Le
differenze, tra religione cristiana e religioni orientali, sono
varie.
Innanzi
tutto, la religione cristiana è la storia dell’Alleanza fra
Dio e l’uomo, alla luce della Rivelazione per la Salvezza
dell’essere umano. Nel cristianesimo l’uomo partecipa
al progetto di Dio, sviluppando amore e testimonianza nella
società e devozione a Dio. L’uomo si pone come creatura di
Dio e, benché fatta ad immagine e somiglianza, non è divina.
Le
religioni orientali sono, invece, le storie di ricerche umane
che, mediante l’analisi dei comportamenti naturali,
realizzano metodi di crescita interiore ,volti o all’annullamento
del dolore (buddismo) o alla salvezza realizzata attraverso
tecniche di interazione psicofisica su basi autosuggestive, di
stati alterati di coscienza e con l’utilizzazione di
visualizzazioni (yoga induistica) che pongono fortemente in gioco
il rapporto body-mind (mente-corpo). Nelle religioni orientali l’essere
umano non partecipa al progetto di Dio, ma si pone l’accento
sulla scoperta della “divinità” dell’essere umano.
La concezione orientale della scoperta del divino in sé si basa
e vive sulla valenza narcisistica dell’individuo, che si
gratifica dell’idea d’essere Dio in potenza,
un’incarnazione divina da scoprire e fare venire fuori con
varie tecniche.
Anche
fra religione cristiana e occultismo esiste una differenza
fondamentale La prima si basa su verità divine rivelate e sulla
fede in queste. La seconda su intuizioni, tentativi d’interpretazioni
simbolici dei fenomeni misteriosi della vita, sull’uso
indiscriminato della creatività, di tecniche suggestive
ipnotiche e auto-ipnotiche con la presunzione della scoperta di
poteri spirituali e naturali. Questo è un percorso che si
avvicina di più ai metodi di ricerca delle religioni orientali.
Su
questo e su altri punti nasce la “simpatia” dei gruppi
occultistici, magici, spiritici verso le religioni orientali;
simpatia che diventa sempre più un’identificazione
culturale attuata sulla base del più sfrenato sincretismo (in
altre parole della conciliazione acritica di principi opposti).