GUIDA ALL'APPRENDIMENTO DELLA NOSTRA LINGUA
a cura del prof. Antonio Margherini

LE PARTI DEL DISCORSO: IL PRONOME

 

Luigi De Bellis

 
 
 

VARIABILI

Articolo
Nome
Pronome
Aggettivo
Verbo
 
INVARIABILI
Avverbio
Preposizione
Congiunzione
Interiezione
 
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1.

Si dice PRONOME quella parte del discorso che fa le veci del nome. Il termine deriva dall'espressione latina "pro nomine" che vuol dire appunto "invece del nome".

2.

Si usa per snellire il discorso. Ad esempio, invece di dire: "Ho comprato un libro per Mario e ho dato il libro a Cosimo perché porti il libro a Mario in occasione dell'Epifania", è preferibile dire: "Ho comprato un libro a Mario e l'ho dato a Cosimo perché glielo porti in occasione dell'Epifania". Usando i pronomi l' (= lo riferito a libro) e glielo (= gli riferito a Mario e lo riferito a libro), l'espressione risulta molto più agile.

3.

I pronomi sono di varia natura:

personali

(fanno le veci di un nome proprio o comune di persona, animale o cosa)

dimostrativi

(o "indicativi" perché indicano persone, animali o cose vicini a chi parla, vicini a chi ascolta, lontani da entrambi)

relativi

(mettono in relazione tra loro due proposizioni richiamando nella seconda un nome espresso nella prima)

interrogativi

(sostituiscono un nome nelle proposizioni interrogative di rette e indirette)

esclamativi

(sostituiscono un nome nelle proposizioni esclamative)

indefiniti

(indicano persone, animali o cose in maniera indeterminata)

4.

Per il loro uso corretto consigliamo di saggiare e perfezionare le proprie conoscenze attraverso esercitazioni pratiche da effettuare sotto la guida dell'insegnante.
Qui ci limitiamo a richiamare l'attenzione:
a) sui pronomi personali lo Tu Egli Ella che possono essere usati solo in funzione di "soggetto" ("lo vengo" - "Tu scrivi" - "Egli legge" - "Ella
cucina") e mai di "complemento" ("A te donerò la casa in campagna" - "Ti donerò la casa in campagna"; ma non "A tu donerò la casa in campagna" // "Andrò a Capri con lei" e non "Andrò a Capri con ella");
b) sull'uso abbastanza frequente, anche da parte di buoni scrittori, di lui e lei (pronomi personali complemento) come "soggetti" in luogo di egli ed ella ("Lei mi chiamò dal balcone"), uso che è preferibile evitare, anche se in effetti non determina alcuna ambiguità;
c) sull'uso di gli (per sua natura singolare) in luogo del plurale loro ("Ho incontrato i tuoi amici e gli ho detto quel che penso di loro" invece di "Ho incontrato i tuoi amici e ho detto loro quel che penso di loro": come facilmente si può osservare, in un caso del genere è forse preferibile commettere uno "sgarro" grammaticale anziché ripetere due volte "loro").

 

 PROSPETTO

Personali Io (me. mi)
Tu (te, ti)
Egli, esso (lui, lo, gli, sé, si, ne)
Ella. essa (lei, la, le, sé, si, ne)
Noi ci
Voi vi
Essi (loro, li, sé, si, ne)
Esse (loro, le, sé, si, ne)
Dimostrativi
(
o indicativi)
M.S. : questo (questi) codesto quello (quegli)
F.S. : questa cedesta quella
M.P. : questi codesti quelli
F.P. : queste codeste quelle
(stesso, medesimo, tale, quale, siffatto, cosiffatto)
Possessivi Mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, altrui, proprio
Relativi Il quale, la quale, che, chi, cui
Chiunque (relativo indefinito solo singolare)
Interrogativi Chi? che? quale? quanto? 
("Chi viene?" - "Che vuoi?")
Esclamativi Chi! che! quanto!
("Chi l'avrebbe detto!" - "Che dici mai!")
Indefiniti Alcuno, taluno, nessuno, veruno, altro, alquanto
altrettanto, molto, parecchio, poco, troppo, tanto
quanto, tutto, certo
Uno, qualcuno, qualcheduno, ognuno
Certuni, certune
Altri (singolare invariabile: "altri penserà...")
Niente, nulla

2001 © Luigi De Bellis