Titolo
originale: Chihwaseon
Regia: Kwon-Taek Im
Interpreti: Ye-Jin Son, Sung-Ki Ahn, Ho-Jeong You, Min-Sik Choi,
Yeo-Jin Kim
Sceneggiatura: Kim Yong-oak, Im Kwon Taek
Soggetto originale: Min Byung-Sam
Musica: Kim Young-Dong
Fotografia: Jung Il-Sung
Produzione: Taehung Pictures
Distribuzione: Bim
Nazione: Sud Corea, 2002
Durata: 117'
Sito ufficiale: www.chihwaseon.com/
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1850, Kim Byung-moon
salva il giovane Seung-ub, un povero ragazzino, da un gruppo di vagabondi
che lo vogliono picchiare. Seung-ub, per ringraziarlo, esegue un disegno
di straordinaria intensità, tanto che Kim lo incoraggia a coltivare il
suo dono e gli da il nome d'arte di Oh-won. Divenuto uno dei più
importanti e raffinati pittori coreani, cerca di non usare la sua arte per
corrompere; vive d'amore, o meglio di donne, e, soprattutto, di vino:
preziose fonti di ispirazione per il proprio genio. La sua vita randagia,
il suo anticonformismo esistenziale, la sua selvaggia passionalità lo
portano ad intraprendere una profonda ricerca della verità dell'arte sino
a farne perdere le tracce.
Premio per la regia al
Festival di Cannes 2002 ex-aequo con "Punch-drunk love" di Paul
Thomas Anderson, Chihwaseon ricostruisce la vita (narrata in un romanzo di
Ming Pyong-Sam ) del celebre, anche se del tutto sconosciuto da noi,
pittore coreano Jang Seung-ub, detto Oh-won, che visse nel XIX secolo e
che scomparve misteriosamente nel 1897.
Il regista coreano Im Kwon Taek mette in scena un capolavoro visivo, che
mostra come la pittura sia imparentata con la poesia. Compone l'immagine
cinematografica come una vera e propria opera d'arte, restando sempre
attento alla storia e alle tradizioni del suo paese. Cineasta propenso ad
un rigore stilistico e raffinato nel conferire alle immagini una sorta di
affinità tra il suo cinema e la pittura di Oh-won, Im Kwon Taek si sforza
di fare dell'arte con la sua mdp, divenendo così cantore e divulgatore
della cultura coreana. Il film si districa lentamente, ponendo in primo
piano, fin dalla prima inquadratura, il pennello, la tela e le linee
sinuose del dipinto, che vanno a rappresentare il mondo naturale e al
contempo la natura transitoria della vita. Il protagonista del film,
Oh-won, visse, realmente, durante gli ultimi anni del dominio della
dinastia Chosun; fu uno dei migliori pittori della dinastia Joseon e il
suo lavoro fu reputato divino dalla gente. La sua vita divenuta leggenda,
ormai, risulta immortalata grazie all'"opera" di Im Kwon Taek,
come anche la sua volontà potente di superare i propri limiti, sino a
raggiungere un livello ancor più alto di pittura. La sua arte fu una
specie di viatico dinanzi all'afflizione per il mondo in cui viveva,
sommerso ancora nell'oscurità. Creò una pittura senza parole , un nuovo
stile: cercando di catturare l'essenza e non la sola forma delle cose;
conferendo profondità agli oggetti, ma mai ripetendosi, perché "per
un artista ripetersi equivale a morire".
di Grazia Monteleone
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