Il posto delle fragole


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Il viaggio che il Dott. Isak Borg compie per recarsi a Lund per festeggiare il giubileo professionale, è il viaggio che un vecchio e ottuso uomo compie attraverso la propria vita, una vita che sta per finire, un'esistenza che malgrado i successi professionali e la posizione agiata, è tutt'altro che invidiabile. Isak è un medico malato di solitudine, in uno dei primi monologhi dirà: "I nostri rapporti con il prossimo si limitano per la maggior parte al pettegolezzo e a una sterile critica dell’altrui comportamento. Constatazione che mi ha lentamente portato a isolarmi  dalla cosiddetta vita sociale e mondana". Vive con Agda, la governante, che sopporta da anni i suoi malumori, sua moglie Karin è morta dopo trenta anni di un matrimonio infelice e costellato di tradimenti. Isak ha un figlio, Evald, sposato e senza bambini, anch'egli medico con cui non è riuscito a stabilire un rapporto d'amore e di confidenza. Compagna nel suo viaggio è la nuora, Marianne, la donna, nei primi dialoghi, rinfaccia l'avarizia di comprensione del suocero e proprio le parole di lei accompagnate dal ricordo dei ricorrenti incubi lo scuotono dal torpore di una vita apparentemente soddisfacente e ricca. Marianne con il suo splendido volto sempre illuminato è il segno di un'esistenza  pura anche se non preservata dall' angoscia: ella è, infatti, tesa, tra il richiamo di una vita che le cresce dentro e l'amore per il marito che non desidera figli. Durante una sosta, Isak conduce la nuora al luogo di villeggiatura della propria infanzia e qui, viene travolto dai ricordi della propria fanciullezza: la casa gialla, il posto delle fragole e il suo primo amore, sua cugina Sara, che sposerà suo fratello Sigfrid. I ricordi portano alla coscienza la vita semplice e spensierata di Isak ragazzo, dei suoi sogni e del proprio amore disinteressato. L'immagine, nel pensiero del vecchio, si fissa su Sara che sta raccogliendo le fragole per il compleanno di uno zio e  in quel momento viene destato dalla voce squillante di una ragazza. Anche lei si chiama Sara ed è in viaggio insieme a due suoi amici Anders e Viktor. Sorpreso per l'impressionante somiglianza di Sara con sua cugina, si offre per dare un passaggio ai tre giovani. Sara è solare, aperta ed esprime tutta l'allegria e la voglia di vivere della gioventù, insieme ai due amici, con cui gioca, porta nella storia la leggerezza della vita che contrasta in maniera forte con la serietà e la pesantezza dell'esistenza del dott. Borg. Il viaggio continua e Isak più volte si addormenta e viene sorpreso da incubi terribili che gli presagiscono la morte imminente e che  lo interrogano pesantemente sulla propria professionalità. Lentamente in un percorso di riflessione conscia e inconscia si rende conto degli errori di tutta una vita: i fallimenti di Isak marito e padre e quelli di Isak medico. Il viaggio è un viaggio che lo conduce dentro di sé, nel proprio intimo un viaggio verso la morte ma per la vita, un percorso catartico che consente al vecchio medico di prendere coscienza dei propri sbagli, proprio quando la morte si avvicina inesorabile. L'idea della morte, della propria morte cui non aveva mai pensato, che lo visitava solo in sogno con terribili incubi, si sta trasformando in un'attesa serena e consapevole. Il viaggio termina e a casa dopo aver ricevuto il riconoscimento tanto atteso, prima di prender sonno rivolge qualche frase gentile ad Agda e tenta di rappacificare Evald e sua moglie. Solo, nel proprio letto, ripercorre le felici, gioiose immagini della giovinezza e si addormenta con un sorriso, sognando. Anche in questo film come in molti altri di Bergman ricorrono molti temi cari al regista, la morte, il viaggio, l'esistenza di Dio sentita come un bisogno esistenziale, come nel Settimo Sigillo ancora una volta è la vita e la speranza a trionfare sulla morte. Il sorriso di Sara e la presenza dei due giovani anch'essi in viaggio sono l' emblema di una giovinezza spensierata ma in continua crescita. Il film è sicuramente un capolavoro della cinematografia europea, girato nel 1956 vinse numerosi premi da ricordare l'Orso d'Oro al festival di Berlino e l'Oscar a Victor Sjostrom (Isak Borg) come miglior attore. Il posto delle fragole si può considerare un'opera pregna di cultura europea una cultura attraversata da letterati e pensatori come  Shakespeare, Søren Kierkegaard, Marcel Proust, molte tematiche affrontate da questi autori emergono chiaramente dal film di Bergman: la riflessione sulla vita e sulla morte, sul senso di colpa, i motivi esistenziali si raccordano con la tradizione letteraria e filosofica europea.

Info sul film: Regia di Ingmar Bergman  Origine: Svezia, 1956 
Durata 1h e 36'

Di: Ilaria Orsini

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