Generalità
Il Fiore Sardo come la maggior parte delle persone sanno è uno dei prodotti tipici della tradizione Gavoese. Esso ha anche ottenuto l'ingresso tra la rosa dei 31 formaggi italiani D.O.C. E' conosciuto oggi con la denominazione di "tipo GAVOI" La sua lavorazione e la sua preparazione hanno origini molto antiche. In genere dopo la mungitura delle pecore, se il latte non è versato in un caseificio, il pastore procede alla lavorazione del prodotto. Inanzitutto il pastore ha come primo elemento gia pronto il cosiddetto caglio, che si tiene tramite i fermenti di una essiccazione dello stomaco del dei capretti e degli agnelli. In seguito questo viene stemperato con acqua e sale. Abbiamo però anche un caglio ottenuto chimicamente, solo che se si può scegliere si preferisce quello naturale, che logicamente…….ha qualcosa in più.

Lavorazione
La sua lavorazione comincia colando il latte e versandolo in una caldaia di rame stagnata chiamata su lapiolu. Secondo tradizione questi contenitori vengono fabbricati da ramai di Isili che discendono da un'antica stirpe di zingari incrociati con ebrei che ancora hanno una parlata medio orientale. Il latte si porta poi a una temperatura di circa 34°; la caldaia di rame si mette sopra una fuoco a legna che si anima in un particolare fornello chiamato sa fredda. Esso si ottiene scavando un fosso al centro di una zona dell'ovile. Si procede poi alla cosiddetta cagliata sul latte diventato ormai tiepido. La pasta del caglio raccolta in un panno viene spremuta con esperienza dal pastore, che sa che una dose di caglio eccessiva potrebbe dare la prodotto un cattivo sapore. Quindi la conoscenza del pastore sulle dosi e sulle modalità è qui fondamentale. Diciamo che il tempo di coagulazione della caseina si aggira intorno ai 20 minuti. Così il latte coagulato viene spaccato con le mani e gli viene impresso un moto rotatorio che crea una specie di vortice in su lapiolu. Per eseguire questa rotazione si può utilizzare uno strumento artigianale chiamato su muricu che si ottiene dalla lavorazione artigianale del ramo di un pero selvatico (pirastru). Si gira il tutto fino a quando non si ottiene la separazione del latte dal siero. Ora che il latte si è leggermente solidificato viene tolto dalla caldaia e sistemato su una tavola inclinata che aiuta lo scorrimento del siero. Insieme a tale scorrimento il latte viene costipato con le mani (frimmandelu cioè fermandolo) e viene portato a una massa più o meno tondeggiante. Diciamo che il grosso è ormai fatto, bisogna solamente dare una forma al prodotto.

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