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Prima Guerra Mondiale

Le origini della prima guerra mondiale vanno ricercate nei profondi contrasti di interessi determinatisi tra le potenze europee nei quarant’anni precedenti il 1914, durante i quali si ruppe l’equilibrio instaurato dal cancelliere tedesco Bismarck dopo la vittoria del 1870 sulla Francia. 1914 1914: POLITICA INTERNA E INTERNAZIONALE Il 28 giugno 1914 l’arciduca ereditario austriaco Francesco Ferdinando viene assassinato a Sarajevo dallo studente serbo Gavrilo Princip: è questa la causa occasionale del conflitto. Decisa a liquidare qualsiasi influenza politica serba nei Balcani, l’Austria rompe le relazioni diplomatiche con la Serbia (25 luglio) e tre giorni dopo l’invade. Tra il 29 e il 30 ha inizio la mobilitazione generale russa, alla quale risponde il 31 quella austriaca. La Germania dichiara guerra alla Russia (1° agosto) e alla Francia (3 agosto). La violazione della neutralità del Lussemburgo e del Belgio persuade l’Inghilterra alla dichiarazione di guerra alla Germania del 4. Il 5 dichiarano contemporaneamente guerra l’Austria alla Russia e la Serbia alla Germania. Intanto, in virtù dell’art. 7 della Triplice Alleanza, dato il carattere offensivo della guerra e la mancata consultazione da parte degli Imperi centrali, l’Italia dichiara la propria neutralità. Da parte sua, la Germania riesce a concludere un patto d’alleanza con la Turchia. Il Giappone, alleato dell’Inghilterra, dichiara guerra alla Germania il 23 agosto, ma il 19 novembre si rifiuta di partecipare al conflitto europeo. 1914: FRONTE OCCIDENTALE Il piano di guerra tedesco elaborato da A. von Schlieffen (1905) e accettato nelle sue grandi linee da H. J. von Moltke, generalissimo all’inizio delle ostilità, prevede un’azione risolutiva contro la Francia, con l’invasione del Belgio. Inizialmente il piano tedesco si sviluppa secondo le previsioni, ma la controffensiva di Joffre sulla Marna (5-10 settembre) segna la prima battuta d’arresto dell’avanzata tedesca e costituisce uno dei fatti decisivi del primo conflitto mondiale. Intanto Moltke viene sostituito da E. von Falkenhayn. A nord si arriva a una seconda battuta d’arresto dopo le battaglie della Somme (20-30 settembre), dell’Yser (18 ottobre-10 novembre) e dell’Ypres (23 ottobre-15 novembre). 1914: ALTRI FRONTI I Russi invadono la Prussia, ma, dopo i primi successi, Hindenburg li costringe a ritirarsi (battaglia dei Laghi Masuri, 9-14 settembre). In Galizia i Russi conducono due grandi offensive e gli Austriaci debbono abbandonare Leopoli ripiegando sui Carpazi. Dopo la prima offensiva russa i Tedeschi vengono in aiuto degli Austriaci tentando di accerchiare i Russi, che devono perciò abbandonare l’assedio di Przemysl. Nei Balcani i Serbi, dopo averla perduta (2 dicembre), riconquistano Belgrado il 16. In Estremo Oriente i Giapponesi occupano Kiaochow (7 novembre). L’Africa sudoccidentale tedesca, il Togo, il Camerun e l’Africa orientale tedesca vengono occupati da truppe francesi e inglesi. Il 22 novembre gli Inglesi occupano Bassora in Mesopotamia. 1915 1915: POLITICA INTERNA E INTERNAZIONALE È l’anno dell’entrata in guerra dell’Italia e della Bulgaria. Falliti i negoziati (gennaio-marzo) con l’Austria, l’Italia si orienta sempre più verso l’Intesa (patto di Londra, 26 aprile). Il 24 maggio dichiara guerra all’Austria. La Bulgaria si allea con gli Imperi centrali e il 14 ottobre entra in guerra, aggravando la situazione già precaria degli Alleati nei Balcani e provocando il crollo della Serbia. 1915: FRONTE OCCIDENTALE E ITALIANO Sul fronte occidentale le offensive alleate nella Champagne e nell’Artois ottengono modesti risultati. Sul fronte italiano, il nostro esercito, sprovvisto di grandi mezzi offensivi, si adatta fin dall’inizio a una guerra di logoramento. Le prime 4 battaglie dell’Isonzo (23 maggio-7 luglio; 18 luglio-3 agosto; 21 ottobre-4 novembre; 10 novembre-5 dicembre) non intaccano la solidità dello schieramento difensivo austriaco. 1916 1916: POLITICA INTERNA E INTERNAZIONALE L’entrata in guerra della Romania (28 agosto) dopo la conclusione di un trattato di alleanza con le potenze dell’Intesa non procura a queste ultime i vantaggi che ne attendevano. Il 28 agosto anche l’Italia dichiara guerra alla Germania. 1916: FRONTE OCCIDENTALE E ITALIANO Teatro della guerra di logoramento tra Alleati e Tedeschi è il fronte francese. Verdun, che Falkenhayn attacca il 21 febbraio, rappresenta per il comando tedesco il perno attorno al quale bisognerà attirare in una decisiva battaglia di annientamento le superstiti forze francesi. Con la caduta di Verdun l’intero schieramento francese si scardina. Il 1° luglio Joffre scatena la battaglia della Somme, che per quattro mesi impedisce ai Tedeschi il massiccio impiego di mezzi da essi previsto a Verdun. Sulla Somme il 15 settembre appare per la prima volta un nuovo mezzo d’attacco, il carro armato (tank). Nella battaglia gli Anglo-Francesi perdono 550.000 uomini ma i Tedeschi non hanno ottenuto il successo strategico che si ripromettevano a Verdun. Sul fronte italiano, dopo la 5ª battaglia dell’Isonzo (11-19 marzo), l’offensiva austriaca (Strafexpedition, spedizione punitiva) sull’Altopiano di Asiago, iniziata il 15 maggio e proseguita con la presa di Asiago, viene arrestata al Pasubio e alla Valsugana. Seguono la 6ª battaglia dell’Isonzo (6-17 agosto), in cui con la presa di Gorizia (il 9) gli Italiani conseguono il loro maggiore successo nel settore, la 7ª (14-16 settembre), l’8ª (9-12 ottobre) e la 9ª (31 ottobre-4 novembre). 1917 1917: POLITICA INTERNA E INTERNAZIONALE Il 1917 è caratterizzato da due eventi fondamentali nella storia della guerra: l’intervento americano e il ritiro della Russia. La guerra sottomarina a oltranza da parte dei Tedeschi porta gli USA a rompere le relazioni diplomatiche con la Germania e a dichiarare guerra il 2 aprile. Quanto alla Russia, la crisi politica di gennaio precipita l’8 marzo con le sommosse di Pietrogrado e con l’abdicazione dello zar Nicola II (15 marzo). Il 16 Lenin giunge in Russia. Il 7 novembre (o 25 ottobre, secondo il calendario giuliano allora vigente in Russia) l’insurrezione scatenata dal Soviet trionfa a Pietrogrado. Il 26 i Soviet chiedono alla Germania l’armistizio, che viene stipulato il 15 dicembre. Il 20 si iniziano a Brest-Litovsk i negoziati di pace. 1917: FRONTE OCCIDENTALE E ITALIANO Il comando tedesco, contando di piegare gli Alleati con la guerra sottomarina a oltranza, opera un ripiegamento (24 febbraio-13 marzo) sulla linea Hindenburg (Saint Quentin-La Fère). In aprile, dopo un attacco inglese nell’Artois, fallita la grande offensiva di Nivelle, Pétain prende il comando. Sul fronte italiano, dopo l’11ª battaglia dell’Isonzo (17 agosto-15 settembre), che riesce a realizzare una penetrazione di 10 km nel dispositivo nemico, lo Stato Maggiore austro-tedesco decide l’offensiva nel settore dell’Isonzo. L’attacco austro-germanico, iniziato il 24 ottobre, travolge rapidamente le difese e nella stessa giornata raggiunge Caporetto. Il 27 il generale Cadorna ordina la ritirata. Gli Austro-Tedeschi occupano Udine (28 ottobre) e passano il Tagliamento (2 novembre), attestandosi sulla sponda destra del Piave. Cadorna viene sostituito da Diaz. 1918 1918: POLITICA INTERNA E INTERNAZIONALE L’8 gennaio Wilson fissa in ’14 punti’ le premesse per la futura pace. L’Austria il 14 settembre chiede l’armistizio, la Bulgaria lo firma il 28, la Turchia il 30. Il 14 ottobre proclamano la loro indipendenza i Cechi, poi gli Ungheresi, i Croati e Sloveni, mentre l’indipendenza della Polonia verrà proclamata il 7 novembre. L’armistizio italo-austriaco di Villa Giusti viene sottoscritto il 3. Il 9 scoppia la rivoluzione a Berlino: seguono l’abdicazione di Guglielmo II e la proclamazione della Repubblica. Il nuovo governo tedesco firma l’armistizio a Rethondes (11). Nello stesso giorno Carlo I abbandona il potere, il 12 viene proclamata la Repubblica in Austria, il 16 in Ungheria. 1918: FRONTE OCCIDENTALE E ITALIANO Dopo il trattato di Brest-Litovsk il comando tedesco concentra 200 divisioni sul fronte occidentale e sferra successivamente quattro offensive nella speranza di sfondare il fronte alleato prima che affluiscano maggiori aiuti dagli USA. Le prime due offensive, sulla Somme e nelle Fiandre, vengono arrestate. Nemmeno la terza, dallo Chemin des Dames a Château-Thierry, ottiene risultati decisivi. Il quarto e ultimo attacco tedesco, sulla Marna (15 luglio), si conclude col più completo insuccesso. L’iniziativa passa agli Alleati, che il 21 luglio costringono Ludendorff ad abbandonare la linea della Marna. Segue una serie di offensive inglesi, francesi e americane che porteranno, nel novembre, alla liberazione della Francia e del Belgio. Sul fronte italiano, all’attacco austriaco del giugno risponde la resistenza italiana sul Piave (dal 19 al 29), che segna l’inizio del crollo dell’esercito austro-ungarico. Il comando supremo italiano passa all’offensiva finale il 24 ottobre. Il 30, con la battaglia e la presa di Vittorio Veneto, cessa ogni resistenza organizzata da parte nemica. Il 3 novembre, giorno della resa austriaca, le truppe italiane entrano a Trento e a Trieste. I TRATTATI DI PACE La conferenza di pace, riunitasi a Parigi, portò, tra il 1919 e il 1920, al trattato di pace di Versailles con la Germania, di Saint-Germain-en-Laye con l’Austria, di Neuilly con la Bulgaria, del Trianon con l’Ungheria, di Sèvres con la Turchia.