I Testimoni di Geova e il nazismo

 

 

          Con una serie di conferenze in varie città italiane sul tema “La persecuzione nazista dei Testimoni di Geova”, la Congregazione geovista si è impegnata a far conoscere all'opinione pubblica la propria verità su alcune centinaia di Testimoni di Geova che morirono nei campi di concentramento a causa della barbarie nazista. Anche nelle scuole i Testimoni di Geova sono impegnati a promuovere un’informazione faziosa su questi eventi luttuosi.

 

          Precisiamo preliminarmente che le vittime di ogni tipo di persecuzione meritano il massimo rispetto. In questa sede, comunque, desideriamo denunciare il revisionismo storico degli attuali vertici del geovismo proprio con particolare riferimento alla tragica pagina della barbarie nazista.

 

          Perché i Testimoni di Geova furono oggetto di persecuzione da parte del regime nazista? Per rispondere è opportuno fare riferimento a due fattori: uno storico e l'altro psicologico.

 

         Dal punto di vista storico, una fonte che i Testimoni amano spesso citare è la prof.ssa Christine Elizabeth King, pro-rettore dell'università inglese dello Staffordshire, la quale in un suo libro[1] così spiega i motivi del conflitto fra geovismo e nazismo: “Si trattava di un conflitto fra due sistemi che l'esasperato totalitarismo che li caratterizzava rendeva molto simili fra loro, e che non potevano certamente coesistere in Germania. Entrambi condividevano una veduta totalitaria del mondo ed erano fortemente autoritari; … La vera ragione della frattura fra la setta e lo stato nazista ... [risiedeva] ... nello scontro fra due sistemi totalitari. Tutti e due i sistemi, ironicamente, promettevano un Reich di mille anni ... In questa situazione difficile vennero a fronteggiarsi due sistemi non democratici, antiliberali e non disposti al compromesso.” La King, pertanto, non presenta il conflitto tra i due sistemi come un problema di fedeltà al Vangelo, che caratterizzò moltissimi cattolici e protestanti di varie confessioni, ma come un problema di scontro tra due opposti fanatismi.

 

          Sotto il profilo psicologico, non si può non condividere la tesi del prof. Jerry Bergman[2], secondo il quale: “Anche se i Testimoni sono stati molto perseguitati nel passato, e lo sono ancora in molti paesi, la persecuzione è spesso autoindotta poiché essi tendono ad essere paranoici verso le idee che gli altri hanno su di loro”. Quindi, persecuzione sì, ma autoindotta nel senso che gli stessi Testimoni di Geova svolgono una parte non secondaria nel far sorgere l’opposizione nei loro confronti.

 

          Tenendo conto di questi fattori, procediamo a documentare l'irragionevolezza di Rutherford nel trattare con i vertici nazisti. Chi era J.F. Rutherford?

 

           Già sul ruolo di questo 2° Presidente mondiale dei Testimoni di Geova si evidenzia un aspetto dell’attuale revisionismo geovista: da una parte, l’odierna letteratura si affretta ad affermare che “Rutherford non fu il capo dei testimoni di Geova”[3]; dall’altra, invece, proprio da letteratura geovista dell’epoca (anni trenta) si apprende che Rutherford era l’indiscusso leader del movimento[4], esplicitamente riconosciuto come tale dai suoi seguaci. E proprio da “generalissimo” (come veniva additato dai seguaci) Rutherford adoperava i testimoni di Geova come un piccolo esercito personale per affermare le proprie tesi apocalittiche[5].

 

         L’ostinazione arrogante e superba con cui Rutherford perseguiva i suoi fini, senza tener conto degli effetti sugli altri, risulta evidente dal suo mutevole atteggiamento nei confronti del regime nazista. Notate, ad esempio, come Rutherford adulò Hitler e il suo regime.

 

         Dopo l’ascesa di Hitler, nel giugno 1933 Rutherford indirizzò a Hitler e ai suoi gerarchi un documento, intitolato “Dichiarazione dei fatti”[6], in cui si affermava tra l’altro: “L’impero più grande e oppressivo della terra è quello anglo-americano. Vale a dire l’impero britannico, del quale gli Stati Uniti d’America fanno parte. Sono stati gli affaristi ebrei dell’impero britannico-americano che hanno costituito l’Alta finanza allo scopo di sfruttare e di opprimere i popoli di molte nazioni. … L’attuale governo della Germania si è schierato apertamente contro gli oppressori dell’Alta Finanza e contro la rovinosa influenza religiosa che viene esercitata nelle vicende politiche della nazione. Questa è esattamente la nostra posizione; la nostra letteratura, inoltre, spiega la ragione per cui esiste l’oppressiva Alta Finanza e la perniciosa influenza religiosa. … Invece di essere contro i principi che sono propri del governo tedesco, noi ci schieriamo decisamente dalla loro parte … Non è vero, quindi, che la nostra letteratura e la nostra opera costituiscano una minaccia per i principi dell’attuale governo; viceversa noi siamo i più accesi sostenitori dei suoi nobili ideali … Adesso, siccome sembra che la Germania possa fra breve liberarsi dall’oppressione ed il suo popolo essere sollevato, ecco che Satana, il grande nemico, si adopera con tutte le sue forze per distruggere tale opera benefica in questo paese. … Il popolo tedesco ha sofferto molte miserie sin dal 1914 ed è stato vittima di molte ingiustizie che altri non hanno compiuto nei suoi confronti.

         I nazionalisti (cioè i nazisti) si sono schierati contro tali ingiustizie ed hanno annunciato che ‘ la nostra relazione con Dio è pura e santa ’. Giacché la nostra organizzazione condivide pienamente tali giusti princìpi ..“.

 

         Per giunta, nel gennaio del 1935, condannando aspramente la condotta antinazista di un ex affiliato, il rappresentante ufficiale del geovismo in Germania scriveva al Ministro degli interni prussiano: “Né in alcun discorso, né in forma scritta, né in alcuna delle sue attività l’Associazione si è espressa negativamente nei confronti del Nazional Socialismo. E questo vale sia per l’associazione degli Studenti Biblici della Germania che per le centinaia di migliaia di loro conservi sia qui che nei paesi stranieri in generale”[7].

 

          Non fu questa, come abbiamo già detto, una autoindotta forma di persecuzione alla quale essi vollero far credere di essere stati soggetti perché, nella irragionevole convinzione di essere il “popolo di Dio”, ritenevano di dover anteporre le leggi di Dio, (cioè del loro Corpo Direttivo di Brooklyn) a quelle di Cesare?

 

         Accade lo stesso in questi mesi in Francia, stato dalle consolidate tradizioni democratiche, in cui la richiesta di pagamento delle tasse alla filiale geovista transalpina è additata a tutto il mondo occidentale come una grave e insopportabile forma di discriminazione (o persecuzione) religiosa. Anche in questa circostanza si sta gridando allo scandalo, le tipografie geoviste vomitano migliaia di libelli contro lo stato francese e contro i loro “nemici clericali”; gridano a più non posso contro supposti complotti orditi a loro danno da un'occulta regia manovrata dagli “apostati” e, sotto sotto, dal demonio.

         

          Non è necessario, quindi, ricercare nel conflitto nazi-geovista la loro legittimazione di martiri; i Testimoni di Geova non lo sono. Sono soltanto dei fanatici in blazer che, avvalendosi della sensibilità democratica del mondo moderno e della loro sconfinata capacità di penetrazione a tutti i livelli (Stato, Regioni, Provincie, singoli individui), continuano ad esercitare una imponente forza di persuasione finalizzata al conseguimento dei loro fini (fini che sono spesso ignoti alla massa dei loro adepti, ma che certamente non lo sono a chi li dirige). AI tempo del nazismo erano quelli di conseguire in Europa una posizione dominante, quando ritenevano che Hitler avesse buone probabilità di diventarne il capo indiscusso (per passare rapidamente sul fronte opposto dopo le prime avvisaglie negative). Ed oggi è quello di radicarsi a tutti i livelli della società per estendere il loro potere economico e principalmente di orientamento delle coscienze; essi sono subdoli nemici della libertà di autodeterminazione dell'uomo, ed è per questo che i loro convegni, la loro propaganda, non possono non essere considerati un pericolo per la libertà di coscienza e la democrazia.

         

          Ritornando alla dolorosa vicenda dei Testimoni di Geova durante il nazismo, emergono con tutta evidenza le prove della responsabilità che ebbe l'allora Presidente del Movimento mondiale geovista - J.F. Rutherford - nell’istigare l'atroce reazione nazista a discapito degli ignari “fedeli” (allora noti come Bibelforscher) e, come abbiamo visto, nulla è cambiato fino ad oggi.

 

          Un interessante tema da dibattere è: la Storia, e il suo modo di raccontarla, possono essere influenzati da opinioni (politiche o religiose che siano) preesistenti alla ricerca?

 

          La Storia non è solo ricerca ed esibizione di documenti, ma è principalmente esegesi, cioè interpretazione. Interventi autorevoli di addetti ai lavori hanno ribadito che ... ”nella ricerca storica, vanno preservate, da un lato, la probità scientifica e l'onestà intellettuale, ma dall'altro non va repressa la libertà del singolo studioso” (Franco Cardini), e che “allo storico, per poter concludere che ci fu in un certo momento una determinata volontà di azione, non resta che prendere in considerazione il maggior numero possibile di indizi, purché coerenti” (Luciano Canfora).

  

 

          Da un’accurata lettura dei documenti disponibili[8], emerge una realtà piuttosto diversa da quella che gli epigoni del geovismo tendono ad accreditare cercando di inserirsi strumentalmente fra i “martiri” della Shoah, quando, più che martiri dovrebbero essere definiti “vittime”, vittime della follia del loro Presidente che, dopo aver tentato un accordo con il regime nazista, ne prese le distanze con una virulenza tale da causare l'orrenda reazione nazista, che portò alla morte alcuni suoi seguaci tedeschi. Morte, è bene sottolinearlo, non dovuta alla professione di fede cristiana, ma solo all'appartenenza ad un culto che aveva, per così dire, “dichiarato guerra” al regime.

 

          Nonostante, quindi, le numerose iniziative tese a riscrivere la propria storia per salvare il salvabile, le alte gerarchie geoviste non escono certo a testa alta dal periodo nazifascista. Infatti, quello che viene propagandato, anche nelle scuole, dagli odierni Testimoni di Geova come fenomeno di eroica resistenza all'asservimento al regime nazista fu, invece, una ben riuscita opera di condizionamento di massa resa possibile grazie a un’ideologia assolutistica interiorizzata come “la verità”, unica mappa della realtà.

 

          Poiché gli eventi a cui ci riferiamo, benché supportati da documenti oggi disponibili e al di sopra di ogni sospetto in quanto provenienti dalla Congregazione medesima, appartengono ad un passato ormai lontano, riteniamo utile mostrare che tale atteggiamento, sotto forme diverse, esiste tutt’oggi invariato nella sostanza. Esemplifichiamo quanto vogliamo dire facendo uno solo dei tanti esempi disponibili: l’obiezione all’emotrasfusione.

 

          A nessuno verrebbe mai in mente di classificare i tentativi dei medici di tutto il mondo di salvare una vita umana ricorrendo all’emoterapia, quale “persecuzione”. Ebbene, è proprio a questo termine che ricorrono costantemente i Testimoni quando in una qualunque struttura ospedaliera la classe medica insiste per salvare la loro vita o quella dei loro figli in tal modo, e più ancora quando dei magistrati assumono le funzioni parentali nel caso di imminente pericolo di vita dei minori. Il caso Oneda è emblematico al riguardo. Le cronache del tempo (1982) mostrano quale virulenta campagna contro la magistratura e le istituzioni fu scatenata allorché, dopo la morte di una bimba innocente, - che i genitori causarono per non averla sottoposta alle cure necessarie - furono attivate le normali procedure di legge per perseguire il reato. Innumerevoli pagine di articoli, virulenti contro la discriminazione religiosa di cui erano oggetto, inondarono tutto il mondo per convincere l’opinione pubblica della persecuzione cui era sottoposto il Movimento. Si gridò all’aperta violazione di diritti costituzionalmente garantiti, una vera e propria campagna di odio contro la magistratura fu attivata capillarmente mediante lettere, petizioni, convegni al più alto livello (nei quali furono coinvolti l’Accademia dei Lincei, il CNR e così via), tutti volti a dimostrare l’esistenza di un complotto ai loro danni. E perché tutto questo? Solo perché essi stessi si erano ostinatamente posti contro l'ordinamento giudiziario arrogantemente ritenendo che le loro mutevoli leggi interne dovessero avere la precedenza su quelle dello Stato.

 



[1] Christine E. King, New Religious Movements: A Perspective for Understanding Society, Ellen Barker editore, p. 134.

[2] J.R. Bergman , I testimoni di Geova e la salute mentale, Roma 1996, pp. 76-79.

[3] I testimoni di Geova proclamatori del regno di Dio, Roma 1993, edito dalla Congregazione cristiana dei testimoni di Geova, p. 220.

[4] Si veda R.V. Franz, Crisis of conscience, Atlanta 1999. pp. 66-70.

[5] Si veda Annuario dei testimoni di Geova del 1976, Wiesbaden, p. 152.

[6] L’intero testo del documento è disponibile in A. Aveta-S. Pollina, I testimoni di Geova e la politica: Martiri o opportunisti?, Roma 1990.

[7] Il documento originale è riportato in A. Aveta-S. Pollina, Scontro tra totalitarismi: nazifascismo e geovismo, Città del Vaticano 2000, p. 69.

[8] I documenti cui si fa riferimento sono riprodotti nei testi di cui alle note nn. 6 e 7.


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