L'intesa tra lo Stato italiano e la congregazione dei testimoni di Geova

 

          Il 20 marzo 2000 è stata firmata a Palazzo Chigi una bozza d'intesa tra lo Stato italiano, rappresentato dall'on. Massimo D'Alema, l'Unione dei buddisti italiani e la Congregazione italiana dei testimoni di Geova, rispettivamente rappresentati dai presidenti Elsa Bianco e Walter Farneti.
          L'accordo, che il 16 maggio 2000 è stato approvato come disegno di legge dal consiglio dei Ministri, per diventare operativo dovrà essere trasformato in legge dal parlamento. Esso prevede diverse novità a favore delle due confessioni religiose, fra le quali, una maggiore autonomia organizzativa, la non ingerenza dello Stato in materie spirituali e disciplinari, l'assistenza spirituale dei propri affiliati nelle carceri, negli ospedali e nelle case di riposo, l'inserimento dello studio della propria religione nell'ambito delle attività integrative scolastiche, l'istituzione di una festa a livello nazionale (con possibilità per i lavoratori dipendenti affiliati di astenersi dal lavoro).
L'intesa prevede, inoltre, la celebrazione di riti funebri propri, il riconoscimento da parte dello Stato degli effetti civili dei matrimoni, la possibilità di partecipare alla ripartizione dell'otto per mille del gettito irpef. Per i contribuenti è prevista la possibilità di dedurre dal proprio reddito le donazioni in denaro che devolveranno alle due Congregazioni religiose fino all'importo di due milioni.
          Lo Stato con l'intesa, quindi, non si limita a tutelare il diritto della libertà religiosa delle due minoranze e facilitare la possibilità di azione e diffusione delle loro idee, ma le dota di una patente di affidabilità di fronte alla coscienza dei cittadini. Ma diversi parlamentari e 20.000 cittadini italiani (fra cui oltre 500 di Cerignola) si sono opposti all'intesa con i testimoni di Geova. I primi presentando un'interrogazione parlamentare e i secondi firmando una petizione ai sensi dell'ex art. 50 della costituzione. Questi cittadini non hanno voluto violare la libertà religiosa di altri individui o scendere sul terreno delle dispute di carattere religioso, ma hanno voluto chiedere al governo, di valutare, con la collaborazione di una commissione di esperti, i profili di compatibilità o incompatibilità della realtà geovista con l'ordinamento giuridico-costituzionale italiano e con le direttive europee. Il Parlamento Europeo, infatti, ha invitato i governi degli stati membri, con raccomandazione n. 1178 del 5.2.1992 relativa alle “sette e ai nuovi movimenti religiosi”, a raccogliere informazioni sulla natura e le attività di organizzazioni che, operando al riparo della libertà religiosa, ledono i diritti dei cittadini e pregiudicano le loro situazioni sociali.
          Esamineremo, quindi, alcuni aspetti dell'intesa con i testimoni di Geova (tdG) che suscitano perplessità.
a) La Congregazione cristiana dei tdG vieta le emotrasfusioni agli affiliati adulti e ai loro figli minori, espellendo gli adepti che accettano la somministrazione e inducendoli alla violazione del codice penale e dell'articolo 32 della costituzione che tutela il diritto della salute di ogni cittadino.
b) “Suggerisce” agli affiliati di non rendersi reperibili in presenza di una disposizione giudiziaria che autorizza i medici a trasfondere il sangue ai minorenni senza il consenso dei propri genitori[1] .
b) La Congregazione cristiana dei tdG insegna che “colui che opta per un governo umano opta per un governo satanico” e che i propri adepti “non fanno più parte dell'organizzazione di questo mondo che è l'organizzazione del Diavolo”, istigandoli, di fatto, a disobbedire alle leggi[2] .
c) I tdG che non rifiutano il servizio militare vengono discriminati dagli altri seguaci ed espulsi dal gruppo (è prevista, anche, l'espulsione dei tdG che esprimono il proprio diritto-dovere di voto).
          Si sappia che per un tdG essere espulso “è una grande tragedia” in quando egli è privato del “favore di Geova e deve essere allontanato da tutti i suoi parenti e amici testimoni”[3] dopo l'emissione della sentenza di un “Comitato Giudiziario” interno specializzato in materie disciplinari.
          Eppure, lo Stato italiano (al contrario di quello inglese, francese e tedesco) ha riconosciuto la personalità giuridica della Congregazione dei testimoni di Geova già nel 1986 con il D.P.R. 783, ha definito lo statuto dell'associazione non contrastante con le disposizioni delle leggi civili e ha stabilito che l'atteggiamento negativo dei tdG nei confronti delle emotrasfusioni, del diritto-dovere di voto e del servizio militare (o sostitutivo di quest'ultimo) è una manifestazione religiosa libera ed individuale.
e) Ai tdG, poi, è sconsigliato (=vietato) leggere letteratura diversa da quella geovista, frequentare amicizie all'esterno della congregazione, fidanzarsi o sposarsi con persone di fede diversa. È vietato partecipare alle feste di compleanni, onomastici e anniversari o festeggiare il Natale e la Pasqua.
          La psicologa Lorita Tinelli di Noci (BA) sostiene che il rapporto tra genitori e figli tdG è privato di spontaneità, in quanto continuamente insediato dall'intromissione forzata dei capi geovisti, che inculcando regole minuziose e pressanti, inducono i propri adepti sposati a violare l'art. 147 del Codice Civile che “impone ad ambedue i coniugi l'obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli”.
          Una ragazza sedicenne ex tdG, della nostra diocesi, all'età di otto anni fu rinchiusa in una stanza e minacciata dagli anziani tdG del “Comitato Giudiziario”. Le dicevano che sarebbe stata punita da Geova se non avesse rivelato il nome di una testimone, amica di sua madre, che aveva rubato un pacchetto di caramelle in un supermercato.
          Non si conosce, poi, l'entità e il tipo di gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare della Società Torre di Guardia (organo supremo americano dei tdG) che dovrebbe utilizzare il ricavato dell'otto per mille per ”scopi umanitari, assistenziali, scientifici e culturali” come recita l'art. 17 dell'intesa (cose che la Società non ha mai fatto).
          Per tutti questi motivi ogni cittadino responsabile e coscienzioso dovrebbe almeno chiedersi se è giusta l'intesa tra lo Stato italiano e la Congregazione dei tdG.



[1] Cfr. "La Torre di Guardia" del 15/6/1991, p. 31

[2] Cfr. "Riconciliazione", Brooklyn 1928, pag. 250; "Nemici", Brooklyn 1937, p. 63; "Vita eterna nella libertà dei figli di Dio", Brooklyn 1967, p. 302 e seg.; "Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca", Roma 1982, p 17,21; "Rivelazione: Il suo grandioso culmine è vicino!", Roma 1988, p. 186-189

[3] Cfr. "La Torre di guardia" del 15/12/1963, p. 759-762 e del 15/1/1964, p. 41-44


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