LA RIVOLUZIONE STILISTICA E TEMATICA DI VERGA
I due piu' grandi narratori dell800 sono Manzoni e Verga, luno vissuto nelleta' romantica e fondatore del romanzo in Italia, laltro appartenente agli anni della delusione successiva allunita' dItalia e fautore dello sviluppo del ROMANZO MODERNO. Con Verga si attuano due importanti rivoluzioni:
Le scelte narrative di Verga verista nascono da una crisi storica. Infatti il protagonismo culturale e ideologico non trova piu' spazio allinterno di unItalia dominata dallinteresse economico, dal potere delle banche, dalle imprese industriali: lo scrittore si deve ora limitare a una DOCUMENTAZIONE SCIENTIFICA allinterno della quale la rinuncia deve rimanere implicita (di qui ladesione al verismo e allimpersonalita'; questultima va intesa non solo come scelta stilistica ma anche come risultato di tale crisi e rinuncia). In un primo tempo Verga reagisce alla crisi cercando valori alternativi nella societa' arcaico-rurale della Sicilia, ma il tentativo fallisce e prevale il PESSIMISMO MATERIALISTICO che constata ovunque il trionfo dellinteresse e della roba. Se nei Malavoglia un simbolismo romantico convive con il pessimismo materialistico dellautore, in Mastro Don Gesualdo siamo in presenza di unottica CRITICO-NEGATIVA, di un REALISMO DURO E CORROSIVO. Daltronde Verga valorizza del Positivismo gli elementi materialistici e deterministici e ne rifiuta gli aspetti fiduciosi e ottimistici.
LA VITA E LE OPERE
-LA FORMAZIONE GIOVANILE CATANESE
-IL PERIODO FIORENTINO (1869-1872)
-IL PERIODO MILANESE (1872-1893)
-IL RITORNO A CATANIA
Personaggio schivo, solitario, malinconico, Verga fu al centro dellattivita' letteraria dellambiente milanese fra il 1873 e il 1890; solo dopo il 1890, tramontata lepoca del verismo e affermatosi con DAnnunzio il romanzo decadente, si puo' parlare di un vero e proprio isolamento di Verga.
*LA FORMAZIONE GIVANILE CATANESE: Nato a Catania nel 1840 da una famiglia di proprietari terrieri di antica discendenza nobiliare, aveva 20 anni quando Garibaldi guido' in Sicilia limpresa dei Mille; quellevento segno' una data memorabile: Verga restera' sempre fedele ai valori dellunita' nazionale e al culto del Risorgimento.
Da ragazzo va a scuola da un letterato e patriota siciliano, Antonio Abate; si appassiona ai romanzi patriottici dello scrittore catanese Domenica Castorina, assimila le tendenze antispiritualistiche e scientifiche della tradizione culturale catanese. A 16 anni scrive "Amore e Patria", condensato elementare e non privo di sgrammaticature della propria formazione romantica. Racconta la storia damore tra un ufficiale ungherese e una ragazza veneziana sullo sfondo della guerra dindipendenza e delle imprese garibaldine. Il protagonista rappresenta una delle nazionalita' oppresse dallAustria e simpatizza con i patrioti italiani.
Subito dopo larrivo di Garibaldi dirige vari giornali patriottici e pubblica a proprie spese un romanzo storico, "I carbonari della montagna", che rappresenta la lotta del popolo calabrese contro gli invasori francesi di Murat. Poi stampa un romanzo patriottico ambientato a Venezia, "Sulle lagune". Infine con "Una peccatrice" compone un romanzo romantico ancora sostenuto dallideale dellamore-passione.
Nella produzione catanese si avverte una linea di sviluppo: mentre nei primi due romanzi lelemento patriottico e' determinante, in "Sulle lagune" esso costituisce lo sfondo della storia damore piu' che il suo vero nucleo narrativo. In "Una peccatrice" laspetto storico-patriottico e' lasciato cadere e il romanzo simpernia sulla storia damore passionale fra il giovane artista Pietro Brusio e la bellissima nobildonna Narcisa Valderi. Attraverso questultima lideale non si arrende alla realta' e preferisce la morte (respinta dal giovane si uccide) :siamo ancora in pieno romanticismo.
Quanto alle soluzioni formali limpianto del racconto e' ancora elementare, fondato sulla contrapposizione "buoni2 e "cattivi" nei romanzi patriottici e sul semplice rovesciamento della situazione nel rapporto fra uomo e donna in "una peccatrice" (prima luomo e' appassionato e la donna indifferente, poi e' la donna ad amare e luomo a ritrarsi).
*IL PERIODO FIORENTINO: 1869-1872. Dopo un soggiorno a Firenze nel 1865 Verga si stabilisce in questa citta', allora capitale dItalia, nel 1869. Qui frequenta lo scrittore romantico Francesco DallOngaro. Compone "Storia di una capinera", romanzo epistolare uscito a Milano nel 1871, e il dramma "Rose caduche".; in questo periodo avvia anche la stesura di "Eva".
In "Storia di una capinera" viene documentata uningiustizia sociale: la monacazione affatto in una denuncia sociale anzi vuole essere lo studio di una vicenda interiore ed coatta di cui erano vittime le ragazze povere; tuttavia il romanzo non si esaurisce esistenziale. Il romanzo presenta alcuni punti salienti:
*IL PERIODO MILANESE: 1872-1893. Alla fine del Novembre 1872 Verga si reca a Milano, dove rimane stabilmente fino al 1893, seppure con lunghi soggiorni in Sicilia. Attraverso lesperienza della scapigliatura i letterati milanesi erano in contatto con le ricerche piu' avanzate di altri paesi come la Francia. Qui frequenta i salotti di Clara Maffei e di Vittoria Cima, e diventa amico di scrittori scapigliati come i fratelli Boito, Praga, Gualdo. Milano era anche la capitale economica del paese: e' infatti in questo luogo che Verga si convince sempre di piu' della fine dellepoca romantica. Nel 1873 pubblica "Eva" e due anni dopo "Tigre reale", in cui e' forte linfluenza scapigliata, ed "Eros", primo tentativo di romanzo oggettivo. Intanto nel 1874 era uscito "Nedda" che affronta le tematiche siciliane che caratterizzano ladesione al verismo. Anche i racconti di "Primavera e altri racconti" sono tra scapigliatura e tardo romanticismo.
"Eva" e' un romanzo di svolta, il piu' interessante e riuscito prima dei Malavoglia. La sconfitta del protagonista, il pittore Enrico Lanti, e' duplice: fallisce la sua storia damore con Eva, ballerina di varieta' che aveva convinto a lasciare il teatro e a vivere con lui in miseria in una soffitta, e finisce frustrato anche il suo tentativo di restare fedele agli ideali artistici della giovinezza (raggiunge il successo artistico solo adeguandosi al gusto falso e volgare del pubblico).
Il romanzo si fonda sullintreccio di 4 temi:
In "Eva" compare inoltre il tema della ballerina: ella e' unartista ma dipende completamente dai gusti e dal denaro del pubblico, il suo destino e' dunque analogo a quello dello scrittore e del pittore. E importante cogliere lopposizione fra il mondo della modernita', rappresentato dalla ballerina, e i valori ideali rappresentati dalla famiglia siciliana. Infatti in questo modo si puo' cogliere una contraddizione centrale di Verga: da un lato la percezione del destino dellartista che si puo' realizzare solo nella modernita' e che avverte il mondo idealistico-romantico come un residuo del passato, un anacronismo; dallaltro rimpiange la realta' autentica dei valori del passato proiettandoli nella Sicilia rurale e premoderna.
Questa tematica torna nel successivo romanzo, "Tigre reale", dove la figura femminile e' ancora contrapposta alla realta' della famiglia e della campagne siciliana. In entrambi i romanzi la narrazione e' affidata a un narratore testimone delle vicende e confidente del protagonista; invece in "Eros" Verga ricorre a una narrazione oggettiva e impassibile, condotta da una voce narrante estranea al narrato, superiore e giudicante. Con "eros" la parabola della delusione romantica e' completata: Verga e' ormai approdato a un realismo freddamente oggettivo, ma un po squallido e colorito; solo conquistando limpersonalita' del verismo poteva fare un ulteriore passo avanti.
"Primavera" rappresenta unaltra tappa nel graduale abbandono delle posizioni romantiche dellautore: i sogni sono sconfitti dalle leggi materiali della vita. Protagonista e' infatti una povera ragazza che a Milano si innamora di un giovane artista che la abbandona non appena si presenta una possibilita' di successo altrove.
Con "Nedda" Verga sceglie per la prima volta come protagonisti umili personaggi della sua terra collocati in un ambiente contadino descritto realisticamente: qui troviamo una povera raccoglitrice di olive, Nedda, che lavora in un podere alle falde dellEtna. La scelta dei personaggi e degli ambienti e' importante ma non rappresenta ancora una adesione al Naturalismo; "nedda" non e' infatti una novella verista perche' in essa manca del tutto limpersonalita' che e' sostituita da interventi dellautore che denotano un atteggiamento moralistico. Inoltre il linguaggio e' quello di un fiorentinismo di maniera, le espressioni locali sono introdotte in corsivo per sottolineare lestraneita' al registro.
La vicenda di Nedda riguarda lamore che nasce fra lei e un contadino, Janu, che muore cadendo da un albero lasciando cosi' lamata che sta aspettando una figlia. Nedda viene fortemente criticata perche' decide di non abbandonare la figlia alla ruota del convento; alla fine la figlioletta muore.
Alla fine del 1877 larrivo a Milano di Luigi Capuana, anche lui siciliano, contribuisce alla formazione di un grupo di narratori e di critici che si propone di creare il "romanzo moderno" attraverso ladesione al programma naturalistico sostenuto in Francia da Emile Zola.
Il primo racconto verista di Verga e' "Rosso Malpelo", scritto nel 1878, a cui segue la raccolta "Vita dei campi" (1880) e il romanzo "I Malavoglia". Il decennio che va dal 1880 al 1889 e' quello dei capolavori: escono "Novelle rusticane", "per le vie", "Cavalleria rusticana", "Vagabondaggio" e la seconda edizione di Mastro Don Gesualdo. Inoltre Verga continua a coltivare un filone narrativo minore di argomento mondano e pubblica "Il marito di Elena" e "Drammi intimi". Il ciclo dei "Vinti" che doveva descrivere in cinque romanzi la fisionomia dellItalia moderna resta incompiuto (i primi due romanzi sono i Malavoglia e Mastro don Gesualdo).
Tre fatti favoriscono quindi, tra la fine del 1877 e la primavera del 1878, ladesione di Verga al verismo:
La poetica verista elaborata da Verga e Capuana rivela, sul piano filosofico, una impostazione di tipo positivistico perche' parte dal presupposto che la verita' sia oggettiva e scientifica, materialistica, perche' il comportamento umano e' assimilato a quello di ogni altro animale e viene visto in dipendenza dallegoismo individuale, deterministico perche' nega la liberta' del soggetto determinato dallambiente in cui vive.
Lo scrittore verista deve operare come uno scienziato: deve mostrare i rapporti di causa-effetto e rappresentare la psicologia senza fare analisi psicologica, in quanto la realta' profonda dellio deve essere mostrata solo attraverso la descrizione dei suoi effetti sul comportamento oggettivo. In questo modo Verga sostiene la necessita' di procedere dal semplice al complesso, dallelementare al complicato come si puo' notare nel ciclo dei vinti:
-I Malavoglia: vita dei pescatori e dei contadini
-Mastro don Gesualdo: borghesia di provincia
-La duchessa di Leyra: la nobilta' cittadina
-Lonorevole Scipioni: mondo parlamentare romano
-Luomo di lusso: mondo degli scrittori e artisti
*IL RITORNO A CATANIA NEL 1893
Quando torna a Catania, non riuscendo a concludere il ciclo dei "vinti", Verga si dedica al teatro, approntando le scene per "la lupa" e scrivendo qualche anno dopo il dramma "Dal tuo al mio". Scrive anche "La caccia al lupo" e si scontra con il musicista Mascagni sullopera musicale "Cavalleria rusticana". Nel 1920 e' nominato senatore e assiste a Catania alle celebrazioni in suo onore. Muore nel 1922.
ROSSO MALPELO E LA VITA NEI CAMPI
La prima opera verista di Verga e' la raccolta di novelle con il titolo complessivo di "Vita nei campi", uscita nel 1880 unisce racconti scritti fra il 1878 e il 1880. Protagonisti sono contadini, pastori, minatori di una societa' postmoderna, quella delle campagne siciliane, in cui domina il latifondo. La novita' non sta nella scelta di personaggi di umile estrazione sociale, ma nella voce narrante che non e' piu' quella dellautore ma quella degli stessi personaggi popolari. Ladesione alla nuova poetica e' dichiarata nella lettera dedicatoria a Farina premessa alla novella "Lamante di Gramigna" ma e' evidente anche in "Fantasticheria" che illustra la genesi dei Malavoglia. Questa novella mostra come, alla base di questi racconti e poi anche dei Malavoglia, agisca una spinta ideologicamente contraddittoria ( gia' presente in "Eva"): Verga mostra come ad ogni livello sociale agisca la molla dellinteresse individuale e dei bisogni materiali e allo stesso tempo continua ad immaginare il mondo arcaico-rurale come una realta' capace di conservare certi valori. La contraddizione viene risolta facendo trionfare il primo aspetto sul secondo.
La presenza di elementi romantici e' confermata sia dal punto di vista stilistico che tematico:
Un tema costante e' lESCLUSIONE DALLA SOCIETA: il piu' povero e' anche il piu' emarginato. Con Rosso Malpelo Verga trova un personaggio emblematico della "diversita'": non solo egli e' orfano, e quindi piu' debole e indifeso dei suoi coetanei, ma ha anche i capelli rossi, che simboleggiano la sua estraneita' e sembrano legittimare la persecuzione sociale di cui e' vittima. In "Rosso Malpelo" la voce narrante e' quella malevola della comunita' dei contadini e dei minatori che si accanisce contro il protagonista perche' ha i capelli rossi, e dunque sarebbe, di per se', cattivo. Per la prima volta Verga sperimenta lARTIFICIO DI STRANIAMENTO: il punto di vista del narratore popolare interpreta sempre come strano qualsiasi gesto compia il personaggio, ma il punto di vista dellautore, per quanto taciuto e nascosto, finisce per emergere facendo capire che Rosso non cosi' cattivo come parrebbe( punto di vista esplicito della voce narrante unito al punto di vista implicito dellautore).
La violenza si abbatte sul protagonista per ben due volte: materialmente attraverso la persecuzione della comunita', psicologicamente e culturalmente inducendo la vittima a sentirsi in colpa. In tal modo lo stesso protagonista diventa malvagio poiche' assimila lottica degli aguzzini.
NOVELLE RUSTICANE
Le due novelle di raccolte uscite nel 1883, "Novelle rusticane" e "Per le vie", segnano una svolta decisiva. Il mondo romantico dei valori ormai non e' piu' proponibile, i personaggi appaiono dominati esclusivamente dalla roba e cioe' dalla logica economica, dalle leggi dinteresse e dallegoismo. Il metodo verista e' ora coerente con la prospettiva pessimistica e materialistica dellautore che scopre il meccanismo della "lotta per la vita". Si puo' dunque parlare di due fasi della ricerca verista di Verga:
1-persistenza di valori romantici (Vita dei campi e Malavoglia)
2-motivo centrale: la roba (Novelle rusticane e Mastro don Gesualdo)
Venuto meno il motivo amore-passione ancora presente in "Vita dei campi", tende a scomparire anche il motivo del personaggio solitario e diverso, in lotta con lambiente. Dai singoli personaggi lattenzione si sposta alla dimensione collettiva analizzata nelle sue dinamiche sociali ed economiche.
*"Liberta'"