Sin
dallinfanzia, fino alla fine, noi ci troviamo costantemente
coinvolti in un aspetto delle relazioni umane : quello del
potere e quello del controllo. Durante linfanzia
concentriamo i nostri sforzi per strappare il controllo dalle
mani dei nostri genitori. Tutti quanti, del resto, siamo
costretti a confrontarci con tutto quello che costituisce il
potere politico, economico e giuridico. Con letà avanzata,
invece, lintero sistema di potere che lindividuo ha
costruito nel corso della sua esistenza è minacciato. I nuclei
del potere cadono uno dopo laltro, finché lanziano
si ritrova indifeso come un bambino. Ciò che tratteremo
riguarderà la natura del potere nelle relazioni interpersonali.
Prima di tutto ci chiediamo : che cosè il potere ?
Esso è la capacità di condizionare le azioni degli altri.
Secondo
una classica definizione il potere si suddivide in :
1)
Potere dinformazione ;
2)
Potere di riferimento ;
3)
Potere legittimo ;
4)
Potere dellesperto ;
5)
Potere di ricompensa ;
6)
Potere di coercizione.
Poiché
gli individui reagiscono in conformità con le proprie
convinzioni ed inclinazioni con quello che li circonda, e queste
dipendono in gran parte dallinformazione ricevuta, essa è
senza dubbio fonte di potere ; può essere più forte delle
armi e dellapparato politico. Se la gente accetta linformazione
che è loro fornita, e questa entra a far parte del bagaglio di
convinzioni personali, finirà per agire autonomamente secondo le
direttive della persona o del gruppo che detiene il potere. In
questo modo, con luso sapiente dellinformazione,
coloro che detengono il potere sono in grado di modificare le
opinioni e le inclinazioni degli altri secondo una linea
prestabilita. Il secondo vantaggio del potere dinformazione
è che esso non suscita risentimento o ostilità. Se è usato con
abilità i destinatari sono condizionati inconsapevolmente perché
per molti ricevere informazioni è una cosa apprezzabile in
quanto attraverso essa si ha limpressione di ampliare il
proprio potere personale.
Esso
è dato dal processo didentificazione che sinnesca
ogni qualvolta noi cerchiamo di far nostre le caratteristiche del
referente (che può essere una persona o un
gruppo), che in questo modo acquista un potere maggiore. Lidentificazione
si accompagna sempre a sentimenti corretti nei confronti dellaltro.
Questa forma di potere può essere rafforzata mediante levidenziamento
delle caratteristiche condivise. E possibile indurre gli
individui allazione richiamando gli elementi sulla base dei
quali essi sidentificano al gruppo. Infatti, se una persona
sidentifica con te, facilmente si conformerà alle tue
azioni e alle tue scelte. Se il tuo comportamento si modifica,
anche coloro che sidentificano con te lo modificheranno. Il
potere di riferimento può, dunque, condizionare le opinioni e le
inclinazioni del bersaglio. Non richiede vigilanza
diretta e non produce ostilità e risentimento nel bersaglio.
Il
potere legittimo si regge sul consenso che delega ad alcuni il
diritto di stabilire i comportamenti più idonei da tenere nelle
diverse circostanze. Il potere legittimo dipende strettamente dal
rispetto delle seguenti condizioni :
1)
Che tutti siano convinti che, sia nel diritto dei
detentori del potere, prendere decisioni in merito ad un dato
problema;
2)
Che siano altresì convinti dellobbligo da parte
di tutti di accettare quelle decisioni.
Il
potere legittimo non necessita di vigilanza, ma dipende dallambiente
sociale ; la sua validità è in relazione con il consenso
acquisito attorno alla legittimità di proposte e disposizioni.
E la forma più comune tra le categorie
economicamente svantaggiate. Spesso saper giocare a basket,
suonare la chitarra o programmare un computer apre la strada a
posizioni di potere, garantendo anche allindividuo ,denaro,
rispetto, stima. Questo tipo di potere dipende dal grado di
competenza dellindividuo ; quanto più aumenta labilità,
più aumenta il suo potere. Esso agisce sugli individui senza che
vi sia necessità di esercitare sorveglianza.
Il
potere di ricompensa consiste nella capacità dellindividuo
di distribuire favori e punizioni. Il potere di ricompensa può
produrre mutamenti psicologici e comportamento acquiescente,
mentre il potere coercitivo produce solo comportamento conforme.
I favori producono mutazione perché consentono di conseguire un
guadagno. Gli psicologi sociali si sono domandati a lungo perché
il potere coercitivo si riveli sempre così controproducente
quando è usato contro gruppi dindividui. Si suppone che
cinque siano le ragioni principali :
1)
Quando un gruppo si sente minacciato, la paura non fa
altro che rinsaldarlo ;
2)
Il gruppo minacciato può ricorrere a sua volta a misure
coercitive ;
3)
La coercizione incrementa il valore dellattività
verso loggetto di minaccia ;
4)
Qualsiasi imposizione esige che si eserciti una
vigilanza ;
5)
La coercizione produce ritorsione.
Anche
se praticamente tutti esercitiamo una qualche forma di potere
nelle nostre relazioni personali, tuttavia lopinione più
diffusa è che il potere sia nelle mani di coloro che ricoprono
ruoli dautorità o di leadership allinterno di gruppi
sociali.
Il
problema che si presenta è : perché determinate persone
arrivano a ricoprire posizioni di potere mentre altre no ?
I
teorici più inclini a dar peso allinfluenza esercitata
dalle caratteristiche personali, ritengono che i leader siano
persone speciali, differenti da tutti gli altri, dotati di
particolari bisogni e tratti caratteriali che praticamente
assicurano, a loro, la conquista di una posizione preminente.
I
teorici dellapproccio situazionale, invece, sostengono che
esercitare un ruolo importante è soprattutto una questione di
essere al posto giusto nel momento giusto. Questo significa che
quando un determinato gruppo necessita di venire alla ribalta,
seleziona tra le sue file coloro che possono meglio di altri
soddisfare tali bisogni. Il modello prospettato da Fiedler (1976)
indica una leadership fondata sul compito e una leadership
fondata sulla relazione. Secondo Fiedler lefficacia di
entrambi dipende dalle circostanze. Lo stile di leadership
orientato alla relazione si dimostra più efficace quando la
situazione consente al leader di esercitare un grado moderato di
controllo. Lo stile di leadership orientato al compito si
dimostra invece più efficace quando il grado di controllo è,
sia molto alto sia molto basso. La teoria che si oppone a quella
di Fiedler è la teoria transazionale, che vede nella leadership
un processo in continuo movimento. Secondo questo modello
teorico, un individuo può perdere od acquisire potere, in base
alla propria capacità nel distribuire compensi e sanzioni verso
i membri del gruppo.