SPECIALE   STEPHEN KING
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LA CASA DEL BUIO (Black House, 2002)

 

La Storia: a French Landing, nel distretto di Coulee, c’è un misterioso e inafferrabile assassino, chiamato il Pescatore, che uccide e brutalizza i bambini. C’è un capo della polizia, Dale Gilbertson, che è un brav’uomo ma con un caso decisamente troppo grande per le sue piccole mani di poliziotto di provincia. C’è uno strano vecchio all’ospizio Maxton, e una misteriosa e malvagia casa nera nel fitto del bosco. E soprattutto c’è un amico del capo Gilbertson, un certo Jack “Hollywood” Sawyer, giovane e brillante tenente della polizia in pensione, che quand’era bambino salvò la vita di sua madre portandole un oggetto magico da un mondo molto lontano, anche se ora non ricorda più nulla: è il piccolo Jack Viaggiante, protagonista de Il Talismano, ora trentenne e ancora impregnato (seppure a sua insaputa) di quella magia che gli rimase addosso dopo il suo viaggio nei Territori. Inizialmente recalcitrante ad occuparsi del caso del Pescatore, per il motivo misterioso che lo spinse a lasciare la polizia qualche anno prima, Jack è perseguitato da strani segni di cui lui non capisce l’origine, finché non ricorda la sua avventura di bambino: si dedica allora alla ricerca del piccolo Tyler Marshall, bambino preso in ostaggio dal Pescatore ma non ancora ucciso, poiché è un bambino molto speciale, anche se la polizia non può saperlo: è infatti dotato di poteri mentali molto speciali, necessari in un altro mondo al Re Rosso per corrodere e spezzare i Vettori che tengono in piedi la Torre Nera. Questo è ciò che impara Jack una volta tornato nei Territori, dove incontra il suo vecchio amico Svelto Parker (che gli spiega della Torre e dell’ultimo pistolero, Roland di Gilead) e una bellissima donna, Sophie, ultima Regina dei Territori e, con tutta probabilità, donna destinata a Jack. Tornato a French Landing e aiutato prima dalla madre del piccolo Tyler (che sa cosa sono i Territori) e poi da un gruppo di grossi e intellettuali motociclisti, i Thunder Five, Jack entra nell’orribile casa nera, punto di origine di tutto l’orrore che ha colpito French Landing, e porta in salvo il piccolo Tyler e con lui la Torre e, forse, tutti i mondi possibili. Ma, come svela il finale, ora il destino di Jack è indissolubilmente legato ai Territori e alla difesa della Torre Nera.

 

Commento: non è uno dei romanzi più riusciti di King, per quanto nell’insieme sia comunque piacevole a leggersi. I personaggi sono forse la parte più riuscita: chi si era affezionato al piccolo Jack Viaggiante, dopo un iniziale smarrimento dovuto al suo comportamento così scostante, si affezionerà anche al Jack adulto, un uomo introverso ma decisamente eroico e nobile (forse troppo, ma probabilmente è la magia dei Territori che l’ha reso così); ci si affeziona anche a Henry Leyden, un vecchio cieco amico di Jack dallo straordinario talento vocale e dalla mente ancor più brillante, e ai grossi e minacciosi Thunder Five, motociclisti intellettuali e ironici, decisi a consegnare il Pescatore alla giustizia (il loro capo è il padre della prima vittima). Se i personaggi sono abbastanza buoni, lo stesso non si può dire della trama: indecisa fra due o tre generi diversi, parte come romanzo giallo (la ricerca dell’assassino), si trasforma in fantasy (la riscoperta dei Territori da parte di Jack), per diventare quasi un horror al momento dell’incontro con la casa nera. Un pasticcio ancora più colossale se si considera che anche in questo romanzo salta fuori l’ormai onnipresente Torre Nera, progetto che assorbe le energie di King da più di diciassette anni: alla fine dei conti, se si guarda bene la trama di questo romanzo ha come fulcro la Torre Nera (il Re Rosso, i Vettori, nonché la citazione di Roland e dei suoi pistoleri da parte di Svelto) e potrebbe benissimo essere il quinto romanzo della saga (e, ad essere sinceri, per i cultori di King è forte l’impressione che prima o poi sarà il nobile e generoso Jack a prendere il posto del severo e ombroso Roland). Anche lo stile non è dei più fortunati: l’inizio è verboso ed eccessivamente descrittivo, e bisogna aspettare più di ottanta pagine per incontrare il nostro eroe, e aspettare la metà del libro (e che Jack si decida a collaborare) perché la lettura si faccia più spedita. E la conclusione ha tutta l’aria di un possibile inizio per un’altra storia.

Voto: 6 e ½

M.N.