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Precisazione
Ancora una volta richiamiamo la tua attenzione su un nostro profondo convincimento: che tu non sei un deficiente e che quindi sarebbe offensivo nei tuoi riguardi darti troppe spiegazioni sui fenomeni linguistici. Perciò ci siamo limitati a scarne ed essenziali definizioni delle varie proposizioni secondarie, certi che tu, avendone capito il senso e la funzione, possa da solo sopperire alle nostre mancanze e regolarti di conseguenza nei casi da noi non previsti.
Per esempio non ci siamo dilungati a spiegarti la differenza fra una proposizione "oggettiva" ed una "finale", che possono entrambe, nella forma implicita, essere espresse con
di e l'infinito. Infatti siamo sicuri che tu, avendo capito il "senso" dell'oggettiva e della finale, sei in grado di distinguere l'oggettiva "Ti dico
di essere andato a Roma" dalla finale "Ti dico di andare a
Roma", essendo chiaro che nel primo caso ti comunico una semplice informazione che fa da "oggetto" del verbo "dire", mentre nel secondo caso voglio che tu faccia quello che ti dico e quindi ti parlo con uno "scopo" ben preciso.
Altro esempio. Delle proposizioni "causali" abbiamo indicato le forme più comuni, ma se tu dovessi imbatterti in frasi di questo tipo: "Godo
che tu stia bene" (che + congiuntivo), oppure: "Sono lieto
di essere stato invitato alla festa" (di + infinito), avresti forse difficoltà a capire da solo che le due proposizioni secondarie (la prima esplicita e la seconda implicita) esprimono la "causa" dei predicati "godo" e "sono lieto"? E se ti dicessimo: "Luigi è stato punito dal professore
per aver copiato il compito di matematica"?
Perciò: animo e... spirito di iniziativa!
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