La trama
Il film ambientato a Roma ha una
struttura corale. Al centro della vicenda otto personaggi di cui uno
scomparirà quasi subito, tre donne e quattro uomini giovani e meno
giovani legati tra loro da un elemento comune: l'analisi di gruppo, che
danno uno spaccato delle debolezze e fragilità, ma anche della voglia di
reagire, di cambiare che caratterizzano i nostri giorni. Complesso
l'intreccio che vive di momenti ariosi per rientrare di volta in volta
nell'intimità dei personaggi.
Gegè, Luca, Gabriella, Chiara, Ernesto,
Alfredo, Marco e Flavia hanno in comune quell'ora settimanale in cui si
ritrovano tutti insieme per fare terapia di gruppo dall'anziana dottoressa
Lojacono. Ed è lì che li vediamo per la prima volta. Talmente sono presi
dal raccontarsi, da non accorgersi che la psicanalista è morta sotto i
loro occhi. Ai nostri non rimane che rientrare mestamente nelle loro
solitudini, spaesati, disperati e consapevoli di aver perso un loro
importante punto di riferimento.
Gegè, un cinquantenne brillante, alle prese con il dominio psicologico di
un padre-padrone da cui non è mai riuscito ad emanciparsi crede che le
tenerezze di una giovane amante possano essere un sufficiente sollievo;
Luca, raffinato e scontroso omosessuale, pur accettando pienamente la sua
diversità, non riesce a tagliare i faticosissimi legami che lo rendono
schiavo di un uomo sposato con figli; Gabriella, vogliosa signora
cinquantenne, con il terrore di invecchiare e di rimanere ancora più sola
di quanto non sia; Chiara, bella universitaria alla continua ricerca di
cibo e d'amore; Ernesto invece l'amore ce l'ha, fortissimo, per sua
moglie. Peccato che lei, per punirlo di un fugace tradimento, lo abbia
buttato fuori di casa, costringendolo a trovar sonno solo sui treni;
Alfredo, orchestrale gioviale e pieno di fede, a quarant'anni vive ancora
con la madre anziana; Marco, ultimo arrivato nel gruppo, è un trentenne
silenzioso, ma la sua particolarissima casa, piena di suoni e di immagini,
parla per lui; Flavia, bella professoressa che vive sola con la sua gatta,
a trentacinque anni non ha ancora trovato l'uomo giusto, perciò si
accontenta di un uomo sposato troppo indaffarato per dedicarle più di
qualche sporadico momento d'amore…
Alla morte della psicanalista i nostri
decidono di continuare a vedersi settimanalmente per proseguire da soli le
sedute di terapia. L'unico a tirarsi indietro è Alfredo, che confida
molto nelle sue forze.
Mentre le esistenze di tutti arrancano fra solitudini, disagi, incertezze
e tormenti, le sedute autogestite sono dei veri e propri fallimenti. I
sette decidono allora di interrompere quell'inutile farsa settimanale.
Ma il suicidio improvviso di Alfredo li farà rincontrare tutti: dopo il
funerale, decideranno di passare insieme il week-end. I due giorni che
trascorreranno in un agriturismo, all'insegna del piacere di vedersi, di
raccontarsi e di ascoltarsi veramente, saranno molto significativi per
tutti. Così, mentre per alcuni di loro la vita sembrerà aprirsi a nuovi
orizzonti e a nuove felicità, per altri continueranno i soliti problemi,
i soliti tormenti, le solite solitudini... Con qualche consapevolezza in
più.
Commento
Il film ricorda molto "Maledetto il
giorno che t'ho incontrato", sia come tema di sfondo sia per la
(preziosa) presenza di Margherita Buy. Una bella commedia corale, che
cerca di fare luce sui problemi che ci affliggono, sulle paure, sulle
fobie e sulle sofferenze d'amore. Sulle sofferenze dell'esistenza. Il film
scorre serenamente, con punte di vera ironia ("Che faccio, chiamo il
119?" -"No, quello è il numero della ricarica!") e con
momenti di riflessione. Le vite si intrecciano, alcuni amori finiscono,
altri iniziano… In un mondo sempre più nevrotico e sempre più
ossessionato dalla tecnologia. Un altro esempio cinematografico che cerca
di dare un senso a quella sottile linea che divide il normale dal
patologico. Da vedere.
Intervista dalla conferenza stampa
Perché sei tornato sul tema dei
problemi psicologici?
Perché il tema della fragilità e delle
debolezze è attuale. L'idea è nata da un articolo scritto 4 mesi dopo
l'11 settembre, nel quale si diceva che era aumentato il numero degli
adolescenti in terapia. Ed ho capito che stiamo perdendo i punti di
riferimento. Volevo tornare alla regia di un film corale e avevo voglia di
lavorare con bravi attori e di stare insieme agli altri. L'idea era del
gruppo in analisi al quale viene a mancare il punto di riferimento: mi
sembrava un ottimo punto di partenza per un film corale. Il tema centrale
dello "stare insieme": il gruppo che è vita, anche se ci sono
dei problemi, i quali alla fine vengono accettati con filosofia.
In questo film ho puntato sull'equilibrio: non fare troppo e quel poco
farlo bene.
Continuerai a fare film così?
Io ho due anime dentro. Quest'aspetto da
commedia… Questa è sicuramente una buona strada. Durante il film c'è
stato un grande affiatamento. Ci siamo voluti bene. Il gruppo è la vita,
e il distacco dal gruppo è la morte. E' anche un film solidale con le
persone che soffrono, nel quale tutti si riconoscono, più o meno, in
queste nevrosi.
Nel film prendi in giro l'analisi.
Tu cosa ne pensi veramente?
L'analisi affronta casi seri e dei veri
dolori. Non sono contro l'analisi, sia chiaro, ma critico certe
superficialità, cioè la non condivisione del dramma del paziente da
parte dell'analista.
(che poi non è così: il transfert è il passaggio dei vissuti del
paziente al terapeuta ndr).
Il finale del film?
E' stato molto sofferto: non sapevamo
come farlo terminare. Volevo un finale che facesse capire che alla fine,
tutto riprende e tutto continua.
Il titolo?
Doveva essere "L'analisi di
gruppo". Poi ci è venuto in mente questo, anche se non abbiamo
inserito la canzone.
Cartelle cliniche dei personaggi - A
cura della Dott.ssa Lojacono
GALEAZZO detto GEGE'
Anni: 50.
Il paziente presenta sintomi di depressione nella norma.
Incapacità di sviluppare l'autostima.
Rapporto molto conflittuale con la figura paterna che non l'ha mai
riconosciuto sul piano affettivo. Conseguente incapacità di sentirsi
padre.
Analizzare il rapporto con la morte della madre e la separazione dalla
moglie e dal figlio dopo appena tre anni di matrimonio.
Equilibrata capacità di approccio con il mondo esterno e nei rapporti
sociali.
GABRIELLA
Anni: 52 (età da accertare).
Il soggetto presenta i sintomi di una grave forma depressiva.
Forte squilibrio dovuto al conflitto fra l'immagine che il soggetto ha di
sé e l'immagine esterna che proietta nel mondo.
Insicurezza delle proprie possibilità causata dalla separazione dal
coniuge a causa di una donna più giovane.
Reazione incontrollata al problema dell'età che porta il soggetto a
esibirsi con abiti e accessori non consoni all'età e che la pongono al
centro di un'attenzione pericolosa ed umiliante
Stimolare di più la sua "oniricità" e far emergere il
conflitto con la figlia e l'idea di maternità.
FLAVIA
Anni: 35.
Il soggetto presenta una marcata mancanza di autostima verso la propria
femminilità. La sua grinta interiore, l'energia autotrasformativa risulta
appannata da un non felice rapporto con la figura paterna rappresentata da
un legame infelice con un uomo sposato, in posizione direttiva, di una
lunga attesa di un cambiamento che non arriva mai.
Energia pronta a riemergere allorché un evento terapeutico o una
personale evoluzione psicologica non la renda vincente e non la riscatti.
Approfondire l'ossessione del paziente per le scarpe con tacchi molto
alti.
ERNESTO
Anni: 45.
Il paziente presenta tutti i sintomi di una grave forma depressiva
reattiva dovuta alla fine del matrimonio. Rapporto quasi materno di
dipendenza dalla moglie. Combattuto fra il volersi liberare della
moglie/madre e il temere di perderla, e/o di essere punito perché se ne
vuole liberare.
Da studiare attentamente la sua peculiare reazione all'insonnia: riesce a
dormire solo sui treni.
LUCA
Anni: 40.
Il soggetto presenta una forma molto sviluppata di nevrosi dovuta
all'eccessivo controllo razionale di tutti gli aspetti emotivi della sua
vita.
Padroneggia fin dall'infanzia tutti gli aspetti della sua personalità
fino ad aver accettato senza troppi problemi la sua omosessualità, ma
resta profondamente immaturo sul piano affettivo e relazionale.
Mancanza di riconoscimento paterno e materno che si traduce nella
necessità ossessiva di trovarsi al centro della sfera affettiva, motivo
per cui si innamora coscientemente di uomini sposati (a loro volta
irrisolti nella propria identità) con l'obiettivo di essere
"unico" per quella persona.
CHIARA
Anni: 25.
Il soggetto manifesta evidenti sintomi legati alla bulimia cioè i suoi
comportamenti si basano sull'assunzione incontrollata e disordinata di
cibi.
Rifiuto eccessivo del modello familiare. Conflitto con la figura materna.
Rapporto problematico con la realtà circostante e con le persone.
Ha sviluppato per difesa un mondo a parte, di fantasia, dove si sente
finalmente protagonista compresa ed accettata.
Convincerla ad aprirsi di più nelle dinamiche di gruppo.
MARCO
Anni: 27.
Il soggetto ha un marcato rifiuto della realtà esterna. Forti elementi di
introversione. Incapacità di provare soddisfazione in circostanze
normalmente piacevoli.
Mancanza di sincerità nel racconto dei sogni, sempre controllati e logici
ma con un gran dispiego di fantasia.
Interagisce ancora troppo poco con la dinamica del gruppo. Possibilità di
inserirlo con un altro gruppo di pazienti.
ALFREDO
Anni: 39.
Il paziente è afflitto da attacchi di ansia mitigati da vere e proprie
mancanze di reazione al limite della catatonia.
Origine del problema di chiara natura edipica. Probabile conflitto con
un'omosessualità latente negata anche dalle forti convinzioni religiose
del soggetto.
Stimolare il tema della musica attraverso ricordi e sensazioni legate al
suo lavoro di musicista.
22/12/2002 Ilario
Pisanu
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