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Ipotesi per due stragi incrociate
                 





27 giugno 1980 : la strage di Ustica.
2 agosto
1980 : la strage di Bologna .

In più di un occasione – e da più parti – è stato ipotizzato un collegamento tra questi due tragici eventi.
L’ipotesi più rilevante è quella sostenuta, a più riprese, dall’on. Zamberletti: ad abbattere il DC9 dell’ITAVIA sarebbero stati aerei da caccia libici, per una forma cruenta di ritorsione contro l’Italia, rea di essere intenzionata a sottoscrivere un accordo con Malta che in questo modo sarebbe uscita dalla sfera d’influenza di Gheddafi.
Dal momento che questo "avvertimento" non viene raccolto, il 2 agosto, alla stazione di Bologna, una bomba esplode proprio nello stesso momento in cui a Malta quell’accordo viene firmato.
Ma, in realtà, di ipotesi se ne può formulare anche un'altra. Ancora più grave. Nei cieli di Ustica, la sera del 27 giugno, avviene qualcosa di innominabile, un vero atto di guerra che coinvolge il nostro aereo civile. Protagonisti dell’abbattimento del DC9 sono velivoli che appartengono al Patto Atlantico. Per "coprire" questo tragico evento che avrebbe immense ripercussioni internazionali e rischierebbe di minare i delicati equilibri esistenti all’interno della NATO, ecco che, nell’immediatezza dell’accaduto, vengono diffuse due versioni.
La prima è quella dell’attentato, versione avvalorata dalla telefonata anonima che indica Marco Affatigato, estremista di destra - ma in realtà in stretto rapporto sia con i servizi segreti italiani, sia con quelli francesi - come presente sull’aereo con una bomba.
La seconda versione diventerà a lungo quella ufficiale: il cedimento strutturale. In altre parole l’aereo, vecchio, si sarebbe, praticamente, autodistrutto.
Due versioni buone a nascondere la terza, quella reale: il DC9 è stato abbattuto da un caccia americano o francese.
Per avvalorare la bomba a bordo ecco allora che, 36 giorni dopo la strage di Ustica, un’altra bomba esplode alla stazione di Bologna, ordigno quest’ultimo che viene subito indicato – e dal capo del governo in carica, Francesco Cossiga - come di chiara matrice fascista. L’equazione che si prospetta all’opinione pubblica è elementare: i fascisti stanno attaccando il sistema dei trasporti che hanno il loro nodo a Bologna. Non va infatti dimenticato che – con due, misteriose, ore di ritardo – il DC9 è decollato proprio dall’aeroporto del capoluogo emiliano.
Resta una domanda:
chi ha messo la bomba alla stazione di Bologna?
La risposta sta in un altro episodio che accade appena cinque mesi dopo l’eccidio bolognese: una valigia piena di armi ed esplosivo viene trovata sul treno Taranto-Milano (in transito a Bologna). Stando alle informazioni diffuse dal SISMI quella valigia doveva servire all’estrema destra nell’operazione eversiva denominata, guarda caso, "terrore sui treni".
C’è un altro elemento che va sottolineato: non appena la valigia viene ritrovata, sono proprio gli agenti del SISMI a far sapere alla magistratura che l’esplosivo (T4, esplosivo militare) contenuto nella valigia è dello stesso tipo di quello impiegato per far saltare l’aereo di Ustica. E in effetti tracce di T4 militare verranno trovate sui reperti del DC9, ma molto tempo dopo.
Domanda:
come facevano i servizi segreti a sapere – con largo anticipo sulle perizie - di questa coincidenza di esplosivo?
La risposta è facile, facile. L’esplosivo sul treno l’avevano messo loro, proprio gli uomini del SISMI. Doveva essere quel depistaggio – teso a far incriminare, come poi è avvenuto, il gruppo Fioravanti - la "ciliegina sulla torta" di un grande affresco dove entra tutto: Ustica, Bologna e il "terrore sui treni".
Per quel depistaggio sono stati condannati con sentenza definitiva gli ufficiali del SISMI Musumeci e Belmonte.
E allora – in questa ipotesi di collegamento Ustica-Bologna, mai presa in considerazione da alcuna magistratura e tantomeno da quella bolognese, così tronfia di certezze – chi ha messo la bomba alla stazione di Bologna?

 


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Aggiornamento: 11 agosto, 2002    

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