Astrologia

 

 

Storia

 

L’astrologia è un’arte divinatoria, d’antica origine, rivolta a scoprire, mediante l’osservazione dei corpi e dei fenomeni del cielo, i destini dell’uomo e anche dei popoli e delle nazioni. L’astrologia ha origini antichissime; né si saprebbe dire esattamente dove sia sorta, poiché la troviamo diffusa presso tutte le popolazioni primitive. Probabilmente si originò in Mesopotamia, attorno al 3° millennio a.C., ma raggiunse il suo pieno sviluppo solo più tardi, nell’orbita della civilizzazione greca del periodo ellenistico. In ogni modo ebbe in Caldea un grande sviluppo, tanto che i romani chiamavano gli astrologi “Caldei” e “Arte Caldea” la scienza e la loro pratica. In Caldea l’astrologia pervenne alle prime nozioni, relativamente certe, sulle stelle e i loro movimenti e, inoltre, assunse anche un aspetto religioso che esercitò una larga influenza su concezioni teologiche divenute poi comuni. Nella sua forma mesopotamica più antica, si diffuse in India nel VI secolo a.C. e non molto dopo in Cina.

Beroso (340-260 a.C. sacerdote di Bel-Mardak nel tempio babilonese d’Esagila) introdusse in Grecia le pratiche astrologiche; fondò una scuola d’astrologia nell’isola di Cos. La nuova dottrina, accolta con grande entusiasmo trovò cultori appassionati e sapienti. Si ebbero i trattati d’Antioco, Cristodemo, Leucippo, Esegeniace, Doroteo, Sidonio, Trasillo, Efestione; ci restano tuttora quelli di Teucro e di Tolomeo. Nella sua forma greca pienamente sviluppata, l’astrologia era, infatti, un sistema vasto, complesso e apparentemente scientifico, anche se ebbe un ruolo importante nel catasterismo (identificazione delle stelle con personaggi della mitologia).

Tale sistema per quasi duemila anni esercitò un’influenza notevole sulla scienza, sulla filosofia e sulla religione dell’Europa pagana, ma anche su quella cristiana.

L’astrologia riprese, invece, tutto il suo contenuto di mistero e di superstizione in Roma, dove, dopo la conquista dell’oriente, Caldei e greci accorsero a far fortuna. Invano il pretore Cornelio Ispalo mise al bando (139 a.C.) i caldei o in genere gli astrologi; invano Catone cercò di opporsi alla loro attività, invano filosofi e poeti li deridevano o li combattevano e imperatori, di tratto in tratto, ne rinnovavano la persecuzione. Infatti, uomini insigni e talvolta gli imperatori che li perseguitavano, prestavano loro fede e ne ricevevano i responsi. Il cristianesimo, considerandola una superstizione e spesso un derivato ereticale, combatté vigorosamente l’astrologia; ma le nuove condanne, lungi dal debellarla, valsero invece ad accrescerle favori. Diventata più che mai una scienza occulta, era stata assorbita dalla cultura islamica come parte dell’eredità greca; e nel Medioevo, quando l’Europa occidentale, era fortemente influenzata dalla scienza islamica, anche l’astrologia assunse una fisionomia araba.

Con l’appellativo di “giudiziaria” essa riprese i suoi responsi per tutto il Medioevo. Federico II non iniziava nessun’impresa senza prima aver interrogata l’astrologo Teodoro. Ognuno dei Signori italiani ne seguiva l’esempio. Richieste e tenute in gran conto erano le profezie di Gherardo da Sabbioneta. La Chiesa lanciava scomuniche; ma Alberto Magno s’interessava pure con tutti gli scolastici delle influenze astrali interpretate come forze mediatrici del governo divino sul mondo; Francesco Stabili insegnava l’Astrologia a Bologna, Pietro d’Abano a Padova e saranno astrologi Domenico Novara, maestro di Copernico, e Marsilio Ficino, e Jacopo Benazzi e il Camoanella e Fracastoro e il Cardano.  Nel Rinascimento l’Astrologia costituisce un elemento di quella riscoperta della natura, che se pur per vie traverse, aprirà la strada al sorgere della Scienza Naturale. Astrologi invaderanno le corti : quella di Francia, dove Cosimo Ruggeri ascolterà le confidenze di Caterina dei Medici, e J.-B.Marin domanderà alle stelle le supreme ragioni della politica di Richelieu e di Mazzarino. In Italia darà i primi segni della sua fine con l’avvento del metodo galileiano. Il graduale svilupparsi della scienza ridusse sempre più l’importanza e l’influenza dell’astrologia, che si limitò a forme di superstizione o di curiosità o di sfruttamento della credulità d’ingenui.  E' in questa forma che sopravvive tuttora negli oroscopi che ancora compaiono sui giornali e in pubblicazioni diverse.

 

Metodologia

 

L’astrologia prende per base sette pianeti (Sole, Luna, Venere, Giove, Marte, Mercurio, Saturno) e dodici costellazioni zodiacali (Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Pesci, Acquario). Che cosa sono le costellazioni?

La volta celeste si mostra come una cupola oscura sulla quale sembrano fissati innumerevoli punti brillanti, le cui distanze reciproche, almeno nel corso di un primo esame, sembrano invariabili. Tra le diverse stelle appaiono speciali raggruppamenti, il cui aspetto varia così lentamente, che senza difficoltà riconosciamo i più caratteristici nelle rappresentazioni artistiche, pressappoco fedeli, lasciateci dagli antichi. Tali raggruppamenti o configurazioni di stelle sono dette costellazioni. I popoli primitivi, (per la tendenza generale dell’umanità ad indicare il cielo come sede della divinità e quindi divinizzare i fenomeni celesti), hanno fatto corrispondere alle principali costellazioni o figure umane, o animali, in relazione con le mitologie proprie di una razza. Le costellazioni oggi catalogate sono circa 120.

Lo Zodiaco è la zona del cielo che si estende da ambo le parti dell’eclittica, simmetricamente ad essa, con l’ampiezza di 18 gradi, entro la quale si muovono il sole, la luna e i pianeti maggiori. Tale zona venne divisa dagli antichi in 12 parti, uguali di 30 gradi ognuna, dette “segni dello zodiaco” e designate con i nomi delle costellazioni in esse comprese, corrispondenti ai dodici mesi astronomici.

Oggi con le conoscenze scientifiche in nostro possesso si può dar credito ancora all’astrologia?

Antonino Zichichi nel libro Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo cerca di spiegare perché l’astrologia non è una Scienza. Egli afferma che la base dell’astrologia è il segno zodiacale, cui ciascuno è legato perché è nato in un determinato giorno di un certo anno. Il giorno in cui si nasce, dunque, è legato all’inclinazione dell’asse terrestre (rispetto al piano dell’orbita che la terra descrive ruotando attorno al sole). Il segno dello zodiaco è invece legato alla posizione in cui si trova la terra nell’orbita. Inclinazione e posizione vanno nettamente distinte. Infatti, nello stesso punto dell’orbita (posizione identica) ci saranno, nel corso dei secoli, inclinazioni diverse. Anticamente si riteneva che le stelle fossero fisse eccetto sette che erano invece erranti (in greco pianeta vuol dire stella errante): Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Prima dell’era galileiana non si conoscevano gli altri satelliti del sole: urano, Nettuno e Plutone. Il numero sette attrasse l’attenzione dei nostri antenati: sette sono le stelle erranti,  i peccati capitali, le note musicali, e i giorni della settimana. Nel tentativo di scoprire legami tra le stelle e il vivere quotidiano, le sette stelle erranti furono associate ai giorni: lunedì alla Luna, martedì a Marte...ecc.

Dato che il sole gira attorno a noi impiegando dodici mesi, mentre Giove gira attorno a noi in dodici anni, ecco che si ebbe l’origine del legame tra Sole e Giove ; così come Saturno sembra che giri attorno a noi 29 anni e siccome la Luna gira intorno a noi in 29 giorni ecco il legame tra Luna e Saturno.

Pensare che un segno zodiacale possa influire sulla nostra vita è privo d’attendibilità scientifica. Ad esempio le stelle legate alla figura di un leone non stanno su un piano, ma a profondità diverse.  Se fossero su uno stesso piano e anche se avessero l’esatta configurazione di un leone, in che modo potrebbero influire sulla nostra vita ? La scienza risponde : attraverso le forze fondamentali della natura. Tali forze sono esercitate in modo dominante su di noi dalla stella a noi più vicina. Tutte le stelle del firmamento esercitano su di noi effetti trascurabili rispetto al sole. Anche se il nostro destino dovesse dipendere dalle stelle, è al sole che dovremmo rivolgerci essendo la stella a noi più vicina.

Abbiamo visto che l’oroscopo si basa sul segno zodiacale relativo il giorno e il mese in cui si nasce. Il giorno e il mese sono determinati dalle stagioni (e quindi dall’inclinazione dell’asse terrestre), non dalla posizione in cui si trova la terra nella sua orbita attorno al sole. Invece il segno zodiacale corrisponde ad una posizione della terra nell’orbita che essa percorre attorno al sole. Se non ci fosse il terzo movimento della terra ( <la precessione degli equinozi >scoperto da Ipparco, II sec. a.C.), il legame tra la data di nascita e il segno zodiacale non cambierebbe mai. Invece esso cambia ogni 2200 anni circa, in senso retrogrado (orario), passando da un segno zodiacale a quello precedente (tale tesi è tranquillamente accettata dalla New Age, la quale parla del passaggio dalla costellazione dei pesci a quella dell’acquario). Questo vuol affermare che, quando la terra ha percorso un giro nell’orbita attorno al sole, l’inclinazione corrispondente allo stesso punto dell’orbita è spostata di 11 millesimi di gradi. A conti fatti (partendo da Ipparco fino ai giorni nostri), viene fuori che coloro i quali volessero continuare a credere nell’astrologia e quindi nell’oroscopo, dovrebbero sapere che il proprio segno zodiacale non è quello indicato dal mese  in cui si nasce, ma quello corrispondente a due segni prima. Esempio, chi crede di essere del leone, sappia che è dei gemelli. E così via per gli altri.

Morale della favola...

 


Indice