Svevo

LA VITA E LE OPERE

Italo Svevo nasce a Trieste nel 1918 e la sua appartenenza a questa citta' ha un'importanza decisiva nella sua formazione.

Lo pseudonimo stesso di Italo Svevo (vero nome Ettore Schmitz) rivela la sua duplicita' culturale, meta' italiana e meta'. Possiamo distinguere tre fasi nella sua vita e nella sua attivita' letteraria:

  1. La fase della giovinezza con la formazione letteraria, i primi romanzi e, nel 1899, la decisione di lasciare la letteratura.
  2. Il "silenzio letterario".
  3. Il ritorno alla letteratura con La coscienza di Zeno e romanzi teatrali.

Svevo svolse i suoi studi commerciali prima a Trieste e poi in Baviera, imparando perfettamente il tedesco e i classici italiani (Boccaccio, Machiavelli, Guicciardini), legge romanzi francesi (Balzac, Stendhal, Flaubert, Zola') e studia Schopenhauer.

Si occupa anche di teatro e di attivita' giornalistiche.

Legge Darwin e aderisce, per qualche tempo, alla cultura positivistica e al Naturalismo, avvicinandosi anche al socialismo.

Nel 1892 pubblica Un inetto, intitolato poi Una Vita. Nello steso anno gli muore il padre e incontra la cugina Livia Veneziani, figlia di un dirigente di una fabbrica per navi, che sposera' quattro anni dopo.

Nel 1898 pubblica Senilita' e nel 1899 entra nell'industria Veneziani, dichiarando di lasciare la letteratura.

A Trieste conosce anche Joce, di cui diventa grande amico. Poco dopo comincia ad appassionarsi di Freud.

Nel 1919 torna alla letteratura e nel 1923 esce La coscienza di Zeno.

Scrisse altri racconti minori e mori' nel 1928 in seguito ad un incidente d'auto.

LA FIGURA DELL'INETTO

Il rifiuto della psicoanalisi come terapia rivela nello Svevo De La coscienza di Zeno una difesa dei diritti dei cosiddetti "ammalati" rispetto ai "sani". L'ammalato e' colui che non vuole rinunciare alla forza del desiderio. La terapia lo renderebbe si piu' "normale", ma a prezzo di spegnere in lui le pulsioni vitali. Per questo l'ultimo Svevo difende la propria "inettitudine", che e' una forma di resistenza all'alienazione circostante. Egli all'uomo integrato nei meccanismi inautentici della societa' borghese preferisce essere un "dilettante", "un uomo abbozzo" o uomo inetto.

CARATTERISTICHE DEI ROMANZI SVEVIANI

Al centro della ricerca di Svevo, in tutt'e tre i suoi romanzi, sta l'investigazione degli auto "inganni" e cioe' lo svelamento degli alibi morali e delle "razionalizzazioni" che nascondono la spinta delle pulsioni inconsce.

In una Vita e Senilita' si intravede un giudice istruttore, esterno al piano della narrazione: la voce narrante interviene con giudizi che marcano il netto dislivello esistente fra la coscienza dei fatti e quella piu' limitata del protagonista.

Invece in La coscienza di Zeno tale dislivello viene quasi del tutto a cadere: qui siamo in presenza di una confessione in prima persona in cui la distanza fra io narrante e io narrato e' piu' sottile e comunque piu' problematica. Il lettore e' invitato a confrontarsi con la coscienza del perso.

LA COSCIENZA DI ZENO

La coscienza di Zeno esce nel 1923, dopo le rivoluzioni culturali di Freud e di Einstain e le esperienze delle avanguardie. Questa stessa opera e' ora considerata un romanzo d'avanguardia europea.

Si presenta come le memorie di un certo Zeno, inviate al dottor S. che lo ha in cura come psicoanalista. Il protagonista e' Zeno stesso, che, come unico narratore, e' il filtro di ogni giudizio. Pero', per la sua nevrosi, e' inattendibile. Anche il dottor S. e' inattendibile, perche' e' un deliberato rovesciamento ironico della figura dello psicanalista.

Sta quindi al lettore ricostruire un possibile significato attendibile del racconto.

In realta' il romanzo non e' un'autobiografia, ma una storia della sua malattia. La vicenda ripercorre le tappe della malattia dell'anima.

 

Descrizione dei sette capitoli:

Seguono i capitoli:

Le caratteristiche principali del romanzo sono:

  1. Viene meno il narratore oggettivo dei due primi romanzi di Svevo.
  2. Prevale il monologo interiore.
  3. La struttura narrativa non segue piu' il modello del romanzo ottocentesco, caratterizzato da una chiara progressione cronologica degli eventi. Qui la struttura e' aperta: la vicenda si sviluppa seguendo un percorso tematico di sette capitoli.
  4. La scrittura del romanzo e' ambigua: il lettore e' spesso indotto alla diffidenza.
  5. La figura dell'inetto (vedi prima).

 

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