QUARTA PARETE

LABILE

track-list

1.Ninna nanna (tard.)

2.Faccio gli occhi dolci

al niente

3.Lascio il tempo

4.Fine

5.La crepa del giorno

6.Tanti auguri

7.Cassandra

8.Conclusioni

9.Labile

 

Il gruppo:

Fabrizio Panza: voce

Roberta Carrieri: voce

Sergio Pesce: chitarre

Massimo Quercia: basso

 

 

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bloodflowers

 

Genere: pop/rock
Miglior brano: Lascio il tempo
Assomiglia a: Plastico, Placebo, Litfiba, Cranberries
Voto (0-10): 7.0                                            Recensione del: 06/02/2003

Secondo disco per i Quarta Parete (il nome è un termine tecnico che in teatro indica la parete immaginaria che divide l'attore dalla platea), gruppo vincitore del Premio città di Recanati 1997 e di Arezzo Wave, 1999. E con queste presentazioni, di sicuro le carte in tavola son già belle e servite. Questo cd, impregnato di sonorità elettroniche, viaggia su un treno pop-rock, e visto le virate precedenti, non conosce la meta del suo viaggio. Un viaggio che potrebbe portare i Quarta Parete verso la popolarità e l'acclamazione popolare. Ed è subito evidente la doppia anima del cd: l'Inferno e il Paradiso, racchiusi in un "cofanetto" (in bianco e nero, ovvio) che può essere considerata una vera e propria opera d'arte (opera di Francesco De Napoli). Un cd preda di fobie, a tratti pseudo-satanico, che esprime quasi un disagio interiore "forse riesco anche a gioire, simulando un'emozione/E mi trattengo dal vivere", espressione centrale contenuta in "Conclusione": forse il brano più pop, che a tratti ricorda Battiato. E la doppia natura del cd è avvalorata dall'alternarsi delle due voci: maschile (Fabrizio Panza) e femminile (Roberta Carrieri). Quest'ultima pare sia la vera anima del gruppo, la parte paradisiaca. Il cd si apre con una ninna nanna tradizionale, e subito si aprono le chitarrine rampanti di "Faccio gli occhi dolci al niente", che a tratti ricorda i vecchi-vecchi Litfiba: "Si scavano solchi diversi/Tra i solchi scavati che avevo/Mi cambiano forma e pensiero". Un rito di iniziazione per questo viaggio all'interno degli Inferi. A cambiare subito rotta (riportandoci in Paradiso) ci pensa la ottima "Lascio il tempo", che ci fa persino ballare. Ma ancora impregnata di "nevrosi": "Stendimi oltre il mare/Stendimi oltre il mio sentire/Fragile che son capace/Di volare e di cadere". Una linea, una vita, che è fragile, in bilico già da ora (bello l'intro da "sala rianimatoria"). Il delirio finale è da brivido. Il brano seguente "Fine", già dal titolo, ci riprende per mano per farci ripiombare sotto terra: "Coma un cancro/Come un armistizio/.../Ora piangimi ora piangerò stimmate del mio centro". Lenta e graffiante è invece "La crepa del giorno", con accompagnamenti di voci (inquietanti?) di bambini. Da notare una frase in greco (o, almeno, in caratteri greci). L'ironica "Tanti auguri" (corredata da una foto spassosa e inquietante allo stesso tempo), pare quasi essere ipocondriaca e macabra: "Pelle bucata livida/Intime metastasi". Anche qui i suoni elettronici sono abbinati ad una base incalzante, e ancora una volta Roberta ci delizia con i suoi acuti. Il finale? Allegro come lo è Marilyn Manson. Il preludio a "Cassandra" (che poi viene considerato traccia a se) ricalca la "monotonia" del vivere. "Non chiede ma chiude stupito" è uno dei passaggi migliori; come se Meg dei 99 Posse cantasse su una base dei vecchi Litfiba (quando Pelù non duettava,ndr). A chiudere il cd, la title track Labile: "Labile mobile svegliami".

Un cd "labile", che sempre in bilico, pare si spezzi da un momento all'altro. Ma a dispetto del titolo è anche un cd forte, ben unito, e dalla doppia anima: bianco/nero, Paradiso/Inferno, nevrotico/sano, sonno/veglia, maschile/femminile e pop/rock. E giocando tra gli estremi, la certezza è una sola: è un bel disco.

P.S. Sta per uscire "Corrente", il loro nuovo cd. 

Ilario Pisanu

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