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Quinta: un territorio tra memoria e progetto

Roma - V Circoscrizione

L' Assessorato alle Politiche Culturali ha accolto con entusiasmo l'idea di ospitare la mostra fotografica sul territorio della V Circoscrizione nello spazio della Ex Chiesa di S. Rita in Piazza Campitelli. Nella convinzione profonda che iniziative di questo genere possano contribuire a promuovere la conoscenza di un territorio abitualmente considerato marginale, in realtà parte integrante dell'immagine stessa della città. Immagine che deve essere conservata nella sua complessità culturale anche durante la sua trasformazione e riuso moderno, come nel caso dei vecchi casali o degli edifici di archeologia industriale.
Le diverse realtà indagate dall'obiettivo dei collaboratori della V Circoscrizione, che testimoniano peraltro una grande passione per il territorio già nel loro intento documentario, concorrono a riscostruire gli ambienti, i paesaggi, il 'prima' di una periferia in mutamento. La diversa composizione dell'habitat umano, dal vecchio campo nomadi di Via Serenissima ai campi coltivati così vicino ai palazzi urbani, racconta l'evoluzione della campagna dell'urbe. Riteniamo quindi che i lavori presentati in questa piccola, ma significativa esposizione, realizzino l'istanza di costruire una memoria storica di questo specifico tessuto urbano che è patrimonio di tutti i cittadini.
Gianni Borgna
Assessore alle Politiche Culturali

Una città è un corpo vivo che cambia lentamente, ma inesorabilmente. E con lei cambiano anche gli abitanti. O forse è più corretto dire che sono loro a cambiarla, o almeno che la cosa è reciproca. Si aggiunge un edificio là, una scuola lì, un pezzo di strada quà, si arreda uno spazio verde che prima era una discarica. Basta questo a portare l'idea di sviluppo urbanistico? No, non lo crediamo più. Perche abbiano un senso le parole usate in questi anni per la periferia - recupero, riqualificazione, sviluppo, trasformazione - c'è bisogno di un progetto, di un'idea di città nella città, dai contorni vitali, come le strade di ferro e di asfalto che disegnano il perìmetro della Quinta. Chilometri di strada già esistenti -la Nomentana, la Tiburtina, l "A24, le ferrovie, la Metro B, il GRA, Via p Togliatti, Via dei M.ti Tiburtini, la Tangenziale - chilometri di binari da costruire - la Roma Tivoli, l'alta Velocità, il Metro Rebibbia Settecamini. Decine di Quartieri, decine di migliaia di abitanti, ettari di terra destinati a parco, cento scuole, capannoni vuoti non più utilizzati, edifici color metallo mai usati. Una stazione deserta, che si apre - inutile monumento alla modernità - su un panorama rustico e degradato: baracche, casupole, piccoli laboratori arrangiati, sfasciacarrozze. E poche decine di metri più in là le case, la gente che non può prendere la metropolitana che corre proprio sotto i loro piedi perche la stazione è sterile, non genera e non divora. E poi vecchie fabbriche abbandonate, dai nomi "storici" che chiedono di essere scosse dal loro torpore, sottratte alla loro inutilità. E antichi depositi, che solo ora che ci lavorano ti rendi conto di quanto fossero grandi. E luoghi antichi, che non ti sembra proprio di stare a Roma - E una campagna solare, a perdita d'occhio, con casali e torri e tanti pezzi di storia. Questo e altro ancora - è oggi la Quinta, simile a tutte le altre periferie, dove i vecchi quartieri di edilizia economica e popolare vivono accanto ai nuovi insediamenti di 167, senza idee, senza progetto e ciascuno vive di luce propria, quando c'è, o del proprio grigiore. Ci sono idee però fra questi cittadini, stanchi di dover vivere la periferia come una parolaccia, con dentro un carico di disprezzo e di rassegnazione che hanno fatto il loro tempo. Le sigle e i titoli delle delibere comunale - SDO, Polo Tecnologico, CAR, Cittadella della piccola e media Impresa - ispirano allegria, ma rimane un fondo di antica diffidenza. Come avverranno queste trasformazioni? E perche non lo hanno ancora fatto? Questa sarà la volta buona? E allora portiamola in scena la Tiburtina! Guardiamo con la lente d'ingrandimento i tesori nascosti, le risorse infinite, le miserie più terribili. Per dire alla città tutta: noi siamo questi, oggi viviamo qui. Ma il nostro "qui" attuale si trasformerà perche le sigle e i titoli si faranno cose reali, perché noi, tutti insieme, faremo in modo che ciò avvenga.
Loredana Mezzabotta
Presidente V Circoscrizione

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