IL CROCIFISSO MESSO IN CROCE


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Abbiamo ceduto anche noi alla tentazione di provocare. Non abbiamo alcuna intenzione di dare ulteriore spazio e voce ad un "personaggio" come Adel Smith ed alle sue plateali e inutili richieste. D'altronde ci pensano già i vari Costanzo e Vespa, che quando si tratta di creare e distruggere un personaggio per un pugno di ascolti, sono i primi. Quello portato alla ribalta della cronaca nazionale è un caso che mette in evidenza, nella sua realtà, un dato di fatto: molte delle comunità e degli stranieri presenti in Italia, si sono presi la mano con tutto il braccio. La politica "buonista" e poco restrittiva con cui da poco più di dieci anni, i vari governi hanno gestito il problema immigrazione, ha dato a molte comunità straniere il potere di autogestirsi e "imporre" a no, paese ospitante, limiti e condizioni. Purtroppo nella diffusa ipocrisia nazionale, sono obbligato a scrivere che "siamo in un paese democratico e tutti devono avere la libertà di manifestare le proprie idee ed organizzarsi (ok ho detto la frase di circostanza per non essere tacciato di estremismo!). Secondo molte delle loro rivendicazioni e richieste, dovremo essere noi italiani ad adeguarci alle loro esigenze, culture e regole, anziché il contrario. Questo fatto mi rattrista molto, soprattutto se penso ad esempio, alla manifestazione messa in atto dalle donne musulmane contro il divieto di farsi fotografare per il permesso di soggiorno con il Burka. mi ha rattristato anche assistere a manifestazioni e sit-in di protesta dei Bengalesi che pretendevano la regolarizzazione e il permesso di soggiorno. oggi, un signore di nome Smith, capo della comunità islamica in Italia, definendosi italiano (a questo punto mi viene da dire, solo sulla carta), mette in atto un procedimento giudiziario per far rimuovere il crocifisso dalle aule scolastiche dei suoi figli (poveri figli, immagino come saranno derisi e presi in giro dai compagni). A questo punto la reazione degli italiani è unica: rabbia e fastidio. Sono sentimenti provati da tutti: credenti praticanti, credenti non praticanti, gente che ha un crocifisso e gente che non ne ha, non è questo il punto. Che la croce possa essere il simbolo del cristianesimo o un simbolo di valori comuni, secondo me passa in primo piano. La rabbia degli italiani invece, è scaturita dalla presa in giro del signor Smith e di tanti stranieri che la pensano come lui, che vengono in italia, riescono a lavorare (grazie agli italiani) ed a crearsi una famiglia (il più delle volte con agevolazioni e privilegi che neanche le giovani famiglie italiane riecono ad avere) e poi come ringraziamento e forma di gratitudine promuovono queste infelici iniziative. Spero che queste tristi manifestazioni di ingratitudine servano ai governi di sinistra e purtroppo anche a quelli di destra (visti gli esploit di fini sul voto agli immigrati e la politica morbida contro l'immigrazione), per iniziare a pensare ad una più rigorosa selezione e ad un blocco degli ingressi, ma anche a leggi meno permissive. A quel punto chi non è d'accordo può anche tornarsene da dove è venuto. Con o senza crocifisso.

di Danilo Montaldo

del: 3/11/2003

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