Medio Oriente e del Nordafrica, dando vita a una nuova cultura e ai grandi imperi omayyade e abbaside. Nell’VIII sec. le popolazioni islamiche raggiunsero l’India sovrapponendosi, senza distruggerle, alle civiltà preesistenti. Nel XIII sec. quasi tutta l’Asia, dalla Cina alla Persia, venne unificata da Gengis Khan e dai suoi successori. A partire dal XIV secolo si costituirono i grandi imperi regionali cinese (dinastia Ming), dei Moghul in India, ottomano in Medio Oriente (1453, conquista di Costantinopoli). Nel XV sec. fecero la loro comparsa in Asia i Portoghesi, gli Spagnoli e gli Olandesi che fondarono una fitta rete di stabilimenti commerciali nella regione Indonesiana. Nel XVIII sec. l’impero delle spezie venne fatto oggetto di una penetrazione più sistematica da parte dell’Inghilterra (la cui opera di colonizzazione dell’India venne portata a termine nel 1858) e della Francia, che si insediò in Indocina. La Cina dovette aprirsi allo sfruttamento coloniale europeo con i ’trattati ineguali’ successivi alla guerra dell’oppio (1842-1844), mentre il Giappone conservò la propria indipendenza e si trasformò in potenza industriale di stampo occidentale (periodo Meiji, 1868-1912). Dopo la prima guerra mondiale lo sfaldamento dell’impero ottomano favorì lo stabilirsi dell’influenza franco-inglese in Medio Oriente, in concomitanza con il risveglio dello spirito nazionalista di Paesi asiatici. Terminata la seconda guerra mondiale, l’India ottenne l’indipendenza (1947), la Cina iniziò una nuova epoca all’insegna del comunismo e il processo di decolonizzazione investì tutto il continente, talvolta con aspri conflitti (Indonesia e Indocina). Il confronto tra blocco comunista e Occidente ha prodotto nel continente aspri conflitti in Corea (1950-1953) e VietNam (1960-1975), mentre in Medio Oriente alla nascita dello Stato di Israele (1948) è seguita una serie di conflitti con le nazioni arabe circostanti. La rinascita del fondamentalismo islamico verificatasi successivamente alla rivoluzione iraniana del 1979 e interessante quel settore continentale, contrasta con l’affermazione del modello di sviluppo occidentale che ha portato Giappone, Corea del Nord, Taiwan e Singapore ai vertici del sistema economico mondiale. La Cina ha risentito del processo di crisi del comunismo internazionale, come hanno dimostrato i fatti di piazza T’ien-An-Mên (1989), il cui tragico epilogo ha incrinato per alcuni anni i rapporti con l’Occidente, ripresi solo recentemente.

Himalaia in Nepal