BY THE WAY |
RED HOT CHILI PEPPERS |
1.by the way 2.universally speaking 3.this is the place 4.dosed 5.don't forget me 6.the zephyr song 7.can't stop 8.I could die for you 9.midnight 10.throw away your television 11.cabron 12.tear 13.on mercury 14.minor thing 15.warm tape 16.venice queen
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Di
certo meno sofferto del precedente,questo dei Red Hot Chili Peppers è
comunque un ritorno,di cui a dire la verità non eravamo impazienti,ma non
fraintendetemi,il motivo è semplice : dopo tre anni Californication gira
nei nostri lettori senza minimamente accusare il passare del tempo,e
questo è indubbiamente un gran punto a favore.Dopo un disco del
genere,come si prospetta un nuovo album?”By the way” sembra rispondere
in modo esauriente a questa domanda,nel bene e nel male.Non è di certo un
disco innovativo,di certo i Red Hot non si sono sforzati nel ricercare
altre strade né a dare qualche ritocco alla vena garage che ormai è il
marchio del loro sound.Si parte col singolo title-track “by the way”,
in perfetto stile peppers ,crossover più melodia accattivante, e questo
sembra essere l’andazzo, almeno fino a “dosed”,che si apre con un
fraseggio di Frusciante che poi in sottofondo accompagna la voce di Kiedis
lungo il tema del sentimento e dei rimorsi ; in “don’t forget me ”
l’atmosfera sembra assorbire l’ascoltatore in un loop emotivo
suggerito principalmente dalle note della chitarra.Quelli che seguono non
sono di certo i pezzi per i quali ricorderete questo disco, salve qualche
ritornello (“the zephir song”) o la discreta “i could die for you”.Personalmente
trovo addirittura irritante il chorus di “midnight” ma è un giudizio
moto personale e comunque la canzone nel complesso non tradisce né lo
stile né la qualità media.Un ritmo molto tirato dominato da un dinamico
giro di basso apre e sostiene “throw away your television”, ma
attenzione, avete da un po’ superato la metà del disco, mancano poche
canzoni alla fine e ecco che vi spunta la traccia-che-non-vi-aspettate,
“cabron” : allegra,spensierata,motivetto che cattura, ritmi
spagnoleggianti,insomma :
la colonna sonora del vostro prossimo rodeo,che potrebbe
addirittura diventare una dance hit convincendo tutti della svolta latina
dei Chili Peppers,che però, per chi se ne sia davvero convinto, viene
smentita alla traccia appena successiva : “tear” ,triste, sconsolata,
decisamente una delle più belle di tutto l’album, in cui lo stesso
Frusciante sfoggia alcuni dei passaggi più belli dell’intero
lavoro.”On Mercury” presenta una struttura pop unità ad un ritmo
sostenuto che ricorda spesso i Cranberries di Salvation, dopodiché
a parte “minor thing”, altro esempio della capacità di
costruire delle semplici canzoni con una bella melodia, il disco si
conclude nella normalità più totale,lasciandoci per fortuna con più
certezze che non dubbi.Il disco si lascia ascoltare senza difficoltà, e
di questo molti meriti vanno attribuiti alla strepitosa coppia
Frusciante-Flea,capaci da soli di dare struttura e vita alle canzoni, che
in alcuni casi potrebbero essere cantate meglio (nulla da dire sui
cori).Questo disco non vuole essere un capolavoro, semplicemente con un
certo narcisismo pop ama farsi ascoltare e contemplare per quelle melodie
che riesce a regalarci.I fan non rimarranno delusi,e nemmeno coloro i
quali avevano amato i Red hot con Californication : del penultimo lavoro
infatti vengono ripresi gli spunti più tipicamente pop/rock, con un
deciso taglio alla vena funk : il tutto farà anche meno California,ma se
questa è l’alternativa,
se ne sentirà poco la mancanza..…….cabròoooon………cabròoooon…..!!!!!
Vincenzo De Simone |