Non
c’è dubbio che, nella società moderna e soprattutto nel mondo del lavoro, la
donna abbia compiuto notevoli progressi e raggiunto traguardi considerevoli,
soprattutto per quanto riguarda l’uguaglianza dei propri diritti a quelli degli
uomini, l’indipendenza economica e la possibilità di compiere libere
scelte.
In passato le donne sono state fortemente discriminate soprattutto in ambito
giuridico, ma in effetti, in tutti gli ambiti sociali l’emancipazione femminile
ha incontrato una forte opposizione maschile. É a partire dagli inizi del XIX
secolo che cominciano le prime rivolte, ed è nel 1913 che a Lione i tipografi
scesero in sciopero contro Emma Courleau, colpevole di voler aderire al
sindacato. In Italia la condizione femminile era allora particolarmente
difficile: le tradizioni, e soprattutto la Chiesa, le assegnavano
una posizione di inferiorità. Così la donna viveva chiusa nella cerchia
familiare e svolgeva il solo ruolo di madre e di educatrice dei figli. Questo
accade ancora oggi presso alcune società Musulmane, in cui le donne hanno
occupato da sempre una posizione inferiore rispetto a quella dell’ uomo: sono
succubi del marito, che invece dal canto suo, può avere anche fino a quattro
mogli in base ad una antica norma del Corano. Solo in alcuni paesi Arabi, il
diritto di famiglia garantisce la parità tra uomo e donna. Presso molte società
culturalmente arretrate, per le donne è difficile anche l’inserimento nel mondo
del lavoro, perché gli uomini ritengono che il lavoro della donna debba essere
solo ed esclusivamente quello svolto in casa. Talvolta non è neppure possibile
che un professore tenga una lezione in aula in cui si trovino allieve, perciò
spiega in aule vuote, e le allieve lo vedono attraverso una rete televisiva. In
Europa l’Illuminismo e la Rivoluzione Industriale contribuirono a creare un
clima favorevole allo sviluppo del Movimento Femminile, sull’ onda
dell’influenza dei movimenti riformatori a cavallo fra il XVII ed il XIX
secolo. Agli inizi del XIX secolo però ad essi non si accompagnò
una emancipazione anche sul piano familiare e sociale: infatti lo stesso
movimento socialista trascurò le problematiche femminili, se non come
rivendicazioni salariali o contrattuali. Si sviluppò tuttavia all’interno del
partito socialista italiano, su iniziative delle sue militanti, un dibattito
sulla condizione femminile teso a sensibilizzare le donne del movimento operaio
sulle questioni dei diritti e della parità con gli uomini, e sulla specificità
dei problemi femminili. Tra le figure di maggiore spicco vi fu l’esule russa
Anna Kuliscioff, compagna di Filippo Turati, con il quale diresse la rivista del
Socialismo Italiano "Critica sociale". L'analisi della Kuliscioff sul problema
dell'inferiorità della condizione femminile, che si evince dall'articolo “Il
monopolio dell'uomo”, comparso nel 1894 sulla rivista "Critica sociale", prende
le mosse da istanze prettamente economiche: a suo parere l'emancipazione della
donna, anche sul piano del rapporto con l'altro sesso, è possibile solo
attraverso il lavoro, conquistando l'indipendenza economica. Secondo la
pensatrice infatti, solo abbattendo il "monopolio dell'uomo" la donna può
aspirare all'uguaglianza. Tuttavia, il movimento per l'emancipazione della
donna, grazie soprattutto ad Anna Maria Mozzoni, oltre che ad Anna Kuliscioff,
si intrecciò strettamente a quello operaio e socialista e, con il Congresso
delle donne, indetto nel 1908 a Roma dal Consiglio nazionale delle donne, nacque
il suffragismo femminile italiano. Una proposta per allargare il diritto di voto
alle donne, avanzata nel 1919, fu travolta insieme con le istituzioni liberali
dall'avvento del fascismo: così le donne votarono per la prima volta solo nel
1946. Il nuovo secolo vide le donne assumere un ruolo sempre più significativo
in tutti gli stati dell’Europa Occidentale, ma il suffragio universale fu
concesso solo agli uomini, mentre il riconoscimento del diritto di voto alle
donne rimarrà ancora lontano. Viceversa una grande conquista si ottenne nel
mondo dello sport e alcune donne furono ammesse alle Olimpiadi.