IL CARTAIO di Dario Argento

Cinema

Poker, rapimenti ,internet, assassinii. Questo è il mix che racchiude l'ultima fatica di Dario Argento, "Il cartaio".
Uno psicopatico amante del rischio mette sotto scacco la polizia. La sfida consiste nel giocare con lui per salvare o condannare di volta in volta le vite delle persone che rapisce. E' lui a decidere il gioco: una partita a poker, giocata in tempo reale con un computer collegato in rete. Le regole sono spietate: chi vince tre mani decide il destino della vittima.
Il Cartaio, questo il nick usato su internet dall'omicida, fa capire da subito di fare molto sul serio. Al primo rifiuto della polizia di cedere al ricatto uccide la sua prima vittima in diretta, riprendendola con una webcam. Una giovane e affascinante poliziotta, Anna Mari (Stefania Rocca), è la protagonista che più di tutti sarà coinvolta nelle investigazioni, poiché l'assassino ha scelto di contattare proprio lei per iniziare il suo sadico gioco. La sua vicenda si intreccerà con quella di un collega britannico, John Brennan (interpretato da Liam Cunningham, attore vagamente "renoiano"), coinvolto nelle indagini in quanto la prima vittima del Cartaio è una turista inglese. Oltre al questore e ai colleghi della Polizia un valido aiuto per i due investigatori sarà Remo (Silvio Muccino), un ventenne trovato per caso che ha un tocco magico per il video-poker.

Il soggetto e la sceneggiatura sono di Dario Argento e Franco Ferrini (che ha già scritto con lui numerosi dei suoi film, tra cui il penultimo "Non ho sonno"). Gli ingredienti migliori di un buon thriller non mancano: colpi di scena, suspence, violenza fino allo scioglimento finale con la rivelazione dell'assassino e del suo movente. Di fatto però questi elementi scadono spesso nei più scontati cliché e deja-vu del genere. In fondo la soluzione finale è molto prevedibile, come lo è il riemergere di una storia triste nel passato della protagonista. Nonostante ci sia negli intenti del regista quello di usare una certa ironia nel film, molte situazioni sono davvero troppo inverosimili e forzate, per non parlare dei dialoghi. Un discorso particolare va fatto proprio per questi, vero punto debole del film. La scelta di far doppiare agli attori se stessi (il film è stato interamente recitato in inglese) penalizza notevolmente i dialoghi, che già non brillano per originalità. Quella di rivolgersi a un circuito internazionale è forse una "punizione" per il pubblico e la critica italiana, che non hanno mai accolto bene il genere horror-thriller.
Nonostante queste grosse pecche, il film è molto ben realizzato dal punto di vista tecnico e si vede sicuramente la mano di un regista di grande esperienza come Dario Argento. Azzeccate le musiche (realizzate da Claudio Simonetti, lo stesso del famoso tema di "Profondo rosso") e buoni gli effetti speciali di Sergio Stivaletti. Particolarmente lodevole la capacità di Argento di rappresentare Roma, seppur con distacco, dal centro, al ridente Gianicolo fino alle degradate periferie; lo aiuta nel compito il bravissimo direttore della fotografia Benoit Debie, capace di dare al film un'atmosfera particolare grazie al sapiente uso che fa delle luci naturali.

Perché vederlo: è soprattutto per gli amanti del genere e di Dario Argento (anche se i puristi potrebbero lamentarsi)

Perché non vederlo: la trama è abbastanza prevedibile e scontata

 

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Regia  Dario Argento
Autori e sceneggiatura
Dario Argento e Franco Ferrini

 

E con:

Stefania Rocca
Liam Cunningham
Silvio Muccino
Claudio Santamaria
Fiore Argento

 

Paese: Italia 2003

Durata 1h 46'

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Recensione di: Edoardo Caporaso

Data: 05/01/2004

Thanks To: Adele Quagliero dello Studio Lucherini-Pignatelli

Sito: www.medusa.it