GUANO APES

WALKING ON A THIN LINE

track-list

1.You can't stop me

2.Dick

3.Kiss the dawn

4.Pretty scarlet

5.Diokhan

6.Quietly

7.High

8.Sing that song

9.Scratch the pitch

10.Plastic mouth

11.Storm

12.Sugar skin

 

 

Il gruppo:

Stude

Sandra Nasic

Henning Rumenapp

Dennis Poschwatta

 

torna a 

bloodflowers

 

Genere: rock
Miglior brano: Kiss The Dawn
Assomiglia a: Skunk Anansie, No Doubt, P.O.D., Nickelback, Linkin' Park
Voto (0-10): 7.5                                            Recensione del: 06/02/2003

La giovane band tedesca capitanata dall'aggressiva Sandra Nasic, ritorna con il terzo cd "Walking on a thin line". Dopo aver bruciato le tappe (il loro album d'esordio "Proud like a God" (1997) resta il più venduto debutto in lingua inglese di una band tedesca di tutti i tempi!) e averci fatto scatenare con la cover degli Alphaville "Big in Japan", arriva l'album della svolta e della maturità. 12 brani che spalancano le porte al rock, con ritmi serrati e aggressività a chili: "Questa volta non abbiamo voluto introdurre break qui e lì, ma metterci completamente al servizio del brano", commenta l'energica Sandra. Il singolo-antipasto è "You can't stop me", che conferma questa nuova linea musicale ma che sa anche parecchio di crossover. Un brano a presa rapida che "parla della lotta con se stessi e del pessimismo da cui ogni giorno ci si deve difendere". Ad infiammare gli animi ci pensa "Dick" (dal titolo curioso e ambiguo), che mette subito in chiaro le intenzioni "bellicose" della band. "Kiss the dawn" (da un verso del testo è stato estratto il titolo del cd), con un particolare arrangiamento, è uno dei brani più suggestivi dell'album. Linee ammorbidite, che ricordano a tratti i buoni Metallica, che si trasformano in marmo. A spiazzare già dal titolo ci pensa poi "Diokhan", che sembra un'imprecazione (solo per noi italiani). Ma, caso strano, il titolo si addice all'aggressività del brano. E sempre in riferimento al testo, "Quietly" appare più calma, particolare. La voce di Sandra si ammorbidisce e si impegna in acuti, e addirittura abbiamo il tempo per un sospiro di "sollievo" dalla corrente continua che trasmette il cd. "High" (mi vengono in mente i Cure) vagamente arabeggiante (l'arabeggiante ovviamente va preso con le pinze) è un perfetto intro per la funkeggiante/incazzata "Sing that song". Le linee ancora si ammorbidiscono con "Scratch the pitch", che fa tanto Skunk Anansie. La lingua di plastica di "Plastic mouth" si insinua lentamente e sensualmente nelle nostre orecchie. Un dolce preludio alla tempestosa (permettetemi il gioco di parole) "Storm": "Are you ready to attack the storm?/.../I'm ready to run with the storm". Una conferma alla natura del cd, che è chiuso dalla bella e buia "Sugar Skin". E a questo punto, con l'introduzione della parola magica "Skin", il paragone con gli Skunk Anansie ci sta tutto. Forse le due leader Sandra e Skin, avranno poco in comune fisicamente, ma la grinta è la stessa. Se il capitolo Skunk Anansie si è chiuso, gente, non disperate: i Guano Apes ne sono gli eredi. A pieno titolo. Gente, fate largo; gettate tappeti e spalancate le porte dell'Olimpo Rock: i Guano Apes stanno entrando.

Ilario Pisanu

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