LA COMUNITA' SOCIALE DI ADRIANO OLIVETTI

Guido Raciti

 

ADRIANO "PRIVATO"

Adriano nasce l'11 aprile 1901 sulla collina di Monte Navale, nelle vicinanze di Ivrea, da padre Camillo, ebreo e madre Luisa, valdese.
Camillo Olivetti si laurea in ingegneria industriale, a 23 anni al POLITECNICO di Torino con Galileo Ferraris. I figli di Camillo e Luisa Olivetti, Elena la primogenita, Adriano, Massimo, Silvia, Lalla e Dino, su comune accordo dei genitori, non sono stati iniziati a nessuna religione, né battezzati, né circoncisi. Il Socialismo di Camillo non ammette la presenza di Dio, infatti non vuole che in famiglia se ne discuta.
La scuola, secondo le sue intime convinzioni, comincia tardi, a partire da otto anni, per consentire un prolungamento dell'infanzia.
Per contro, gli insegnamenti della scuola elementare vengono concentrati in due soli anni, affidando tale compito direttamente alla madre Luisa che non per questo risulterà più indulgente verso i propri figli, tanto che gli studi, ad Adriano, provocheranno spesso angoscia e forti emozioni. Disturbi passeggeri, ma ricorrenti che quasi tutta la dinastia degli Olivetti sembra soffrire, che potremmo definire "psicosomatici": è la croce e la gloria di una sensibilità assai acuta, superiore al "normale", che non tarderà a manifestarsi negli anni successivi.
Nel 1915, papà Camillo manda Adriano in una scuola pubblica, in pensione presso un'anziana signorina e non in un "normale" collegio.
Proseguirà gli studi superiori a Cuneo presso un Istituto Tecnico Industriale, su pressione del padre, ma per tutta la vita rimane in lui il rimpianto di non aver frequentato il liceo classico!
A tredici anni
, Adriano, comincia a lavorare nella fabbrica paterna, dato che Camillo ritiene necessario non scindere il lavoro intellettuale da quello manuale; ma per Adriano questa prima esperienza si rivelerà traumatica tanto da ritenersi negato per il lavoro in fabbrica!
Il 16 aprile 1918, Adriano decide di arruolarsi volontario, per affrancarsi dalle scelte paterne operate fino ad allora nei suoi confronti, nell'intima convinzione di adempiere un dovere. Col finire della guerra, suo malgrado, l'arruolamento termina.
La quotidianità del giovane Adriano è contrassegnata dallo stretto legame con la sorella Elena, la primogenita, appassionata di letteratura russa, in particolare di Dostoevskij e della psicanalisi di Freud; sarà lei ad infondergli la passione per l'occulto ed il misterico che lo accompagnerà per tutta la vita, compresa la curiosità per l'"esoterismo", testimoniata dagli archivi della sua biblioteca personale.
All'università Adriano s'iscrive al POLITECNICO di Torino, passando dalla facoltà d'Ingegneria Meccanica, consigliata dal padre, alla facoltà di Chimica Industriale, quale propria scelta autonoma.
Nonostante ciò, Adriano frequenta poco l'università, in compenso comincia ad occuparsi di politica, scrivendo su l'"Azione Riformista", fondato dal padre Camillo, dalle cui idee non resterà indifferente:

FEDERALISMO - AUTONOMIE - SCELTA DEI MIGLIORI PER RIFORMARE LA DEMOCRAZIA.

Al termine del servizio militare si Laurea con una tesi di compilazione su uno "zuccherificio": Luglio 1924, data in cui rientra nuovamente in fabbrica.
Gli anni del dopoguerra saranno per Adriano, non soltanto gli anni in cui passa il tempo "leggendo e sognando" facendo piani per il futuro, non occupandosi della fabbrica ma del giornalismo politico, ma anche di una serie d'incontri segnati dal destino che porteranno alla conoscenza di quello che diverrà il suo più caro amico, Gino Levi e della sua futura moglie, Paola, sorella di Gino.
A Paola, Adriano appare vestito di scuro come un Pastore Valdese, un tipo un po' goffo, molto timido... ma intuisce in lui un qualcosa di misterioso dietro quei grandi occhi celesti sgranati. Alla fine Paola, nonostante numerosi corteggiatori, sceglie Adriano, perché ha intuito la persona non convenzionale, soprattutto:
L'"UOMO CHE NON LE TOGLIERA' LA SUA LIBERTA'.
Si sposano a Torino nel maggio del 1927
; nel 1928 nasce Roberto, poi Lidia e Anna.

 

L'ESPERIENZA AMERICANA

Verso la fine dell'apprendistato in fabbrica, per Adriano si apre l'America; un viaggio di studio ed al tempo stesso un'opportunità per conoscere nuovi metodi di lavoro da applicare eventualmente alla ancora modesta realtà del Canavese.
Gli Stati Uniti, per Adriano, si riveleranno tutt'altro che un colpo di fulmine, anzi prevarranno i giudizi critici: il carattere americano gli appare per molti aspetti mediocre e superficiale, inferiore a quello europeo.
Ma l'esperienza determinante viene dalla visita agli stabilimenti FORD. Al manager che ha spinto alle estreme conseguenze la parcellizzazione del lavoro secondo lo slogan UN UOMO, UNA OPERAZIONE, Adriano attribuirà il merito di una "seconda rivoluzione industriale". La descrizione che ne fa è: "l'officina è un miracolo di organizzazione, perché tutto marcia senza burocrazia... tutto corre e opera continuamente... tutto è raggiunto con la enorme specializzazione operativa... tutto ordinato, pulito, chiaro."
Dalla visita, Adriano ha ottenuto conferma di come un manager "illuminato" possa investire col suo "spirito progressista" tutta una grande azienda.
Al ritorno, decide di occuparsi attivamente della fabbrica paterna, ma vuole sia accettato il suo programma, sintetizzato in un appunto, frutto del suo viaggio in America e degli studi successivi, intitolato "ORGANIZZAZIONE GENERALE E INTERNA", contenente la proposta, previa approvazione del padre Camillo, di un capovolgimento della situazione esistente:
una organizzazione del personale decentrata al posto di quella accentrata;
una direzione per funzioni al posto di una gerarchia indifferenziata.
Dopo una presentazione del progetto agli operai della fabbrica, l'investitura ufficiale: Adriano si getta anima e corpo nell'impresa. All'empirismo succede la "RAZIONALIZZAZIONE" secondo le concezioni del tempo.
L'originalità di Olivetti sarà nel tipo di cottimo che viene introdotto, interpretando l'esempio americano. Una originalità dovuta ad Adriano, che riconoscerà anche il padre Camillo, all'inizio scettico sulle scelte del figlio, il quale parlando agli operai ha tenuto questo discorso:
"TU PUOI FARE QUALUNQUE COSA TRANNE LICENZIARE QUALCUNO PER MOTIVO DELL'INTRODUZIONE DEI NUOVI METODI PERCHE' LA DISOCCUPAZIONE INVOLONTARIA E' IL MALE PIU' TERRIBILE CHE AFFLIGGE LA CLASSE OPERAIA".
La riorganizzazione "razionale" della produzione ha messo l'azienda in condizione di affrontare i tempi difficili. Infatti quando la crisi arriva, è fronteggiata non con la recessione, non con i licenziamenti, ma puntando sul rilancio, sulla ricerca di nuovi spazi.
Nel periodo di trasformazione interna propiziata dai nuovi metodi di Adriano, l'azienda ha continuato su alcuni punti fermi impostati da Camillo:

IL CICLO COMPLETO DI PRODUZIONE, dalle fonderie ai nastri per le macchine da scrivere;
UNA GAMMA DI PRODOTTI CAPACE DI RISPONDERE A TUTTE LE ESIGENZE DEL MERCATO;
L'AUTOFINANZIAMENTO per contare sulle forze dell'industria e non diventare succubi del capitale finanziario.

 

La nuova fabbrica solidale dipende prima di tutto dalla scelta interiore dell'imprenditore, da una intensificazione, dal suo riconoscere al proprio Io uno specchiamento più ampio di quello contenibile nel criterio del tornaconto.
Adriano Olivetti è l'immagine più chiara di come l'esistere di una simile scelta intensifichi l'intrapresa e non la limiti.
Il consolidarsi di un genere di intraprese solidali, come quella di Adriano Olivetti, condotto alle estreme conseguenze eliminerebbe ogni funzione di redistribuzione statale, che diverrebbe ormai innecessaria, superata. Libere Unioni economiche di lavoratori e di imprenditori, alimenterebbero con il loro lavoro la loro vita spirituale.

L'ANTIFASCISMO DI ADRIANO

"OLIVETTI ADRIANO DI CAMILLO CLASSIFICA: SOVVERSIVO".
E' scritto sulla copertina di un dossier della questura di Aosta.
La prima richiesta di informazioni su Adriano riguarda il viaggio in America. Oggetto dell'indagine è una presunta lettera da Lui scritta ad uno zio, Ottavio Revel, trovata fra le carte del fratello di Ottavio, Ulrico, deceduto, spedita da New York il 26.12.1925. In questa missiva Adriano si scaglia contro "la banda di mascalzoni e assassini che delizia il bel paese" e si consola con la voce, allora assai diffusa in Italia, che Mussolini sia "minato... per carcinoma di origine sifilitica". Tale lettera inviata ad un famoso giornale americano di sinistra, sarebbe poi stata cestinata.
Ma la denuncia che Ottavio Revel fa all'Ambasciata italiana, sperando di ottenere, ed ottenendo, il rimpatrio gratis, dà l'avvio, nell'aprile 1931, ad un'indagine sull'antifascismo di Adriano. Da questo momento tutti i suoi viaggi saranno schedati e riposti nel dossier personale. Ma parallelamente un'altra schedatura "occulta" avverrà per conto dell'OVRA, la Polizia Politica del Regime, che accuserà apertamente gli OLIVETTI e i suoi amici di essere "Ebrei antifascisti al soldo dei fuoriusciti assicurati alla giustizia dall'OVRA". L'OVRA, per mezzo di una capillare rete di spie del regime riuscirà ad arrestare uno ad uno, stretti collaboratori di Adriano, parenti ed amici.
Adriano si impegnerà a fondo per la loro liberazione ottenendo un'incontro con il capo dell'OVRA che ammonirà Olivetti di disinteressarsi dell'operazione. Riuscirà comunque ad ottenere la scarcerazione degli arrestati: il processo si concluderà il 06.11.1934 con l'applicazione di sentenze miti.
Una breve menzione va fatta anche al viaggio che Adriano fece in Unione Sovietica
nell'estate del 1931
, che lasciò una traccia inferiore rispetto all'esperienza americana, ma che gli permise di formulare una critica al sistema centralizzato e burocratico di pianificazione. L'unico volto di uomo colto, educato, simpatico è quello del ministro per il commercio estero, che finirà fucilato nel 1938, dopo il più grande e terribile dei processi staliniani.
Il soggiorno a Milano tra il 1931 e il 1934, sarà determinante per la creazione dell'"immagine-Olivetti", della linea Olivetti.
In questo periodo Adriano comincia a conoscere i primi architetti che si vanno raccogliendo sotto le bandiere del "razionalismo".
Nel 1933 l'OLIVETTI, ha conquistato più di metà del mercato italiano, varcando il fatidico 50,8%.
Alla fine degli anni '30 l'Italia è diventata il terzo paese esportatore di macchine da scrivere con quasi 15.000 unità!
Per l'operaio Olivetti vi sono tutta una serie di agevolazioni, fra le quali:
l'utilizzo del Servizio di Assistenza Sanitaria con scopi di complemento alle funzioni delle Casse Mutue, già introdotte dal padre Camillo, per garantire al lavoratore la possibilità di assistenza per le malattie più gravi;
la concessione di finanziamenti agevolati ad un tasso inferiore al 4%;
l'istituzione della mensa aziendale;
la presenza di un infermeria e di una biblioteca all'interno della fabbrica;
tutele a favore delle lavoratrici madri (nove mesi di aspettativa
, contro i due concessi per legge);
asili nido all'interno della fabbrica;
finanziamenti per la casa fino alla metà del costo sostenuto.

 

L'URBANISTICA DI ADRIANO

Sul fronte urbanistico l'ispiratore è Le Corbusier, motivo dominante è il "pan de verre", la parete di vetro trasparente dall'interno e speculare verso l'esterno, dove si riflettono le nuvole, gli alberi, e le montagne del CANAVESE.
Alla fine del 1934 Adriano affida agli architetti Figini e Pollini il progetto di un nuovo quartiere ad Ivrea, caratterizzato da case-basse e case-alte fino a dodici piani con tutta una serie di servizi di uso collettivo che fungevano da corollario per i dipendenti della Olivetti.
Il Piano D'Ivrea è presentato da Adriano nel numero di "Casabella" di maggio del 1936: questo, come quello più vasto della Valle D'Aosta dovranno inserirsi entro il piano complessivo dell'economia nazionale.

L'esperienza più importante di Adriano nel campo urbanistico è quella del PIANO REGOLATORE DELLA VALLE D'AOSTA: è su di essa che si fortifica l'idea dell'urbanistica come disciplina diversa e superiore alle altre, perché ordine politico capace di organizzare attorno a sé tutti gli altri elementi (sociologici, architettonici, demografici e ambientali).
La fabbrica gira a pieno ritmo: dal 1939 al 1942 più 71% !
Interessante notare come nel "gruppo" di Ivrea molti siano ebrei, o meglio "mezzi ebrei" come Adriano: per lui un segno di vitalità di spirito.
Adriano sa conquistare i giovani; chi lavora con lui sa stabilire un rapporto di intimità fortissimo.
Ripercorrendo la sua strada, Adriano distinguerà alcune tappe:
quella tecnocratica della organizzazione della fabbrica;
le provvidenze sociali per i lavoratori e contemporaneamente la rivelazione dell'urbanistica, dei rapporti esistenti tra la fabbrica moderna, organismo "complesso", e il territorio circostante;
la convinzione che solo un intervento globale, politico, sulla società era in grado di individuare un progetto al quale associare tutte le forze più vitali la cultura, i lavoratori, la comunità locale.

LE INTUIZIONI DI OLIVETTI

Ma queste intuizioni di Adriano da dove provenivano?
C'è un episodio della sua vita che c'è ne dà testimonianza. Intorno al 1942 Adriano si assentava sovente per passare alcune ore a Montaldo, una località solitaria, dove desiderava acquistare un terreno con una piccola cascina. E' qui, probabilmente, che ha "sentito soffiare la voce del deserto" scrive Adriano a quella che diventerà la sua seconda moglie:
"ed iddio mi provò in segreto, un giorno, proponendomi la parabola del giovane ricco al quale Gesù propose di rendere tutto ciò che possedeva per darlo ai poveri. Il modo in cui questo avvenne fu molto strano e un giorno sarai in grado di capire che il mio spirito, liberato dalle corruzioni terreni, fu pronto ad obbedire a questo comandamento. Questo sacrificio non fu fatto e non sarà fatto perché devo vivere come uomo e non come santo, altrimenti mancherei alla mia missione che è di agire e creare".
Non sappiamo quando avvenne questo episodio, ma sappiamo che questo evento c'è stato, un momento irripetibile, decisivo, una intuizione.
Da questo momento, Adriano si impegnerà con ancora maggiore determinazione nella vita attiva, sente di aver ricevuto un mandato esaltante e smisurato, di dover contribuire a realizzare il regno di Dio a partire da questa terra, un ordine di giustizia perfetta per tutti gli uomini.

 

L'UTOPIA DI COMUNITA'

L'intenzione che sta a base dell'impresa, è di indicare una "Terza Via", tra Socialismo di Stato e Liberalismo: è l'incontro fra Cristianesimo e Socialismo secondo Mounier.
Dove al "Centro" si colloca la "COMUNITA'" come superamento dell'individuo liberale e dello Stato collettivista, ma aggiunge l'aggettivo "concreta": perché sul suo territorio, coincidono l'unità economica, amministrativa e politica.
La "Comunità concreta" ha una dimensione ottimale di 100.000 abitanti e si raggruppa intorno ad una grande fabbrica o ad una serie di fabbriche minori.
L'Italia, a sua volta dovrebbe essere scomposta in 400-500 comunità. Dalle comunità si passa agli Stati regionali, che dovrebbero avere da 3 a 5 milioni di abitanti.
La costruzione istituzionale è costituita dagli "ORDINI POLITICI".
Vengono definite così da Adriano Olivetti SETTE FUNZIONI ESSENZIALI (c.d. Democrazia Organica e Funzionale):
AFFARI GENERALI o AMMINISTRAZIONE;
GIUSTIZIA;
LAVORO;
CULTURA;
ASSISTENZA;
URBANISTICA;
ECONOMIA;
presenti all'interno delle Comunità e che daranno vita ad altrettanti ordini nazionali.
E' previsto un "Istituto Politico Fondamentale per l'Educazione della classe politica" e una "Università del Lavoro" per la formazione dei dirigenti sindacali.
SENATO: rappresentanti degli ordini per facilitare le leggi in campi specializzati e diversificarlo dalla camera.
CAMERA: espressione delle comunità concrete.
Il Sistema Misto di Rappresentanza:

- Elezioni a Suffragio universale;
- Elezioni di secondo grado;
- Cooptazioni;
- Nomine per concorsi e titoli.
La fabbrica è al centro dell'attenzione di Adriano: e da essa che proviene lo stimolo per una riforma globale. Il fine è "conciliare l'uomo e la macchina"."La legge superiore della Comunità è illuminata dal Vangelo", scrive Adriano, una tavola di valori morali ai quali tutti devono guardare, anche per vincere le cause profonde della guerra e dell'odio.
Ma è possibile anche dare un'altra lettura del progetto di Adriano: un'interpretazione segreta che non nasce dalla ingegneria istituzionale o dall'intarsio di soluzioni, ma da un rapporto arcano fra i numeri e fra le loro combinazioni.
Il tre e il sette appaiono di continuo:
Da tre uomini in rappresentanza di tre principi è formato il COMITATO DI PRESIDENZA della comunità, quella che Adriano chiama "l'Idea del Nucleo Originario del Potere - un'associazione trinitaria";
Una "trilogia" è lo schema intorno al quale ruotano e si ordinano situazioni complesse, cioè una comunità concreta, una democrazia integrata, un ordine funzionale;
Sette sono le funzioni politiche essenziali .

Lo stesso Adriano ci offre la chiave di lettura quando scrive che "questo misterioso rapporto fra l'ordine, il numero, la natura e la vita è vivo fin nelle prime scuole Pitagoriche..." o quando identifica lo spirito della scienza con il "consolatore" che fu annunciato da Cristo agli Apostoli nell'ultima cena, secondo il Vangelo di San Giovanni, per guidare il mondo verso la verità totale.
Il Popolo italiano è Socialista e Cristiano, però viene ingannato dai due partiti di massa che si rifanno a queste etichette.
La strada da percorrere è creare un partito diverso, che sul modello dei laburisti inglesi si è formato da una pluralità di forze sociali, movimenti, organismi cooperativi autonomi.
IL REVISIONISMO DEL MARXISMO E' DICHIARARSI SOCIALISTI CRISTIANI!
Ma il vero "MOVIMENTO COMUNITARIO", svincolato dai partiti, nascerà ufficialmente ad Ivrea il TRE GIUGNO 1947.
La riforma della Comunità Olivetti ha trasmutato il movente del lavoro capitalistico, lo ha sottratto al calcolo dei valori mercantili, lo ha condotto alla possibilità di una diversa determinazione individuale.
Il lavoratore di simili intraprese solidali riscopre nel suo lavoro un fine condiviso che lo rispecchia, dietro le misure delle merci scopre negli altri individui la propria identificazione.
Il fine del lavoro non è più costretto dal tornaconto, ma si amplia; cosicchè anche il lavoratore diviene imprenditore. Lavoratore e imprenditore vivono nell'Unione di un fine condiviso: produrre la sussistenza d'una università, d'un ospedale, o d'una qualunque altra istituzione dei campi non economici della vita.

 

DALLA COMUNITA' SOCIALE ALLA TRIARTICOLAZIONE

La liberazione del lavoro dal movente del tornaconto implica il dono ­ il libero arbitrio dei lavoratori e degli imprenditori nella distribuzione del sovrappiù economico agli altri campi della vita. A sua volta il dono nella sua incondizionatezza crea una impossibilità di intrusione dell'economia e della politica nei campi della vita spirituale. Dunque purificando le fabbriche solidali o l'economia comunitaria di Adriano Olivetti dalle confusioni sentimentali e dalle astuzie, e conducendo il loro esperimento fraterno all'estremo, si creerebbe al contempo una certa articolazione dei campi della vita:
Unioni economiche, si preoccuperebbero di produrre, commerciare e trasportare le merci, incaricandosi dell'economia sostanziale;
Unioni spirituali o singole individualità, alimentate dal dono si dedicherebbero all'arte, alla religione e alle altre creazioni spirituali;
Unioni politiche, infine, completerebbero questo desiderabile nuovo mondo della vita, articolando nell'uguaglianza la magistratura e le leggi; che non possono affidarsi all'economia o all'arbitrio della religione e dell'arte.
Una anarchica Triarticolazione, una burocrazia vivente di Unioni, sempre disfacibili, articolerebbe i campi della vita, evitando le unilateralità delle Utopie e del capitalismo.
La burocrazia politica funzionale di Adriano Olivetti non deve incaricarsi dell'economia; la riproduzione della vita materiale della comunità doveva mantenersi indipendente da ogni intrusione statale. Tutti gli esperimenti economici dell'Olivetti di Ivrea, come gli scritti di Adriano Olivetti, tendono anzi proprio a questa distinzione tra politica ed economia. "Si profila il tentativo di socializzare senza statizzare, di organizzare la società economica in modo autonomo, coi propri mezzi e renderla indipendente dall'intervento dello Stato, onde la libertà dell'individuo, la difesa della persona, l'accrescersi del benessere, l'efficienza tecnica, il progresso scientifico dell'industria, l'interesse del consumatore sarebbero garantiti dalla partecipazione, collaborazione e dal controllo d'una pluralità di istituti a ciascuno scopo coerentemente disegnati e designati".

 

L'INATTUALE ECONOMIA POSSIBILE

L'adesione al lavoro è rispecchiamento negli altri campi della vita non economici che ne sono alimentati, è un lavoro economico nel quale diviene possibile identificarsi.
Il sistema fiscale dello Stato moderno ne sarebbe distrutto. La funzione di redistribuzione verrebbe restituita alle Unioni che attraverso il dono finanzierebbero gli altri campi della vita.
Il distinguersi delle Unioni in una Triarticolazione offrirebbe il modo di una scelta anarchica, ma consapevole, di quanta parte della produzione vada trasferita agli altri campi della vita.

 

LA NUOVA ECONOMIA DI OLIVETTI

Adriano Olivetti e l'economia comunitaria di Ivrea sperimentarono un nuovo movente di lavoro, differente da quello del tornaconto capitalistico, tentarono inoltre una radicale riforma della funzione politica e una distinzione meno intensa dell'intrapresa dalle istituzioni del patrimonio.
Sappiamo che Adriano non ha né la passione né le qualità del finanziere.
In lui c'è la cristiana ripulsa per il denaro che non viene dal lavoro, ma da altro denaro .
Fisicamente, sembra voler sfuggire, addirittura, il suo contatto, tanto che sovente si accorge di avere il portafoglio vuoto.
Egli lascia ai suoi collaboratori un ampia autonomia sulla base di quel rapporto più che fiduciario, appoggiato su una prospettiva, su un obbiettivo comune:
Adriano vede la fabbrica come un organismo vivente che ha un'infanzia, una giovinezza, una maturità e che volgerebbe al tramonto se non si trasformasse in qualcosa di nuovo.

"L'immagine Olivetti" è un progetto globale, che comprende design, architettura, ambiente, editoria.
Per Adriano, il rilancio della fabrica è solo un mezzo per realizzare la sua nuova politica sociale. All'interno, verso i lavoratori, all'esterno verso il territorio.
La Sua idea è di passare alla "Fondazione Camillo Olivetti", un primo nucleo di azioni per attribuirle poi, gradatamente, il controllo dell'azienda.
La gestione sarà affidata ai Rappresentanti dei lavoratori, degli Enti Locali, di Istituzioni Universitarie e Culturali. I profitti non saranno soltanto destinati a migliorare le " provvidenze" per i dipendenti, ma verranno anche investiti in opere e iniziative di pubblica utilità nel territorio:
è la traduzione in istituzione del principio per cui la fabbrica è PROPRIETA' COMUNE E SOLIDALE CON L'AMBIENTE.

E' il punto di approdo più suggestivo del Socialismo di Adriano, quello dove il capitalista si espropria dei propri mezzi per rinascere, se ne ha le qualità, come manager e leader naturale .
Il carattere di movimento è ribadito con la clausola della " doppia appartenenza", si può aderire pur restando contemporaneamente iscritti ad un partito politico. Il modello concreto ma generico, è il partito Laburista inglese, federazione di gruppi diversi, mentre il progetto ideale rimane l'ordine e l'organizzazione del movimento, agli antipodi dei partiti classici, che deve prefigurare l'immagine di quella che sarà la "Comunità" realizzata con le sue articolazioni "funzionali".
A livello nazionale il movimento sarà simile a quelli tradizionali, con un Presidente (Adriano), un Segretario, una Direzione politica e un Comitato centrale.
In sintesi la comunità si configurerà come movimento che critica la partitocrazia già in divenire, che propone un approccio culturale alla politica, un orizzonte di nuove civiltà, che esercita il suo fascino sugli eretici di ogni parte.
La struttura del movimento è piramidale:
al vertice, il Presidente (Adriano);
un Segretario (nominato per Statuto dal presidente), responsabile delle relazioni culturali della presidenza dell'Olivetti.
Nel 1950 Adriano è diventato presidente dell'INU (Istituto Nazionale di Urbanistica).
La prima esperienza nel settore è stata, nel 1935, il progetto di un quartiere nuovo a Ivrea da cui sono venuti fuori gli edifici di Borgo Olivetti e del quartiere Castellamonte , costruiti direttamente dell'azienda per operai e impiegati.
Si parte dal fine ultimo, che è l'Olivettiana felicità ed armonia, una città di Dio, da raggiungere con mezzi elastici e non coercitivi fino all'approdo conclusivo:"L'IDEA DI UNA PIANIFICAZIONE DAL BASSO".

 

LA GIORNATA DI ADRIANO

Nel 1950 Adriano si è risposato. Il precedente matrimonio era stato sciolto a San Marino . Nel frattempo ha ricevuto il battesimo cattolico e così il secondo matrimonio viene celebrato in chiesa.
Adriano non ha mai pensato ad una casa di proprietà a parte il progetto, mai realizzato, del famoso " pensatoio" eremitico di Montaldo Dora, per quella puritana rinuncia che gli viene dal mandato di una missione trascendente.
Per suggerimento di Grazia, la nuova moglie, deciderà per la prima volta di acquistarne una.

Se volessimo tracciare un profilo della personalità di Adriano, l'impressione che dava a chi non lo conosceva, era di freddezza, di quasi disagio verso il proprio interlocutore, molto più esigente verso gli amici che nei confronti dei semplici conoscenti.
Nonostante amasse il potere, nei momenti decisivi, quando sembrava sul punto di riuscire, c'era sempre qualcosa che veniva meno.
Di lui si ricorda la grande generosità verso i collaboratori e i dipendenti sia sul piano umano che materiale. In considerazione del suo grande intuito nello scegliere i propri collaboratori, trovava il tempo di vedere un numero incredibile di persone riuscendo con gli stessi ad instaurare una grande rapporto empatico.
Si dice di Lui che possedeva qualche potere sensitivo; certo è che crede che la vita sia disseminata di segni che è essenziale cogliere e interpretare, anche per questo dava molta importanza ai sogni, specie alla vigilia di scelte decisive.
Il primo ottobre 1950 è colpito da infarto, ma nonostante la diagnosi egli minimizza, pensando piuttosto che si tratti di depressione.
Aveva la tendenza ad appoggiarsi a persone-guida, per poi abbandonarle nel momento in cui si rendeva conto di esserne troppo influenzato.

 

LE LETTURE OCCULTE DI OLIVETTI: L'IDEA ISPIRATRICE.

Per quanto riguarda le sue letture, abbondano nella biblioteca personale, i testi iniziatici, parapsicologici, misterici, da Annie Besont, alla Blavatsky, allo Yoga.
In particolare, nelle Istituzioni Comunitarie di Adriano Olivetti e nell'idea fondamentale che le ispira è immediato riconoscere l'influenza di una corrente di pensiero che tra la fine dell'Ottocento e gli Anni Venti elaborò l'idea della Triarticolazione. Di una vita associata nella quale l'economia, la politica, e i campi spirituali della vita dovessero tenersi distinti, lasciarsi articolare ognuno nella sua autonomia. Il socialista anarchico Eugen Duhring criticato con acrimonia da Engels, il teologo russo Vladimir Solov'ev, il filosofo sociale Saint Yves d'Alveydre e infine Rudolf Steiner sono i diversi momenti di un elaborarsi via via più preciso d'una simile riforma della vita associata.
Con certezza le idee di Rudolf Steiner influenzarono Adriano Olivetti nei suoi esperimenti comunitari.
Saccheggiarlo senza nominarlo; come anche fece Adriano Olivetti, finanziatore discreto, della stampa antroposofica, visitatore di laghi svizzeri, principe economico di una comunità eretica, e troppo astuto per ammettere di essere il lettore fedele di Rudolf Steiner, dell'eretico crocifisso dal Cristo dell'Apocalisse.
Fece piuttosto con l'astuzia degli eretici valdesi e degli ebrei messianici, battezzare la sua Comunità dai rassicuranti vescovi cattolici. Del resto oltre che eretico ed ebreo, era anche italiano, quindi costretto a riconoscere, in ogni istante, che il Vaticano è l'aggregazione statale meno incerta e più potente della politica in Italia. Divenire cattolico praticante proteggeva la politica estera della sua "Repubblica eretica", sospesa precariamente tra il Goetheanum di Dornach e le congiure degli Italiani.

DISCESA AL SUD

Per Adriano la scoperta " Questione meridionale" parte da Matera.
La situazione di matera, nel dopoguerra, non è cambiata, anzi è peggiorata: più di metà della popolazione vive nei "sassi" , la mortalità infantile è sui record mondiali, supera il 40%.
Nel 1949 viene preparato un primo schema di intervento: incanalare il movimento contadino verso uno sbocco di sviluppo civile, invece che verso un " progresso" materiale nella disgregazione. Un progetto concreto che viene fuori dalle due inchieste, è il Borgo agricolo in località La Martella: dovrebbe essere il modello, il prototipo della nuova comunità contadina.
Il borgo ha una dimensione - dalle 200 alle 300 famiglie - sta in mezzo ai campi che gli abitanti debbono lavorare, evitando i tradizionali spostamenti con i muli, è collegato con la vicina Matera da dove i "trogloditi" si sono spostati e conservano legami umani ed amministrativi, da corse frequenti di autobus.
Per Adriano il c.d. "Problema meridionale" è: realizzare si l'unificazione tra nord e sud, migliorare si le condizioni materiali delle genti del sud, ma in modo che queste non perdano la loro identità anzi contribuiscono a ridare al mondo operaio del nord quella vitalità spirituale che sembrava smarrita.
Il "Piano" ha il compito di investire 150 comunità depresse del mezzogiorno e proporsi realizzazioni-pilota che abbiano un valore esemplare in 30 aree iniziali, sotto la guida di un'unica autorità per ciascuna area:
strumento-principe è l'eccitazione salariale che dovrebbe portare in breve tempo il mezzogiorno ai livelli del nord rompendo situazioni di ristagno;
la creazione di imprese di tipo nuovo su base cooperativa favorendo la partecipazione democratica e di coinvolgimento oltre ai lavoratori, degli Enti territoriali e degli istituti culturali.
l'esigenza di creare nel sud una rete di scuole professionali specializzate, per favorire la formazione dei quadri locali, compreso un istituto per manager tipo IPSOA in ciascuna regione.
Il "Piano" di Adriano, appare fortemente alternativo a quanto si stava già facendo in quegli anni sotto l'egida della cassa del mezzogiorno, dove l'accentramento ministeriali si sposava agli interventi indiscriminati a pioggia, senza una linea strategica chiara ma, sulla spinta dei diversi corporativismi e clientelismi.

RIFORME SOCIALI

Aprile 1956: riduzione generalizzata dell'orario di lavoro; 25 sabati all'anno diventano non lavorativi con l'obbiettivo di ottenere tre settimane di ferie estive.
Aprile 1957: Olivetti
realizza, per la prima volta in Italia, la settimana di 45 ore, con tutti i sabati dell'anno liberi.
Imprenditore e Riformatore sociale si identificano: Adriano è convinto che con più tempo libero a disposizione, aumenti anche la concentrazione, e quindi la produttività, nei giorni feriali.
Sull'arco di 12 anni , i salari reali quasi quadriplicano: un lavoratore Olivetti guadagna 60.000 lire al mese, contro le 40.000 lire della media del settore metallurgico.
L'indice di produttività, sale in media quasi del 14% all'anno, con punte nel 1946/'47 e nel 1956/'57.
In sintesi, possiamo individuare tre periodi fondamentali dell'industria Olivetti:
dal 1946 al '49, si procede senza grandi innovazioni tecnologiche, migliorando la produttività con la razionalizzazione e l'ulteriore divisione del lavoro alle catene di montaggio;
2. dal 1950 al '54, si punta sul progresso tecnologico, con l'introduzione di nuove macchine specializzate e si riducono i tempi di lavorazione;
3. dal 1955 al '58, a fronte di una saturazione dei metodi precedenti, si ricorre a investimenti sempre più massicci.
Il periodo di massima produttività dell'Olivetti è anche il momento del massimo accentramento del potere aziendale nelle sue mani; colloca i suoi uomini di fiducia nei punti strategici dell'azienda.
Interviene in prima persona dove desidera, continuando a fare lui la selezione de futuri dirigenti.
Questo periodo è anche contrassegnato dalla nascita del Sindacato comunitario: "Autonomia aziendale", chiamata anche Comunità di fabbrica.
Nella concezione dell'"ordine", i lavoratori rappresentano uno dei tre pilastri della comunità, accanto agli intellettuali e ai politici-amministratori.
L'obbiettivo del sindacato comunitario è la partecipazione dei lavoratori alla gestione e la trasformazione dell'azienda in proprietà sociale.
Il 21 gennaio 1955, Comunità di fabbrica è fondata; i componenti sono:
il Segretario, è un tecnico;
il Presidente, un operaio qualificato.
Alle elezioni, "Autonomia aziendale" ottiene subito la maggioranza relativa con il 40% dei voti; è la premessa alla creazione di una "Lega delle Comunità di fabbrica"
Alla fine, nonostante le buone intenzioni di Adriano, l'esperienza di, Comunità di fabbrica, rimarrà un episodio isolato, anche per le difficoltà di incidere su dei meccanismi alquanto resistenti ed intoccabili, quali risultano essere le strutture dell'assetto proprietario.

 

SPERIMENTANDO LA TERZA VIA

All'inizio del 1953 "Movimento Comunità", fa uscire una dichiarazione politica dal titolo "tempi nuovi, metodi nuovi": è il documento più politico, prodotto dal movimento, dove si tenta di tradurre in proposte i seguenti principi enunciati nell'"Ordine":
impegno federalista, è sviluppato e precisato sul piano internazionale; la Comunità viene concretizzata in una moltiplicazione e trasformazione delle Province;
politica della cultura, come esigenza di un disegno generale non partitico o ideologico di natura politica e nello stesso tempo della autonomia della cultura,
rapporto tra Socialismo e Cristianesimo.
Elemento comune è l'opposizione alla partitocrazia.
All'interno del Movimento Comunità si sintetizzato tre anime.
La prima puntava a costruire lo Stato federale delle Comunità, a cominciare dal Canavese.
La seconda, privilegiava l'azione metapolitica;
La terza sosteneva una linea più possibilista verso i partiti politici, dal "Confronto", all'"Accordo" all'"Alleanza".
L'inizio dl M. C. è all'insegna dell'azione metapolitica (si ritrovavano persone di ogni tendenza politica, dai Comunisti ai Democristiani).
In questo periodo, la doppia tessera è una pratica corrente, sancita dallo Statuto.
La linea possibilista è contraddistinta dalla discesa del M.C. sull'arena politica: solo così si potranno attuare le riforme istituzionali che sono il suo obbiettivo!
D'ora in poi la doppia tessera costituirà l'eccezione, come dal nuovo Statuto. Ma la sua ingenuità politica lo farà desistere, ritornando all'unica e ultima risorsa: la "testimonianza profetica".
Il "fine ultimo" del suo progetto è comunque la ricerca di una "Terza Via" tra Comunismo e Capitalismo, Socialismo di Stato e Liberalismo.
Il suo ambizioso progetto si presenterà alle elezioni politiche sotto l'egida della "Campana", in un cartello formato da:
Liberali di sinistra;
Repubblicani;
Socialisti dissidenti.

La Democrazia Cristiana sarà uno dei suoi maggiori antagonisti!
Il successo arriverà, però, solo nel Canavese: la "Campana" conquista la maggioranza assoluta in trentadue Comuni (Ivrea è stata "Rossa" fino al 1951, per poi diventare "Bianca"; ora è "Comunitaria").
La notte del 28 maggio 1956 è il giorno della vittoria.
Con questo successo, Adriano diventa Sindaco di Ivrea con la reale possibilità di sperimentare la c.d. Terza Via, ovvero, la costruzione della "prima comunità concreta".
Politicamente,
"Comunità" ripropone un ceto dirigente di origine Socialista o Socialdemocratica, che ha fatto le sue prime esperienze nelle società operaie.
Come forma moderna di associazione,
"Comunità" punta sui consorzi, in modo da organizzare e potenziare le risorse locali.
Sin dal 1949 Adriano aveva immaginato la figura di un "Sindaco illuminato dotato di un'autentica preparazione culturale e carico di fervore urbanistico".
Sul "piano internazionale", la sua posizione non è neutrale ma appoggia l'idea di un' Europa a fianco degli USA: piena accettazione del "Piano Marshall."
A pochi mesi dal successo elettorale nel Canavese il M.C. partecipa alla costruzione dell'unificazione Socialista dell'estate del 1956, che sfocerà con l'incontro con Pietro Nenni, che se pur promettente, non ebbe seguito.
Viene tentata allora, un accordo con il PSDI, che nel suo programma includeva la proposta di un esperimento di Pianificazione Comunitaria nel Mezzogiorno.
I dirigenti comunitari sono divisi in due schieramenti:
I politici;
Gli integralisti
(i c.d. duri e puri), che conservano intatta la diffidenza verso i partiti politici.
In posizione intermedia si colloca la "Corrente" di Adriano.

 

Cadute le ipotesi di un'unificazione con entrambi i Socialisti (PSI e PSDI), la decisione da tempo meditata, è matura:
Presentarsi ovunque come "forza nazionale di alternativa" !
15 gennaio 1958: M.C.
si è accordato con il "Partito Sardo d'Azione" e con il "Partito dei Contadini" sotto il nome, "Comunità della Cultura degli Operai e dei Contadini d'Italia" che "si colloca politicamente fra il PSI e PSDI" cercando di conciliare il Socialismo con il Cristianesimo.
A Milano è candidato anche Alberto Mondadori che dichiarò esplicitamente la sua fede Comunitaria.
La campagna elettorale per l'Italia fu molto faticosa e costosa tanto da mettere a repentaglio tutto il suo prestigio, la sua salute, il suo avvenire, la sua stessa vita !
Prevede di ottenere mezzo milioni di voti, tre senatori e 7/9 deputati, per divenire "l'ago della bilancia" a favore di un governo di Centro-Sinistra.
25 Maggio 1958: Comunità prende lo 0,59% alla Camera e lo 0,65% al Senato. Sconfitta tremenda: unico deputato eletto è Adriano.

 

GLI ULTIMI ANNI

Sabato 27 febbraio 1960, durante un viaggio in treno a Losanna, partito da Milano Centrale alle 17,55, Adriano, mentre discorreva amabilmente con il compagno di viaggio, incontrato in tale occasione, si sente male, improvvisamente impallidisce, viene immediatamente soccorso, ma invano: il medico dell'ospedale, dove verrà condotto Adriano, non può che constatarne la morte e stendere il referto.
Il funerale non avrà la semplicità da lui desiderata.
Mercoledì 2 marzo, al corteo funebre parteciperà una grande folla: quarantamila persone, il doppio degli abitanti di Ivrea.
Poche settimane dopo si vota in fabbrica per le Commissioni Interne e "Automia Aziendale", riconquista la maggioranza assoluta, anche fra gli operai. E' l'ultimo trionfo, l'omaggio dei lavoratori alla memoria di Adriano.
Il M. C. non sopravvivrà alla morte del Suo Fondatore e, nel settembre del 1961, a
Ivrea decide di sciogliersi come organizzazione politica per trasformarsi in FONDAZIONE CULTURALE.
Oggi, la Fondazione possiede un palazzetto in Via Zanardelli, a Roma e promuove ricerche, pubblicazioni e convegni che hanno un'assonanza con i temi di Adriano, ma sono svincolati da ogni impegno diretto.
La sigla di "Autonomia Aziendale" del Sindacato Comunitario, assunto dalla UIL dopo la fusione è mantenuta fino al 1981.

DUNQUE TUTTO FINITO ?
Fu Giorgio La Malfa a tenere vive con maggior efficacia le idee di Adriano Olivetti, in particolare su tre fronti:
il ruolo del sindacato e la condizione delle imprese in una democrazia industriale;
l'importanza delle autonomie locali;
i problemi della politica del territorio.
Aldilà di questi aspetti, il tentativo terreno di Adriano, le realizzazioni cui più teneva sono state stritolate dal confronto fra due modelli rigidi di società, al di fuori dei quali non sembra esservi spazio.
Ma come ai tempi delle guerre di religione pochi avrebbero scommesso sull'affermazione dello spirito laico, che pure segnerà di se l'epoca destinata a seguire, così anche oggi, e forse possibile predire che questi due modelli di società non sono eterni e che oltre di loro c'è un'altra prospettiva:
La prospettiva della "Democrazia Reale", della "Democrazia Sociale", che né il modello neo-Capitalista nelle sue varie forme e aggiornamenti, né quello dei Regimi delle esperienze di varia natura che si richiamano al Socialismo sono riusciti ad affermare in forma convincente.
In questo scenario anche la proposta irrealizzata di Adriano ha il suo spazio.


Milano, Società Antroposofica 18 giugno 2002

 

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